Frattura costale con metastasi
Salve a tutti. Vi scrivo per mio padre. 67 anni etp prostatico (gleason 5+5) sottoposta a prostatectomia nel 2013 attualmente con metastasi ossee. Dal 2013 ha fatto vari trattamenti tra cui, radioterapia sulla loggia prostatica, ormonoterapia prima con firmagon e adesso con enantone, enzalutamide, docetaxel e attualmente la radiometabolica, fatte già 4 delle 6 somministrazioni previste. Psa pre-terapia radiometabolica (ottobre 2018) a 38, attualmente siamo a 98. La malattia all'esame tc torace e addome del 25 gennaio 2019 continua ad essere solo ossea, con ripetizioni su vari distretti, in particolare, vertebrale, costale, acetabolo dx, clavicola dx, e sterno. Sovrapponibile ad una pet fattabad ottobre 2018. Una cosa che mi ha colto di sorpresa è che il radiologo parla di esiti di fratture costali sia a destra che a sinistra, non presenti al precedente controllo di maggio 2018.
Vi chiedo, è possibile che siano delle fratture patologiche della quali mio padre non si è mai accorto? Un osso che subisce una frattura patologica, riesce a creare nuovamente un callo osseo ed a riparsi da solo?
Grazie mille per la disponibilità!
Vi chiedo, è possibile che siano delle fratture patologiche della quali mio padre non si è mai accorto? Un osso che subisce una frattura patologica, riesce a creare nuovamente un callo osseo ed a riparsi da solo?
Grazie mille per la disponibilità!
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Gentile Utente,
la localizzazione ossea di malattia può appunto generare delle fratture ossee legate all'indebolimento dello scheletro da parte della malattia oncologica.
La riparazione delle lesioni ossee è possibile se il tessuto patologico regredisce.
In assenza in quella specifica porzione scheletrica di tessuto ammalato la matrice ossea tende alla ricalcificazione.
Cari saluti ed in bocca al lupo per tutto
la localizzazione ossea di malattia può appunto generare delle fratture ossee legate all'indebolimento dello scheletro da parte della malattia oncologica.
La riparazione delle lesioni ossee è possibile se il tessuto patologico regredisce.
In assenza in quella specifica porzione scheletrica di tessuto ammalato la matrice ossea tende alla ricalcificazione.
Cari saluti ed in bocca al lupo per tutto
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#3]
Di nulla, si figuri. Personalmente impiego prevalentemente denosumab (maggiore tollerabilità in generale e facilità di somministrazione) e nella condizione descritta lo prenderei in considerazione.
Unica problematica quella del rischio (comunque basso) dell'osteonecrosi dell'osso mandibolare legata al farmaco.
Un corretto inquadramento odontoiatrico preventivo ed un percorso di controlli paralleli in questo senso può comunque ulteriormente diminuire questo basso rischio legato al farmaco.
Cari saluti
Unica problematica quella del rischio (comunque basso) dell'osteonecrosi dell'osso mandibolare legata al farmaco.
Un corretto inquadramento odontoiatrico preventivo ed un percorso di controlli paralleli in questo senso può comunque ulteriormente diminuire questo basso rischio legato al farmaco.
Cari saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.7k visite dal 01/02/2019.
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