Colecisti
Salve mio padre si è operato di calcoli alla colecisti...in seguito ilrisultato dell esame istologico ha riportato la seguente dicitura:Colecisti di cm 13 x 5 mucosa verdastro pareti imbibite e presenza di neoformazione nodulare biancastra a margini irregolare a livello del fondo del diametro di massimo di cm 1,5 adenocarcinoma mucinoso ben differrnziato della colecisti in filtrante la parete sino al cellulare adiposo sottosieroso .assenza di infiltrazioni vascolari e perineurali margini di resezione chirurgica esenti da neoplasia....
cosa mi dite??? Vorrei delucidazioni. Grazie tante.
cosa mi dite??? Vorrei delucidazioni. Grazie tante.
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Gentile utente, si tratta di un carcinoma “incidentale” , ovvero scoperto occasionalmente all’esame istologico della colecisti dopo colecistectomia per colecistolitiasi . E' un evento abbastanza raro anche se l’introduzione della colecistectomia laparoscopica( come immagino sia stato operato suo padre) ha comportato un aumento del numero di colecistectomie con conseguente incremento del riscontro di carcinoma colecistico incidentale che varia dallo 0,2 al 2% .
Il tumore della colecisti (o cistifellea), che è la neoplasia più frequente delle vie biliari , presenta una prognosi severa,però proprio la diagnosi incidentale di carcinoma della cistifellea dà la possibilità di trattare una patologia molto aggressiva ad uno stadio più precoce, migliorando così la prognosi. Quello di suo padre è pT2( uno stadio localmente non avanzato ) cioè diffuso fino agli strati sottosierosi della parete della colecisti, cioè macroscopicamente e microscopicamente non oltrepassa la parete e non si diffonde agli organi circostanti.
Sino agli anni ’90 i carcinomi incidentali pT2 si ritenevano adeguatamente trattati con la colecistectomia semplice. Attualmente, nella maggior parte dei casi, si ritiene necessario eseguire un secondo intervento di radicalizzazione della neoplasia della colecisti.
Tale operazione comprendente la resezione della parte del fegato adiacente alla colecisti( esattamente una parte dei segmenti epatici V e IVb), la linfadenectomia( ovvero l'asportazione dei linfonodi di drenaggio) del legamento epato-duodenale (N1) e del marginepancreatico-duodenale superiore(N2), la resezione dei siti d’accesso addominale dei trocars in caso di colecistectomia laparoscopica.
I dati della letteratura dopo l’introduzione della colecistectomia estesa riportano miglioramenti della sopravvivenza sino al 100% a 5 anni, mentre prima erano intorno al 20%.
Senz'altro la VideoLaparoscopia in tutti i pazienti con calcoli e altri fattori di rischio (anomala giunzione delle vie biliari e polipi maggiori di 1cm) è un buon metodo per migliorare la sopravvivenza nel carcinoma della colecisti..
Quindi pur in presenza di una malattia a prognosi infausta, la radicalizzazione chirurgica di neoplasie localmente non avanzate (pT1 e pT2 ) permette di ottenere una discreta prognosi e una buona qualità di vita a pazienti cui viene riscontrata una neoplasia incidentale della colecisti. Mortalità e morbidità associate a questa chirurgia sono accettabili.
Disponibile per ulteriori chiarimenti invio distinti saluti.
Il tumore della colecisti (o cistifellea), che è la neoplasia più frequente delle vie biliari , presenta una prognosi severa,però proprio la diagnosi incidentale di carcinoma della cistifellea dà la possibilità di trattare una patologia molto aggressiva ad uno stadio più precoce, migliorando così la prognosi. Quello di suo padre è pT2( uno stadio localmente non avanzato ) cioè diffuso fino agli strati sottosierosi della parete della colecisti, cioè macroscopicamente e microscopicamente non oltrepassa la parete e non si diffonde agli organi circostanti.
