Mio marito giancarlo di 72 anni nel 2004 è stato operato alla prostata dal prof
Mi chiamo Giovanna Fornasiero, sono di Mestre ma vivo a Mogliano Veneto da molti anni. Mio marito Giancarlo di 72 anni nel 2004 è stato operato alla prostata dal Prof. Francesco Pagano presso l’ospedale S.Antonio di Padova. Nel mese di ottobre 2004, dopo aver saputo di essere affetto da tumore maligno, questa fu la diagnosi dell’esame istologico presso l’ospedale di Treviso:
- ADENOCARCINOMA PROSTATICO INVASIVO di grado primario sec.Gleason=4, score=8, esteso al 90% del tessuto dei frustoli interessati (A, B, C, D, F, G, H)
Campione agobioptico di parenchima prostatico esente da infiltrazione neoplastica (E).
Riporto anche il referto della SCINTIGRAFIA OSSEA T.BODY fatta dopo pochi giorni:
- “Non focalità osteorimaneggiative nei vari settori scheletrici esplorati (con tecnica total body).”
La diagnosi dell’esame istologico, dopo l’intervento, concludeva con queste sigle:
pTNM: pT3b pNO pMx
Da allora, ogni tre mesi, controllo del PSA e , quando questo tendeva al rialzo, anche una serie di 36 terapie radianti risalenti al mese di maggio 2006 presso l’Unità Operativa i Mestre.
Poi svariati ormoni: CASODEX, ZOLADEX, (PSA18,66) ESTRACYT l’ultimo (PSA70,63 luglio 2008). Niente è più servito a frenare un PSA sempre più alto.
Ci sono anche una scintigrafia e una PET risalenti agli inizi dell’anno scorso dove, diversamente dalla scintigrafia degli inizi, sono evidenti parecchie tracce di metastasi.
L’11 settembre 2008 si è partiti con il primo ciclo di chemioterapia con il “TAXOTERE”. Il 3 febbraio prossimo ci sarà l’8 ciclo di c.t.
Nel frattempo, visto che il “Taxotere” non funzionava (PSA 155,30), si è passati a “VINORELBINA”.
L’evolversi del tumore gli ha portato diverse infermità (i dolori alle ossa spesso sono atroci) e le giornate sono difficili). n ultima ha iniziato ad accusare alcuni problemi di pronuncia (riesce con fatica a pronunciare la "S"). Coraggiosamente però, essendo mio marito giurista ha desiderato riprendere l’ufficio e, pur dimezzando la durata delle ore di lavoro, sta ottenendo un risultato che fa un gran bene alla mente ancor prima che al corpo. I miei figli ed io non ci domandiamo se durerà o quanto, ma spesso ci chiediamo se si sia fatto correttamente quanto bisognava. Gli vogliamo bene e questa lettera è insieme punto della situazione e richiesta, se possibile, di qualche consiglio a chi come lei, ha dimostrato di avere competenze particolari e tecnologie avanzate a disposizione. La sua risposta sarà per noi la più rassicurante delle speranze.
Grazie e con tanta cordialità.
Giovanna Fornasiero
Lorenzo Fornasiero
Marco Fornasiero
Francesco Fornasiero
- ADENOCARCINOMA PROSTATICO INVASIVO di grado primario sec.Gleason=4, score=8, esteso al 90% del tessuto dei frustoli interessati (A, B, C, D, F, G, H)
Campione agobioptico di parenchima prostatico esente da infiltrazione neoplastica (E).
Riporto anche il referto della SCINTIGRAFIA OSSEA T.BODY fatta dopo pochi giorni:
- “Non focalità osteorimaneggiative nei vari settori scheletrici esplorati (con tecnica total body).”
La diagnosi dell’esame istologico, dopo l’intervento, concludeva con queste sigle:
pTNM: pT3b pNO pMx
Da allora, ogni tre mesi, controllo del PSA e , quando questo tendeva al rialzo, anche una serie di 36 terapie radianti risalenti al mese di maggio 2006 presso l’Unità Operativa i Mestre.
Poi svariati ormoni: CASODEX, ZOLADEX, (PSA18,66) ESTRACYT l’ultimo (PSA70,63 luglio 2008). Niente è più servito a frenare un PSA sempre più alto.
Ci sono anche una scintigrafia e una PET risalenti agli inizi dell’anno scorso dove, diversamente dalla scintigrafia degli inizi, sono evidenti parecchie tracce di metastasi.
L’11 settembre 2008 si è partiti con il primo ciclo di chemioterapia con il “TAXOTERE”. Il 3 febbraio prossimo ci sarà l’8 ciclo di c.t.
Nel frattempo, visto che il “Taxotere” non funzionava (PSA 155,30), si è passati a “VINORELBINA”.
