Adenocarcinoma con metastasi epatiche

Gentili Dottori, mia madre di 63 anni, nel settembre 2008 è stata operata per un adenocarcinoma localizzato al colon/sigma di 5 cm con un'unica metastasi epatica al lobo sinistro delle dimensioni di 12 cm (stadiazione T3, N1, M1) L'intervento di asportazione è stato radicale. Secondo la prescrizione dell'oncologo è stata intrapresa una chemioterapia adiuvante folfox. Preciso che, prima dell'intervento, il marcatore CEA segnava un valore di 292 ed il Ca 19.9 109 mentre, successivamente, i valori sono tornati nella norma (sempre intorno al 2). Tuttavia, nel mese di marzo una Tac di controllo seguita e confermata da un'ecotomografia con liquido di contrasto ha evidenziato la presenza nel lobo dx del fagato, segmento 8, di due presunte lesioni secondarie delle dimensioni, rispettivamente, di 6 e 8 mm che, prima dell'intervento, non erano presenti. L'oncologo ha ritenuto utile eseguire una Pet Ct Fdg total body che è risultata essere totalmente negativa per presenza di malattia in sede epatica e negli altri organi. Tuttavia l'oncologo stesso ha ritenuto di dover modificare la terapia prescrivendo la folfiri avastin. Vorrei ora chiedere se la situazione, come da me descritta, può essere ritenuta preoccupante o se, pur con la dovuta prudenza, le sperenze di guarigione di mia madre che dopo l'intervento parevano elevate a detta dei medici, siano rimaste intatte. Nel rigraziarvi anticipatamente, porgo Cordiali saluti
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Mi dispiace dirlo, tuttavia le possibilità di guarigione si riducono molto in presenza di metastasi e rimangono limitate a pochi casi, tra quelli che permettono la resezione completa di tumore e metastasi. Quest'ultima situazione corrisponde a quella di sua madre al momento dell'intervento che, pur rendendola libera da malattia, lasciava comunque la probabilità consistente di recidiva.
Al punto in cui siamo ora, a meno di una ulteriore successiva possibilità chirurgica, bisogna sperare di mantenere la malattia sotto controllo, o come dicono alcuni "cronica", più a lungo possibile.
Cordiali saluti

Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro

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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Grazie della risposta, apprezzo molto che mi venga rappresentata la realtà senza inutili tentativi di mascherare il problema. Tuttavia, da profano, Le chiedo come sia possibile che la Pet sia negativa ed i markers nella norma ed invece Tac ed Eco vedano le due lesioni. Insomma, a quale degli esami credere? E poi, quando Lei dice che occorre sperare di mantenere la malattia sotto controllo, dal punto di vista statistico che aspettativa di vita può avere mia madre?? Grazie ancora.
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
La PET non è l'esame migliore per tutto, sul fegato ha molti limiti. Le dirò che il medico nucleare della mia struttura pretende spiegazioni prima di accettare di fare un esame PET sul fegato.
Prima di esprimersi ulteriormente in termini prognostici è meglio osservare l'andamento di questi noduli epatici dopo alcuni mesi di terapia.
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Capisco, ma la terapia folfiri avastin ritiene possa essere adatta per tentare di far ridurre questi noduli?
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Sicuramente è adatta.
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Potrei sapere se vi è una casistica relativamente all'efficacia del farmaco folfiri-avastin in casi simili a quello di mia madre? E quali sono i suoi effetti collaterali? Attualmente mia madre sta bene, fa una vita normalissima, sarebbe troppo sperare di vederla trascorrere ancora qualche anno con noi? So che le domande possono sembrare banali ma vorrete comprendere quale sia il mio attuale stato d'animo. Grazie per la vostra disponibilità. Sempre con vivissima cordialità.
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Gli effetti collaterali dovrebbero esser stati spiegati prima dell'inizio della terapia alla firma del consenso.
Se non è stato fatto è giusto chiederlo ai curanti. Per via web posso indicare essenzialmente la possibilità di diarrea e di mielodepressione (abbassamento di globuli bianchi e piastrine) iniltre, per l'Avastin è necessario tenere sotto controllo la pressione arteriosa, la funzione renale (eventuale proteinuria) ed eventuali piccoli sanguinamenti (per esempio epistassi). Altri effetti anche seri sono possibili ma molto rari (tuttavia chieda a chi l'ha in cura).
