Onde elettromagnetiche e tumori
Gradirei gentilmente un chiarimento circa i problemi di salute ,con particolare riferimento a quelli oncologici, che possono essere provocati dall' esposizione a onde elettromagnetiche.
Sono interessato in quanto da qualche mese utilizzo la connessione ad internet attraverso il mio cellulare UMTS.Lo stesso è collegato al computer mediante la chiavetta bluetooth alla distanza di due metri.Mediamente utilizzo tale connessione per un paio di ore al giorno.
Ringrazio anticipatamente.
Sono interessato in quanto da qualche mese utilizzo la connessione ad internet attraverso il mio cellulare UMTS.Lo stesso è collegato al computer mediante la chiavetta bluetooth alla distanza di due metri.Mediamente utilizzo tale connessione per un paio di ore al giorno.
Ringrazio anticipatamente.
[#1]
Gentile Utente,
A mia conoscenza non esistono studi conclusivi sui reali effetti delle onde elettromagnetiche emesse dai dispositivi di telefonia portatile. Tutto questo è frutto anche della relativamente breve immissione nel commercio di tali apparecchi. Sono necessari studi che prendano in considerazione periodi di esposizione lunghi. Richiamandoci alle norme di buon senso direi che sarebbe preferibile non abusare nell'utilizzo dei telefoni cellulare o quantomeno utilizzare un auricolare per evitare il diretto contatto con l'orecchio. Leggevo tempo fa uno studio in cui si verificava un innalzamento della temperatura del liquido cefalorachidiano durante una lunga conversazione con il telefonino (cosa peraltro assolutamente reversibile terminata la conversazione). Nel suo caso, comunque, non mi allarmerei data anche la distanza di un paio di metri a cui tiene l'emittente del campo. La problematica poi dell'inquinamento ambientale da onde elettromagnetiche sembra oggigiorno più che mai attuale visto che esistono molte fonti di emissione ed, a mio giudizio, c'è necessità di ulteriori e completi studi.
Lascio la parola, inoltre, a Colleghi che eventualmente abbiano informazioni più dettagliate di quelle in mio possesso riguardo la problematica.
Colgo l'occasione per augurare un buon Natale a Lei ed alla Sua Famiglia
Cari saluti
Dr. Carlo Pastore
A mia conoscenza non esistono studi conclusivi sui reali effetti delle onde elettromagnetiche emesse dai dispositivi di telefonia portatile. Tutto questo è frutto anche della relativamente breve immissione nel commercio di tali apparecchi. Sono necessari studi che prendano in considerazione periodi di esposizione lunghi. Richiamandoci alle norme di buon senso direi che sarebbe preferibile non abusare nell'utilizzo dei telefoni cellulare o quantomeno utilizzare un auricolare per evitare il diretto contatto con l'orecchio. Leggevo tempo fa uno studio in cui si verificava un innalzamento della temperatura del liquido cefalorachidiano durante una lunga conversazione con il telefonino (cosa peraltro assolutamente reversibile terminata la conversazione). Nel suo caso, comunque, non mi allarmerei data anche la distanza di un paio di metri a cui tiene l'emittente del campo. La problematica poi dell'inquinamento ambientale da onde elettromagnetiche sembra oggigiorno più che mai attuale visto che esistono molte fonti di emissione ed, a mio giudizio, c'è necessità di ulteriori e completi studi.
Lascio la parola, inoltre, a Colleghi che eventualmente abbiano informazioni più dettagliate di quelle in mio possesso riguardo la problematica.
Colgo l'occasione per augurare un buon Natale a Lei ed alla Sua Famiglia
Cari saluti
Dr. Carlo Pastore
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#2]
Gentile utente,
nel Suo caso si è autorizzati a tranquillizzarLa perchè c'è una DISTANZA tra l'emittente del campo e il Suo corpo. Maggior cautela viene raccomandata invece quando c'è contatto diretto tra l'emittente e la testa, come accade quando si utilizza un cellulare senza auricolare.