L’evolversi del tumore gli ha portato diverse infermità (i dolori alle ossa spesso sono atroci) e le giornate sono difficili). n ultima ha iniziato ad accusare alcuni problemi di pronuncia (riesce con fatica a pronunciare la "S"). Coraggiosamente però, essendo mio marito giurista ha desiderato riprendere l’ufficio e, pur dimezzando la durata delle ore di lavoro, sta ottenendo un risultato che fa un gran bene alla mente ancor prima che al corpo. I miei figli ed io non ci domandiamo se durerà o quanto, ma spesso ci chiediamo se si sia fatto correttamente quanto bisognava. Gli vogliamo bene e questa lettera è insieme punto della situazione e richiesta, se possibile, di qualche consiglio a chi come lei, ha dimostrato di avere competenze particolari e tecnologie avanzate a disposizione. La sua risposta sarà per noi la più rassicurante delle speranze.
Grazie e con tanta cordialità.
Giovanna Fornasiero
Lorenzo Fornasiero
Marco Fornasiero
Francesco Fornasiero
[#1]
Cara Giovanna,
mi rivolgo a te in prima persona ma ovviamente anche a tutta la tua famiglia unendo un abbraccio virtuale che spero possa essere di conforto in un momento assai difficile per la vostra famiglia. Veniamo al dunque: certamente è stata ben condotta questa storia di malattia dal punto di vista delle scelte terapeutiche. Ora ci troviamo innanzi ad una malattia non più ormonoresponsiva e pluritrattata in chemioterapia. Ciò che a mio avviso si può ancora fare è un trattamento con octreotide, trattamento questo a basso impatto tossico. Spessissimo infatti le neoplasie prostatiche in questa fase di diffusione presentano una componente neuroendocrina che si può tentare di tenere frenata. Se le localizzazioni sono solo ossee inoltre si può impiegare l'acido zoledronico (una fleboclisi ogni 28 giorni). Esso ha un effetto inibitorio sulla proliferazione delle cellule tumorali dell'osso e limita il suo rimaneggiamento. Si potrebbe prendere in considerazione anche una ulteriore linea di chemioterapia (ad esempio mitoxantrone e prednisone) ma con possibilità di risposte assai scarse ed un rischio tossico ormai elevato. Resto a disposizione per ogni ulteriore richiesta.
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
mi rivolgo a te in prima persona ma ovviamente anche a tutta la tua famiglia unendo un abbraccio virtuale che spero possa essere di conforto in un momento assai difficile per la vostra famiglia. Veniamo al dunque: certamente è stata ben condotta questa storia di malattia dal punto di vista delle scelte terapeutiche. Ora ci troviamo innanzi ad una malattia non più ormonoresponsiva e pluritrattata in chemioterapia. Ciò che a mio avviso si può ancora fare è un trattamento con octreotide, trattamento questo a basso impatto tossico. Spessissimo infatti le neoplasie prostatiche in questa fase di diffusione presentano una componente neuroendocrina che si può tentare di tenere frenata. Se le localizzazioni sono solo ossee inoltre si può impiegare l'acido zoledronico (una fleboclisi ogni 28 giorni). Esso ha un effetto inibitorio sulla proliferazione delle cellule tumorali dell'osso e limita il suo rimaneggiamento. Si potrebbe prendere in considerazione anche una ulteriore linea di chemioterapia (ad esempio mitoxantrone e prednisone) ma con possibilità di risposte assai scarse ed un rischio tossico ormai elevato. Resto a disposizione per ogni ulteriore richiesta.
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#2]
Utente
La ringrazio infinitamente Dottore per la tempestività e la professionalità della risposta.
Siamo un pò scettici sull'eventuale risposta terapeutica di questa vinorelbina, l'oncologo che segue mio padre non è propriamente apprensivo e pare faccia tutto da protocollo senza preoccuparsi del suo paziente.
Abbiamo già preso contatti per mettere in pratica i consigli che lei gentilmente ci ha dato.
Contiamo su di lei per eventuali altre domande e consigli.
Grazie ancora.
Lorenzo
Siamo un pò scettici sull'eventuale risposta terapeutica di questa vinorelbina, l'oncologo che segue mio padre non è propriamente apprensivo e pare faccia tutto da protocollo senza preoccuparsi del suo paziente.
Abbiamo già preso contatti per mettere in pratica i consigli che lei gentilmente ci ha dato.
Contiamo su di lei per eventuali altre domande e consigli.
Grazie ancora.
Lorenzo
[#3]
Utente
Gentile Dott. Pastore,
riporto qui quanto dettatomi da mio zio, in qualità di cognato del paziente e medico.
