Chemioterapia

Gentilissimo medico

Le scrivo per avere un consiglio, per cui provo a riepilogare la storia di mia madre:

ADK polmonare (stadio 4) diagnosi su broncoscopia (febbraio 2013) K-Ras non mutato e delezione esone 19 mutazione esone 20 contemporanea presenza della mutazione T790M.
Tac cranio + TB di stadiazione (febbraio): Lesioni neoplastiche polmonari adenopatia mediastinica lesioni scheletriche secondariea carico di rachide, bacino, arco costale.
Praticata radioterapia dal 27 marzo al 3 aprile 20 Gy su D8-L1-S1.
Dal 19 marzo al 16 luglio praticata terapia con Iressa + Zometa.

22.5.2013 TC total body (progressione di malattia): evidenza di piccola neoformazione corteccia frontale destra, aumento del numero delle lesioni polmonari e delle lesioni ossee, piccolo versamento pleurico e pericardico (si decideva comunque di continuare con il biologico, sfruttando l'effetto benefico sulla sintomatologia).
Alla Risonanza magnetica encefalo (3 giugno) secondarismi cerebrali (8 lesioni) indicato trattamento panencefalico non eseguito per il peggioramento della TC dell'8 luglio (si e'preferito dare la priorità alla chemioterapia).
Alla TAC dell'8 luglio infatti, ulteriore progressione di malattia: non significative variazioni a carico della neoformazione corteccia frontale destra non riconoscibili le altre lesioni cerebrali viste alla RM, invariate le neoformazioni mediastiniche e le lesioni polmonari e scheletriche; comparsa però di due piccole neoformazioni epatiche di una piccola splenica e surrenalica.

18 luglio: per progressione di malattia sospende iressa ed inizia chemioterapia con cisplatino + alimta.

Eseguiti ad oggi 4 cicli di chemioterapia. In data 28.09.2013 TC total body di controllo: invariata la neoformazione della corteccia frontale destra, non altre lesioni riconoscibili nel distretto encefalico.
Riduzione delle dimensioni delle lesioni linfonodali del 50-60%. Non più riconoscibile versamento pleurico / pericardico; riduzione volumetrica anche di alcune lesioni polmonari e delle lesioni epatiche, pressoché non più riconoscibile la lesione splenica; importante aumento della componente osteosclerotica delle lesioni scheletriche.

La paziente ha 61 anni, non altre comorbidità, unico sintomo lamentato dal momento della diagnosi: dolore osseo (non beneficio dalla radioterapia).

Dopo il quarto ciclo di chemioterapia comparsa però di lievi parestesie (dita dei piedi), gli esami ematochimici permangono sostanzialmente buoni (Hb 9.6, WBC 3300).
L'oncologo propone, vista la comparsa di parestesie, di fermarsi al quarto ciclo di chemioterapia con cisplatino e Alimta e suggerisce terapia di mantenimento con Gemcitabina.

Mi chiedo se l'effetto collaterale suddetto possa essere tale da determinare l'interruzione di una terapia che al momento sta dando qualche risultato e se, quanto consigliato dal suo collega, sia conforme anche ai vostri protocolli o se a suo giudizio ci sia qualcosa di più indicato.
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Dr. Angelo Nacci Oncologo 38 1
Gentile Signore, innanzitutto le dico che sua madre è stata seguita fino ad ora in modo impeccabile. Infatti condivido l' utilizzo di Iressa nonostante la mutazione T790M, condivido l' opportunità di aver fatto il trattamento RT sull' encefalo e anche la scelta, rivelatasi essere utile, di effettuare una I linea di chemioterapia con Cisplatino + Alimta. Concordo con i coleghi di farer una terapia di mantenimento. Sono d'accordo con l' interruzione dopo 4 cilci di Cisplatino. Sarebbe stato utile fare un mantenimento con l' Alimta ma per motivi di AIFA sicuramene i colleghi sono stati costretti ad optare per la Gemcitabina, che comunque è un ottimo farmaco.
Cordiali saluti

Dr. Angelo Nacci