Un tumore multifocale al seno, si tratta
Buongiorno,
Circa un mese fa a mia mamma (donna di 60 anni con problemi di obesità) è stato diagnosticato un tumore multifocale al seno, si tratta di 3 masse, la più grande è di circa 15 mm.
Dopo gli accertamenti con l'ago aspirato sappiamo che si tratta di una forma maligna, sarà operata fra circa 10 giorni, l'intervento sarà una mastectomia totale con svuotamento ascellare.
La mia domanda è: quanto è difficile un intervento simile? Che conseguenze lascia sul paziente?
Sono terrorizzato dal fatto che mia mamma possa non superare l'intervento oppure che l'intervento e le successive terapie (mi han parlato della chemio come qualcosa in grado di ridurre un uomo di robusta costituzione a una larva per diversi giorni) la riducano in uno stato pietoso. Non vorrei da voi rassicurazioni, soltanto una spiegazione onesta di quello che aspetta mia madre e la nostra famiglia.
Un altra cosa che mi lascia perplesso: Il chirurgo ha deciso di non effettuare subito la ricostruzione mammaria. Mi è stato però detto che la prassi normale sarebbe quella di inserire subito la protesi o un dilatatore. Che spiegazioni possibili ci sono per una decisione del genere??
Ringrazio anticipatamente chiunque vorrà rispondere alle mie domande.
Circa un mese fa a mia mamma (donna di 60 anni con problemi di obesità) è stato diagnosticato un tumore multifocale al seno, si tratta di 3 masse, la più grande è di circa 15 mm.
Dopo gli accertamenti con l'ago aspirato sappiamo che si tratta di una forma maligna, sarà operata fra circa 10 giorni, l'intervento sarà una mastectomia totale con svuotamento ascellare.
La mia domanda è: quanto è difficile un intervento simile? Che conseguenze lascia sul paziente?
Sono terrorizzato dal fatto che mia mamma possa non superare l'intervento oppure che l'intervento e le successive terapie (mi han parlato della chemio come qualcosa in grado di ridurre un uomo di robusta costituzione a una larva per diversi giorni) la riducano in uno stato pietoso. Non vorrei da voi rassicurazioni, soltanto una spiegazione onesta di quello che aspetta mia madre e la nostra famiglia.
Un altra cosa che mi lascia perplesso: Il chirurgo ha deciso di non effettuare subito la ricostruzione mammaria. Mi è stato però detto che la prassi normale sarebbe quella di inserire subito la protesi o un dilatatore. Che spiegazioni possibili ci sono per una decisione del genere??
Ringrazio anticipatamente chiunque vorrà rispondere alle mie domande.
[#1]
Gentile utente,
non si tratta di un intervento difficile se le condizioni generali
della paziente sono buone.
Ciò vale anche per le terapie postchirurgiche come la chemioterapia e
la radioterapia nei casi in cui c'è l'indicazione.
La maggior parte delle pazienti che hanno subito una mastectomia sono idonee alla ricostruzione mammaria e tra queste molte possono praticarla in concomitanza dell'intervento demolitivo; l'importante è che la patologia tumorale sia stata risolta dal trattamento chirurgico eseguito con il chirurgo oncologo.
Talvolta ci sono vari motivi per cui si aspetta prima di praticare una ricostruzione. La sola diagnosi di tumore crea una situazione di ansia e preoccupazione tale da non permettere alla paziente di pensare ad altro. Altre donne semplicemente non desiderano eseguire ulteriori interventi chirurgici a meno che non siano strettamente necessari. In altri casi è lo stesso chirurgo a suggerire di aspettare poiché il tipo di trattamento è particolarmente complicato e prevede l'utilizzo di lembi cutanei che mal si conciliano con la mastectomia. Alcune donne per altri problemi di salute (es per l'obesità) vengono fatte aspettare prima di proseguire con una ricostruzione mammaria.
L'obesità grave aumenta notevolmente la possibilità di complicanze
(sieromi, emorragie, linfedema arto superiore ecc).
Cordiali saluti
Salvo Catania
non si tratta di un intervento difficile se le condizioni generali
della paziente sono buone.
Ciò vale anche per le terapie postchirurgiche come la chemioterapia e
la radioterapia nei casi in cui c'è l'indicazione.
La maggior parte delle pazienti che hanno subito una mastectomia sono idonee alla ricostruzione mammaria e tra queste molte possono praticarla in concomitanza dell'intervento demolitivo; l'importante è che la patologia tumorale sia stata risolta dal trattamento chirurgico eseguito con il chirurgo oncologo.
Talvolta ci sono vari motivi per cui si aspetta prima di praticare una ricostruzione. La sola diagnosi di tumore crea una situazione di ansia e preoccupazione tale da non permettere alla paziente di pensare ad altro. Altre donne semplicemente non desiderano eseguire ulteriori interventi chirurgici a meno che non siano strettamente necessari. In altri casi è lo stesso chirurgo a suggerire di aspettare poiché il tipo di trattamento è particolarmente complicato e prevede l'utilizzo di lembi cutanei che mal si conciliano con la mastectomia. Alcune donne per altri problemi di salute (es per l'obesità) vengono fatte aspettare prima di proseguire con una ricostruzione mammaria.
L'obesità grave aumenta notevolmente la possibilità di complicanze
(sieromi, emorragie, linfedema arto superiore ecc).
Cordiali saluti
Salvo Catania
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#2]
Utente
Buongiorno,
innanzitutto grazie per la pronta risposta.
