Alimentazione durante chemio
Buonasera dottore,
sono un gran consumatore di agrumi, in particolare di limoni. Navigando sul web ho letto che il pompelmo durante il trattamento chemioterapico potrebbe contrastarne l'efficacia. Il consumo è sconsigliato anche durante il periodo di pausa tra un ricovero e l'altro? Lo stesso effetto potrebbe essere causato anche dall'assunzione di limoni?
Inoltre ho tratto benefici bevendo circa 6 litri d'acqua al giorno durante la somministrazione di chemio. Bere così tanto potrebbe ridurne l'efficacia? La metabolizzazione dei farmaci come avviene?
In attesa di un gradito riscontro, cordiali saluti.
sono un gran consumatore di agrumi, in particolare di limoni. Navigando sul web ho letto che il pompelmo durante il trattamento chemioterapico potrebbe contrastarne l'efficacia. Il consumo è sconsigliato anche durante il periodo di pausa tra un ricovero e l'altro? Lo stesso effetto potrebbe essere causato anche dall'assunzione di limoni?
Inoltre ho tratto benefici bevendo circa 6 litri d'acqua al giorno durante la somministrazione di chemio. Bere così tanto potrebbe ridurne l'efficacia? La metabolizzazione dei farmaci come avviene?
In attesa di un gradito riscontro, cordiali saluti.
[#1]
Le allego un articolo pubblicato nel mio sito di Franco Berrino
http://www.senosalvo.com/alimentazione_chemioterapia.htm
Tanti saluti
http://www.senosalvo.com/alimentazione_chemioterapia.htm
Tanti saluti
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#3]
Giovane amico,
la tentazione alla sua ultima è stata fortissima di non replicarle più, perché una condizione di malattia non vuol dire che "tutto sia automaticamente dovuto", anche da chi come me da 10 anni dispensa consigli per passione e quindi GRATUITAMENTE.
Lei ha ragione ma se ci pensa bene manca un passaggio di elementare cortesia alla sua replica >> non ho ottenuto risposte alle mie domande.>>.
Se l'8 luglio un altro collega Le ha respinto una altra richiesta di consulto forse qualche dubbio sul suo abituale approccio nella vita reale e virtuale dovrebbe farselo venire.
Io ci passo sopra e Le rispondo comunque .
Il link allegato riassume lo "stato dell'arte" sulla alimentazione in corso di chemioterapia, ma a lei interessano solo le conferme alle sue stravaganti e integraliste autoprescrizioni. Il resto per lei evidentemente è spazzatura.
Cominciamo comunque da queste
a) bere molto è uno dei consigli base, ma evidentemente il molto non si può estendere sino a 6 litri di acqua al giorno
b) Il pompelmo e i limoni. Vedo che è bene informato sulle cautele in corso di chemioterapia. Gliele riconfermo e vale per tutti gli agrumi. Ma la cautela vale per gli eccessi che Lei descrive tra le sue abitudini e non valgono solo per i chemioterapici ma per le INTERAZIONI con ben altri 43 farmaci : nell'elenco figurano chemioterapici, antibiotici, immunosoppressori, statine, antipertensivi e moltissimi principi attivi che agiscono sul sistema cardiovascolare.
Uno studio recente ne ha identificato in realtà sino ad un totale di 85.
Ne consegue che poiché probabilmente altre interazioni non sono ancora dimostrate , precauzionalmente sono da proscrivere le abitudine di dosi eccessive di FURANOCUMARINE, che si trovano soprattutto nel pompelmo, ma anche in diversi agrumi tra cui le arance amare usate nelle marmellate o il lime (nessun rischio con le arance classiche) : questi composti bloccano in modo irreversibile un enzima che si trova a livello gastrointestinale e che serve ad INATTIVARE molti farmaci e pertanto chi ha l'abitudine di somministrarsi grandi quantità di furanocumarine va di fatto in "overdose" da farmaco, perché questo resta in circolo senza venire eliminato: il dosaggio dopo aver preso una pastiglia con il succo di pompelmo può essere anche cinque o dieci volte maggiore della stessa medicina inghiottita con un bicchiere d'acqua.
