Adenocarcinoma colon trasverso

Mio suocero, 63 anni, nell'aprile 2008 è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per la rimozione di una voluminosa neoplasia del colon trasverso intermedio. che affiora alla sierosa e infiltra la parete posteriore dello stomaco. Comunque l'intervento è andato bene e il decorso post-operatorio e stato regolare. Il referto dall'esame istologico è il seguente "Adenocarcinoma scarsamente differenziato del grosso intestino, colon trasverso intermedio) infiltrante l'intera parete del viscere ed il grasso periviscerale. Margini di resezione indenni. Grembiule omentale esente da infiltrazione neoplastica. Tutti i linfonodi isolati sono esenti da metastasi e sedi di intensa flogosi catarrale ed iperplastica". Aggiungo che il fegato è stato ispezionato ed è esente da metastasi, e i marcatori (CEA e GICA) sono nella norma. Dopo 6 mesi di chemio (XELOX) adiuvante, i marcatori sono sempre nella norma, ha fatto una TAC -gennaio 2009- (che è risultata negativa per lesioni neoplastiche) ed una colonscopia -gennaio 2009- dalla quale risulta "una recidiva neoplastica a livello anastomotico". Vorrei sapere, cosa non ha funzionato? Perchè durante la chemio ci è stata una recidiva? L'oncologo dice che problabilmente il tumore non risponde ai farmaci chemioterapici, cosa si può fare? Intanto ora deve sottoporsi ad un altro intervento chirurgico. Vi ringrazio anticipatamente per la vostra disponibilità.
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Gentile utente,
purtroppo succede anche questo. Cioè una neoplasia può essere capace di recidivare a partire da residui anche di poche cellule (non riconoscibili con le attuali metodiche di indagine). Talvolta queste cellule possono biologicamente possedere i mezzi per resistere all'attacco dei chemioterapici antiblastici. In effetti l'aspetto istologico dell'adenocarcinoma "scarsamente differenziato" indica che la neoplasia si era resa molto "differente" dalle cellule normali. Purtroppo ciò non basta per prevedere a priori la resistenza ai farmaci nè, come dicevo è possibile riconoscere la persistenza di pochissime cellule.
A questo punto è giusto reintervenire subito, proprio perchè la recidiva è locale, e riesaminare istologicamente il tumore per poi decidere l'ulteriore iter terapeutico.

