Remissione completa adenocarcinoma retto

Gentilissimi Dottori,

Mio padre era affetto da adenocarcinoma al retto g2 t4-n2a-m1 formazione di 5 cm a 7 cm dall'ano (basso retto). La diagnosi era di febbraio 2015. I sintomi erano: sangue abbondante nelle feci, stimolo frequente a defecare.

Ha iniziato immediatamente una dieta totalmente vegetariana, durante il periodo dei vari accertamenti (tac, risonanza pelvica, esami del sangue).

Dopo essermi informato il piu' possibile sui casi di guarigione, terapie "alimentari" da affiancare, mio padre due mesi prima dell'intervento, decide di integrare la sua dieta con: 1000 mg al giorno di vitamina C, tisana di curcuma la sera, 1 bicchiere di acqua bicarbonato e succo di limone in tarda serata, aleo arborescens biologica pura spremuta a freddo (40 ml al giorno) , ha alternato (lontano dalla radio e chemioterapia per sicurezza) 60/80 gocce di artemisia annua estratto glicerinato a 4 compresse di estratto secco di graviola (annona muricata, parte utilizzata: foglie) al giorno.

Dopo i vari accertamenti inizia così 28 sedute di radioterapia e circa 30 giorni di chemioterapia in pastiglie (capecitabine).

Finito il ciclo di radio-chemioterapia effettua nuova risonanza magnetica pelvica dove la formazione era di 3 cm, viene riclassificata come t3.

Decido di studiare ancora piu' casistiche di guarigione, cercando di capire anche le "reazioni cellulari" (per quanto mi fosse possibile).
Leggo due diverse pubblicazioni di due fondazioni di importanti oncologi italiani che la melatonina e la vitamina d3 in questi casi possono dare risultati importanti.

Così integra con 2 capsule di vitamina d3 al giorno e 10 mg di melatonina la sera (le dosi indicate erano molto piu' alte).

La prima sera che prende la melatonina inizia ad avere abbondanti sudate (febbre assente) , tant'è che ci eravamo preoccupati. Le due sere successive ancora abbondanti sudate ma " a scalare " fino a scomparire, con riposo notturno a suo dire "perfetto".

Viene ricoverato per l'intervento, il giorno prima viene eseguita rettoscopia, esito: formazione di meno di 1 cm (si era ridotta quasi del tutto). Contatto i chirurghi e chiedo se non era meglio attendere a fare l'operazione. Mi viene risposto che dalla risonanza sembravano coinvolti dei linfonodi e quindi era da intervenire subito anche per rientrare nelle tempistiche corrette.

Il giorno successivo effettua intervento di 5 ore in laparotomia, uno dei professori che lo ha operato, a fine intervento ci comunica che ad occhio nudo non si vedeva nulla, ma gli sono stati asportati 30 cm di retto-sigma ed effettuata colostomia temporanea.

Risultato dell'esame istologico: tumore residuo assente t0 n0 linfonodi analizzati chiaramente liberi.
A detta dell'oncologo un risultato brillante, terzo caso che gli capita.

Ora è in attesa della ricanalizzazione. Secondo voi la terapia di "supporto" utilizzata ha aiutato ad ottenere questo risultato?

