Antracicline in her2 negativo
Gentili dottori, vorrei avere un vostro parere circa l'utilizzo di Caelyx in un tumore mammario metastatizzato al mediastino in progressione. Il mio timore è che il farmaco possa non essere efficace. Infatti il mio tumore è Her2 negativo ed ho letto su internet di uno studio effettuato presso l'IST di Genova che evidenzia come le antracicline siano eficaci nei tumori Her2 positivi e come non lo siano affatto in quelli Her2 negativi. Ne ho parlato con l'oncologo che si occupa di me ma nonostgante conosca lo studio non mi ha offerto altre possibilità di cura, rassicurandomi sulla tossicità del farmaco ma non sulla sua efficacia. Capisco che la certezza non esiste e comunque bisogna provare ma con quale stato d'animo sapendo di questo studio già pubblicato su una rivista americana? A cosa serve fare delle ricerche se poi i risultati non vengono comunque tenuti in considerazione? Per testare l'efficacia delle antracicline esistono dei test per ricercare la presenza della topoisomerasi e dove vengono fatti? Non so comunque se questo accertamento potrebbe essere utile in quanto pare che la topoisomerasi sia presente solo nei tumori Her2 positivi. Vi risulta questa cosa? Per favore, datemi un consiglio. Devo tentare con questo farmaco o ci sono altre opportunità? Vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte.
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Cara Amica,
mi rendo conto benissimo della situazione delicata. Le neoplasie pur originando con una popolazione cellulare omogenea nel loro sviluppo assumono delle caratteristiche di eterogeneità, a maggior ragione quando i vari trattamenti portano via dei gruppi cellulari sensibili lasciando quelli resistenti ai vari farmaci. Innanzitutto quindi occorrerebbe tipizzare nuovamente il tumore capendo come è evoluto e con quale popolazione cellulare ci si sta confrontando in prevalenza. A mio avviso un nuovo esame istologico sarebbe opportuno. Inoltre per dare un consiglio più mirato occorrerebbe sapere quali farmaci e quali altri trattamenti hai già eseguito. Non da ultimo lo stato dei recettori ormonali (magari sul nuovo esame istologico) per verificare se ci si può avvantaggiare di una ormonoterapia (magari con il nuovo farmaco fulvestrant). Anche l'ipertermia capacitiva può aiutare nel potenziamento di un trattamento. Le neoplasie mammarie fortunatamente posseggono moltissime alternative terapeutiche ed anche la ricerca ha fatto passi da gigante nella ricerca di nuove soluzioni. Tienimi aggiornato e considerami a disposizione per ogni eventualità.
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
mi rendo conto benissimo della situazione delicata. Le neoplasie pur originando con una popolazione cellulare omogenea nel loro sviluppo assumono delle caratteristiche di eterogeneità, a maggior ragione quando i vari trattamenti portano via dei gruppi cellulari sensibili lasciando quelli resistenti ai vari farmaci. Innanzitutto quindi occorrerebbe tipizzare nuovamente il tumore capendo come è evoluto e con quale popolazione cellulare ci si sta confrontando in prevalenza. A mio avviso un nuovo esame istologico sarebbe opportuno. Inoltre per dare un consiglio più mirato occorrerebbe sapere quali farmaci e quali altri trattamenti hai già eseguito. Non da ultimo lo stato dei recettori ormonali (magari sul nuovo esame istologico) per verificare se ci si può avvantaggiare di una ormonoterapia (magari con il nuovo farmaco fulvestrant). Anche l'ipertermia capacitiva può aiutare nel potenziamento di un trattamento. Le neoplasie mammarie fortunatamente posseggono moltissime alternative terapeutiche ed anche la ricerca ha fatto passi da gigante nella ricerca di nuove soluzioni. Tienimi aggiornato e considerami a disposizione per ogni eventualità.