Vi sono ampie casistiche con questo protocollo ed in effetti l'aggiunta di Avastin porta una sopravvivenza superiore di diversi mesi.
La sua speranza non è cosa impossibile. Le auguro che la malattia sia controllabile quanto più a lungo.
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Speriamo, vorrei tuttavia sapere se il fatto che i markers tumorali siano negativi possa essere cosiderato un buon segno. Grazie
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
I marcatori posono essere utili da seguire nel loro andamento se risultano alterati. Tuttavia spesso i tumori recidivano senza produrre marcatori, questo non si può interpretare come un buon segno, ma solo come una variazione delle caratteristiche del tumore.
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Grazie ancora per la sua sollecitudine. Tuttavia mi sono sempre dimenticato di chiederLe che cosa si intende per "cronicizzazione della malattia", come da lei indicato nella prima risposta.
Cordialmente.
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
E' un modo delicato per dire che il tumore rimane ed evolve, tuttavia grazie all'azione di terapie successive questo avviene in tempi più lunghi con intervalli di stabilità.
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Gentile Dott. Barbieri,
mi scuso se la disturbo ancora ma vorrei un chiarimento circa il grado istologico del tumore di mia madre.
A seguito della stadiazione si è parlato di pt3, N1, M1, moderatamente differenziato, stadio D, secondo mac.
Potrebbe dirmi che cosa si intende per moderatamente differenziato e quale sia il suo livello di gravità? Grazie infinite.
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Il grado di differenziazione indica di quanto le cellule tumorali si allontanano in aspetto e comportamento da quelle normali di origine. Quindi si distinguono forme ben differenziate (le migliori), moderatamente differenziate, scarsamente differenziate ed indifferenziate (le peggiori). Nell'ordine di dice sinteticamente G1, G2, G3, G4.
Tuttavia nel caso di sua madre, il dato prognosticamente più rilevante non è il grado di differenziazione, ma lo stadio (D sec. mAC, IV sc. UICC) per via della metastasi.
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
e lo stadio, dal punto di vista prognostico è tra i peggiori?? Grazie
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Lo stadio metastatico è sempre il peggiore. Tuttavia è cosa ben diversa avere una sola metastasi epatica asportabile o averne numerose in vari organi.
Inoltre nel caso delle neoplasie del colon inseguire chirurgicamente una o poche metastasi ha un senso perchè può ritardare di molto l'evoluzione.
In sintesi talvolta dopo l'asportazione di una o poche metastasi non si hanno recidive. Solo il tempo potrà dire come andranno le cose.
La situazione è un po più seria se le metastasi non sono asportabili.
Mi ero espresso già chiaramente, penso, nella mia prima risposta.
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Gentile Dottore,
torno a scriverle solo per avere un parere in merito a qualche dolore che mia madre avverte ai piedi ed al bacino da circa dieci giorni.
Premetto che mia madre soffre da parecchi anni di artrosi ma vorrei sapere se i problemi evidenziati possano essere riconducibili anche qualche effetto collaterale della nuova terapia (folfiri + avastin)di cui sono già stati eseguiti due cicli o se invece, come davvero non mi auguro, ci possa essere qualche nesso con la malattia.
Tenga infine conto che per il resto mia madre sta bene, ha appetito e gli esami ematochimici continuano ad essere nella norma.
Cordialmente
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
E' veramente poco probabile che questi sintomi dipendano dalla malattia, non è neanche molto probabile che dipendano da questa terapia in corso. Sembra verosimile che si tratti di una riacutizzazione artrosica. Anche se, quando si danno questi consigli, si rischia di non valuatare bene aspetti clinici che può apprezzare solo il medico che ha davanti la paziente.
Cordiali Saluti
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
La ringrazio per la puntualità e la tempestività con la quale mi risponde, mi rendo peraltro conto che queste mie domande possono in sè apparire frutto di un'elevata apprensione ma, come lei certo sa, si è condizionati e non poco dal contesto e determinati sintomi a cui in condizioni normali non verrebbe dato alcun peso vengono subito posti in correlazione con la malattia.
