Adenocarcinoma intestino cieco
Egregi dott.i, lo scorso 21 luglio, mia madre ha subito un intervento chirurgico per la presenza di adenocarcinoma all'intestino cieco.
Il successivo esame istologico ha fornito i seguenti risultati:
Descrizione Macroscopica: Emicolectomia destra. Ileo distale di cm 16; cieco e colon ascendente di cm 22. All'apertura, a livello della valvola ileo-cecale, si osserva un lesione di cm 4,5 ulcero-infiltrante, stenosante, che macroscopicamente giunge a ridosso della sierosa dell'organo. Dal tessuto adiposo periviscerale si isolano 18 linfonodi.
Diagnosi: Adenocarcinoma a medio grado di differenziazione con aspetti mucinosi (G2 sec. AJCC), infiltrante focalmente la sierosa. Liberi da neoplasia i margini di resezione chirurgica. Due linfonodi periviscerali sono sede di metastasi. Stadio patologico pT4 pN1, La determinazione con kit EGFR pharm DX (DAKO) è risultata positiva.
Inoltre, sia dalla TAC sia dall'intervento, si è potuto verificare che gli altri organi, in particolare il fegato, sono liberi da metastasi. Nel frattempo, mia madre si sta riprendendo dall'intervento, nonostante qualche problema di diarrea e stitichezza.
Le mie richieste riguardano: i) gravità del problema; ii) opportunità di procedere con cicli di chemio-terapia, quali rischi essi comporterebbero all'età di mia madre (ha 86 anni), considerando che ha anche problemi di cuore? iii) possibilità, rischi e tempi di recidiva nel caso in cui non si proceda con una chemio-terapia; iv) possibilità che il male si ripresenti a distanza di un mese e mezzo dall'intervento.
Grazie per l'attenzione
Il successivo esame istologico ha fornito i seguenti risultati:
Descrizione Macroscopica: Emicolectomia destra. Ileo distale di cm 16; cieco e colon ascendente di cm 22. All'apertura, a livello della valvola ileo-cecale, si osserva un lesione di cm 4,5 ulcero-infiltrante, stenosante, che macroscopicamente giunge a ridosso della sierosa dell'organo. Dal tessuto adiposo periviscerale si isolano 18 linfonodi.
Diagnosi: Adenocarcinoma a medio grado di differenziazione con aspetti mucinosi (G2 sec. AJCC), infiltrante focalmente la sierosa. Liberi da neoplasia i margini di resezione chirurgica. Due linfonodi periviscerali sono sede di metastasi. Stadio patologico pT4 pN1, La determinazione con kit EGFR pharm DX (DAKO) è risultata positiva.
Inoltre, sia dalla TAC sia dall'intervento, si è potuto verificare che gli altri organi, in particolare il fegato, sono liberi da metastasi. Nel frattempo, mia madre si sta riprendendo dall'intervento, nonostante qualche problema di diarrea e stitichezza.
Le mie richieste riguardano: i) gravità del problema; ii) opportunità di procedere con cicli di chemio-terapia, quali rischi essi comporterebbero all'età di mia madre (ha 86 anni), considerando che ha anche problemi di cuore? iii) possibilità, rischi e tempi di recidiva nel caso in cui non si proceda con una chemio-terapia; iv) possibilità che il male si ripresenti a distanza di un mese e mezzo dall'intervento.
Grazie per l'attenzione
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Cara Amica,
il vero problema è rappresentato dall'età di mamma e dalla concomitanza della cardiopatia. Avrebbe avuto certamente bisogno di un trattamento chemioterapico adiuvante dato il coinvolgimento linfonodale. Dico avrebbe perchè è passato anche troppo tempo dall'intervento. Io personalmente avrei eseguito 6 somministrazioni di Tomudex (farmaco manegevole e ben tollerato). Un trattamento chemioterapico adiuvante infatti andrebbe instaurato entro un mese dall'intervento chirurgico sul tumore. Il mio consiglio attuale è di procedere con degli stretti controlli di follow-up oncologico e di affidarsi appunto per i controlli ad un centro oncologico.
Un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
il vero problema è rappresentato dall'età di mamma e dalla concomitanza della cardiopatia. Avrebbe avuto certamente bisogno di un trattamento chemioterapico adiuvante dato il coinvolgimento linfonodale. Dico avrebbe perchè è passato anche troppo tempo dall'intervento. Io personalmente avrei eseguito 6 somministrazioni di Tomudex (farmaco manegevole e ben tollerato). Un trattamento chemioterapico adiuvante infatti andrebbe instaurato entro un mese dall'intervento chirurgico sul tumore. Il mio consiglio attuale è di procedere con degli stretti controlli di follow-up oncologico e di affidarsi appunto per i controlli ad un centro oncologico.
Un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#2]
Utente
Gentile Dr. Pastore, la ringrazio per la sua risposta. Dalla risposta deduco che ad oggi lei escluderebbe un trattamento chemioterapico. Ho compreso bene?
E' alta la probabilità della ricomparsa del male? Ci sono delle statistiche sui tempi di eventuali recidive?
La ringuazio anticipatamente.
E' alta la probabilità della ricomparsa del male? Ci sono delle statistiche sui tempi di eventuali recidive?
La ringuazio anticipatamente.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 18.4k visite dal 17/09/2008.
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