Sino ad oggi gli studi sull'argomento non dimostrano inequivocabilmente il rapporto tra radiazioni emesse dai cellulari e insorgenza dei tumori, nonostante alcune analisi riportino dati statisticamente significativi sul rapporto esposizione/tumori in cavie di laboratorio.
Le ricerche di laboratorio condotte su cellule isolate o su animali danno per il momento risultati discordanti e gli studi epidemiologici non permettono di raggiungere conclusioni definitive,per quanto invitino alla precauzione.
In ogni caso è stata pubblicata una lista mondiale dei cellulari in ordine rispetto alla quantità di radiazioni emesse durante una conversazione effettuata senza auricolare, cioè con il cellulare vicino alla testa.
La lista accoglie le direttive della FFC (Federal Comunications Commission) che ha indicato in 1,6 W/Kg
(sono i watts assorbiti per Kg di tessuto umano ) il livello di tollerabilità massimo per l'uomo.
Cordiali saluti ed Auguri
Salvo Catania
www.senosalvo.com
nel Suo caso si è autorizzati a tranquillizzarLa perchè c'è una DISTANZA tra l'emittente del campo e il Suo corpo. Maggior cautela viene raccomandata invece quando c'è contatto diretto tra l'emittente e la testa, come accade quando si utilizza un cellulare senza auricolare.
Sino ad oggi gli studi sull'argomento non dimostrano inequivocabilmente il rapporto tra radiazioni emesse dai cellulari e insorgenza dei tumori, nonostante alcune analisi riportino dati statisticamente significativi sul rapporto esposizione/tumori in cavie di laboratorio.
Le ricerche di laboratorio condotte su cellule isolate o su animali danno per il momento risultati discordanti e gli studi epidemiologici non permettono di raggiungere conclusioni definitive,per quanto invitino alla precauzione.
In ogni caso è stata pubblicata una lista mondiale dei cellulari in ordine rispetto alla quantità di radiazioni emesse durante una conversazione effettuata senza auricolare, cioè con il cellulare vicino alla testa.
La lista accoglie le direttive della FFC (Federal Comunications Commission) che ha indicato in 1,6 W/Kg
(sono i watts assorbiti per Kg di tessuto umano ) il livello di tollerabilità massimo per l'uomo.
Cordiali saluti ed Auguri
Salvo Catania
www.senosalvo.com
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#3]
Le invio una recente Sentenza della Corte d'Appello di Brescia, sui cellulari e vari ritagli di Agenzie Stampa.
Evidentemente non si tratta di studi scientifici, ma le perizie delle CTU , sono state effettuate da Colleghi Autorevoli e fatte propre dal Consiglio Giudicante.
* * *
Mentre si attendono risposte e prove più certe sulla relazione tra telefonino e salute, nel nostro paese sta facendo discutere una sentenza della Corte d’Appello di Brescia che prende una posizione molto netta su questa problematica. Ad un uomo, infatti,è stato riconosciuto lo stato di malattia professionale dopo la diagnosi di un tumore benigno al trigemino causato, a quanto pare, da un utilizzo massiccio del cellulare nel periodo che va dalla seconda metà degli anni ‘90 ai primi anni del 2000.
Troppo cellulare, il tribunale
gli riconosce la malattia professionale
I Giudici della Corte d'Appello di Brescia hanno emesso la prima sentenza sul rapporto tra patologie e telefonino, accogliendo la richiesta di riconoscimento di malattia professionale da parte di un ex dirigente di una multinazionale, affetto da un tumore benigno al trigemino. In primo grado, il Giudice del lavoro aveva bocciato la tesi del manager, ma in appello la sentenza e' stata ribaltata ed e' stata riconosciuta l'invalidita' nella misura dell'80 per cento.
Innocente Marcolini, nel suo lavoro di manager, ha parlato per anni più ore al giorno con tutti i continenti dal cordless dell'ufficio o con il cellulare. Quelle conversazioni di lavoro, secondo la Corte d'Appello di Brescia gli hanno causato un tumore benigno al trigemino. E un altro suo collega alcuni anni fa ha accusato gli stessi problemi di salute.
