Tumore all'esofago: opportunità di radioterapia
Egr. dottori, prima di tutto grazie.
Vi scrivo per mia zia che ha 60 anni, con una diagnosi di carcinoma mammario (1 nodulo di 8 mm e un altro di 2,5 cm entrambi al seno destro) diagnosticato tramite biopsia e RSM. Purtroppo, in attesa dell'operazione ha cominciato ad avere difficoltà a deglutire e le si è paralizzata una corda vocale (lo ha accertato l'otorino con una sonda). Abbiamo sospettato un tumore all'esofago (suo padre, mio nonno, è morto per tumore al cardias) e nel giro di una settimana (a metà luglio) si è sottoposta a una gastroscopia in narcosi, perché mia zia è sordomuta e con problemi psichiatrici (autolesionismo); anche per questo è stato difficile capire cosa le stava succedendo se non in una fase ormai avanzata, con difficoltà ragguardevoli e quindi riscontrabili anche da chi le sta intorno (mia madre si occupa di lei per tutto). Durante la gastroscopia lo strumento non ha potuto proseguire per la presenza di una neoplasia. Il medico non ha ritenuto però opportuno, data l'estensione del tumore, seppur valutato solo per via endoscopica, procedere a un esame istologico. Nei giorni seguenti, lo stesso gastroenterologo, ha posizionato con successo uno stent nell'esofago per permettere a mia zia di alimentarsi con minor difficoltà. Due giorni dopo ha disposto una TAC toracica e addominale ed ecco il referto:
Ispessimento concentrico di natura ETPasica del terzo medio e distale dell'esofago che originando a meno di un cm dal di sotto della biforcazione tracheale si estende cranio-caudalmente per poco meno di 10 cm.
In corrispondenza del terzo medio non è identificabile il piano adiposo di clivaggio tra l'esofago e l'aorta, l'estensione del contatto tra le due strutture risulta inferiore al 45% valore indicativo per assenza di invasione. Segni di infiltrazione della vena Azigos e verosimilmente del ramo loboare sup arteria polmonare destra.
Numerose adenomegalie patologiche di aspetto ipodenso dopo mdc ev per fenomeni necrotici centrali si apprezzano a livello dei linfonodi paraesofagei, alcune adenomegalie subcentrimetriche mediastiniche in prevascolare e precarenale, adenomegalia patologica di aspetto necrotico-colliquato di circa 1,5 cm in corrispondenza dei vasi epiartici bilaterlamente. Nella finestra per parenchima polmonare alcune puntiformi nodularità riferibili a localizzazioni secondarie prevalentemente distribuite sul LSDx e alivello del segmento apicale LIDx. Non versamento pleurico-pericardico.
In ambito addominale a carico del fegato alcune calcificazioni intraparenchimali delle dimensioni max di 1 cm VIII segmento, dopo mdc ev si osservano due focalità, una puntiforme sul V segmento, la seconda subcentimetrica a livello del VI sospette per secondarietà.
Alcune adenomegalie patologiche delle dimensioni max di 1,5 cm a livello perigastrico (legamento epato-gastrico) alcune isolate adenomegalie di circa 1 cm in sede celiaca. Piccola adenomegalia nello spessore tessuto adiposo ventaglio mesenteriale.
Non alterazioni delle vie biliari in pz colecistectomizzata. Milza nei limiti con alcune puntiformi calcificazioni intraparenchimali.
Ometto il resto che è "nei limiti della norma".
Il responso è che mia zia non è operabile; l'operazione al seno è stata cancellata, perché il tumore alla mammella a 60 anni è molto meno aggressivo degli altri. Dalla fine di luglio mia zia ha cominciato una terapia del dolore; purtroppo soffre ancora molto e, dopo un primo momento felice, sono tornate le difficoltà di deglutizione: prende 3 punture al giorno di Plasil, vomita comunque, soffre di dolori alla schiena e alle spalle, attenuate solo da punture di Toradol. Ogni tanto viene alimentata via flebo.
