Tamoxifene o anastrozolo ?
Gentili specialisti,
mia moglie, 65enne, è stata operata nel mese di Settembre di carcinoma al seno sx.
Il referto istologico riportava un carcinoma duttale infiltrante scarsamente differenziato G 3 , con circoscritti focolai di carcinoma duttale in situ, aspetti di angionvasione neoplastica che giunge in prossimità dei margini chirurgici.
Ki 67 positivo nel 50% delle cellule neoplastiche,Her-2neu: score 1+
Recettori per progesterone ed estrogeno positivi nel 75/80% delle cellule neoplastche..
A seguito di questo referto , ha subito una quadrantectomia con svuotamento ascellare per via del primo linfonodo metastatizzato. Attualmente sta completando il ciclo di sei chemio per poi intraprendere la radioterapia e la cura ormonale. A proposito di ciò, ho letto in diversi siti che l'anastrozolo sarebbe di gran lunga superiore al tamoxifene, potendo assicurare vantaggi circa una migliore aspettativa di vita. Considerando che mia moglie ha subito l'asportazione dell'utero e delle ovaie da più di 10 anni, cosa ne pensate in proposito?
Ho letto, infine, su diversi siti che alcuni centri ospedalieri( mi pare in Svizzera) possiedono macchinari per la radioterapia in grado di accorciare di gran lunga i tempi di irradiazione, portandoli addirittura a meno di una settimana.
Ne vorrei sapere di più, ed eventualmente conoscere se ve ne sia qualcuno in Italia.Sono realmente efficaci questi trattamenti ? E che benefici porterebbero oltre che tempi sicuramente minori?
Grazie dell'attenzione.
mia moglie, 65enne, è stata operata nel mese di Settembre di carcinoma al seno sx.
Il referto istologico riportava un carcinoma duttale infiltrante scarsamente differenziato G 3 , con circoscritti focolai di carcinoma duttale in situ, aspetti di angionvasione neoplastica che giunge in prossimità dei margini chirurgici.
Ki 67 positivo nel 50% delle cellule neoplastiche,Her-2neu: score 1+
Recettori per progesterone ed estrogeno positivi nel 75/80% delle cellule neoplastche..
A seguito di questo referto , ha subito una quadrantectomia con svuotamento ascellare per via del primo linfonodo metastatizzato. Attualmente sta completando il ciclo di sei chemio per poi intraprendere la radioterapia e la cura ormonale. A proposito di ciò, ho letto in diversi siti che l'anastrozolo sarebbe di gran lunga superiore al tamoxifene, potendo assicurare vantaggi circa una migliore aspettativa di vita. Considerando che mia moglie ha subito l'asportazione dell'utero e delle ovaie da più di 10 anni, cosa ne pensate in proposito?
Ho letto, infine, su diversi siti che alcuni centri ospedalieri( mi pare in Svizzera) possiedono macchinari per la radioterapia in grado di accorciare di gran lunga i tempi di irradiazione, portandoli addirittura a meno di una settimana.
Ne vorrei sapere di più, ed eventualmente conoscere se ve ne sia qualcuno in Italia.Sono realmente efficaci questi trattamenti ? E che benefici porterebbero oltre che tempi sicuramente minori?
Grazie dell'attenzione.
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I trattamenti standard ad oggi sono le migliori soluzioni proponibili in questi casi in cui non si cura una malattia, ma si effettuano (da dopo la chirurgia) solo trattamenti in grado di abbassare il rischio di ripresa di malattia. Il tamoxifene è vecchietto ma rimane un ottimo farmaco. Sulla radioterapia, premesso che lascerei la parola agli esperti nel settore, manterrei lo standard.
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.5k visite dal 06/01/2014.
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