"Sono stato operato - spiega Marcolini, che vive a Carpenedolo, nella bassa bresciana - ma la mia vita non è più quella di prima. Amavo la montagna, il trekking e ho dovuto abbandonare tutto, anche il lavoro". Quando nel 2002 il manager venne colpito da una paresi al volto non pensò subito alle conseguenze delle onde elettromagnetiche. Ma negli anni successivi l'idea d'aver pagato un prezzo troppo alto a quella che, secondo lui, è innanzitutto l'assenza di qualsiasi avvertenza sulla confezione del prodotto, ha preso sempre più corpo.
" Mi sono rivolto al giudice del lavoro - continua - affinchè dall'Inail la malattia venisse riconosciuta come professionale. In primo grado è andata male, in appello la perizia prima e poi la Corte mi hanno dato ragione".
Oggi Innocente Marcolini convive con un dolore che riaffiora lancinante non appena finisce l'effetto dei farmaci, ma anche con gli effetti collaterali dei medesimi. Lo consola, però, vedere che sul cellulare della figlia "qualche indicazione a tutela della salute è stata messa". Certo è che ora la sua esistenza è quella di una persona che assume medicinali per lenire il dolore, ha perso ogni forma di sensibilità ad un occhio, può contare su un senso dell'equilibrio precario. " Non avrei mai pensato che cellulari e cordless, soprattutto questi ultimi, potessero portare a tanto", confida amaramente aggiungendo che "una delle cose che lo rattrista maggiormente è "vedere tutti quei bambini con il telefonino in mano". Il Condacons ritiene impostante la sentenza di Brescia e si dice sicuro che ciò apra la strada per una class action. L'associazione è anche pronta ad accertare la possibilità di un'azione legale a quanti ritengono ci possa essere un collegamento con la malattia contratta e l'uso del telefonino.
Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra una ventina di giorni
(18 dicembre 2009)
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ATTUALITÀ
Allarme cellulari
di Agnese Codignola
Un aumento del cinque per cento di alcuni tumori cerebrali per ogni cento ore al telefono. Parola di un panel indipendente
Tumori rari. Piccoli numeri, dunque. Ma il collegamento tra l'insorgenza di tumori cerebrali e uso dei cellulari c'è. A lanciare l'allarme sono decine di ricercatori, medici, esperti di salute pubblica, fisici di 12 Stati europei e nordamericani, tutti indipendenti e tutti convinti nel firmare il documento 'Cellulari e tumori cerebrali: 15 motivi per essere preoccupati' (www.radiationresearch.org/). Che anticipa le conclusioni del grande studio Interphone, condotto in 13 Paesi, Italia compresa, sul quale sono stati investiti 30 milioni di euro e che dovrebbe essere reso noto entro dicembre.
CELLULARI LE DIECI REGOLE SALVA SALUTE
Il panel passa in rassegna tutti gli studi fatti sull'argomento negli ultimi anni, fa la tara a quelli ottimisti sponsorizzati dalle aziende e a quelli pessimisti. Calibra e rilegge tutti i dati, che sono una marea. E conclude che l'aumento del numero di casi di cancro cerebrale collegato all'utilizzo estensivo del cellulare, per quanto piccolo, c'è e si può misurare: per ogni cento ore di uso del telefono il rischio di neoplasie del cervello crescerebbe del 5 per cento. Quando l'uso è estensivo gli scienziati calcolano che l'incidenza del tumore potrebbe crescere per ogni anno dell'8 per cento; per ogni decennio del 280 per cento; e se l'impiego è iniziato nell'adolescenza sale addirittura del 420 per cento. E questo accade perché i campi magnetici agiscono sul Dna. Inoltre indebolirebbero la barriera esistente tra cervello e circolo sanguigno, e danneggerebbero la fertilità maschile.