Cordiali Saluti

Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro

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Utente
Utente
Carissimo Dr.Barbieri, non so come ringraziarla per la tempestiva risposta. Devo dirle che sono, anzi siamo molto confusi in questo momento, anche perchè da un momento all'altro mio suocero sarà chiamato dall'ospedale per il secondo intervento chirurgico. Secondo lei è presto per chiedersi cosa fare se il tumore non risponde a nessuna terapia farmacologica? Purtroppo il dubbio ci attanaglia. Grazie
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Per ora pensi solo ad aiutare suo suocero ad accettare con pazienza il secondo intevento. Consideri che per le neoplasie del colon oggi i farmaci a disposizione sono tanti e non bisogna pensare che questo tumore debba essere per forza resistente a tutte le terapie.
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Utente
Utente
Grazie nuovamente per la sua comprensione. Speriamo che tutto vada bene.
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Utente
Utente
Cari Dottori, a seguito del secondo intervento chirurgico, subito da mio suocero in data 9/2/2009, il chirurgo ci ha comunicato che la recidiva è stata rimossa, fortunatamente non aveva infiltrato la parete, almeno spero di spiegarmi ed aver capito bene, nonostante tutto c'erano molte aderenze. A seguito della TAC eseguita il 16 gennaio 2009, risultavano delle minute linfoadenomegalie (cosa sono?) in sede celio-mesenterica e para-ortica sinistra. Abbiamo chiesto se potessero essere probabili metastasi linfonodali, il chirurgo ha detto che non lo poteva escludere e che comunque, non si poteva intervenire perchè, data la sede dove sono allocatre queste linfoadenomegalie, si rischiava che qualche cellula tumorale invadesse il peritoneo. Spero di aver capito bene. Il resto, dal punto di vista macroscopico, sembra tutto ok. Inoltre, purtroppo, ci ha detto che può avere nuove recidive, vista l'aggressività del tumore. (il referto dell'esame istologico dell'ultima colonscopia diceva "minuti frammenti con aspetti di infiltrazione da adenocarcinoma mediamente differenziato"). Secondo voi la prognosi può considerarsi positiva? In chirurgia, dove è ricoverato, ci dicono che dovrà comunque sottoporsi ancora alla chemioterapia adiuvante. E' proprio necessario, visti i precedenti? Grazie ancora per l'attenzione e scusate se siamo impazienti di sapere sempre tutto.
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Gentile Utente,
sicuramente c'è di positivo l'aver rimosso la recidiva del tumore e quindi la malattia visibile.
Riguardo ai linfonodi, al momento non ci si può esprimere. Se il chirurgo nell'eseguire l'intervento ha ritenuto che non fossero asportabili si potrà comunque tenerli sotto osservazione radiologica periodica.
Indubbiamente deve fare altra chemioterapia, tuttavia come ho già detto giorni fa, non bisogna disperare e pensare che la malattia sia resistente a tutti i farmaci noti ed abitualmente attivi nelle neoplaaie del colon. Sicuramente verrà scelto almeno un farmaco con caratteristiche diverse dal principale farmaco già impiegato.
Ovviamente potrete sapere dall'oncologo che lo ha in cura quale combinazione intende adottare.
Cordiali saluti.
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Utente
Utente
Grazie dottore, l'impazienza e la paura sono molto radicate in noi in questo momento, anche perchè mio suocero ha già il terrore di sottoporsi ad un'eventuale altro intervento chirurgico. Crede che in questo caso, magari quando sarà dimesso dall'ospedale, un consulto psicologico sia di aiuto?
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Durante una malattia neoplastica il supporto psicologico è sempre utile ed in molti casi anche indicato, sia per il paziente che anche per la famiglia.
Può anche chiedere prima della dimissione se esiste un servizio di Psicologia nell'ospedale stesso. Dovè c'è un'Oncologia c'è molto spesso.
In ogni caso ne confermo l'utilità.