Quello che preme a noi familiari, responsabili di una persona così inerme, è sapere che stiamo veramente facendo tutto il possibile per darle una buona qualità di vita, fino alla fine. Se a livello chirurgico gli staff dei diversi ospedali (per il seno avevamo preso contatti con un centro specializzato) ci hanno dato ogni spiegazione possibile, a livello oncologico è mancata la pazienza, credo, per articolare un po' meglio il responso "non c'è niente da fare" e permetterci di capire e rassegnarci. L'oncologa della nostra ASL più che rispondere mi ha consigliato di rivolgermi al radioterapista per avere le risposte. Ritengo che il clima vacanziero abbia condizionato il suo giudizio, quindi risottopongo a voi le stesse domande:
1) le condizioni fisiche di mia zia non le permettono di sottoporsi ad una chemioterapia, ma la radioterapia potrebbe comunque essere utile, soprattutto per impedire che il tumore chiuda di nuovo il lume esofageo e "inglobi" lo stent?
2) Gli effetti collaterali della radioterapia potrebbero essere pesanti su un fisico debilitato? mia zia ha perso 15 chili negli ultimi 3 mesi.
3) come mai il gastroenterologo non ha voluto effettuare l'esame istologico? forse la dimensione del tumore gli ha già suggerito l'inoperabilità e l'impossibilità di attuare qualsiasi trattamento oncologico?
4) cosa dobbiamo aspettarci a livello di sintomi, oltre quelli che vi ho già descritto, per permetterci di affrontarli meglio e alleviare le pene di mia zia?
5) Il tumore primario è quello mammario? mi diceva un'oncologa specializzanda che è stato riscontrato un legame tra carcinoma mammario e tumore al cardias. Avrebbe una familiarità con il tumore al cardias per cui è morto anche mio nonno?
6) che rischio abbiamo noi familiari per quanto riguarda l'esofago? Sul carcinoma mammario sono ahimè abbastanza "istruita", trovandomi all'ultimo ciclo di chemio, dopo mastectomia.
7) Hanno dato a mia zia circa 5 mesi di vita, che ne pensate, anche in maniera approssimativa?
Vi ringrazio anticipatamente della disponibilità e mi scuso per la prolissità, ma il quadro è un po' complesso, non trovate?
Cordiali e grati saluti
Vi scrivo per mia zia che ha 60 anni, con una diagnosi di carcinoma mammario (1 nodulo di 8 mm e un altro di 2,5 cm entrambi al seno destro) diagnosticato tramite biopsia e RSM. Purtroppo, in attesa dell'operazione ha cominciato ad avere difficoltà a deglutire e le si è paralizzata una corda vocale (lo ha accertato l'otorino con una sonda). Abbiamo sospettato un tumore all'esofago (suo padre, mio nonno, è morto per tumore al cardias) e nel giro di una settimana (a metà luglio) si è sottoposta a una gastroscopia in narcosi, perché mia zia è sordomuta e con problemi psichiatrici (autolesionismo); anche per questo è stato difficile capire cosa le stava succedendo se non in una fase ormai avanzata, con difficoltà ragguardevoli e quindi riscontrabili anche da chi le sta intorno (mia madre si occupa di lei per tutto). Durante la gastroscopia lo strumento non ha potuto proseguire per la presenza di una neoplasia. Il medico non ha ritenuto però opportuno, data l'estensione del tumore, seppur valutato solo per via endoscopica, procedere a un esame istologico. Nei giorni seguenti, lo stesso gastroenterologo, ha posizionato con successo uno stent nell'esofago per permettere a mia zia di alimentarsi con minor difficoltà. Due giorni dopo ha disposto una TAC toracica e addominale ed ecco il referto:
Ispessimento concentrico di natura ETPasica del terzo medio e distale dell'esofago che originando a meno di un cm dal di sotto della biforcazione tracheale si estende cranio-caudalmente per poco meno di 10 cm.
In corrispondenza del terzo medio non è identificabile il piano adiposo di clivaggio tra l'esofago e l'aorta, l'estensione del contatto tra le due strutture risulta inferiore al 45% valore indicativo per assenza di invasione. Segni di infiltrazione della vena Azigos e verosimilmente del ramo loboare sup arteria polmonare destra.
