Noduli polmonari
salve, mio padre (74 anni) ha subito a marzo 2015 un edp stenosante colon trasverso per adenocarcinoma.
il referto istologico recitava:
"adenocarcinoma intestinale scarsamente differenziato infiltrante la sottosierosa e diffuso a 5 linfonodi pericolici. presenza di emboli neoplastici negli spazi linfovascolari peritumorali. nessuna documentabile proliferazione neoplastica nei margini di exeresi."
preciso che la tac precedentemente fatta non aveva rilevato metastasi in altri organi e che dal tessuto adiposo pericolico erano stati isolati 16 linfonodi.
successivamente ha eseguito 8 cicli di chemioterapie consistenti ciascuno in una flebo seguita da due settimane di compresse ed una settimana di "scarico".
purtroppo non ho con me il nome esatto del medicinale adoperato per la chemioterapia.
l'evoluzione è stata positiva.
in fase di TC di controllo a fine cicli di chemioterapie veniva indicata una micronodularità polmonare del segmento apicale del LID che fino all'ultima risonanza eseguita lo scorso gennaio risultava "stabile".
Il market tumorale CEA è però SEMPRE risultato fuori dai consueti parametri di riferimento superando il valore di 20 negli ultimi esami.
l'oncologo che lo segue ha quindi consigliato di eseguire una Pet globale corporea (con 18f-fdg) perchè sia le colonscopie che le TC che le risonanze magnetiche che le gastroscopie eseguite in questi due anni successivi all'intervento non hanno mai evidenziato niente di anomalo.
la risposta a tale Pet, eseguita la settimana scorsa, riporta "piccole iperattività nodulari sono presenti a livello del parenchima polmonare bilateralmente. Due iperattività linfonodi lì a livello periaortico all' altezza di L2. Niente da segnalare nei restanti segmenti corporei esaminati. Quadro compatibile con ripresa di malattia a livello polmonare e linfonodale nelle sedi descritte."
Gradirei ricevere considerazioni, in particolare sull'ultima riga succitata, e consigli su come muoverci adesso per i successivi passi.
ringrazio e saluto.
il referto istologico recitava:
"adenocarcinoma intestinale scarsamente differenziato infiltrante la sottosierosa e diffuso a 5 linfonodi pericolici. presenza di emboli neoplastici negli spazi linfovascolari peritumorali. nessuna documentabile proliferazione neoplastica nei margini di exeresi."
preciso che la tac precedentemente fatta non aveva rilevato metastasi in altri organi e che dal tessuto adiposo pericolico erano stati isolati 16 linfonodi.
successivamente ha eseguito 8 cicli di chemioterapie consistenti ciascuno in una flebo seguita da due settimane di compresse ed una settimana di "scarico".
purtroppo non ho con me il nome esatto del medicinale adoperato per la chemioterapia.
l'evoluzione è stata positiva.
in fase di TC di controllo a fine cicli di chemioterapie veniva indicata una micronodularità polmonare del segmento apicale del LID che fino all'ultima risonanza eseguita lo scorso gennaio risultava "stabile".
Il market tumorale CEA è però SEMPRE risultato fuori dai consueti parametri di riferimento superando il valore di 20 negli ultimi esami.
l'oncologo che lo segue ha quindi consigliato di eseguire una Pet globale corporea (con 18f-fdg) perchè sia le colonscopie che le TC che le risonanze magnetiche che le gastroscopie eseguite in questi due anni successivi all'intervento non hanno mai evidenziato niente di anomalo.
la risposta a tale Pet, eseguita la settimana scorsa, riporta "piccole iperattività nodulari sono presenti a livello del parenchima polmonare bilateralmente. Due iperattività linfonodi lì a livello periaortico all' altezza di L2. Niente da segnalare nei restanti segmenti corporei esaminati. Quadro compatibile con ripresa di malattia a livello polmonare e linfonodale nelle sedi descritte."
Gradirei ricevere considerazioni, in particolare sull'ultima riga succitata, e consigli su come muoverci adesso per i successivi passi.
ringrazio e saluto.
[#1]
Gentile signore i dati della PET fanno pensare alla presenza di metastasi sia a carico dei linfonodi periarotici che dei polmoni. L'unica soluzione è quella di riprendere la chemioterapia (seconda linea) per cercare di agire su queste lesioni metastatiche, sperando in una maggior efficacia. Chirurgicamente non si può fare niente.
Cordiali saluti
gerunda
Cordiali saluti
gerunda
Prof.Giorgio Enrico Gerunda Professore Ordinario di Chirurgia Generale Università di Modena e Reggio Emilia
[#2]
Utente
la ringrazio dottore.
è compatibile che le metastasi siano arrivate direttamente al polmone senza transitare dal fegato ?
come facciamo per verificare se trattasi di una recente ripresa della malattia in maniera maggiormente aggressiva oppure se fosse una situazione in essere già da due anni con un lento evolversi ?
è compatibile che le metastasi siano arrivate direttamente al polmone senza transitare dal fegato ?
come facciamo per verificare se trattasi di una recente ripresa della malattia in maniera maggiormente aggressiva oppure se fosse una situazione in essere già da due anni con un lento evolversi ?
[#3]
Gentile Signore è raro ma possibile. tenga presente che le metastasi sono partite dal tumore primitivo prima che fosse operato e quindi la progressione è iniziata già da allora. Le metastasi possono essere più o meno indolenti a seconda della aggressività immunologica del paziente che le contrasta e la modificazione del tessuto metastatico che diventa sempre più aggressivo con il tempo, particolarmente se non risponde alla chemioterapia. Cari saluti
Gerunda
Gerunda
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.3k visite dal 05/06/2017.
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