Ca duttale infiltrante mammella
Buonasera. Nel febbraio 2014 ho subito una quadrantectomia per asportazione di un ca duttale infiltrante alla mammella dx di circa 2cm, scarsamente differenziato. La biopsia del LS, positivo intraoperatoriamente, e' stata seguita da linfoadenectomia di 12 linfonodi (I e II livello). Stadiazione: pT1c pN1a, non metastasi a distanza. ER >90%, PGR >90%, her2 non amplificato (FISH), mib30 >50%, p53<5%.
Ho fatto chemioterapia 4EC + 4Taxotere, ora devo sottopormi a radioterapia e terapia ormonale con tamoxifene ed enantone.
Dei 12 linfonodi asportati sono risultate metastasi max 4mm nel LS e micrometastasi max1mm in un altro linfonodo ascellare.
Mi è stato spiegato che trattasi di malattia aggressiva, imputata soprattutto all'elevato indice di proliferazione. Vorrei invece capire quanto incidono la situazione linfonodale, che invece sembra parametro fondamentale, e la p53 mutata. Si tratta di una mutazione rilevante? In ogni caso, con le terapie adiuvanti, posso pensare che il mio rischio di recidiva sia simile a quello di un paziente N-? Molte grazie.
Ho fatto chemioterapia 4EC + 4Taxotere, ora devo sottopormi a radioterapia e terapia ormonale con tamoxifene ed enantone.
Dei 12 linfonodi asportati sono risultate metastasi max 4mm nel LS e micrometastasi max1mm in un altro linfonodo ascellare.
Mi è stato spiegato che trattasi di malattia aggressiva, imputata soprattutto all'elevato indice di proliferazione. Vorrei invece capire quanto incidono la situazione linfonodale, che invece sembra parametro fondamentale, e la p53 mutata. Si tratta di una mutazione rilevante? In ogni caso, con le terapie adiuvanti, posso pensare che il mio rischio di recidiva sia simile a quello di un paziente N-? Molte grazie.
[#1]
Ma perché rileva solo i fattori prognostici sfavorevoli e non dà alcuna importanza a quelli favorevoli come ad esempio la positività recettoriale ?
Sullo stato linfonodale parliamo di micrometastasi e non di metastasi e quindi si consideri N- (^___^).
Con le terapie adiuvanti credo che si possa suggerire solo un cauto ottimismo.
https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/4700-dare-sempre-speranza-i-fattori-predittivi-sono-una-mera-informazione-non-una-condanna.html
Tanti saluti
Sullo stato linfonodale parliamo di micrometastasi e non di metastasi e quindi si consideri N- (^___^).
Con le terapie adiuvanti credo che si possa suggerire solo un cauto ottimismo.
https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/4700-dare-sempre-speranza-i-fattori-predittivi-sono-una-mera-informazione-non-una-condanna.html
Tanti saluti
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#2]
Utente
La ringrazio molto. In realtà, dall'inizio delle terapie sono sempre stata più ottimista di quanto non lo sia ora....cioè da quando la mia curiosità mi ha portato a leggere articoli scientifici su internet secondo i quali, ad esempio, la presenza di p53 mutata riduce l'efficacia delle antracicline. In ogni caso, secondo Lei potrebbe essere necessaria/ utile qualche analisi genetica o la ricerca di altri antigeni sul reperto istolologico? Grazie ancora. Sa i pensieri nati dall'ansia viaggiano ad una velocità superiore a quella dei pensieri razionali. Le auguro buon lavoro.
[#3]
Provi a rileggersi questo consulto cui ho appena risposto e verificherà che anche per Lei, come per tutte del resto, è altro
Legga
https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/436129-esame-istologico-e-futuro-del-paziente.html
Saluti
Legga
https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/436129-esame-istologico-e-futuro-del-paziente.html
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.8k visite dal 26/09/2014.
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