Numerose adenomegalie patologiche di aspetto ipodenso dopo mdc ev per fenomeni necrotici centrali si apprezzano a livello dei linfonodi paraesofagei, alcune adenomegalie subcentrimetriche mediastiniche in prevascolare e precarenale, adenomegalia patologica di aspetto necrotico-colliquato di circa 1,5 cm in corrispondenza dei vasi epiartici bilaterlamente. Nella finestra per parenchima polmonare alcune puntiformi nodularità riferibili a localizzazioni secondarie prevalentemente distribuite sul LSDx e alivello del segmento apicale LIDx. Non versamento pleurico-pericardico.
In ambito addominale a carico del fegato alcune calcificazioni intraparenchimali delle dimensioni max di 1 cm VIII segmento, dopo mdc ev si osservano due focalità, una puntiforme sul V segmento, la seconda subcentimetrica a livello del VI sospette per secondarietà.
Alcune adenomegalie patologiche delle dimensioni max di 1,5 cm a livello perigastrico (legamento epato-gastrico) alcune isolate adenomegalie di circa 1 cm in sede celiaca. Piccola adenomegalia nello spessore tessuto adiposo ventaglio mesenteriale.
Non alterazioni delle vie biliari in pz colecistectomizzata. Milza nei limiti con alcune puntiformi calcificazioni intraparenchimali.
Ometto il resto che è "nei limiti della norma".
Il responso è che mia zia non è operabile; l'operazione al seno è stata cancellata, perché il tumore alla mammella a 60 anni è molto meno aggressivo degli altri. Dalla fine di luglio mia zia ha cominciato una terapia del dolore; purtroppo soffre ancora molto e, dopo un primo momento felice, sono tornate le difficoltà di deglutizione: prende 3 punture al giorno di Plasil, vomita comunque, soffre di dolori alla schiena e alle spalle, attenuate solo da punture di Toradol. Ogni tanto viene alimentata via flebo.
Quello che preme a noi familiari, responsabili di una persona così inerme, è sapere che stiamo veramente facendo tutto il possibile per darle una buona qualità di vita, fino alla fine. Se a livello chirurgico gli staff dei diversi ospedali (per il seno avevamo preso contatti con un centro specializzato) ci hanno dato ogni spiegazione possibile, a livello oncologico è mancata la pazienza, credo, per articolare un po' meglio il responso "non c'è niente da fare" e permetterci di capire e rassegnarci. L'oncologa della nostra ASL più che rispondere mi ha consigliato di rivolgermi al radioterapista per avere le risposte. Ritengo che il clima vacanziero abbia condizionato il suo giudizio, quindi risottopongo a voi le stesse domande:
1) le condizioni fisiche di mia zia non le permettono di sottoporsi ad una chemioterapia, ma la radioterapia potrebbe comunque essere utile, soprattutto per impedire che il tumore chiuda di nuovo il lume esofageo e "inglobi" lo stent?
2) Gli effetti collaterali della radioterapia potrebbero essere pesanti su un fisico debilitato? mia zia ha perso 15 chili negli ultimi 3 mesi.
3) come mai il gastroenterologo non ha voluto effettuare l'esame istologico? forse la dimensione del tumore gli ha già suggerito l'inoperabilità e l'impossibilità di attuare qualsiasi trattamento oncologico?
4) cosa dobbiamo aspettarci a livello di sintomi, oltre quelli che vi ho già descritto, per permetterci di affrontarli meglio e alleviare le pene di mia zia?
5) Il tumore primario è quello mammario? mi diceva un'oncologa specializzanda che è stato riscontrato un legame tra carcinoma mammario e tumore al cardias. Avrebbe una familiarità con il tumore al cardias per cui è morto anche mio nonno?
6) che rischio abbiamo noi familiari per quanto riguarda l'esofago? Sul carcinoma mammario sono ahimè abbastanza "istruita", trovandomi all'ultimo ciclo di chemio, dopo mastectomia.