Alle sue autoprescrizioni forse non ci sono state risposte ma io ci tenevo ad allegarle
http://www.senosalvo.com/alimentazione_chemioterapia.htm
1). Se già si soffre di stitichezza, ad esempio cambiare subito l’alimentazione: introdurre cibi integrali, ad esempio il pane integrale a lievitazione naturale, facile da trovare in molti negozi, e comunque facile da fare in casa; ancor meglio il pane integrale con i semi di lino; o il riso integrale, che si cuoce in modo diverso dal riso bianco (una tazza di riso ben lavato, due tazze di acqua fredda, un cucchiaino da caffè raso di sale marino integrale, cuocere a fuoco bassissimo per tre quarti d’ora, il riso è pronto quando ha consumato tutta l’acqua), o altri cereali integrali con verdure, tutti da masticare molto accuratamente. I cibi ricchi di fibre non vanno bene, invece, in caso di colite, né durante i cicli di chemioterapia, specie i prodotti da forno, perché le fibre indurite dalla cottura possono irritare meccanicamente le mucose e peggiorarne l’infiammazione.
2)Durante la chemioterapia, anche in caso di gravi infiammazioni delle mucose, va molto bene mangiare i cereali integrali sotto forma di crema, ad esempio la crema di riso (una tazza di riso integrale in sette tazze di acqua, sale marino, cuocere per due-tre ore a fuoco basso poi passare al setaccio in modo da togliere le fibre; oppure si può partire da una semola di riso integrale, meglio se macinata di fresco e poi tostata, con cui si può fare una crema in 10-15 minuti, sempre da passare al setaccio).
Le mucositi del tubo digerente causano un’aumentata permeabilità intestinale, che favorisce l’assorbimento di sostanze potenzialmente tossiche. Per contrastare l’aumentata permeabilità è utile ispessire la crema di riso con l’amido tratto dalla radice del kuzu (sciogliere un cucchiaino di kuzu in poca acqua fredda, aggiungere alla crema e far bollire per pochi minuti).
3) Per prevenire o alleviare la colite è bene evitare carni e formaggi, perché nella putrefazione intestinale delle proteine animali si libera idrogeno solforato, che ha azione tossica sulla mucosa.
Può andare bene però un po’ di pesce, anche se ricco di proteine animali, perché il grasso del pesce riduce l’infiammazione.
4) Con attenzione si potranno introdurre creme di legumi o ricette a base di tofu, le cui proteine sono meno tossiche di quelle della carne perché contengono pochi aminoacidi solforati. Si possono usare le lenticchie rosse (decorticate). Eventuali altri legumi devono essere passati al setaccio per togliere la buccia.
Se compare stitichezza si preparerà una deliziosa bevanda a base di agar agar (scioglierne un cucchiaino in una tazza di succo di mela senza zucchero, portare ad ebollizione per un paio di minuti, spegnere il fuoco e bere tiepido, prima che diventi una gelatina), tutte le sere per una settimana.
La zuppa di miso che si mangia nei ristoranti Giapponesi è molto indicata per risanare il tubo digerente dai danni da chemioterapia e 2 radioterapia, ed è facile da preparare (stemperare un mezzo cucchiaino di miso in un po’ d’acqua tiepida, aggiungere in fine cottura a un brodo vegetale senza sale e spegnere il fuoco); se l’intestino è infiammato è utile fare il brodo utilizzando anche un centimetro di alga Wakame, che contiene mucillagini lenitive (dà un gusto di mare al brodo).
Il rischio è che si associ il sapore nuovo del miso con il malessere del trattamento e poi non lo si voglia più gustare.
Consigliamo quindi di introdurre la zuppa di miso e la crema di riso non nei giorni del trattamento ma solo quando è passata la nausea. Contro la nausea possono servire cibi salati e asciutti.
5) Talvolta vengono consigliati cracker e parmigiano, cioè cereali cotti al forno e proteine animali, che come abbiamo detto sono controindicati perché causano irritazione meccanica e chimica. Consigliamo piuttosto di masticare bene una galletta di riso integrale (scegliere quelle con sale).
6) Se compare diarrea un aiuto lo si può ricevere dal kuzu, che ha la proprietà di irrobustire le pareti dell’intestino. Se ne scioglie un cucchiaino in una tazza di acqua fredda e lo si porta ad ebollizione fino a che la preparazione non diventa trasparente, a questo punto si aggiungono alcune gocce di tamari (salsa di soia). Va bene anche ispessire con il kuzu la crema di riso.
