Adenocarcinoma polmonare al IV stadio metastatico!
Salve a tutti,
Sono un ragazzo di 22 anni e vorrei parlarvi di mia madre. Lei ha 48 anni e nel mese di Giugno, dopo tutti gli esami, PET, biopsia linfonoidale (PD-L1 > 51%) etc. le è stato diagnosticato un adenocarcinoma polmonare al IV stadio. Inizialmente aveva un linfonodo (cioè una metastasi) sovraclaveare sinistro ingrossato (3,3 cm), e anche uno laterocervicale e due nel mediastino, e la lesione polmonare era di 2 cm. I sintomi iniziali sono stati: febbre, tosse persistente, dolore al collo,alla cervicale e alla schiena. Il medico, quindi, ha ritenuto opportuno adoperare come trattamento l'immunoterapia (un ciclo ogni 21 giorni) con pembrolizumab e la tachipirina per la febbre e i dolori e siringhe di cortisone. Dopo il primo ciclo, tuttavia, i dolori persistevano e sono anche diventati più forti, a tal punto che la notte si svegliava spesso o non poteva rimanere stesa a letto per dormire, quindi a tal proposito le ha sostituito la tachipirina col tachidol (la febbre comunque non ce l'aveva più). In seguito la massa al collo (che sembrava crescesse) le ha premuto sulla giugulare, che le ha portato un trombo e quindi il medico le ha prescritto anche il Clexane ogni giorno, mattina e sera. Inoltre è successo che la palpebra sinistra dell'occhio si è abbassata e la pupilla sembra maggiormente dilatata (non sono riuscito a capire da cosa effettivamente esso è dipeso, se dal trombo o dalla malattia o altro).
Sfortunatamente, al termine del 3° ciclo di immunoterapia, dopo aver effettuato la TAC col contrasto, è risultato che il linfonodo ha quasi triplicato la sua dimensione (6 cm) e anche la lesione polmonare è cresciuta. Inoltre è stata visualizzata un ulteriore massa alla colonna vertebrale e una lesione solida surrenale secondaria (metastasi) al surrene (2,4 cm). Il medico ci ha detto che l'immunoterapia non ha fatto effetto e spera, forse, che sia una sorta di 'pseudoaggravamento', e che i risultati si potrebbero notare verso Gennaio. Tuttavia, non volendo rischiare, ha cambiato la terapia: chemioterapia con pemetredex e cisplatino ogni 21 giorni e 10 sedute di radioterapia (alla massa al collo e dietro la colonna vertebrale) 1 al giorno, tutti i giorni.
Ora mamma 2 giorni fa ha fatto la chemioterapia, e come sintomi principali ha nausea e stanchezza (la nausea sta cercando di tamponarla con Plasil e cerotti antiemetici).
Ora vorrei sapere, secondo voi mia mamma può guarire? Questo tumore potrebbe bloccarsi con la chemioterapia e la radioterapia? E se non dovesse funzionare come l'immunoterapia, come dobbiamo fare? Esiste qualche medico o struttura particolare nel mondo che potrebbe aiutarla/ci (mia mamma viene seguita al Pascale, a Napoli)?
Purtroppo internet non rassicura affatto e i medici cercano di rassicurare.
Spero qualcuno risponda, grazie anticipate.
Sono un ragazzo di 22 anni e vorrei parlarvi di mia madre. Lei ha 48 anni e nel mese di Giugno, dopo tutti gli esami, PET, biopsia linfonoidale (PD-L1 > 51%) etc. le è stato diagnosticato un adenocarcinoma polmonare al IV stadio. Inizialmente aveva un linfonodo (cioè una metastasi) sovraclaveare sinistro ingrossato (3,3 cm), e anche uno laterocervicale e due nel mediastino, e la lesione polmonare era di 2 cm. I sintomi iniziali sono stati: febbre, tosse persistente, dolore al collo,alla cervicale e alla schiena. Il medico, quindi, ha ritenuto opportuno adoperare come trattamento l'immunoterapia (un ciclo ogni 21 giorni) con pembrolizumab e la tachipirina per la febbre e i dolori e siringhe di cortisone. Dopo il primo ciclo, tuttavia, i dolori persistevano e sono anche diventati più forti, a tal punto che la notte si svegliava spesso o non poteva rimanere stesa a letto per dormire, quindi a tal proposito le ha sostituito la tachipirina col tachidol (la febbre comunque non ce l'aveva più). In seguito la massa al collo (che sembrava crescesse) le ha premuto sulla giugulare, che le ha portato un trombo e quindi il medico le ha prescritto anche il Clexane ogni giorno, mattina e sera. Inoltre è successo che la palpebra sinistra dell'occhio si è abbassata e la pupilla sembra maggiormente dilatata (non sono riuscito a capire da cosa effettivamente esso è dipeso, se dal trombo o dalla malattia o altro).
Sfortunatamente, al termine del 3° ciclo di immunoterapia, dopo aver effettuato la TAC col contrasto, è risultato che il linfonodo ha quasi triplicato la sua dimensione (6 cm) e anche la lesione polmonare è cresciuta. Inoltre è stata visualizzata un ulteriore massa alla colonna vertebrale e una lesione solida surrenale secondaria (metastasi) al surrene (2,4 cm). Il medico ci ha detto che l'immunoterapia non ha fatto effetto e spera, forse, che sia una sorta di 'pseudoaggravamento', e che i risultati si potrebbero notare verso Gennaio. Tuttavia, non volendo rischiare, ha cambiato la terapia: chemioterapia con pemetredex e cisplatino ogni 21 giorni e 10 sedute di radioterapia (alla massa al collo e dietro la colonna vertebrale) 1 al giorno, tutti i giorni.
Ora mamma 2 giorni fa ha fatto la chemioterapia, e come sintomi principali ha nausea e stanchezza (la nausea sta cercando di tamponarla con Plasil e cerotti antiemetici).
Ora vorrei sapere, secondo voi mia mamma può guarire? Questo tumore potrebbe bloccarsi con la chemioterapia e la radioterapia? E se non dovesse funzionare come l'immunoterapia, come dobbiamo fare? Esiste qualche medico o struttura particolare nel mondo che potrebbe aiutarla/ci (mia mamma viene seguita al Pascale, a Napoli)?
Purtroppo internet non rassicura affatto e i medici cercano di rassicurare.
Spero qualcuno risponda, grazie anticipate.
[#1]
Gentile Utente,
sua madre sta ricevendo tutto quello che oggi si possa fare, nei migliori posti al mondo, e purtroppo è sconfortante rilevare che lei non ha beneficio dall'immunoterapia. Comunque nonostante i grandi progressi con l'immunoterapia, almeno il 30% dei pazienti sperimenta una rapida e frustrante progressione e lei purtroppo è fra questi.
Le auguro che la chemioterapia possa ristabilire un controllo della malattia anche se non la si può illudere su possibilità di guarigione.
sua madre sta ricevendo tutto quello che oggi si possa fare, nei migliori posti al mondo, e purtroppo è sconfortante rilevare che lei non ha beneficio dall'immunoterapia. Comunque nonostante i grandi progressi con l'immunoterapia, almeno il 30% dei pazienti sperimenta una rapida e frustrante progressione e lei purtroppo è fra questi.
Le auguro che la chemioterapia possa ristabilire un controllo della malattia anche se non la si può illudere su possibilità di guarigione.
Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 9.1k visite dal 21/12/2017.
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