7) Hanno dato a mia zia circa 5 mesi di vita, che ne pensate, anche in maniera approssimativa?
Vi ringrazio anticipatamente della disponibilità e mi scuso per la prolissità, ma il quadro è un po' complesso, non trovate?
Cordiali e grati saluti
[#1]
Cara Amica,
la compresenza di due neoplasie non è situazione rarissima e purtroppo complica ovviamente le cose. La neoplasia più aggressiva è senza dubbio quella esofagea. Suppongo che il collega endoscopista non abbia prelevato un frustolo per esame istologico data la chiarezza del quadro. Personalmente in principio avrei tentato una chemioterapia, ma questo lo dico a distanza senza aver visionato alcun tipo di documentazione cartacea e senza aver visto la paziente per cui con tutte le approssimazioni del caso. Avrei tentato una chemioterapia a cavallo tra le due condizioni patologiche ricercando una combinazione di farmaci valida (più o meno) per entrambe le neoplasie. Per quanto riguarda una radioterapia palliativa a livello esofageo ritengo che si possa eseguire ma per questo vi consiglio di fissare un appuntamento con un collega radioterapista che prenda a cuore il caso e lo segua sino in fondo. La palliazione del dolore e della inappetenza senza dubbio assume ora una posizione di assoluto rilievo. Sentirei un collega nutrizionista per eventuale posizionamento di sondino nasogastrico e nutrizione con delle sacche tramite il suddetto accesso. Non è possibile fare delle stime di sopravvivenza, come spesso dico nelle pagine di questo forum. Tale stima non sarebbe attendibile poichè la condizione di malattia viene comunque inficiata dai trattamenti e le cellule neoplastiche, poi, non viaggiano sempre alla stessa velocità di replicazione essendo una popolazione assai variegata e con le più svariate attitudini.
un caro saluto, sempre a disposizione
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
la compresenza di due neoplasie non è situazione rarissima e purtroppo complica ovviamente le cose. La neoplasia più aggressiva è senza dubbio quella esofagea. Suppongo che il collega endoscopista non abbia prelevato un frustolo per esame istologico data la chiarezza del quadro. Personalmente in principio avrei tentato una chemioterapia, ma questo lo dico a distanza senza aver visionato alcun tipo di documentazione cartacea e senza aver visto la paziente per cui con tutte le approssimazioni del caso. Avrei tentato una chemioterapia a cavallo tra le due condizioni patologiche ricercando una combinazione di farmaci valida (più o meno) per entrambe le neoplasie. Per quanto riguarda una radioterapia palliativa a livello esofageo ritengo che si possa eseguire ma per questo vi consiglio di fissare un appuntamento con un collega radioterapista che prenda a cuore il caso e lo segua sino in fondo. La palliazione del dolore e della inappetenza senza dubbio assume ora una posizione di assoluto rilievo. Sentirei un collega nutrizionista per eventuale posizionamento di sondino nasogastrico e nutrizione con delle sacche tramite il suddetto accesso. Non è possibile fare delle stime di sopravvivenza, come spesso dico nelle pagine di questo forum. Tale stima non sarebbe attendibile poichè la condizione di malattia viene comunque inficiata dai trattamenti e le cellule neoplastiche, poi, non viaggiano sempre alla stessa velocità di replicazione essendo una popolazione assai variegata e con le più svariate attitudini.
un caro saluto, sempre a disposizione
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#2]
Utente
Egr. Dr. Pastore, la ringrazio infinitamente delle sue sollecite ed esaurienti parole.
Purtroppo tante soluzioni oncologiche non sono state intraprese anche perché il carcinoma mammario è stato rilevato alla fine di giugno e quello esofageo (ecc.) solo a fine luglio. L'approssimarsi delle vacanze ha bloccato tutto.
Grazie alla sua risposta ora so che una visita dal radioterapista è veramente importante e mi attiverò subito per avere un appuntamento nell'ospedale più vicino a mia zia, per comodità di spostamento.
Grazie ancora di cuore.