7)Poiché la chemioterapia può causare anemia, alcuni consigliano di mangiare carni rosse, ricche di ferro facilmente assimilabile. Per non esagerare con le proteine animali consigliamo piuttosto di usare in cucina le alghe marine, anche solo insaporire le zuppe con alga Nori.
Miso, alga Nori, kuzu e tamari si trovano in vendita nei negozi di alimenti biologici. Con queste conoscenze si può migliorare l’alimentazione anche quando si è guariti. Alcuni frangenti della vita invitano a scelte più sobrie. Accogliamoli come opportunità.
8) Un pregiudizio diffuso è che durante la chemioterapia, per irrobustire l’organismo, sia bene mangiare molto, e mangiare alimenti molto calorici, come gelati, o piatti conditi con burro e panna, o bevande zuccherate, e alimenti ricchi di proteine e di grassi, come uova, carni e formaggi. Questi consigli discendono dalla conoscenza che quando un tumore è in stadio molto avanzato i malati tendono a dimagrire e a perdere forze.
Ma è ben dimostrato che le diete ipercaloriche e iperproteiche non aiutano. Questi consigli anzi sono pericolosi per chi si sottopone a chemioterapie precauzionali, come quella che si fa dopo l’intervento per tumore al seno.
Durante la chemioterapia infatti le pazienti tendono ad ingrassare, mentre se non si ingrassa è più facile guarire.
E' sicuro di avere letto quanto Le avevo allegato o si aspettava un trattato, tra l'altro ancora neanche pubblicato, per soddisfare le sue stravaganti curiosità ?
Si spogli sin dalla sua giovane età già provata da questa amara esperienza un po' della prosopopea del, direbbero a Milano,"SO TUTTO MI, e qui troverà solidarietà, cortesia, accoglienza e....qualche consiglio utile.
Glielo raccomando perché potrebbe essere mio figlio...
Tanti saluti
la tentazione alla sua ultima è stata fortissima di non replicarle più, perché una condizione di malattia non vuol dire che "tutto sia automaticamente dovuto", anche da chi come me da 10 anni dispensa consigli per passione e quindi GRATUITAMENTE.
Lei ha ragione ma se ci pensa bene manca un passaggio di elementare cortesia alla sua replica >> non ho ottenuto risposte alle mie domande.>>.
Se l'8 luglio un altro collega Le ha respinto una altra richiesta di consulto forse qualche dubbio sul suo abituale approccio nella vita reale e virtuale dovrebbe farselo venire.
Io ci passo sopra e Le rispondo comunque .
Il link allegato riassume lo "stato dell'arte" sulla alimentazione in corso di chemioterapia, ma a lei interessano solo le conferme alle sue stravaganti e integraliste autoprescrizioni. Il resto per lei evidentemente è spazzatura.
Cominciamo comunque da queste
a) bere molto è uno dei consigli base, ma evidentemente il molto non si può estendere sino a 6 litri di acqua al giorno
b) Il pompelmo e i limoni. Vedo che è bene informato sulle cautele in corso di chemioterapia. Gliele riconfermo e vale per tutti gli agrumi. Ma la cautela vale per gli eccessi che Lei descrive tra le sue abitudini e non valgono solo per i chemioterapici ma per le INTERAZIONI con ben altri 43 farmaci : nell'elenco figurano chemioterapici, antibiotici, immunosoppressori, statine, antipertensivi e moltissimi principi attivi che agiscono sul sistema cardiovascolare.
Uno studio recente ne ha identificato in realtà sino ad un totale di 85.
Ne consegue che poiché probabilmente altre interazioni non sono ancora dimostrate , precauzionalmente sono da proscrivere le abitudine di dosi eccessive di FURANOCUMARINE, che si trovano soprattutto nel pompelmo, ma anche in diversi agrumi tra cui le arance amare usate nelle marmellate o il lime (nessun rischio con le arance classiche) : questi composti bloccano in modo irreversibile un enzima che si trova a livello gastrointestinale e che serve ad INATTIVARE molti farmaci e pertanto chi ha l'abitudine di somministrarsi grandi quantità di furanocumarine va di fatto in "overdose" da farmaco, perché questo resta in circolo senza venire eliminato: il dosaggio dopo aver preso una pastiglia con il succo di pompelmo può essere anche cinque o dieci volte maggiore della stessa medicina inghiottita con un bicchiere d'acqua.
