Pregeresso adenocarcinoma testa pancreas

Gentili dottori,
mi permetto di richiedere un Vs. parere, riguarda la persona per me più importante.
Maschio, 48 anni, operato di duodenoencefalopancreasectomia dopo diagnosi di carcinoma alla testa del pancreas. Esito esame istologico: T3 N0 M0. La massa si è rivelata essere di 5 cm, nessun linfonodo asportato è risultato intaccato anche se la massa era a meno di 1 mm dalla lamina retroportale, risultata comunque indenne. Sottoposto a chemioterapia adiuvante con gemcitabina, rivelatasi francamente più pesante di quanto ci era stato prospettato, ma portata avanti per più di 3/4 del protocollo. A quel punto i medici, visto la condizione generale (forte dimagrimento, ipotensione, ansia) e visto l'esito negativo dgli antigeni tumorali (mi pare CA19.9 e CEA), hanno ritenuto che concudere il protocollo a tutti i costi avrebbe arrecato più danni che benefici. Ora sis ta riprendendo bene. Tra breve la prima TAC di controllo. Questa la situazione. So che rispetto alla diagnosi iniziale le cose sono andate in modo decisamente positivo, ma so anche che stiamo parlando di una malattia subdola che di solito lascia ben poche speranze, e così alterno momenti di cauta speranza a momenti in cui mi prende una grandissima paura. So che ci sono fattori che nessuno può prevedere, ma mi sarebbe di molto aiuto un vostro parere.
Spero in una risposta, ma Vi ringrazio in ogni caso: anche solo raccontarlo per scritto mi a fatto bene.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64
Diciamo che meno male non è stata fatta la radio-chemio visto che con la sola gemcitabina è successo tutto questo cataclisma.
Si per quanto subdola possa essere, ho alcuni casi operati e chemiotrattati in remissione di malattia da qualche anno; certamente i controlli periodici sono importanti in questa fase.

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133
Cara Amica,

come hai giustamente detto le neoplasie pancreatiche presentano una prognosi piuttosto severa. In questo caso però un intervento radicale ed il non coinvolgimento linfonodale fanno ben sperare. Una terapia portata avanti almeno per i 3/4 è comunque un qualcosa di positivo. Inoltre la spiccata tossicità sistemica del trattamento colpisce anche le cellule tumorali (eventualmente) residue. Direi che stretti controlli periodici sono la cosa più indicata per monitorare l'andamento di malattia.

Sempre a disposizione, un caro saluto

Carlo Pastore

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

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Attivo dal 2008 al 2021
Ex utente
Vi ringrazio di cuore per le vostre sollecite e confortanti risposte. Non so se esistano statistiche sulla comparsa di recidive in pazienti operati con esito R0, ed ho quasi paura a chiedervelo, oltre a rendermi conto che ogni caso è un caso a sè.
Buon lavoro e complimenti per la vostra competenza e per il tempo che dedicate a questo utile servizio.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64
LASCI STARE LE STATISTICHE (SPESSO CAUSANO SOLO IL MAL DI TESTA) ... PENSI SOLO AD ESEGUIRE COME DA PRESCRIZIONE I CONTROLLI PERIODICI.
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Attivo dal 2008 al 2021
Ex utente
Gentili dottori, dopo la prima tac di controllo risulta un linfonodo ingrossato sospetto in sede operatoria, ma voglio pensare e sperare che sia di origine solo infiammatoria..... anche perchè i marker sono negativi. Il prossimo controllo a 3 mesi.... mi chiedo se riuscirò ad abituarmi a convivere con queste scadenze....
Il motivo per cui mi permetto di disturbarvi di nuovo però è un altro: circa al secondo mese di chemioterapia il paziente ha avuto un calcolo renale molto piccolo ma che ha procurato dolorose coliche e poi è stato espulso. 20 gg fà altra colica, altro calcolo, secondo l'ecografista un po' più grosso (qualche millimetro), che ora si sta abbassando e spero venga espulso al più presto, contiamo poi di farlo analizzare.
Non avendo mai sofferto in precedenza di coliche renali, è possibile che queste siano da imputare ad un accumulo di farmaci per le terapie? O magari esiste una correlazione con il tipo di intervento subito?
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra cortesia e competenza.

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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133
Cara Amica,

non vi è correlazione tra le terapie ed i calcoli; sono patologie concomitanti ma la calcolosi è cosa assolutamente innocente e risolvibile. Non esiste altresì correlazione con l'intervento subito.

un salutone

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
[#7]
Attivo dal 2008 al 2021
Ex utente
GRAZIE per la gentilezza, competenza e incredibile tempestività!
Non sono preoccupata per i calcoli, mi rendo conto che sono più che altro fastidiosi, ma totalmente risolvibili, volevo capire appunto se era solo una concomitanza (giusto per non stare tranquilli.....), o se era qualcosa che si poteva prevenire in futuro.
Sono un po' più preoccupata per il linfonodo.... anche se cerco di non esserlo. Oncologo e chirurgo sembrano abbastanza tranquilli, il radiologo è un po' più allarmista.....
Grazie ancora e scusate se ho approfittato della vostra disponibilità.
[#8]
Attivo dal 2008 al 2021
Ex utente
Gentili medici, sono disperata. Dopo solo 2 mesi dagli ultimi esami negativi il CA19.9 è salito a 940 e si è mosso anche il CEA a 17.48.
Il calcolo si è mosso e dall'ultima eco è a 1 cm dalla vescica. Ma è evidente che non è questo il problema.
Non tutti i dolori accusati probabilmente avevano come causa solo le coliche, ed in effetti la costanza dei sintomi era un po' sospetta.
Il paziente, che è tutta la mia vita, e tra l'altro è anche medico, non vuole più fare niente, non vuole vedere gli oncologi, tantomeno parlare con il chirurgo; farà malvolentieri la TAC martedì, giusto perchè era già stata fissata. E' già stata qua la dottoressa per la terapia del dolore. Non ce l'aspettavamo così in fretta: stava piano piano recuperando peso, mangiava volentieri, faceva tutto, sempre sotto antidolorifici per il maledetto calcolo..... ora non ha più voglia di niente.

Non riesco a rassegnarmi. Il dolore e la rabbia sono troppo forti.
Chiedo un vostro gentile parere.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64
Credo che a volte le scelte del paziente debbano essere rispettate e discusse con competenza.
Proponga un colloquio con la psicologa (in ogni centro di oncologia dovrebbe esserci una psicologa che si occupa della psiconcologia), l'oncologo e la terapista del dolore, sempre tenendo conto che essere medico e conoscere certi tipi di patologie, non aiuta.
Credo comunque che debba accettare (e per questo le propongo il colloquio sopra detto), l'idea di essere aiutato, anche e soprattutto in caso di una scelta così drastica.
[#10]
Attivo dal 2008 al 2021
Ex utente
Quimdi mi confermate che i valori che vi ho riportato indicano una sicura recidiva molto aggressiva, e magari già delle metastasi?
Al di là dell'atteggiamento del paziente, non è pensabile ipotizzare un altro intervento o qualcos'altro..... ma solo cure palliative e terapia del dolore, è così?
Scusate la mia insistenza, ma in queti momenti ci si vorrebbe attaccare a qualunque cosa.
Mi sembra di viviere un incubo.
Vi ringrazio se vorrete ripsondermi.
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