L'8 per cento l'anno sarebbe un'enormità se lo applicassimo ai big killer (tumori del seno, del colon, del polmone che colpiscono decine di migliaia di persone). Faccenda diversa se si parla di cancri rari: in Italia, nel loro insieme, i tumori cerebrali colpiscono 10 italiani su 100 mila all'anno (circa 15 mila persone, per lo più sotto i trent'anni). Le forme più collegate ai cellulari sono il glioma, che rappresenta quasi la metà dei casi, circa 7 mila nuovi malati l'anno; il meningioma, il 15 per cento, circa 2 mila nuovi malati l'anno; e il tumore del nervo acustico l'8 per cento del totale. Va detto, però, che tra il 1986 e il 2005 si è avuto un aumento dei casi dello 0,5 per 100 mila abitanti tra gli uomini e dello 0,9 per cento tra le donne.
Queste le opinioni del super panel indipendente alle quali il grande e costoso Interphone non potrà aggiungere granché. Anche perché, nell'attesa, sono fioccate critiche e maldicenze. A partire dalla constatazione che Interphone, pur essendo sponsorizzato dall'Oms, è in gran parte finanziato da industrie. E che nessuno capisce perché dallo studio siano stati esclusi i bambini, considerati da tutte le autorità sanitarie del mondo i soggetti più vulnerabili.
(10 dicembre 2009)
Tumore al trigemino, per il giudice è colpa del telefonino
È la prima sentenza di un tribunale del lavoro che riconosce la malattia professionale ad un dirigente di un’azienda bresciana che, per dieci anni, ha lavorato utilizzando per ore e ore il cellullare e il cordless. L’uomo, Innocenzo Marcolini di 57 anni, è stato colpito da un tumore benigno al nervo trigemino. L’intervento chirurgico lo ha salvato ma le conseguenze sulla qualità della vita sono terribili. In parte ricompensato da questa sentenza di vittoria contro l’Inail che gli riconosce nella misura dell’80% la malattia professionale. Si tratta del primo giudice dunque che riconosce il nesso causale e il conseguente accertamento di invalidità da esposizione professionale.
Il percorso giudiziario lo racconta il biologo professor Angelo Levis, ordinario di mutagenesi presso l’Università di Padova, un’ autorità nel campo della ricerca sulle conseguenze delle onde elettromagnetiche sulla salute dell’uomo. Insieme a Giuseppe Grasso, neurochirurgo bresciano, è stato il perito che si è occupato di questa vicenda. Racconta di essere stato contattato tre anni fa da due persone, una dei Brescia e una di Cremona, con un lavoro molto simile a quello di Marcolini. Si occupavano di tenere relazioni con i clienti facendo largo uso di cordless e cellulari, e usando la mano destra per scrivere e l’orecchio sinistro per l’apparecchio telefonico. «Il cremonese ha sviluppato un tumore maligno alla parotide, il bresciano un tumore benigno al trigemino coinvolgendo anche il ganglio. Il tumore insorge per ambedue i casi a sinistra». Levis racconta che la sua perizia formulata utilizzando dati da letteratura («molto allarmanti checché ne dicano certe ottimistiche indagini spesso finanziate dalle aziende telefoniche») si associa a quella del neurochirurgo che si è espresso sulla caratteristica dei vari interventi. Il perito del tribunale ha riconosciuto la validità dell’indagine e l’altro giorno, in appello, il giudice ha riconosciuto il rapporto causa effetto.
Ancora non si conoscono le motivazioni che verranno pubblicate fra venti giorni,. Anche la Cassazione deve esprimersi (ma non nel merito bensì sulla legittimità del processo), ma quel che è successo nelle aule del tribunale del lavoro di Brescia è clamoroso. «Partendo dal fatto che non esisteva letteratura in merito, il perito nominato dal tribunale ha sposato le tesi dei due periti affermando che è plausibile che ci sia una relazione tra la malattia e l’irradiazione subita». Conclude l’esperto - che tra l’altro ha fondato una associazione di promozione sociale che si chiama “Applelettrosmog”- «che casi di questo genere sono sempre più frequenti ma pochi sono i medici informati in tal senso».