Infine, a suo parere esiste oggi una tarapia che potrebbe apparire ancor più efficace rispetto a quella che mia madre sta eseguendo per questo specifico tipo di patologia? Grazie
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Credo che non ci sia di meglio al momento della terapia che è in corso.
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Torno a disturbarla per sapere se i dolori alla bocca e alle estremità degli arti siano compatibili con la terapia che sta seguendo mia madre la quale, giunta al terzo ciclo di folfiri + avastin, lamenta afte alla bocca, insensibilità ai polpastrelli che si presentano di un colore scuro. Dipende dalla terapia?
Grazie
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Queste manifestazioni non sono tra quelle più comunemente attribuibili al tipo di terapia in corso. Tuttavia tutto ciò che si verifica in corso di tali terapie è meritevole di osservazione ed approfondimento per stabilire se ci sia un nesso oltre a quello cronologico (terapia in corso->sintomo).
Anche in questo caso è quindi fondamentale segnalare i disturbi ai medici che hanno in cura la paziente poichè essi hanno anche la possibilità di visitarla.
Cordiali saluti
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Gentile Dott. Barbieri,
l'aggiorno sullo stato di mia madre che oggi ha eseguito un'ecografia con mezzo di contrasto di controllo e dalla quale emerge che delle 2 lesioni apprezzate al precedente controllo di marzo una, quella di 6 mm, è sparita, mentre quella di 8 rimane invariata. Consideri che siamo appena a metà della terapia (folfiri avastin) prescritta.
Ritiene che il risulato possa allo stato essere soddisfacente oppure no?
Grazie della disponibilità, cordialmente
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Non è male, visto che la terapia è ancora in corso. Bisogna attendere il risultato definitivo per fare un ulteriore bilancio.
In bocca al lupo.
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Gentile Dottor Barbieri,
mia madre ha completato i 12 cicli di chemio previsti ed oggi ha effettuato l ecografia con mezzo di contrasto dalla quale emerge che la lesione presente di circa 8 mm. in sede epatica, oltre ad essersi lievemente ridotta, risulta essere in necrosi, non attiva.
I markers tumorali CEA e Ca19 9 permangono nella norma e, la settimana ventura, far' una tac per verificare prevalentemente lo stato del torace.
Vorrei chiedere a lei un parere riguardo la situazione, tenendo presente che gli oncologi hanno comunque detto che dovr' comunque fare una terapia di mantenimento a base di solo avastin.
La ringrazio e saluto cordialmente.
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Gentile Utente,
non posso che concordare con questo approccio che oggi è abbastanza consolidato se ben tollerato.
Cordiali Saluti
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Gentile Dott. Barbieri,
torno da lei perchè, spero comprenderà, mi sento in preda alla disperazione. Mia madre ha svolto un controllo Tac total body con e senza mdc (escluso l'encefalo) che ha rivelato la presenza di multiple lesioni polmonari le maggiori delle quali delle dimensioni di 5 e 9 mm. L'oncologa che ha in cura mia madre ha deciso di effettuare l'esame kras sul pezzo operatorio asportato l'anno scorso in sede di intervento al fine di valutare la possibilità di procedere ad altra terapia. Io sono davvero disperato nonostante i markers tumorali (Cea e Ca19.9) continuino ad essere nella norma.
Mia madre, almeno in apparenza, sta bene.
Cosa ne pensa? Cosa devo aspettarmi? Ancora pochi mesi di vita oppure c'è ancora speranza? Ritiene che l'esame kras sia utile in questo frangente?
Grazie in anticipo, cordiali saluti.
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Purtroppo questa è una situazione di recidiva della malattia in nuovi siti (polmoni). Posso interpretare ciò che mi dice considerando che l'oncologa che ha in cura sua madre si stia preparando ad utilizzare una ulteriore linea terapeutica, che consiste nell'uso di un anticorpo rivolto specificamente verso un bersaglio presente sulle cellule neoplastiche (il bersaglio si chiama EGFR). In questi casi si determina pure k-ras che predice la sensibilità o meno a questo nuovo trattamento.
Bisognerà attendere e verificare se la malattia risponde al nuovo trattamento per sperare di guadagnare del tempo contro la malattia.
Cordiali Saluti