Adenocarcinoma del duodeno con metastasi al polmone e alla pleura

Gentile medico,
mio padre (60 anni) dovrebbe avere un adenocarcinoma del duodeno con metastasi polmonari, tuttavia, l'oncologo che ha visitato mio padre non ha ancora espresso chiaramente la diagnosi e vorremmo capire perché e che cosa occorre fare. Tutto ha inizio nell'aprile del 2015 quando, in seguito all'effettuazione dello screening del sangue occulto a cui mio padre era risultato positivo, gli vengono asportati 4 polipi di cui uno adenomatoso tubulovilloso con displasia epiteliale di basso grado. Essendo risultato nuovamente positivo al sangue occulto si procede con la gastroscopia (in ritardo), che però non rivela nulla di particolarmente preoccupante. Nel frattempo effettuiamo casualmente (31 agosto) una rx al torace per tosse persistente accentuata(mio padre è un ex fumatore) che rivela la presenza di un versamento pleurico a sx. In seguito abbiamo effettuato tac (senza contrasto e con contrasto), pet, gastroscopia, ecoendoscopia e biopsia. Tac e pet confermano la presenza di una neoformazione al livello della II-III porzione duodenale, ispessimenti pleurici a sinistra, di noduli multipli bilaterali, di interessamento dei linfonodi in sede intercavoparaortica. Gastroscopia e ecoendoscopia evidenziano una formazione polipoide ulcerata facilmente sanguinante in corrispondenza della regione della papilla di Vater. La VBP e il Wirsung non appaiono interessati dalla lesione e non appaiono né infiltrati né dilatati. L'istologico recita così: “frammenti di mucosa, a volte con flogosi ulcerativa, con caratteri adenomatosi tubulovillosi con displasia di alto grado/adenocarcinomatosi G2, senza che focalmente si possa escludere l'eventualità di una invasione dello stroma presente nel materiale in esame”. Mio padre è stato sottoposto a drenaggio del versamento pleurico ma, purtroppo, nell'ospedale dove è stato ricoverato non hanno analizzato il liquido (assurdo!).
Inoltre, è stato visitato, per il momento, da due oncologi: la prima visita è avvenuta prima dell'arrivo dell'esame istologico e l'oncologo ha detto che nel caso fosse stato un adenocarcinoma del duodeno si sarebbe prospettata una terapia con folfox6; la seconda visita è avvenuta, invece, nel polo oncologico più vicino a casa, con visione dell'esame istologico e l'oncologo ha prospettato una eventuale terapia con folfirinox, sollevando anche la mancanza di precisione dell'esame istologico e la possibilità, da non escludere a priori, della sussistenza di due patologie in corso (una al polmone e una al duodeno) che non può essere accertata al momento a causa della mancanza dell'esame citologico del liquido.
Ora le chiedo: mio padre può iniziare una terapia adeguata con questi referti e questi dati o deve fare altri esami? Perché le prospettive terapueutiche ipotizzate dai due medici non combaciano se si tratta di un tumore del duodeno? Quali sono i farmaci più utilizzati nelle terapie per tumore primitivo del duodeno (in questo caso presumo adenocarcinoma)in stato avanzato? Perché i medici non hanno ancora elaborato una diagnosi? Qual è il suo parere in merito al caso? Grazie.
Cordiali saluti.
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Dr. Mirco Bindi Oncologo, Radioterapista 283 13
Gentile signora. Il caso più negativo della storia è il mancato esame del versamento che permette interpretazioni diverse da parte dei medici. Il quadro è comunque di una malattia avanzata in una sede usualmente non frequente. Questi sono fattori prognostici negativi che metterebbero in difficoltà chiunque prenda in cura suo padre. Le possibilità terapeutiche esistono. Probabilmente ci saranno centri che hanno protocolli sperimentali, ma un adeno carcinoma del duodeno rientra tra le malattie difficili. Aspettiamo quallo che decideranno i medici, ma nel frattempo si studi questi due libri: "The China Study" e "L'alimentazione nella prevenzione del Cancro". Cordiali saluti

Prof. Mirco Bindi, www.mircobindi.com
specialista in Oncologia, Radioterapia, Patologia generale

[#2]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Grazie, anche se dalla sua risposta non posso trarre nessuna indicazione. E' possibile avere qualche riferimento, anche attraverso messaggio privato, a dei centri che hanno protocolli sperimentali utili al caso di mio padre o comunque più idonei per questo tipo di patologia?
Cordialmente.
[#3]
Dr. Mirco Bindi Oncologo, Radioterapista 283 13
Gentile Signora, ha la disponibilità della mia email che trova su questo sito, ma il problema è che non esistono protocolli convalidati o sperimentali che possano prospettare una guarigione o una sopravvivenza più lunga. La storia di questo tipo di patologia è ben documentata nei testi. Solo interventi "miracolosi" sono in grado di cambiare un decorso segnato. Io le ho prospettato una strada che però non ha preso in considerazione. Mi dispiace in quanto dimostra che la consuetudine in cui questa società è avviata non lascia libere le persone di guardarsi intorno. I progressi medici in questi ultimi decenni sono stati straordinari e questo fa della scienza una Fede. Peccato che esista il rovescio della medaglia in cui sempre più persone in età giovanile subiscono un destino avverso. Cordiali saluti
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