Gli risponde a distanza l’epidemiologo dell’Ist di Genova Valerio Gennaro che ha accolto con entusiasmo la sentenza di Brescia. «In realtà noi epidemiologi siamo sempre meno. All’Ist di Genova ve ne sono cinque tutte precarie. Come se questo importantissimo lavoro di prevenzione non interessasse. Va da sè che non si tratta solo di raccogliere dati, ma anche di interpretarli e di capire per quale motivo la gente si ammala».
Un milione di casi di tumori cerebrali ogni anno nel mondo, precisa il professor Levis. «Calcoliamo che è una malattia che ha dieci anni di latenza, quindi solo ora cominciamo a essere in possesso dei primi dati relativi alle conseguenze di certi comportamenti. Fra non molto verremo a conoscenza degli effetti dell’abuso di telefonini da parte dei minori. Quelli che a otto anni avevano già il cellulare nello zaino. E temo che saranno dolori».
Il Secolo XIX
18/12/2009
Evidentemente non si tratta di studi scientifici, ma le perizie delle CTU , sono state effettuate da Colleghi Autorevoli e fatte propre dal Consiglio Giudicante.
* * *
Mentre si attendono risposte e prove più certe sulla relazione tra telefonino e salute, nel nostro paese sta facendo discutere una sentenza della Corte d’Appello di Brescia che prende una posizione molto netta su questa problematica. Ad un uomo, infatti,è stato riconosciuto lo stato di malattia professionale dopo la diagnosi di un tumore benigno al trigemino causato, a quanto pare, da un utilizzo massiccio del cellulare nel periodo che va dalla seconda metà degli anni ‘90 ai primi anni del 2000.
Troppo cellulare, il tribunale
gli riconosce la malattia professionale
I Giudici della Corte d'Appello di Brescia hanno emesso la prima sentenza sul rapporto tra patologie e telefonino, accogliendo la richiesta di riconoscimento di malattia professionale da parte di un ex dirigente di una multinazionale, affetto da un tumore benigno al trigemino. In primo grado, il Giudice del lavoro aveva bocciato la tesi del manager, ma in appello la sentenza e' stata ribaltata ed e' stata riconosciuta l'invalidita' nella misura dell'80 per cento.
Innocente Marcolini, nel suo lavoro di manager, ha parlato per anni più ore al giorno con tutti i continenti dal cordless dell'ufficio o con il cellulare. Quelle conversazioni di lavoro, secondo la Corte d'Appello di Brescia gli hanno causato un tumore benigno al trigemino. E un altro suo collega alcuni anni fa ha accusato gli stessi problemi di salute.
"Sono stato operato - spiega Marcolini, che vive a Carpenedolo, nella bassa bresciana - ma la mia vita non è più quella di prima. Amavo la montagna, il trekking e ho dovuto abbandonare tutto, anche il lavoro". Quando nel 2002 il manager venne colpito da una paresi al volto non pensò subito alle conseguenze delle onde elettromagnetiche. Ma negli anni successivi l'idea d'aver pagato un prezzo troppo alto a quella che, secondo lui, è innanzitutto l'assenza di qualsiasi avvertenza sulla confezione del prodotto, ha preso sempre più corpo.
" Mi sono rivolto al giudice del lavoro - continua - affinchè dall'Inail la malattia venisse riconosciuta come professionale. In primo grado è andata male, in appello la perizia prima e poi la Corte mi hanno dato ragione".