un caro saluto
Carlo Pastore
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Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
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Utente
Gentile dr. Pastore, la ringrazio infinitamente per la sua risposta. L'inizio della mia storia risale al 1997 e i vari passaggi terapeutici sono stati i seguenti: intervento di mastectomia con svuotamento ascellare(10 linfonodi).L'esame istologico ha stabilito che si trattava di un carcinoma infiltrante di tipo NAS.Dopo l'intervento trattamento adiuvante con Nolvadex 20 mg. Nel 2002 comparsa di adenopatia sovraclaveare, paratracheale omolaterale, laterocervicali. Viene eseguita biopsia escissionale del linfonodo sovraclaveare e relativo esame istologico: metastasi linfonodale. Immunofenotipo negativo per TTF-1 ER70% PgR70% Her2 negativo. Inizio della terapia con Aromasin e radioterapia su collo e linfonodo paratracheale. La situazione rimane stabile fino a settembre 2004 con progressiva discesa del cea e tac total body negativa, scintigrafia ossea negativa. Poi il cea comincia a risalire e la pet evidenzia aree di lieve accumulo del radiofarmaco in sede mediastinica ilare ds e sottocarenale attribuibili a linfonodi. Altra area interessa il terzo inferiore del corpo sternale. All'aromasin segue il Femara e poi il Faslodex fino al marzo 2007 quando alla terapia ormonale viene sostituita la chemioterapia con capecitabina e vinorelbina per os a seguito della comparsa di metastasi cutanee in sede paracicatriziale sulle quali è stato eseguito esame istologico: positiva la determinazione dei recettori per estrogeni e progesterone (anche se non viene indicata la percentuale), assenza di amplificazione di Her2 valutata mediante FISH. Presenza di polisomia del cromosoma 17. Il trattamento chemioterapico è stato continuato fino a marzo 2008 associato a ipertermia capacitiva esterna con remissioni complete delle metastasi cutanee e remissione parziale delle metastasi linfonodali mediastiniche. Poi è stato interrotto a seguito di un intervento chirurgico in urgenza che non ha avuto nessuna attinenza con la malattia oncologica.Lo stesso è stato ripreso dopo 5 mesi, a settembre 2008 per la comparsa di nuove metastasi cutanee, l'incremento dimensionale di alcuni linfonodi mediastinici e la comparsa di un linfonodo ascellare a sx. Mammografia sx negativa, tac addome negativa, scintigrafia ossea negativa (Risultati di due mesi fa). Attualmente rialzo del cea e progressione delle metastasi cutanee. Da qui la decisione di sostituire l'attuale trattamento con Caelyx. Spero di essere stata esauriente sulla mia storia. Resta il fatto che sento che questo trattamento potrebbe non funzionare a causa degli studi effettuati all'IST di Genova. I Taxoli in questo momento sono stati sconsigliati perchè con più effetti collaterali. Non esistono alternative? E se decido di sottopormi alla terapia consigliata, nel caso non ci fosse risposta sarò ancora in tempo a cambiare senza conseguenze negative? Cosa posso ancora fare? La prego, mi dia un consiglio. La ringrazio ancora anticipatamente. Eventualmente questo farmaco può essere fatto con l'ipertermia?
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Cara Amica,
certamente il trattamento può essere cambiato in corso. Io personalmente eseguirei una terapia più energica magari abbinando anche un taxano (ad ex. il docetaxel). Il Caelyx è una antraciclina liposomiale con minori effetti cardiotossici e che si concentra bene nella cute (a mio avviso è questo il motivo per cui è stata scelta). Si potrebbe pensare in sostanza all'abbinamento Caelyx - Taxotere + eventuale ipertermia. Altra opzione è Caelyx per 2 mesi e poi controllo: se progressione di malattia, cambio di rotta... Le opzioni in chemioterapia per le neoplasie mammarie sono fortunatamente molte.
un caro saluto
Carlo Pastore
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certamente il trattamento può essere cambiato in corso. Io personalmente eseguirei una terapia più energica magari abbinando anche un taxano (ad ex. il docetaxel). Il Caelyx è una antraciclina liposomiale con minori effetti cardiotossici e che si concentra bene nella cute (a mio avviso è questo il motivo per cui è stata scelta). Si potrebbe pensare in sostanza all'abbinamento Caelyx - Taxotere + eventuale ipertermia. Altra opzione è Caelyx per 2 mesi e poi controllo: se progressione di malattia, cambio di rotta... Le opzioni in chemioterapia per le neoplasie mammarie sono fortunatamente molte.
un caro saluto
Carlo Pastore
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Utente
La ringrazio ancora dott. Pastore! Se le fa piacere le farò sapere cosa ho deciso e i risultati della terapia. Se farò il Caelyx potrà essere un'occasione in più per valutare se le antracicline hanno efficacia sui tumori her2 negativi... Ormai mi sono rassegnata a pensare che non esistono approfondimenti agli studi fatti dall'IST di Genova. Quello che però non capisco è come mai degli studi pubblicati su una rivista scientifica non vengono presi in considerazione. Mi auguro che qualcuno lo sappia e abbia voglia di rispondermi. Un affettuoso saluto.
[#5]
Di nulla, figurati... Attendo tue nuove... Gli studi internazionali hanno enorme valore ma spesso ci si attiene anche alle proprie convinzioni ed alle proprie esperienze per una oncologia più "sartoriale", tagliata su misura a seconda del paziente che si ha di fronte e delle necessità cliniche.
un grande in bocca al lupo
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
un grande in bocca al lupo
Carlo Pastore
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Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.9k visite dal 06/12/2008.
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