Asportazione di un carcinoma

Gentili Signori,

a mia mamma, 64 anni e una storia familiare di tumori al colon-retto piuttosto ricorrente (due zii materni e due cugine di primo grado) è stato riscontrato durante la colonscopia di controllo effettuata a metà del mese quanto segue:

"Sfintere anale tonico, marische anali. Mucosa del canale anale trofica. Emorroidi di I grado, congeste. In sede di giunzione anorettale si osserva neoformazione verrucoide del diametro di 4 mm con mosaico irregolare. Esame condotto sino al cieco in condizioni di pulizia ottimali. Il retto-colon presenta in tutti i suoi segmenti pareti elastiche, ben distensibili e mucosa normale. Fini esiti cicatriziali del retto distal, esito di pregressi trattamenti anorettali"

" Si esegue polipectomia con pinza bioptica della lesione aale e successiva coagulazione con plasma di argon della base"

Dopo poco è stata contatta dall'endoscopista, la quale ha comunicato a mia mamma che la neoformazione verrucoide era una lesione epiteliale di alto grado (carcinoma), per cui si dovrà sottoporre a un controllo tra tre mesi. Vi chiedo dunque se è possibile che il carcinoma si ripresenti con il controllo di settembre o se, al momento, è possibile considerare mia mamma "guarita". Siamo tutti molto spaventati e confusi, attendo un vostro cortese riscontro.

Giovanni R.
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Dr. Davide Cavaliere Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente 32 2
Gentilissimo,
sarebbe meglio riportare per intero il referto patologico relativo alla biopsia in quanto è differente in trattamento di una forma adenocarcinomatosa da una squamocellulare; inoltre andrebbe meglio compreso il tipo di biopsia eseguita: se incisionale parte del tumore è ancora in sede; se escissionale potrebbe comunque non essere radicale. La coagulazione ad argon della base tumorale non è considerata un trattamento curativo per il cancro. Inoltre sarebbe fondamentale conoscere le caratteristiche del soggetto interessato, oltre all'età anche le eventuali malattie croniche e la passata storia clinica. Tutto ciò può determinare scelte terapeutiche anche molto differenti le une dalle altre con relativi e variabili rischi di ricaduta anche a breve termine.


Dr. Davide Cavaliere
Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate - Ausl della Romagna - Presidio Ospedaliero di Forlì

[#2]
Utente
Utente
Per ora La ringrazio infinitamente e al più presto le trasmetterò quanto indicato sul referto istologico.

Giovanni R
[#3]
Utente
Utente
Egr. Dott. Cavaliere,

Le riporto di seguito quanto riportato dal referto istopatologico:

DIAGNOSI MACROSCOPICA: Due frammenti, il maggiore di 0.3 cm.

DIAGNOSI ISTOPATOLOGICA: Lesione intraepiteliale squamosa anale di alto grado (AIN 2-3)

CERTIFICAZIONE: La Sig.ra AL è affetta dalla seguente patologia: CARCINOMA IN SITU ANALE /AIN III

Le chiedo cortesemente un aiuto per interpretare il referto.

Grazie

Cordiali Saluti

Giovanni R.
[#4]
Dr. Davide Cavaliere Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente 32 2
Gent.mo Giovanni,
purtroppo il referto patologico non ci da alcuna informazione sui margini di resezione, ossia se sono liberi da malattia o infiltrati dal tumore. Quindi il rischio di recidiva non è trascurabile. Se la mamma non ha grosse comorbilità (malattie croniche o acute che aumentino significativamente il rischio di complicanze in corso di anestesia e chirurgia) varrebbe la pena discutere il caso in ambito multidisciplinare per valutare l'eventuale resezione radicale della lesione (asportazione chirurgica della cicatrice con orletto di tessuto sano circostante e profondo). Viste le dimensioni iniziali, tale procedura potrebbe essere una resezione locale, con sacrificio minimo o nullo della funzione sfinteriale; tale procedura si esegue per via transanale anche in anestesia locale o spinale e con ricovero breve.
In alternativa l'osservazione clinica a breve distanza si impone con ano-rettoscopie successive ed eventualmente esami più approfonditi in caso di sospetta o documentata ripresa di malattia.
Cordialmente,