Oggi Innocente Marcolini convive con un dolore che riaffiora lancinante non appena finisce l'effetto dei farmaci, ma anche con gli effetti collaterali dei medesimi. Lo consola, però, vedere che sul cellulare della figlia "qualche indicazione a tutela della salute è stata messa". Certo è che ora la sua esistenza è quella di una persona che assume medicinali per lenire il dolore, ha perso ogni forma di sensibilità ad un occhio, può contare su un senso dell'equilibrio precario. " Non avrei mai pensato che cellulari e cordless, soprattutto questi ultimi, potessero portare a tanto", confida amaramente aggiungendo che "una delle cose che lo rattrista maggiormente è "vedere tutti quei bambini con il telefonino in mano". Il Condacons ritiene impostante la sentenza di Brescia e si dice sicuro che ciò apra la strada per una class action. L'associazione è anche pronta ad accertare la possibilità di un'azione legale a quanti ritengono ci possa essere un collegamento con la malattia contratta e l'uso del telefonino.
Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra una ventina di giorni
(18 dicembre 2009)
CONDIVIDI
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ATTUALITÀ
Allarme cellulari
di Agnese Codignola
Un aumento del cinque per cento di alcuni tumori cerebrali per ogni cento ore al telefono. Parola di un panel indipendente
Tumori rari. Piccoli numeri, dunque. Ma il collegamento tra l'insorgenza di tumori cerebrali e uso dei cellulari c'è. A lanciare l'allarme sono decine di ricercatori, medici, esperti di salute pubblica, fisici di 12 Stati europei e nordamericani, tutti indipendenti e tutti convinti nel firmare il documento 'Cellulari e tumori cerebrali: 15 motivi per essere preoccupati' (www.radiationresearch.org/). Che anticipa le conclusioni del grande studio Interphone, condotto in 13 Paesi, Italia compresa, sul quale sono stati investiti 30 milioni di euro e che dovrebbe essere reso noto entro dicembre.
CELLULARI LE DIECI REGOLE SALVA SALUTE
Il panel passa in rassegna tutti gli studi fatti sull'argomento negli ultimi anni, fa la tara a quelli ottimisti sponsorizzati dalle aziende e a quelli pessimisti. Calibra e rilegge tutti i dati, che sono una marea. E conclude che l'aumento del numero di casi di cancro cerebrale collegato all'utilizzo estensivo del cellulare, per quanto piccolo, c'è e si può misurare: per ogni cento ore di uso del telefono il rischio di neoplasie del cervello crescerebbe del 5 per cento. Quando l'uso è estensivo gli scienziati calcolano che l'incidenza del tumore potrebbe crescere per ogni anno dell'8 per cento; per ogni decennio del 280 per cento; e se l'impiego è iniziato nell'adolescenza sale addirittura del 420 per cento. E questo accade perché i campi magnetici agiscono sul Dna. Inoltre indebolirebbero la barriera esistente tra cervello e circolo sanguigno, e danneggerebbero la fertilità maschile.
L'8 per cento l'anno sarebbe un'enormità se lo applicassimo ai big killer (tumori del seno, del colon, del polmone che colpiscono decine di migliaia di persone). Faccenda diversa se si parla di cancri rari: in Italia, nel loro insieme, i tumori cerebrali colpiscono 10 italiani su 100 mila all'anno (circa 15 mila persone, per lo più sotto i trent'anni). Le forme più collegate ai cellulari sono il glioma, che rappresenta quasi la metà dei casi, circa 7 mila nuovi malati l'anno; il meningioma, il 15 per cento, circa 2 mila nuovi malati l'anno; e il tumore del nervo acustico l'8 per cento del totale. Va detto, però, che tra il 1986 e il 2005 si è avuto un aumento dei casi dello 0,5 per 100 mila abitanti tra gli uomini e dello 0,9 per cento tra le donne.
Queste le opinioni del super panel indipendente alle quali il grande e costoso Interphone non potrà aggiungere granché. Anche perché, nell'attesa, sono fioccate critiche e maldicenze. A partire dalla constatazione che Interphone, pur essendo sponsorizzato dall'Oms, è in gran parte finanziato da industrie. E che nessuno capisce perché dallo studio siano stati esclusi i bambini, considerati da tutte le autorità sanitarie del mondo i soggetti più vulnerabili.
