Recidive dopo cistectomia radicale
Buona sera, scrivo perche' sto cercando un aiuto, un orientamento su come procedere in questa drammatica situazione. Mio padre, 67 anni, e' stato operato nel sud italia di cancro vescicale a novembre e gli e' stata eseguita cistectomia radicale . Ha avuto diverse complicanze post operatorie,un principio d'infarto, un attacco di gotta,il diabete ( che e' regredito dopo l'intervento) l'artrite (di cui e' affetto) e diverse crisi d'ansia. Ma il suo stato di salute prima dell'intervento era buono. Dopo un mese si e' ripreso ,sia fisicamente che psicologicamente. L'oncologo di riferimento pero' non gli ha fatto fare ne' la chemio ne' la radio perche' i linfonodi non erano stati presi , il tumore non aveva oltrepassato le pareti vescicali e anche per via delle pregresse complicanze post operatorie non ha ritenuto necessario fargli fare nulla . La cosa mi aveva lasciata un po' perplessa.
La settimana scorsa ha fatto la tac di controllo e quest'ultima ha messo in evidenza 3 linfonodi di circa 11 cm e del "tessuto patologico" a livello della parete posteriore (uno di questi linfonodi fa pressione sul retto e lui ha fastidio durante la defecazione) ,tutto dentro lo scavo pelvico. Siamo sprofondati nella disperazione e ora vorrei portare mio padre al centro tumori di Milano per ricevere assistenza adeguata e capire , nelle sue condizioni di salute, quale possa essere la strada terapeutica piu adatta. Ho visto che a Milano ci sono due istituti ,l'istituto nazionale dei tumori e il centro oncologico europeo . Chiedo un aiuto, un orientamento a chiunque potesse farlo nell'indirizzarmi da un professore oncologo capace di aiutare mio papa' ,per lo meno a vivere piu a lungo e dignitosamente. Ma non ho idea ,non saprei a chi rivolgermi per questa specifica situazione, vorrei un nominativo davvero valido e capire in quale dei due centri conviene andare ,anche in prospettiva di un eventuale ricovero. Mi hanno fatto il nome di un certo prof. Salvioni , ma vorrei un vostro parere , visto che avete molta esperienza e conoscenze sul campo.
grazie infinite,
La settimana scorsa ha fatto la tac di controllo e quest'ultima ha messo in evidenza 3 linfonodi di circa 11 cm e del "tessuto patologico" a livello della parete posteriore (uno di questi linfonodi fa pressione sul retto e lui ha fastidio durante la defecazione) ,tutto dentro lo scavo pelvico. Siamo sprofondati nella disperazione e ora vorrei portare mio padre al centro tumori di Milano per ricevere assistenza adeguata e capire , nelle sue condizioni di salute, quale possa essere la strada terapeutica piu adatta. Ho visto che a Milano ci sono due istituti ,l'istituto nazionale dei tumori e il centro oncologico europeo . Chiedo un aiuto, un orientamento a chiunque potesse farlo nell'indirizzarmi da un professore oncologo capace di aiutare mio papa' ,per lo meno a vivere piu a lungo e dignitosamente. Ma non ho idea ,non saprei a chi rivolgermi per questa specifica situazione, vorrei un nominativo davvero valido e capire in quale dei due centri conviene andare ,anche in prospettiva di un eventuale ricovero. Mi hanno fatto il nome di un certo prof. Salvioni , ma vorrei un vostro parere , visto che avete molta esperienza e conoscenze sul campo.
grazie infinite,
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Gentile Utente,
non entro nel merito della scelta del Centro terapeutico presso il quale debba essere gestita la patologia, ritenendo ogni Centro valido in egual modo ma dico come a mio avviso sarebbe opportuno procedere. Innanzitutto se la patologia, dopo una stadiazione completa a mezzo TC total body con mdc e scintigrafia ossea, risulta confinata ancora nella pelvi si deve valutare la possibilità di un nuovo intervento chirurgico. Successivamente se è possibile anche irradiare localmente. La chemioterapia sistemica trova ovviamente comunque indicazione sebbene tale neoplasia risulta piuttosto resistente ai trattamenti farmacologici (comunque piuttosto energici). Localmente poi si potrebbe pensare di abbinare delle applicazioni di ipertermia capacitiva. Resto a disposizione, cari saluti
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
non entro nel merito della scelta del Centro terapeutico presso il quale debba essere gestita la patologia, ritenendo ogni Centro valido in egual modo ma dico come a mio avviso sarebbe opportuno procedere. Innanzitutto se la patologia, dopo una stadiazione completa a mezzo TC total body con mdc e scintigrafia ossea, risulta confinata ancora nella pelvi si deve valutare la possibilità di un nuovo intervento chirurgico. Successivamente se è possibile anche irradiare localmente. La chemioterapia sistemica trova ovviamente comunque indicazione sebbene tale neoplasia risulta piuttosto resistente ai trattamenti farmacologici (comunque piuttosto energici). Localmente poi si potrebbe pensare di abbinare delle applicazioni di ipertermia capacitiva. Resto a disposizione, cari saluti
Carlo Pastore
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Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 13.7k visite dal 29/03/2009.
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