Alle sue autoprescrizioni forse non ci sono state risposte ma io ci tenevo ad allegarle
http://www.senosalvo.com/alimentazione_chemioterapia.htm
1). Se già si soffre di stitichezza, ad esempio cambiare subito l’alimentazione: introdurre cibi integrali, ad esempio il pane integrale a lievitazione naturale, facile da trovare in molti negozi, e comunque facile da fare in casa; ancor meglio il pane integrale con i semi di lino; o il riso integrale, che si cuoce in modo diverso dal riso bianco (una tazza di riso ben lavato, due tazze di acqua fredda, un cucchiaino da caffè raso di sale marino integrale, cuocere a fuoco bassissimo per tre quarti d’ora, il riso è pronto quando ha consumato tutta l’acqua), o altri cereali integrali con verdure, tutti da masticare molto accuratamente. I cibi ricchi di fibre non vanno bene, invece, in caso di colite, né durante i cicli di chemioterapia, specie i prodotti da forno, perché le fibre indurite dalla cottura possono irritare meccanicamente le mucose e peggiorarne l’infiammazione.
2)Durante la chemioterapia, anche in caso di gravi infiammazioni delle mucose, va molto bene mangiare i cereali integrali sotto forma di crema, ad esempio la crema di riso (una tazza di riso integrale in sette tazze di acqua, sale marino, cuocere per due-tre ore a fuoco basso poi passare al setaccio in modo da togliere le fibre; oppure si può partire da una semola di riso integrale, meglio se macinata di fresco e poi tostata, con cui si può fare una crema in 10-15 minuti, sempre da passare al setaccio).
Le mucositi del tubo digerente causano un’aumentata permeabilità intestinale, che favorisce l’assorbimento di sostanze potenzialmente tossiche. Per contrastare l’aumentata permeabilità è utile ispessire la crema di riso con l’amido tratto dalla radice del kuzu (sciogliere un cucchiaino di kuzu in poca acqua fredda, aggiungere alla crema e far bollire per pochi minuti).
3) Per prevenire o alleviare la colite è bene evitare carni e formaggi, perché nella putrefazione intestinale delle proteine animali si libera idrogeno solforato, che ha azione tossica sulla mucosa.
Può andare bene però un po’ di pesce, anche se ricco di proteine animali, perché il grasso del pesce riduce l’infiammazione.
4) Con attenzione si potranno introdurre creme di legumi o ricette a base di tofu, le cui proteine sono meno tossiche di quelle della carne perché contengono pochi aminoacidi solforati. Si possono usare le lenticchie rosse (decorticate). Eventuali altri legumi devono essere passati al setaccio per togliere la buccia.
Se compare stitichezza si preparerà una deliziosa bevanda a base di agar agar (scioglierne un cucchiaino in una tazza di succo di mela senza zucchero, portare ad ebollizione per un paio di minuti, spegnere il fuoco e bere tiepido, prima che diventi una gelatina), tutte le sere per una settimana.
La zuppa di miso che si mangia nei ristoranti Giapponesi è molto indicata per risanare il tubo digerente dai danni da chemioterapia e 2 radioterapia, ed è facile da preparare (stemperare un mezzo cucchiaino di miso in un po’ d’acqua tiepida, aggiungere in fine cottura a un brodo vegetale senza sale e spegnere il fuoco); se l’intestino è infiammato è utile fare il brodo utilizzando anche un centimetro di alga Wakame, che contiene mucillagini lenitive (dà un gusto di mare al brodo).
Il rischio è che si associ il sapore nuovo del miso con il malessere del trattamento e poi non lo si voglia più gustare.
Consigliamo quindi di introdurre la zuppa di miso e la crema di riso non nei giorni del trattamento ma solo quando è passata la nausea. Contro la nausea possono servire cibi salati e asciutti.
