Significati markers in carcinoma rettale metastatico

Gentilissimi dottori,
scrivo per un chiarimento circa le analisi di controllo di mio padre, 71 anni, da febbraio in cura per carcinoma rettale metastatico, con metastasi a linfonodi adiacenti e fegato.
Il tumore presenta gene k-ras non mutato, per cui è stato curato con 10 applicazioni di un chemioterapico dedicato (di cui non so il nome) in abbinamento con cetuximab, alternate (una settimana una, una settimana l'altra) con 10 applicazioni di solo cetuzimab.
Al primo controllo TAC (dopo 6 applicazioni per tipo), presemtava una riduzione complessiva di circa il 70%, e marcatori CEA a 17ng/ml (limite massimo 5) CA 19-9 22U7ml (limite massimo 37).
Ora ci hanno dato gli esami di controllo precedenti alla seconda TAC, dopo altre 4+4 applicazioni: tutti i valori sono nella norma eccetuati i marcatori, che ci hanno lasciato perplessi : CEA aumentato a 30 e CA19-9 ridotto ulteriorimente a 17.
L'aumento del CEA, nonostante il trattamento chemioterapico aggressivo che sta facendo, ci ha un pò spaventato, per cui, nell'attesa della TAC che si farà a giorni, vi chiedo un chiarimento sul possibile significato di una variazione dei parametri come quella da me segnalata. Ritengo forse importante anche segnalare il fatto che gli esami fatti da mio padre sono stati effettuati mentre era ancora sotto cura.
Molte grazie!
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Dr. Davide Cavaliere Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente 32 2
Gentilissima,
sia il CEA che il CA19-9 sono marcatori oncologici utili sia nel monitoraggio della risposta al trattamento in corso di terapia sistemica per adenocarcinomi avanzati, sia per il depistaggio precoce delle recidive di malattia dopo trattamenti radicali in corso di osservazione clinica a distanza.
Tuttavia sono esami poco specifici/sensibili e che risentono significativamente di altre condizioni collaterali quali le infiammazioni o le patologie croniche associate.
Inoltre, modiche variazioni si possono osservare a seconda del tipo di test eseguito e che può essere diverso da laboratorio a laboratorio; se pure il test è il medesimo, risultati diversi possono essere riscontrati anche nello stesso individuo in prelievi successivi e ravvicinati.
Ciò per specificare che i marcatori sono un valido strumento di sorveglianza ma vanno considerati nell'ottica di una valutazione può ampia e che tenga in considerazione anche aspetti radiologici (criteri di risposta TAC ad esempio) e clinici (esame obiettivo e sintomi).
Variazioni così modeste non sono quindi da considerare categoricamente un'espressione di progressione sotto trattamento.
Attenda la stadiazione TAC e soprattutto l'interpretazione del dato radiologico sommato all'andamento dei marcatori e alla clinica/obiettività del paziente.
Cordialmente,

Dr. Davide Cavaliere
Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate - Ausl della Romagna - Presidio Ospedaliero di Forlì

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Utente
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Gentilissimo Dottor Cavaliere,
scusi il ritardo nella risposta, ma ho preferito attendere l'esito della TAC che abbiamo avuto stamane.
Come da lei preannunciato, il rialzo dell'indicatore CEA non ha mostrato riscontro nella TAC, che ha rivelato un'ulteriore regressione della patologia del 40% dal punto di vista volumetrico, del 35% secondo i parametri (affermazione di cui non conosco il significato).
Alcune delle metastasi epatiche sono divenute indistinguibili.
Siamo molto sollevati, ora aspettiamo il breafing dei suoi oncologi per definire come proseguire le terapie, sperando, anche senza troppo convinzione, che rientri nei parametri richiesti per un intervento chirurgico risolutore.
La ringrazio moltissimo per la cortese risposta, e per il servizio che ci rendete.
Cordiali saluti