Malocclusione terza classe scheletrica
Salve,
mi è stata diagnosticata una malocclusione di terza classe scheletrica e chiedo voi un consiglio (dei nomi) di ortodontisti/chirurghi che abbiano la massima esperienza nel ramo. Vivo a Roma, quindi nutro la speranza di trovare un profilo simile nella mia città.
Vi spiego i miei dubbi: mi è stato riferito dai tre ortodontisti che finora ho consultato che il problema è grave (benché ad occhio nudo sia poco evidente, perché, testualmente, “compenso bene con i tessuti molli”) ma forse risolvibile anche senza ricorso alla chirurgia. Due su tre consigliano la chirurgia, sostenendo il rischio di recidiva in caso si intervenisse col solo apparecchio ortodontico (data anche la mia età: 26 anni); il terzo boccia assolutamente la soluzione chirurgica, riferendo di alcuni pazienti che nel lungo periodo, pur avendo subito l’intervento, hanno sviluppato nuovamente il problema e nel frattempo hanno sottoposto i propri denti e gengive a uno stress tale da causarne la caduta. Ora: trovandomi incastrata tra questi due pareri divergenti chiedo a voi:
1) La vostra esperienza riguardo al rischio di recidiva in entrambe le possibili soluzioni (se lo ritenete opportuno al fine di formulare un parere, sarò ben contenta di inviarvi copia dei risultati degli esami strumentali in mio possesso);
2) Chi ritenete sia lo specialista e/o la struttura che devo consultare per ottenere il migliore risultato, data la complessità della situazione e l’alto rischio riferitomi che - qualora l’intervento ortodontico e/o chirurgico sia effettuato male – la malocclusione possa peggiorare e la mandibola possa subire uno scivolamento ulteriore.
Vi ringrazio per il vostro tempo e resto in attesa dei vostri preziosi consigli.
mi è stata diagnosticata una malocclusione di terza classe scheletrica e chiedo voi un consiglio (dei nomi) di ortodontisti/chirurghi che abbiano la massima esperienza nel ramo. Vivo a Roma, quindi nutro la speranza di trovare un profilo simile nella mia città.
Vi spiego i miei dubbi: mi è stato riferito dai tre ortodontisti che finora ho consultato che il problema è grave (benché ad occhio nudo sia poco evidente, perché, testualmente, “compenso bene con i tessuti molli”) ma forse risolvibile anche senza ricorso alla chirurgia. Due su tre consigliano la chirurgia, sostenendo il rischio di recidiva in caso si intervenisse col solo apparecchio ortodontico (data anche la mia età: 26 anni); il terzo boccia assolutamente la soluzione chirurgica, riferendo di alcuni pazienti che nel lungo periodo, pur avendo subito l’intervento, hanno sviluppato nuovamente il problema e nel frattempo hanno sottoposto i propri denti e gengive a uno stress tale da causarne la caduta. Ora: trovandomi incastrata tra questi due pareri divergenti chiedo a voi:
1) La vostra esperienza riguardo al rischio di recidiva in entrambe le possibili soluzioni (se lo ritenete opportuno al fine di formulare un parere, sarò ben contenta di inviarvi copia dei risultati degli esami strumentali in mio possesso);
2) Chi ritenete sia lo specialista e/o la struttura che devo consultare per ottenere il migliore risultato, data la complessità della situazione e l’alto rischio riferitomi che - qualora l’intervento ortodontico e/o chirurgico sia effettuato male – la malocclusione possa peggiorare e la mandibola possa subire uno scivolamento ulteriore.
Vi ringrazio per il vostro tempo e resto in attesa dei vostri preziosi consigli.
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Gentile Paziente,
senza gli esami fondamentali e la visita clinica, riguardo alla terza classe scheletrica si può dire che può essere dovuta o ad un posizionamento anteriore della mandibola (prognatismo) o ad una eccessiva crescita della stessa (macrognazia), ad un posizionamento posteriore del mascellare superiore (retrognatismo) o ad una insufficiente crescita dello stesso (micrognatia), o ad una combinazione di discrepanze mandibolari e mascellari.
Capisce bene che non è possibile, quindi, dare una risposta corretta alla sua specifica domanda però resta fondamentale, se il suo caso dovesse richiedere anche un intervento di chirurgia maxillo-facciale, una stretta e attenta collaborazione tra l'ortodontista e il chirurgo per un trattamento che prevede aspetti multidisciplinari.
Inoltre l’analisi funzionale assume un ruolo molto importante nella diagnosi delle terze classi scheletriche anche per le possibili correlazioni con problemi dell'Articolazione Temporo Mandibolare.
A Roma può contattare la Prof. Paola Cozza, direttore della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell'Università "Tor Vergata" che riceve presso il servizio specialistico di attività di Ortognatodonzia del Policlinico Tor Vergata.
Cordialmente
senza gli esami fondamentali e la visita clinica, riguardo alla terza classe scheletrica si può dire che può essere dovuta o ad un posizionamento anteriore della mandibola (prognatismo) o ad una eccessiva crescita della stessa (macrognazia), ad un posizionamento posteriore del mascellare superiore (retrognatismo) o ad una insufficiente crescita dello stesso (micrognatia), o ad una combinazione di discrepanze mandibolari e mascellari.
Capisce bene che non è possibile, quindi, dare una risposta corretta alla sua specifica domanda però resta fondamentale, se il suo caso dovesse richiedere anche un intervento di chirurgia maxillo-facciale, una stretta e attenta collaborazione tra l'ortodontista e il chirurgo per un trattamento che prevede aspetti multidisciplinari.
Inoltre l’analisi funzionale assume un ruolo molto importante nella diagnosi delle terze classi scheletriche anche per le possibili correlazioni con problemi dell'Articolazione Temporo Mandibolare.
A Roma può contattare la Prof. Paola Cozza, direttore della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell'Università "Tor Vergata" che riceve presso il servizio specialistico di attività di Ortognatodonzia del Policlinico Tor Vergata.
Cordialmente
Dr. Paolo De Carli
Specialista in Odontostomatologia
www.studiodecarli.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.9k visite dal 10/04/2013.
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