“relativamente a un paziente k-prostatico, prostatectomizzato in fase evolutiva con meta ossee radio trattato e attualmente in chemio con vinorelbina ( 5 sedute taxotere +3 vinorelbina e presumilbente ancora 2 da fare), desidererei sapere :
1) L’impiego dell’octeotride è possibile in contemporanea con la chemio di cui sopra?
2) Quali sono le vie di somministrazione e quali sono i dosaggi?
3) La posologia ed il procollo sono gli stessi che si adoperano per i tumori gastro-pancreatitici?
Ringrazio infinitamente per il tempo che ci dedica.”
E grazie anche da parte nostra per la sua risposta, appena potrà.
Lorenzo
riporto qui quanto dettatomi da mio zio, in qualità di cognato del paziente e medico.
“relativamente a un paziente k-prostatico, prostatectomizzato in fase evolutiva con meta ossee radio trattato e attualmente in chemio con vinorelbina ( 5 sedute taxotere +3 vinorelbina e presumilbente ancora 2 da fare), desidererei sapere :
1) L’impiego dell’octeotride è possibile in contemporanea con la chemio di cui sopra?
2) Quali sono le vie di somministrazione e quali sono i dosaggi?
3) La posologia ed il procollo sono gli stessi che si adoperano per i tumori gastro-pancreatitici?
Ringrazio infinitamente per il tempo che ci dedica.”
E grazie anche da parte nostra per la sua risposta, appena potrà.
Lorenzo
[#4]
Caro Lorenzo,
mi fa piacere poter essere utile. I dosaggi da impiegare sono quelli che seguono. Occorre innanzitutto una induzione con delle sottocutanee da 0.1 mg. Questo per abituare l'organismo alla presenza del farmaco. Si eseguorno 2 sottocute al dì per 10 giorni. Successivamente (dal giorno successivo alle ultime sottocute) si fa una iniezione i.m. del preparato LAR (a lento rilascio) da 30 mg. Queste sono da ripetere ogni 28 giorni (abbandonando completamente le sottocute). Si può abbinare alla chemioterapia in corso.
Si possono avere in corso di questa terapia dei disturbi addominali: crampi o diarrea. In genere ben controllabili con antispastici.
Resto a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
mi fa piacere poter essere utile. I dosaggi da impiegare sono quelli che seguono. Occorre innanzitutto una induzione con delle sottocutanee da 0.1 mg. Questo per abituare l'organismo alla presenza del farmaco. Si eseguorno 2 sottocute al dì per 10 giorni. Successivamente (dal giorno successivo alle ultime sottocute) si fa una iniezione i.m. del preparato LAR (a lento rilascio) da 30 mg. Queste sono da ripetere ogni 28 giorni (abbandonando completamente le sottocute). Si può abbinare alla chemioterapia in corso.
Si possono avere in corso di questa terapia dei disturbi addominali: crampi o diarrea. In genere ben controllabili con antispastici.
Resto a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
[#6]
Utente
Caro Dott. Pastore,
sono ancora Lorenzo, il tema è sempre il tumore alla prostata di mio padre e approfitto nuovamente della sua gentilezza.
Abbiamo procurato il farmaco OCTREOTIDE e, senza segnalare la cosa all'oncologo, ma solo al nostro medico curante e allo zio medico, abbiamo già eseguito due sottocute al dì per cinque giorni.
Lo stop, purtroppo, è giunto dalla necessità di fare un piano terapeutico al momento di procurare l'impegnativa per l'iniezione i.m. del preparato LAR da 30 mg.
Pare proprio impossibile avere la costosissima fiala senza l'avallo dell'oncologo e, per di più, veneto.
Pensiamo di interpellarlo ma non sappiamo nè tra quanto nè se accetterà.
Possiamo nel frattempo andare avanti con le sottocute già in nostro possesso?
Servono comunque per frenare un pò la diffusione del tumore?
Un saluto grande come il nostro grazie
sono ancora Lorenzo, il tema è sempre il tumore alla prostata di mio padre e approfitto nuovamente della sua gentilezza.
Abbiamo procurato il farmaco OCTREOTIDE e, senza segnalare la cosa all'oncologo, ma solo al nostro medico curante e allo zio medico, abbiamo già eseguito due sottocute al dì per cinque giorni.
Lo stop, purtroppo, è giunto dalla necessità di fare un piano terapeutico al momento di procurare l'impegnativa per l'iniezione i.m. del preparato LAR da 30 mg.
Pare proprio impossibile avere la costosissima fiala senza l'avallo dell'oncologo e, per di più, veneto.
Pensiamo di interpellarlo ma non sappiamo nè tra quanto nè se accetterà.
Possiamo nel frattempo andare avanti con le sottocute già in nostro possesso?
Servono comunque per frenare un pò la diffusione del tumore?
Un saluto grande come il nostro grazie
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 5.7k visite dal 04/02/2009.
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