RingraziandoVi per l'attenzione porgo i miei piu' cordiali saluti,
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Dr. Mirco Bindi Oncologo, Radioterapista 283 13
Gentile Signore
dalla storia di suo padre emerge che a febbraio 2015 era presente un cancro del retto T4N2.Ha iniziato una dieta vegetariana (spero sia un lapsus la dieta era vegana) e una terapia complessa di integratori alimentari che sono attivi contro varie forme di tumori. Ha effettuato anche un ciclo di radioterapia e uno di chemioterapia per os. La radioterapia è in grado di ridurre le formazioni neoplastiche del retto e la chemioterapia è attiva sulle metastasi linfonodali. Questo è stato il motivo per cui è stato sottoposto all'intervento chirurgico con riscontro di assenza di tumore sia nella sede del retto che nei linfonodi. Ottima la decisione di procedere alla ricanalizzazione per togliere il sacchetto che rende la vita ad una persona insopportabile sia per se stesso che per le persone che gli stanno vicine.
Sarebbe utile sapere dall'oncologo se anche gli altri due pazienti che conosce hanno effettuato la terapia non convenzionale di suo padre.
Il caso è comunque molto interessante. Il dubbio che rimane nel sottofondo riguarda la domanda: Quale cura ha fatto regredire questa neoplasia? La radioterapia combinata con la chemioterapia? oppure la terapia non convenzionale? oppure la combinazione delle due procedure?
Personalmente conoscendo la validità della radio e della chemioterapia, ma anche i loro limiti propendo per imputare la risposta terapeutica alla terza opzione. La terapia non convenzionale vegana e gli alimenti naturali hanno modificato nei quattro mesi di attuazione, lo stato metabolico di Suo padre trasformandolo da acido a basico. Questo viraggio ha permesso alla Radioterapia di sterilizzare localmente la malattia e alla blanda chemioterapia effettuata di uccidere le cellule metastatiche indebolite dalla "alcalinità" dell'ambiente circostante. Questa spiegazione è fanta scientifica, ma forse è anche veritiera. Le teorie del CHINA STUDY fanno intravvedere questi scenari applicati a tutti i cancri indipendentemente dalla sua sede e metastatizzazione.
Rimane ancora il dubbio della massiccia terapia vegana e nutrizionale prescritta che non permette di individuare eventuali elementi chiave nella promozione della guarigione.
Il risultato è brillante, I miei complimenti al nutrizionista che ha seguito suo padre, Mi piacerebbe conoscerlo e, certamente in accordo con lui, consiglierei di continuare la dieta vegana insieme ad altri nutrienti selezionati. Se per Lei fosse difficile comunicarmi questi dati, lo faccia con il mio indirizzo mail privato. Cordiali saluti e grazie della sua testimonianza.

Prof. Mirco Bindi, www.mircobindi.com
specialista in Oncologia, Radioterapia, Patologia generale

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Utente
Utente
Gentilissimo Prof. Bindi,

La ringrazio per il Suo interessamento.

Concordo pienamente con quanto da Lei scritto.
Ricordo anche la Sua risposta ad un nostro consulto precedente all'operazione, anche Lei consigliava di attendere per l'operazione vista la riduzione (da 5 a 1 cm in due mesi) della formazione.
Purtroppo i chirurghi che seguivano mio padre dicevano che era da "pazzi" attendere a fare l'operazione visto che dalla risonanza alcuni linfonodi sembravano essere stati interessati, e anche dietro mia insistenza si è preferito effettuare l'operazione, che comunque sembra essere stata "meno" demolitiva vista l'importante riduzione della formazione, uno dei Professori che ha effettuato l'operazione ha confermato che ad occhio nudo non c'era nulla di visibile.

Le confermo che la dieta all'inizio era totalmente vegana, addirittura stavamo attenti alla cottura utilizzata; la maggior parte delle verdure veniva consumata cruda. Solamente a metà della radio e chemioterapia visto il dimagrimento causato, era stato introdotto del pesce azzurro (filetto di branzino al vapore) 1 volta a settimana.

Anche la mia idea è che l'importante risultato (regressione completa) sia stato ottenuto grazie alla combinazione di tutte le terapie effettuate, mio padre ha sempre seguito le terapie e gli esami indicati dai medici.

Credo che molto abbiano fatto la dieta vegana fortemente alcalinizzante, la vitamina C presa tutti i giorni ma un cambiamento visibile (praticamente la sparizione totale dei sintomi) è stato da noi visto dopo aver integrato anche con la melatonina (10 mg mezz'ora prima che andasse a dormire) per circa due settimane fino a prima dell'operazione. Mio padre inoltre non è mai stato fermo: camminate e l'hobby del giardinaggio e del suo orto lo hanno sempre tenuto impegnato.

Come da Lei richiesto Le invierò all'email che ho trovato sul Suo sito le informazioni richieste.

Ringraziandola nuovamente Le porgiamo i nostri più cordiali saluti
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