Il medico ha deciso
salve,
mia madre ha subito nel 2004 n°2 interventi di mastectomia causa carcinosi mammarie seguiti da 3 cicli di chemioterapia. Dopo un periodo di 4 anni in cui stava bene, a Luglio dell'anno scorso le sono iniziati dei dolori all'addome. Il medico ha deciso di procedere con un ulteriore ciclo di chemiterapia, la diagnosi è di ripresa della malattia, con sospetto carcinosi peritoneale. Ora non sa più cosa fare, ho già preso appuntamento dal Dottor Deraco, purtroppo ho letto qualche sua dichiarazione nella quale parlava di selezione dei pazienti per l'intervento di peritonectomia. Sopratutto ritiene inutile questo intervento se il carcinoma è di origine mammario, perchè? Qualcuno di voi medici, conosce un'altro esperto di questo male, che è disposto ad operarlo anche se di origine mammario?
grazie
mia madre ha subito nel 2004 n°2 interventi di mastectomia causa carcinosi mammarie seguiti da 3 cicli di chemioterapia. Dopo un periodo di 4 anni in cui stava bene, a Luglio dell'anno scorso le sono iniziati dei dolori all'addome. Il medico ha deciso di procedere con un ulteriore ciclo di chemiterapia, la diagnosi è di ripresa della malattia, con sospetto carcinosi peritoneale. Ora non sa più cosa fare, ho già preso appuntamento dal Dottor Deraco, purtroppo ho letto qualche sua dichiarazione nella quale parlava di selezione dei pazienti per l'intervento di peritonectomia. Sopratutto ritiene inutile questo intervento se il carcinoma è di origine mammario, perchè? Qualcuno di voi medici, conosce un'altro esperto di questo male, che è disposto ad operarlo anche se di origine mammario?
grazie
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Il tumore alla mammella è un tipo di malattia con tendenza alla diffusione sistemica a differenza di alcuni tumori che tendono a recidivare localmente.
Proporre un'intervento solitamente lo si fà quando i vantaggi controbilanciano i rischi e gli svantaggi operatori; nel suo caso non servirebbe a molto purtroppo col rischio solo di peggiorare la qualità di vita della paziente.
Se lei è di Parma le consiglierei invece (non conoscendo bene la sua storia) di rivogersi ai colleghi dell'oncologia, soprattutto chiedendo un'eventuale possibile partecipazione in qualche studio clinico, magari che prevede l'utilizzo di inibitori dell'angiogenesi (sempre che ne abbiamo in corso).
Proporre un'intervento solitamente lo si fà quando i vantaggi controbilanciano i rischi e gli svantaggi operatori; nel suo caso non servirebbe a molto purtroppo col rischio solo di peggiorare la qualità di vita della paziente.
Se lei è di Parma le consiglierei invece (non conoscendo bene la sua storia) di rivogersi ai colleghi dell'oncologia, soprattutto chiedendo un'eventuale possibile partecipazione in qualche studio clinico, magari che prevede l'utilizzo di inibitori dell'angiogenesi (sempre che ne abbiamo in corso).
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 31/03/2009.
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