Un carcinoma della prostata,psa 112
mio papa'ha 87 anni; nel Novembre 2003 e' stato diagnosticato un carcinoma della prostata,psa 112 e subito trattato con quanttro iniezioni sett.li di androcur e una iniezione mensile di enantone 3,75. Dopo 4 mesi il psa e' sceso a 1,54 e dal successivo controllo di novembre 2004 e' risalito a 2,65; la terapia e' stata integrata con una cp al giorno di casodex 50 e il psa e' sceso in 30 gg a 0,35 e in sessanta giorni a 0,10. Stabile fino al mese di ottobre 2006, allorche' e' salito a 0,39. Fosrafasi alcalina 81, stabile; fosfatasi ossea 0,29, stabile, altri esami del sangue nella norma. Nel novembre del 2005, con psa a 0,10, sono stati visti secondarismi dorsali (d4 e d2) con una rm con mdc (con scintigrafia negativa). A febbraio 2006 la tac confermava detti secondarismi, definiti "riparati". Non e' mai stata fatta alcuna biopsia. Nell'agosto u.s. la cromogranina a e' risultata a 1300; in agosto era 900 ed in ottobre 180 (senza terapie specifiche). I valori dell' esame nse risultano nella norma. Mi rendo conto che senza i grado di gleason non sia facile fare ipotesi, ma da figlio mi pongo alcuni interrogativi: sta diventando ormonorefrattario? che terapie potra' fare? (aumentare il casodex? fare ormoni di seconda linea? fare tassani?); per quanto si potra' contrastare la malattia? Lo so che mio padre ha un'eta avanzata, ma mi permetto dirVi che e' ancora oggi un punto importante di riferimento e non soltanto affettivo per tutta la famiglia. Dal punto vista del suo stato di salute, aggiungo che soffre di una forte artrosi accertata da molti anni; porta il pace-maker ed e' assistito farmacologicamente da anni per l'ipertensione. Mi scuso per il disturbo e i soli elementi in mio possesso, ma attendo con comprensibile ansia Vostri illuminati pareri. Grazie di cuore.
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Caro Utente,
ogni persona è importante sino all'ultimo istante della sua vita quindi l'età non importa quando si cerca di curare una persona. L'età condiziona solamente le scelte terapeutiche più idonee. Escluderei in prima ipotesi una chemioterapia con agenti citotossici (docetaxel). Purtroppo le neoplasie prostatiche dopo anni di trattamento tendono appunto a divenire insensibili all'ormonoterapia. Spesso però (e questo è testimoniato da una CgA elevata) tali neoplasie presentano una componente neuroendocrina e pertanto possono giovarsi di trattamenti con octreotide (ad ex. Longastatina è uno dei preparati commerciali). Per quanto riguarda le metastasi ossee inoltre (funzionalità renale permettendo) è possibile impiegare l'acido zoledronico (Zometa) con una somministrazione per fleboclisi ogni 28gg. Una strategia combinata octreotide + acido zoledronico può consentire di tenere a bada per tempo ulteriore la progressione neoplastica. Il tutto sempre mantenendo la terapia ormonale che esegue poichè può rappresentare comunque un freno per la neoplasia.
A disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti
cari saluti
Dr. Carlo Pastore
ogni persona è importante sino all'ultimo istante della sua vita quindi l'età non importa quando si cerca di curare una persona. L'età condiziona solamente le scelte terapeutiche più idonee. Escluderei in prima ipotesi una chemioterapia con agenti citotossici (docetaxel). Purtroppo le neoplasie prostatiche dopo anni di trattamento tendono appunto a divenire insensibili all'ormonoterapia. Spesso però (e questo è testimoniato da una CgA elevata) tali neoplasie presentano una componente neuroendocrina e pertanto possono giovarsi di trattamenti con octreotide (ad ex. Longastatina è uno dei preparati commerciali). Per quanto riguarda le metastasi ossee inoltre (funzionalità renale permettendo) è possibile impiegare l'acido zoledronico (Zometa) con una somministrazione per fleboclisi ogni 28gg. Una strategia combinata octreotide + acido zoledronico può consentire di tenere a bada per tempo ulteriore la progressione neoplastica. Il tutto sempre mantenendo la terapia ormonale che esegue poichè può rappresentare comunque un freno per la neoplasia.
A disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti
cari saluti
Dr. Carlo Pastore
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#2]
Caro Sig,
in relazione al caso di suo padre, in considerazione dell'età e delle discrete condizioni riferite, concordo con il collega sulla eccessiva aggressività di un approccio con chemioterapici, che inoltre, nel caso del carcinoma prostatico viene riservato come approccio in ultima istanza.
Suo Padre è stato infatti sottoposto a Blocco androgenico totale in prima linea e potrebbe giovarsi, in II linea, di un cambio strategico sospendendo l'antiandrogeno e continuando solo con l'analogo LH_RH, oppure in altri casi è possibile continuare solo con l'antiandrogeno esclusivo a dosi più elevate. Inoltre ci sono studi sulla possibilità di utilizzare Estrogeni associati all'analogo LHRH oppure ancora cortone acetato+ nizoral. Come vede non c'è un progamma standard da seguire ma sicuramente ci sono diverse scelte da effettuare con opportune tempistiche.
Risulta fortemente consigliato anche per me un approccio con acido zoledronico, anche se è da valutare con maggiore accuratezza il referto della TC, relativo al carattere osteoaddensante o osteorarefacente delle lesioni ossee sede di metastasi.
Cordialità
Dr.Filippo Alongi
in relazione al caso di suo padre, in considerazione dell'età e delle discrete condizioni riferite, concordo con il collega sulla eccessiva aggressività di un approccio con chemioterapici, che inoltre, nel caso del carcinoma prostatico viene riservato come approccio in ultima istanza.
Suo Padre è stato infatti sottoposto a Blocco androgenico totale in prima linea e potrebbe giovarsi, in II linea, di un cambio strategico sospendendo l'antiandrogeno e continuando solo con l'analogo LH_RH, oppure in altri casi è possibile continuare solo con l'antiandrogeno esclusivo a dosi più elevate. Inoltre ci sono studi sulla possibilità di utilizzare Estrogeni associati all'analogo LHRH oppure ancora cortone acetato+ nizoral. Come vede non c'è un progamma standard da seguire ma sicuramente ci sono diverse scelte da effettuare con opportune tempistiche.
Risulta fortemente consigliato anche per me un approccio con acido zoledronico, anche se è da valutare con maggiore accuratezza il referto della TC, relativo al carattere osteoaddensante o osteorarefacente delle lesioni ossee sede di metastasi.
Cordialità
Dr.Filippo Alongi
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
[#3]
Oncologo, Medico legale
GENTILE UTENTE CONDIVIDO L'OPINIONE DEI MEDICI CHE LE HANNO FATTO PRECEDENTE CONSULENZA
SULLA NECESSITA' DI ATTENDERE L'ISTOTIPO ULTERIORMENTE ESAMINATO PRIMA DELLA POSIZIONE
TERAPEUTICA ED ULTERIORI ACCERTAMENTI STRUMENTALI.
A SUA DISPOSIZIONE PER CHIARIMENTI
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
SULLA NECESSITA' DI ATTENDERE L'ISTOTIPO ULTERIORMENTE ESAMINATO PRIMA DELLA POSIZIONE
TERAPEUTICA ED ULTERIORI ACCERTAMENTI STRUMENTALI.
A SUA DISPOSIZIONE PER CHIARIMENTI
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 13.8k visite dal 19/11/2006.
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