Xeloda
Gentili dottori,
mio padre è malato di tumore al fegato da circa due anni.
Nel luglio del 2008 ha iniziato una terapia con NEXAVAR i cui risultati, tuttavia, non sono stati molto soddisfacenti, infatti: aldilà dei significativi effetti collaterali (diarrea, spossatezza, forte prurito a piedi e mani con difficoltà a deambulare), il tumore, dopo una prima fase di apparente stasi, ha cominciato ad avanzare, tanto che negli ultimi giorni i medici hanno ritenuto opportuno integrare la cura con lo XELODA.
Vorrei sapere di più su questo farmaco, soprattutto per quanto concerne gli effetti sul tumore e le speranze di sopravvivenza.
Grazie.
mio padre è malato di tumore al fegato da circa due anni.
Nel luglio del 2008 ha iniziato una terapia con NEXAVAR i cui risultati, tuttavia, non sono stati molto soddisfacenti, infatti: aldilà dei significativi effetti collaterali (diarrea, spossatezza, forte prurito a piedi e mani con difficoltà a deambulare), il tumore, dopo una prima fase di apparente stasi, ha cominciato ad avanzare, tanto che negli ultimi giorni i medici hanno ritenuto opportuno integrare la cura con lo XELODA.
Vorrei sapere di più su questo farmaco, soprattutto per quanto concerne gli effetti sul tumore e le speranze di sopravvivenza.
Grazie.
[#1]
Non esistono, oltre al Nexavar, farmaci oncologici che abbiano dimostrato risultati sufficientemente rilevanti da ottenere il posto di farmaco con indicazione nella terapia dell'epatocarcinoma.
Purtroppo anche il Nexavar funziona solo in una parte di pazienti. Quindi i medici che seguono suo padre, piuttosto che tirare i remi in barca e non fare nulla hanno scelto Xeloda (capecitabina). La capecitabina ( o il suo profarmaco. fluorouracile) ha dato risultati in pochi casi ma è l'alternativa a nulla. Quindi se non insorgono effetti collaterali rilevanti (es. diarrea grave) penso che vorranno andare avanti in questo tentativo.
D'altra parte se la scelta è caduta su questi farmaci devo arguire che la malattia interessa sedi multiple nel fegato e che quindi non sia stato possibile considerare terapie locoreginali come la radiofrequenza o la chemioterapia transarteriosa.
Purtroppo anche il Nexavar funziona solo in una parte di pazienti. Quindi i medici che seguono suo padre, piuttosto che tirare i remi in barca e non fare nulla hanno scelto Xeloda (capecitabina). La capecitabina ( o il suo profarmaco. fluorouracile) ha dato risultati in pochi casi ma è l'alternativa a nulla. Quindi se non insorgono effetti collaterali rilevanti (es. diarrea grave) penso che vorranno andare avanti in questo tentativo.
D'altra parte se la scelta è caduta su questi farmaci devo arguire che la malattia interessa sedi multiple nel fegato e che quindi non sia stato possibile considerare terapie locoreginali come la radiofrequenza o la chemioterapia transarteriosa.
Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro
[#2]
Ex utente
Gentile Dottore,
La ringrazio per la Sua cortese risposta.
Tuttavia con la presente avrei necessità di sottoporle un ulteriore quesito: mio padre ha un rigonfiamento eccessivo dei piedi, come debbo interpretare questo sintomo? L'oncologo che segue mio padre dice di non preoccuparmi, ma da quanto leggo in internet non sono per nulla tranquillo.
Potrebbe darmi un Suo responso?
Grazie.
La ringrazio per la Sua cortese risposta.
Tuttavia con la presente avrei necessità di sottoporle un ulteriore quesito: mio padre ha un rigonfiamento eccessivo dei piedi, come debbo interpretare questo sintomo? L'oncologo che segue mio padre dice di non preoccuparmi, ma da quanto leggo in internet non sono per nulla tranquillo.
Potrebbe darmi un Suo responso?
Grazie.
[#3]
Questo quesito richiederebbe, per rispondere, una visita clinica, il controllo degli esami di laboratorio (per esempio albumina, creatinina ecc...) ed eventualmente una valutazione cardiologica (con ECG ed ecocardiogramma).
Mi dispiace ma via web più di questo non si può fare.
In aggiunta tuttavia al suo primo quesito di quasi un mese fa, le potrei suggerire di chiedere al suo oncologo, qualora non si evidenziassero risultati utili con questa terapia, di trovare un centro vicino a lei che abbia in sperimentazione un farmaco per la seconda linea di terapia per l'epatocarcinoma (già trattato con Nexavar).
Cordiali saluti
Mi dispiace ma via web più di questo non si può fare.
In aggiunta tuttavia al suo primo quesito di quasi un mese fa, le potrei suggerire di chiedere al suo oncologo, qualora non si evidenziassero risultati utili con questa terapia, di trovare un centro vicino a lei che abbia in sperimentazione un farmaco per la seconda linea di terapia per l'epatocarcinoma (già trattato con Nexavar).
Cordiali saluti
[#4]
Ex utente
Gentile Dottore,
nel ringraziarLa per la Sua cortese risposta, sarei con la presente a chiederLe maggiori informazioni in merito a questo farmaco sperimentale cui fa riferimento, in guisa tale da consentirmi di interloquire con l'oncologo che segue mio padre con un'idea precisa al riguardo.
Sinceri saluti.
nel ringraziarLa per la Sua cortese risposta, sarei con la presente a chiederLe maggiori informazioni in merito a questo farmaco sperimentale cui fa riferimento, in guisa tale da consentirmi di interloquire con l'oncologo che segue mio padre con un'idea precisa al riguardo.
Sinceri saluti.
[#5]
C'è più di un farmaco in sperimentazione per questa patologia sotto la coordinazione del Dr Armando Santoro presso l'istituto Clinico Humanitas di Rozzano (MI). Non sono a conoscenza di quali altri centri, in Italia, partecipino alla sperimentazione.
Cordiali Saluti
Cordiali Saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.5k visite dal 19/02/2009.
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