(10 dicembre 2009)
Tumore al trigemino, per il giudice è colpa del telefonino
È la prima sentenza di un tribunale del lavoro che riconosce la malattia professionale ad un dirigente di un’azienda bresciana che, per dieci anni, ha lavorato utilizzando per ore e ore il cellullare e il cordless. L’uomo, Innocenzo Marcolini di 57 anni, è stato colpito da un tumore benigno al nervo trigemino. L’intervento chirurgico lo ha salvato ma le conseguenze sulla qualità della vita sono terribili. In parte ricompensato da questa sentenza di vittoria contro l’Inail che gli riconosce nella misura dell’80% la malattia professionale. Si tratta del primo giudice dunque che riconosce il nesso causale e il conseguente accertamento di invalidità da esposizione professionale.
Il percorso giudiziario lo racconta il biologo professor Angelo Levis, ordinario di mutagenesi presso l’Università di Padova, un’ autorità nel campo della ricerca sulle conseguenze delle onde elettromagnetiche sulla salute dell’uomo. Insieme a Giuseppe Grasso, neurochirurgo bresciano, è stato il perito che si è occupato di questa vicenda. Racconta di essere stato contattato tre anni fa da due persone, una dei Brescia e una di Cremona, con un lavoro molto simile a quello di Marcolini. Si occupavano di tenere relazioni con i clienti facendo largo uso di cordless e cellulari, e usando la mano destra per scrivere e l’orecchio sinistro per l’apparecchio telefonico. «Il cremonese ha sviluppato un tumore maligno alla parotide, il bresciano un tumore benigno al trigemino coinvolgendo anche il ganglio. Il tumore insorge per ambedue i casi a sinistra». Levis racconta che la sua perizia formulata utilizzando dati da letteratura («molto allarmanti checché ne dicano certe ottimistiche indagini spesso finanziate dalle aziende telefoniche») si associa a quella del neurochirurgo che si è espresso sulla caratteristica dei vari interventi. Il perito del tribunale ha riconosciuto la validità dell’indagine e l’altro giorno, in appello, il giudice ha riconosciuto il rapporto causa effetto.
Ancora non si conoscono le motivazioni che verranno pubblicate fra venti giorni,. Anche la Cassazione deve esprimersi (ma non nel merito bensì sulla legittimità del processo), ma quel che è successo nelle aule del tribunale del lavoro di Brescia è clamoroso. «Partendo dal fatto che non esisteva letteratura in merito, il perito nominato dal tribunale ha sposato le tesi dei due periti affermando che è plausibile che ci sia una relazione tra la malattia e l’irradiazione subita». Conclude l’esperto - che tra l’altro ha fondato una associazione di promozione sociale che si chiama “Applelettrosmog”- «che casi di questo genere sono sempre più frequenti ma pochi sono i medici informati in tal senso».
Gli risponde a distanza l’epidemiologo dell’Ist di Genova Valerio Gennaro che ha accolto con entusiasmo la sentenza di Brescia. «In realtà noi epidemiologi siamo sempre meno. All’Ist di Genova ve ne sono cinque tutte precarie. Come se questo importantissimo lavoro di prevenzione non interessasse. Va da sè che non si tratta solo di raccogliere dati, ma anche di interpretarli e di capire per quale motivo la gente si ammala».
Un milione di casi di tumori cerebrali ogni anno nel mondo, precisa il professor Levis. «Calcoliamo che è una malattia che ha dieci anni di latenza, quindi solo ora cominciamo a essere in possesso dei primi dati relativi alle conseguenze di certi comportamenti. Fra non molto verremo a conoscenza degli effetti dell’abuso di telefonini da parte dei minori. Quelli che a otto anni avevano già il cellulare nello zaino. E temo che saranno dolori».
Il Secolo XIX
18/12/2009
Dr. Sergio Audino, Medico Chirurgo , Specialista in Odontoiatria e Protesi Dentaria , Gnatologia Clinica , Presidente della S.I.D.-A.T.M
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 14.2k visite dal 23/12/2005.
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