Recidiva adenocarninoma pancreas

Egregi dottori.
Mio marito (anni 46) è stato sottoposto a duodeno-cefalo-pancreasectomia il 30/10/2007. L'esame bioptico ha evidenziato un adenocarninoma dell'ampolla di vater delle dimensioni 0,7x0,6x0,7 (pT2, pN1, Mx, G2, stadio IIB). Due dei nove linfonodi peripancreatici sono risultati sede di metastasi. Dimesso dopo circa un mese, il decorso post operatorio è risultato complicato da una modesta fistola pancreatica (ha tenuto per oltre un mese due drenaggi); a causa di ciò è stato sconsigliato qualsiasi intervento chemioterapico.
Le analisi del sangue (markers tumorali compresi), tac e pet-tc effettuate nell'anno successivo non hanno dato alcun segno di preoccupazione. La penultima Tac TB con mdc (effettuata alla fine di ottobre 2008) non ha evidenziato altresì nulla di preoccupante.
Le analisi del 14/2/09 hanno invece evidenziato un aumento a 291 del marcatore CA 19-9; le successive (24/02/09) un ulteriore aumento del CA 19-9 a 346; l'ecografia e soprattutto la Tac TB con mdc effettuata il 02/03/09 ha evidenziato: "in corrispondenza del VI e VIII segmento epatico si apprezzano immagini rotondeggianti ipodense delle dimensioni massime rispettivamente di 18 e 15 mm da riferire verosimilmente a lesioni secondarie. In sede sottoglissoniana nel VI segmento e del IV segmento si apprezzano analoghe minute immagini del diametro massimo di circa 6 mm".
Le lesioni "secondarie", ci spiegano, sono una recidiva dell'adenocarcinoma localizzato su un altro organo.
La questione che più ci preoccupa è la ripetuta "rarità" di questo tumore: considerata soprattutto la giovane età di mio marito ed il fatto che non esista una statistica precisa sul decorso della malattia. Ci consigliano un ciclo di chemio per stabilire poi le reazioni e ci sconsigliano al contempo un (nuovo) intervento chiururgico.
C'è qualcuno che si occupa (nel mondo??) di questo tipo di malattia?
Sto cercando aiuto e Vi prego voler perdonare la forma dei miei pensieri, che sono abbastanza confusi e spaventati in questo momento. Spero possiate almeno darci un consiglio.
Vi ringrazio anticipatamente e vi saluto cordialmente.


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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Non è poi così raro il caso. In qualunque regione d'Italia ci sono centri capaci di trattare questa condizione, figuriamoci a Roma.
Riguardo alla strategia di trattamento scelta: effettivamente non si può inseguire chirurgicamente una malattia che ha raggiunto un altro organo e quindi ha percorso la via ematica. Comunque qualunque altra possibilità di terapia potrà, in effetti, essere considerata dopo aver verificato la risposta alla chemioterapia.

Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro

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Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Dottore, la ringrazio davvero di cuore della celerità!
Cordialità