5) Talvolta vengono consigliati cracker e parmigiano, cioè cereali cotti al forno e proteine animali, che come abbiamo detto sono controindicati perché causano irritazione meccanica e chimica. Consigliamo piuttosto di masticare bene una galletta di riso integrale (scegliere quelle con sale).
6) Se compare diarrea un aiuto lo si può ricevere dal kuzu, che ha la proprietà di irrobustire le pareti dell’intestino. Se ne scioglie un cucchiaino in una tazza di acqua fredda e lo si porta ad ebollizione fino a che la preparazione non diventa trasparente, a questo punto si aggiungono alcune gocce di tamari (salsa di soia). Va bene anche ispessire con il kuzu la crema di riso.
7)Poiché la chemioterapia può causare anemia, alcuni consigliano di mangiare carni rosse, ricche di ferro facilmente assimilabile. Per non esagerare con le proteine animali consigliamo piuttosto di usare in cucina le alghe marine, anche solo insaporire le zuppe con alga Nori.
Miso, alga Nori, kuzu e tamari si trovano in vendita nei negozi di alimenti biologici. Con queste conoscenze si può migliorare l’alimentazione anche quando si è guariti. Alcuni frangenti della vita invitano a scelte più sobrie. Accogliamoli come opportunità.
8) Un pregiudizio diffuso è che durante la chemioterapia, per irrobustire l’organismo, sia bene mangiare molto, e mangiare alimenti molto calorici, come gelati, o piatti conditi con burro e panna, o bevande zuccherate, e alimenti ricchi di proteine e di grassi, come uova, carni e formaggi. Questi consigli discendono dalla conoscenza che quando un tumore è in stadio molto avanzato i malati tendono a dimagrire e a perdere forze.
Ma è ben dimostrato che le diete ipercaloriche e iperproteiche non aiutano. Questi consigli anzi sono pericolosi per chi si sottopone a chemioterapie precauzionali, come quella che si fa dopo l’intervento per tumore al seno.
Durante la chemioterapia infatti le pazienti tendono ad ingrassare, mentre se non si ingrassa è più facile guarire.
E' sicuro di avere letto quanto Le avevo allegato o si aspettava un trattato, tra l'altro ancora neanche pubblicato, per soddisfare le sue stravaganti curiosità ?
Si spogli sin dalla sua giovane età già provata da questa amara esperienza un po' della prosopopea del, direbbero a Milano,"SO TUTTO MI, e qui troverà solidarietà, cortesia, accoglienza e....qualche consiglio utile.
Glielo raccomando perché potrebbe essere mio figlio...
Tanti saluti
[#4]
Utente
Buonasera dottore,
tralasciando le sue considerazioni in merito al "SO TUTTO MI" (poiché se la pensassi in tal modo non sarei su questo sito a cercare informazioni da persone che considero sicuramente più informate di me) e altre critiche a titolo gratuito, riconoscendo che non è un trattato ancora pubblicato e che non trovandosi nei panni del paziente oncologico e quindi conoscendo solo parzialmente paure e fisime, da lei definite "Sravaganti curiosità" , che assalgono un malato, la sua risposta ora la considero ampiamente soddisfacente.
Ribadisco che l'articolo pubblicato da lei nel primo commento l'ho letto con molta attenzione e non mi ha fornito le informazioni che cercavo ( soprattutto in merito al punto a e al punto b ) e che ho ottenuto leggendo questo commento.
La ringrazio, saluti.
tralasciando le sue considerazioni in merito al "SO TUTTO MI" (poiché se la pensassi in tal modo non sarei su questo sito a cercare informazioni da persone che considero sicuramente più informate di me) e altre critiche a titolo gratuito, riconoscendo che non è un trattato ancora pubblicato e che non trovandosi nei panni del paziente oncologico e quindi conoscendo solo parzialmente paure e fisime, da lei definite "Sravaganti curiosità" , che assalgono un malato, la sua risposta ora la considero ampiamente soddisfacente.
Ribadisco che l'articolo pubblicato da lei nel primo commento l'ho letto con molta attenzione e non mi ha fornito le informazioni che cercavo ( soprattutto in merito al punto a e al punto b ) e che ho ottenuto leggendo questo commento.
La ringrazio, saluti.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 18.4k visite dal 13/07/2014.
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