Tumore cerebrale: glioblastoma e post trattamenti oncologici
Salve, mia madre è una paziente oncologica a cui è stato diagnosticato un tumore cerebrale: precisamente glioblastoma non metilato. Dopo un intervento chirurgico che ha rimosso gran parte della massa tumorale, si è sottoposta a radioterapia e chemioterapia concomitante per circa un mese e mezzo (ora si sottoporrà a 6 cicli di chemioterapia). Dall'ultima risonanza magnetica risulta essere rimasta una porzione di malattia. L'oncologo ha parlato di una eventuale radioterapia più in la nel tempo. Dato che si è appena sottoposta alla suddetta cura quale potrebbe essere l'arco di tempo necessario per far riprendere l'organismo dalla stessa e procedere con una irradiazione. E' possibile venga presa in considerazione l'idea di un secondo intervento (ovviamente a distanza di tempo)? Tengo a precisare che le mie sono domande prettamente a titolo informativo.
In attesa di una risposta, Cordiali Saluti
In attesa di una risposta, Cordiali Saluti
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Gent.mo
Attualmente è prematura la definizione di un nuovo percorso terapeutico per sua madre.
E' possibile che rimangano residui post-chirurgici legati magari all'impossibilità di allargare la resezione per non creare danni neurologici.
I trattamenti adiuvanti come la Radiochemioterapia molto spesso vengono erogati con residuo di malattia in sede.
Vi è ancora la parte di chemioterapia esclusiva da effettuare (gli iniziali 6 cicli di cui parlava) e poi sarà cura dell'Oncologo Medico o del Radioterapista Oncologo che la seguono definire il prosieguo dell'iter terapeutico.
In caso di progressione di malattia, documentata con ragionevolezza, le opzioni al vaglio potrebbero essere: un reintervento, una reirradiazione o un cambio di linea di chemioterapia, da scegliere sulla base delle condizioni della paziente, del volume di malattia e della tolleranza ai precedenti trattamenti.
Non sono attualmente definibili tempistiche esatte tra l'ultima Radioterapia e una possibile re-irradiazione tenendo conto che, per le seconde linee di terapia dei gliomi di alto grado esistono indirizzi terapeutici condivisi piuttosto che protocolli di cura universalmente accettati.
Cordialità
Attualmente è prematura la definizione di un nuovo percorso terapeutico per sua madre.
E' possibile che rimangano residui post-chirurgici legati magari all'impossibilità di allargare la resezione per non creare danni neurologici.
I trattamenti adiuvanti come la Radiochemioterapia molto spesso vengono erogati con residuo di malattia in sede.
Vi è ancora la parte di chemioterapia esclusiva da effettuare (gli iniziali 6 cicli di cui parlava) e poi sarà cura dell'Oncologo Medico o del Radioterapista Oncologo che la seguono definire il prosieguo dell'iter terapeutico.
In caso di progressione di malattia, documentata con ragionevolezza, le opzioni al vaglio potrebbero essere: un reintervento, una reirradiazione o un cambio di linea di chemioterapia, da scegliere sulla base delle condizioni della paziente, del volume di malattia e della tolleranza ai precedenti trattamenti.
Non sono attualmente definibili tempistiche esatte tra l'ultima Radioterapia e una possibile re-irradiazione tenendo conto che, per le seconde linee di terapia dei gliomi di alto grado esistono indirizzi terapeutici condivisi piuttosto che protocolli di cura universalmente accettati.
Cordialità
Dr. Giampaolo Montesi
Oncologo Radioterapista
Dirigente Medico
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.4k visite dal 26/10/2017.
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