Purtroppo tante soluzioni oncologiche non sono state intraprese anche perché il carcinoma mammario è stato rilevato alla fine di giugno e quello esofageo (ecc.) solo a fine luglio. L'approssimarsi delle vacanze ha bloccato tutto.
Grazie alla sua risposta ora so che una visita dal radioterapista è veramente importante e mi attiverò subito per avere un appuntamento nell'ospedale più vicino a mia zia, per comodità di spostamento.
Grazie ancora di cuore.
[#3]
Di nulla, figurati.
Tienimi aggiornato se ti può essere utile e far piacere.
Cari saluti
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
Tienimi aggiornato se ti può essere utile e far piacere.
Cari saluti
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
[#5]
Utente
Aggiornamento: il 4 settembre la radioterapista ci ha sconsigliato la terapia in loco per più motivi:
1) la zona da trattare era troppo estesa
2) gli effetti collaterali anche in zone meno estese comportano effetti collaterali di infiammazione ecc. pari a una chirurgia
3) tra gli effetti collaterali è compreso anche il vomito, che mia zia ha avuto di continuo, fino all'aggravamento finale: è infine deceduta domenica scorsa.
Il decorso aggressivo e veloce della malattia chiarisce meglio di ogni altra spiegazione le decisioni del gastroenterologo che non ha proposto nessun tipo di terapia.
Ciononostante le spiegazioni sono proprio quelle che mettono alcuni malati o parenti in grado di affrontare meglio la malattia e la durezza delle terapie a cui si viene sottoposti. Voi/Lei ci avete aiutato in tal senso e vi ringrazio di cuore.
A proposito di spiegazioni: ho finito da un mese l'ottavo ciclo di chemioterapia e scopro solo adesso che il test di Fish su 2 dei miei noduli mammari con C-erb-B2 +1 ha dato un risultato di iperespressione di 2,2 e 2,7 per cui un oncologo mi ha già fissato giovedì prossimo la somministrazione di Herceptin (da fare per un anno ogni 3 settimane) e un altro mi ha detto che non vale la pena visto il +1 (nonostante il risultato di Fish) e la cardiotossicità del farmaco. Che fare? A chi dare retta?
Se può servire qualche dato istologico: G3, T2, linfonodi negativi, addome negativo, Tac e scintigrafia negative, mastectomia...
Grazie per ogni minuto dedicatomi, visto che giovedì ho la somministrazione!
1) la zona da trattare era troppo estesa
2) gli effetti collaterali anche in zone meno estese comportano effetti collaterali di infiammazione ecc. pari a una chirurgia
3) tra gli effetti collaterali è compreso anche il vomito, che mia zia ha avuto di continuo, fino all'aggravamento finale: è infine deceduta domenica scorsa.
Il decorso aggressivo e veloce della malattia chiarisce meglio di ogni altra spiegazione le decisioni del gastroenterologo che non ha proposto nessun tipo di terapia.
Ciononostante le spiegazioni sono proprio quelle che mettono alcuni malati o parenti in grado di affrontare meglio la malattia e la durezza delle terapie a cui si viene sottoposti. Voi/Lei ci avete aiutato in tal senso e vi ringrazio di cuore.
A proposito di spiegazioni: ho finito da un mese l'ottavo ciclo di chemioterapia e scopro solo adesso che il test di Fish su 2 dei miei noduli mammari con C-erb-B2 +1 ha dato un risultato di iperespressione di 2,2 e 2,7 per cui un oncologo mi ha già fissato giovedì prossimo la somministrazione di Herceptin (da fare per un anno ogni 3 settimane) e un altro mi ha detto che non vale la pena visto il +1 (nonostante il risultato di Fish) e la cardiotossicità del farmaco. Che fare? A chi dare retta?
Se può servire qualche dato istologico: G3, T2, linfonodi negativi, addome negativo, Tac e scintigrafia negative, mastectomia...
Grazie per ogni minuto dedicatomi, visto che giovedì ho la somministrazione!
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 12.3k visite dal 18/08/2008.
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