Cordiali Saluti
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Utente
Utente
Grazie per la rapida ed esaustiva risposta. Distinti saluti
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Utente
Utente
Carissimi dottori,
a seguito del secondo intervento subito da mio suocero, come riportato precedentemente, è arrivato l'esame istologico:
PEZZO DA ANASTOMOSI ILEO-COLICA (cm.9) CON NEOFORMAZIONE VEGETANTE LOCALIZZATA IN PROSSIMITA' DI UNO DEI MARGINI DI RESEZIONE.
=D I A G N O S I=
ADENOCARCINOMA MODERATAMENTE DIFFERENZIATO DEL GROSSO INTESTINO (RECIDIVA SU ANASTOMOSI) INFILTRANTE LA TONACA MUSCOLARE. (G2pT2).
Il decorso post-operatorio è stato abbastanza regolare e, ieri 23/3/2009, alla visita oncologica, il medico ha deciso per un trattamento chemioterapico adiuvante con lo XELODA (14 giorni di terapia e una settimana di riposo per sei cicli - dosaggio 4000mg die)
Nel primo trattamento con l'oxaliplatino il dosaggio dello XELODA era di 3600 mg die.
Secondo voi è più che sufficiente?
Riguardo alla diagnosi dell'esame istologico, l'oncologo, ha ipotizzato che probabilmente non si tratta di una recidiva, ma di una neoplasia a se stante, non rilevata durante il primo intervento chirurgico perchè troppo piccolo. Il motivo che lo ha indotto a questa ipotesi è dato dal fatto che la prima colonscopia fu parziale e il tipo di neoplasia asportata nel secondo intervento è un G2pT2 ed ha infiltrato solo la tonaca muscolare, mentre l'adenocarcinoma asportato nel primo intervento era un G3pT3, probabilmente una recidiva si sarebbe avuta a livello della sierosa o addirittura a livello epatico. Spero di aver riportato chiaramente quanto ci è stato spiegato. Voi cosa ne pensate?
Grazie per l'interessamento.
Distinti saluti.
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Se la colonscopia fosse stata parziale la "nuova" neoplasia (o meglio la seconda neoplasia non vista)sarebbe comunque insorta lontano dall'anastomosi.
Comunque una recidiva sull'anastomosi è relativamente frequente senza che questo significhi un difetto del trattamento chirurgico.
Poche cellule neoplastiche possono diffondere nei linfatici della parete (microemboli neoplastici) prima di qualunque intervento e lascire dei residui non evidenziabili in nessun modo, neanche durante l'intervento.
Tra l'altro le cellule capaci di allontanarsi di più dal tumore e di resistere alle chemioterapie sono anche cellule selezionate e quindi un poco diverse da quelle del tumore originario, magari più indifferenziate (per es. G3 anzicchè G2).
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Utente
Utente
Grazie ancora per la tempestiva risposta, ho dimenticato di dirle che nel primo intervento fu asportata una voluminosa neoplasia, infatti nell'esame istologico si descriveva: PEZZO DA EMICOLECTOMIA DX ALLARGATA ALLA FLESSURA COLIVA SN, COMPRENDENTE LIGAMENTO GASTRO-COLICO E GREMBIULE OMENTALE, IN CORRISPONDENZA DEL COLON TRASVERSO VOLUMINOSA NEOFORMAZIONE ULCERO-VEGETANTE CM. 10. SI ISOLANO 23 LINFONODI DAL TESSUTO ADIPOSO (PERICOLICO). La diagnosi era adenocarcinoma scarsamente differenziato del grosso intestino (colon trasverso intermedio) infiltrante l'intera parete del viscere ed il grasso periviscerale. Comunque un G3pT3N0M0. La prima colonscopia fu parziale sinistra con esito:
LO STRUMENTO VIENE INTRODOTTO PER VIA ANALE SI EVIDENZIA PICCOLO POLIPO PEDUNCOLATO DEL SIGMA CON DIVERTICOLOSI SIGMOIDEA. A LIVELLO DELLA FLESSURA SPLENICA SI EVIDENZIA VOLUMINOSA NEOPLASIA A MANICOTTO.
Questo può essere un motivo valido per supporre l'ipotesi dell'oncologo? Il fatto che l'attuale neoplasia sia più differenziato della precedente significa qualcosa?
Comunque, a parte questo, secondo lei l'attuale terapia è adeguata? A proposito del polipo peduncolato del sigma, ancora ce l'ha, è il caso di intervenire con urgenza alla polipectomia, o possiamo aspettare la fine della chemio (fra quattro mesi)? Grazie infinite.
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
I suoi quesiti sono tanti.

1. i tumori possono fare pressochè qualunque cosa. Anche cambiare il grado di differenziazione.
2. L'ipotesi dell'oncologo a cui si riferisce rientra tra tutte le possibili evenienze.
3. C'è più di una possibile terapia per le neoplasie del colon, quella che è stata scelta in questo caso è una fra quelle indicate.
4. Il polipo, se molto piccolo si può togliere anche tra qualche mese, comunque essendo peduncolato in genere è facilmente asportabile per via endoscopica.
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Utente
Utente
Grazie Dott. Barbieri, lei ci è stato di grande aiuto. Durante le visite oncologiche, di solito, alcuni dubbi non vengono chiariti , anche per la presenza del paziente (mio suocero è stato sempre presente alle visite sia oncologiche che chirurgiche), ma quando poi lui non c'è, le domande che ci facciamo sono tante, alcune volte chiamiamo telefonicamente l'Oncologo, altre volte non sappiamo che pesci prendere. Grazie ancora.
Distinti saluti