Sino agli anni ’90 i carcinomi incidentali pT2 si ritenevano adeguatamente trattati con la colecistectomia semplice. Attualmente, nella maggior parte dei casi, si ritiene necessario eseguire un secondo intervento di radicalizzazione della neoplasia della colecisti.
Tale operazione comprendente la resezione della parte del fegato adiacente alla colecisti( esattamente una parte dei segmenti epatici V e IVb), la linfadenectomia( ovvero l'asportazione dei linfonodi di drenaggio) del legamento epato-duodenale (N1) e del marginepancreatico-duodenale superiore(N2), la resezione dei siti d’accesso addominale dei trocars in caso di colecistectomia laparoscopica.
I dati della letteratura dopo l’introduzione della colecistectomia estesa riportano miglioramenti della sopravvivenza sino al 100% a 5 anni, mentre prima erano intorno al 20%.
Senz'altro la VideoLaparoscopia in tutti i pazienti con calcoli e altri fattori di rischio (anomala giunzione delle vie biliari e polipi maggiori di 1cm) è un buon metodo per migliorare la sopravvivenza nel carcinoma della colecisti..
Quindi pur in presenza di una malattia a prognosi infausta, la radicalizzazione chirurgica di neoplasie localmente non avanzate (pT1 e pT2 ) permette di ottenere una discreta prognosi e una buona qualità di vita a pazienti cui viene riscontrata una neoplasia incidentale della colecisti. Mortalità e morbidità associate a questa chirurgia sono accettabili.
Disponibile per ulteriori chiarimenti invio distinti saluti.
Dr. Michele Malerba
[#3]
Ma certo la sopravvivenza è relativamente migliorata proprio nei casi pT1 e pT2( come quello di suo padre) , localmente non avanzati e non estesi oltre la parete della colecisti, scoperti occasionalmente e incidentalmente in colecisti asportate per calcolosi in video- laparoscopia e non evidenziabili macroscopicamente.
Consideri che nel 70-90% vi è associazione cancro + calcolosi della colecisti e quindi aumentando l'indicazione alla colecistectomia per calcolosi, utilizzando il vantaggio poco traumatico della laparoscopia,in media dallo 0,2 al 2% si scopre occasionalmente un carcinoma che può trovarsi in stadio poco avanzato.
In tutti i modi nel caso di suo padre è importante che si sottoponga all'ulteriore intervento di "colecistectomia estesa" nel senso di radicalizzazione ovvero di allargamento della semplice colecistectomia eseguita precedentemente per calcolosi. Cioè fare un intervento più largo e radicale per trattare il carcinoma della colecisti come già riportato nel primo consulto.
Poi è ulteriomente importante l'esame istologico sia del tessuto epatico che dei linfonodi e tessuti perilinfonodali locali e regionali asportati ai fini di un più completo giudizio prognostico e anche per l'esecuzione o meno di eventuali terapie adiuvanti successive che valuterà l'oncologo medico dopo l'intervento radicale.
Distinti saluti
Consideri che nel 70-90% vi è associazione cancro + calcolosi della colecisti e quindi aumentando l'indicazione alla colecistectomia per calcolosi, utilizzando il vantaggio poco traumatico della laparoscopia,in media dallo 0,2 al 2% si scopre occasionalmente un carcinoma che può trovarsi in stadio poco avanzato.
In tutti i modi nel caso di suo padre è importante che si sottoponga all'ulteriore intervento di "colecistectomia estesa" nel senso di radicalizzazione ovvero di allargamento della semplice colecistectomia eseguita precedentemente per calcolosi. Cioè fare un intervento più largo e radicale per trattare il carcinoma della colecisti come già riportato nel primo consulto.
Poi è ulteriomente importante l'esame istologico sia del tessuto epatico che dei linfonodi e tessuti perilinfonodali locali e regionali asportati ai fini di un più completo giudizio prognostico e anche per l'esecuzione o meno di eventuali terapie adiuvanti successive che valuterà l'oncologo medico dopo l'intervento radicale.
Distinti saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.8k visite dal 10/02/2015.
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