Dosaggio di chemioterapia: calcolo preciso o approssimato?
Mia madre, 52 anni, ha appena terminato il protocollo FEC di sei cicli di chemioterapia adiuvante, per un ca lobulare della mammella.
Vorrei essere sicura che abbia ricevuto il giusto dosaggio: infatti "sbirciando" nella sua cartella ho letto in particolare che la dose di epirubicina somministratale ogni volta corrrispondeva a 140 mg, mentre non so riferire su quella degli altri due farmaci poiche' la cartella clinica ancora non ci viene consegnata. Sapendo che la dose si calcola sulla superficie corporea, l'ho calcolata con la formula di Du Bois e Du Bois e sono sicura sia 1,93(mia madre e' una persona obesa, e, tra l'altro nel frattempo, e' anche aumentata di 4 kg).
Arrivo al dunque: se il dosaggio esatto e' 75 mg/m^2 di superficie corporea, la dose precisa per mia madre era di 145 mg. E' significativa questa differenza di 5 mg per ciclo in termini di efficacia della terapia? E' normale fare di queste approssimazioni (parliamo di 30 mg totali in meno), o puo' asserci un motivo scientificamente valido per cui sia stata ridotta? (Io c'ho provato a chiederlo al suo oncologo ma la risposta e' stata molto brusca e niente affatto chiarificatrice)
Infine:qualora si fosse trattato di una procedura a vostro parere inesatta, si potrebbe ancora rimediare somministrando la dose totale mancante in un ipotetico settimo ciclo?
Scusatemi dell'ossessivitita' di questi numeri e cifre, ma ho bisogno di sapere se e' stato fatto tutto quello che si poteva per mia madre, perche' il senso di responsabilita' nei suoi confronti e' forte e perche' gia' abbiamo alle spalle delle esperienze negative.
Vi sarei davvero grata se potessero far seguito una vostra paziente analisi del caso e gentile risposta in merito ai suddetti quesiti.
Cordiali saluti.
Vorrei essere sicura che abbia ricevuto il giusto dosaggio: infatti "sbirciando" nella sua cartella ho letto in particolare che la dose di epirubicina somministratale ogni volta corrrispondeva a 140 mg, mentre non so riferire su quella degli altri due farmaci poiche' la cartella clinica ancora non ci viene consegnata. Sapendo che la dose si calcola sulla superficie corporea, l'ho calcolata con la formula di Du Bois e Du Bois e sono sicura sia 1,93(mia madre e' una persona obesa, e, tra l'altro nel frattempo, e' anche aumentata di 4 kg).
Arrivo al dunque: se il dosaggio esatto e' 75 mg/m^2 di superficie corporea, la dose precisa per mia madre era di 145 mg. E' significativa questa differenza di 5 mg per ciclo in termini di efficacia della terapia? E' normale fare di queste approssimazioni (parliamo di 30 mg totali in meno), o puo' asserci un motivo scientificamente valido per cui sia stata ridotta? (Io c'ho provato a chiederlo al suo oncologo ma la risposta e' stata molto brusca e niente affatto chiarificatrice)
Infine:qualora si fosse trattato di una procedura a vostro parere inesatta, si potrebbe ancora rimediare somministrando la dose totale mancante in un ipotetico settimo ciclo?
Scusatemi dell'ossessivitita' di questi numeri e cifre, ma ho bisogno di sapere se e' stato fatto tutto quello che si poteva per mia madre, perche' il senso di responsabilita' nei suoi confronti e' forte e perche' gia' abbiamo alle spalle delle esperienze negative.
Vi sarei davvero grata se potessero far seguito una vostra paziente analisi del caso e gentile risposta in merito ai suddetti quesiti.
Cordiali saluti.
[#1]
"...Scusatemi dell'ossessivitita' di questi numeri e cifre..."
stia sereno non si attacchi a questi dettagli.
Il rapporto medico paziente DEVE essere basato sulla fiducia; se siete dove siete penso che vi sia questo alla base.
stia sereno non si attacchi a questi dettagli.
Il rapporto medico paziente DEVE essere basato sulla fiducia; se siete dove siete penso che vi sia questo alla base.
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
[#2]
Utente
Gentilissimo Dottor D'Angelo,
Lei ha perfettamente ragione: il rapporto medico paziente DOVREBBE assere basato sulla fiducia, ma al giorno d'oggi, Lei mi insegna, il paziente (insieme ai suoi familiari) non ricopre piu' in questa relazione un ruolo passivo; e se sente il bisogno di essere informato anche di particolari per niente irrilevanti che lo riguardano, ritengo che questo bisogno DEBBA essere soddisfatto.
Nel momento in cui invece riceve una risposta seccata e priva della spiegazione richiesta, come se quello non fosse un sacrosanto diritto del paziente, e' li' che la fiducia incomincia un po' a vacillare...
non e' d'accordo con me?
Tornando a mia madre, non ho capito se nella sua lettera e' contenuta anche una risposta in merito ai quesiti da me posti o se l'ha omessa...
Insomma, questa differenza di dosaggi la ritiene rilevante o no? Questa e' una "partita" importante per mia madre...
Cordiali saluti.
Lei ha perfettamente ragione: il rapporto medico paziente DOVREBBE assere basato sulla fiducia, ma al giorno d'oggi, Lei mi insegna, il paziente (insieme ai suoi familiari) non ricopre piu' in questa relazione un ruolo passivo; e se sente il bisogno di essere informato anche di particolari per niente irrilevanti che lo riguardano, ritengo che questo bisogno DEBBA essere soddisfatto.
Nel momento in cui invece riceve una risposta seccata e priva della spiegazione richiesta, come se quello non fosse un sacrosanto diritto del paziente, e' li' che la fiducia incomincia un po' a vacillare...
non e' d'accordo con me?
Tornando a mia madre, non ho capito se nella sua lettera e' contenuta anche una risposta in merito ai quesiti da me posti o se l'ha omessa...
Insomma, questa differenza di dosaggi la ritiene rilevante o no? Questa e' una "partita" importante per mia madre...
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 13.3k visite dal 11/09/2008.
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