Di seguito gli sviluppi della situazione:
Alla vigilia dell'intervento, mia madre non è stata ancora sottoposta a scintigrafia ossea, ha fatto solo una RX toracica di cui peraltro non ci sono stati comunicati gli esiti.
Mi chiedo se questa sia la prassi normale, ad oggi non sappiamo ancora se sono state evidenziate metastasi distanti.
Spero che sia in buone mani...
innanzitutto grazie per la pronta risposta.
Di seguito gli sviluppi della situazione:
Alla vigilia dell'intervento, mia madre non è stata ancora sottoposta a scintigrafia ossea, ha fatto solo una RX toracica di cui peraltro non ci sono stati comunicati gli esiti.
Mi chiedo se questa sia la prassi normale, ad oggi non sappiamo ancora se sono state evidenziate metastasi distanti.
Spero che sia in buone mani...
[#3]
Gli esami stadiativi da utilizzare nella neoplasia mammaria sono:
- ecografia epatica
- rx torace
- scintigrafia ossea.
In alcuni casi si possono integrare TC/RMN e PET a discrezione del clinico.
- ecografia epatica
- rx torace
- scintigrafia ossea.
In alcuni casi si possono integrare TC/RMN e PET a discrezione del clinico.
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
[#4]
Integrando quanto opportunamente precisato dal collega D'Angelo,
in realtà pur essendo atteso che entro 10 anni dalla terapia primaria circa il 50 % dei soggetti con tumore operabile manifesti delle metastasi a distanza, queste indagini nella fase di stadiazione, risultano positive solo nel 2-3 % dei casi per lo più associati agli stadi localmente più avanzate ( e quindi non è il caso di Sua madre), mentre la stragrande maggioranza delle localizzazioni asintomatiche non viene riconosciuta dalle indagini strumentali per le dimensioni troppo ridotte delle eventuali micrometastasi.
Tra l'altro queste indagini sono aspecifiche e comportano complessivamente una quota di falsi positivi del 5% circa, quasi tutti ascrivibili alla scintigrafia ossea, che è il test più sensibile, ed ai marcatori tumorali i cui livelli per contro risultano alterati solo in una piccola percentuale dei casi, mentre in altre possono addirittura aumentare per cause non collegate alla malattia neoplastica.
In altre parole con una stadiazione si rischia di creare a volte più confusione che chiarezza.
Nel complesso quindi la ricerca preoperatoria di metastasi occulte ottiene il suo scopo in una minoranza dei casi e non deve stupire quindi se la ricerca di metastasi precliniche vengano sempre più spesso eseguite solo
-in casi di neoplasia localmente avanzata
-nei casi con sospetto e /sintomatici per metastasi
-nelle pazienti candidate ad essere inserite in studi clinici controllati.
in realtà pur essendo atteso che entro 10 anni dalla terapia primaria circa il 50 % dei soggetti con tumore operabile manifesti delle metastasi a distanza, queste indagini nella fase di stadiazione, risultano positive solo nel 2-3 % dei casi per lo più associati agli stadi localmente più avanzate ( e quindi non è il caso di Sua madre), mentre la stragrande maggioranza delle localizzazioni asintomatiche non viene riconosciuta dalle indagini strumentali per le dimensioni troppo ridotte delle eventuali micrometastasi.
Tra l'altro queste indagini sono aspecifiche e comportano complessivamente una quota di falsi positivi del 5% circa, quasi tutti ascrivibili alla scintigrafia ossea, che è il test più sensibile, ed ai marcatori tumorali i cui livelli per contro risultano alterati solo in una piccola percentuale dei casi, mentre in altre possono addirittura aumentare per cause non collegate alla malattia neoplastica.
In altre parole con una stadiazione si rischia di creare a volte più confusione che chiarezza.
Nel complesso quindi la ricerca preoperatoria di metastasi occulte ottiene il suo scopo in una minoranza dei casi e non deve stupire quindi se la ricerca di metastasi precliniche vengano sempre più spesso eseguite solo
-in casi di neoplasia localmente avanzata
-nei casi con sospetto e /sintomatici per metastasi
-nelle pazienti candidate ad essere inserite in studi clinici controllati.
[#5]
Utente
Aggiornamento della situazione:
Mia mamma è stata operata dal Dott. Catania, si sta riprendendo dall'intervento e sta bene. Ne approfitto per ringraziare di cuore il Dott. Catania per il buon lavoro e per la pazienza dimostrata.
L'esame istologico ha fornito questi risultati:
Stadiazione:
pT2 N1a Mx (un linfonodo positivo su 35 asportati)
ER positivo 90%
PGR positivo 40%
CERB2 Negativo 1+
Siamo in attesa di conoscere il parere dell'oncologo riguardo la terapia da seguire, la domanda che vorrei porre a voi medici è sulla gravità della situazione.
Vorremmo sapere statisticamente qual'è la speranza di vita di un caso di questo tipo e quale il rischio di recidive..... e, se esistono, quali sono le precauzioni che possono ridurre questi rischi.
Grazie in anticipo!
Mia mamma è stata operata dal Dott. Catania, si sta riprendendo dall'intervento e sta bene. Ne approfitto per ringraziare di cuore il Dott. Catania per il buon lavoro e per la pazienza dimostrata.
L'esame istologico ha fornito questi risultati:
Stadiazione:
pT2 N1a Mx (un linfonodo positivo su 35 asportati)
ER positivo 90%
PGR positivo 40%
CERB2 Negativo 1+
Siamo in attesa di conoscere il parere dell'oncologo riguardo la terapia da seguire, la domanda che vorrei porre a voi medici è sulla gravità della situazione.
Vorremmo sapere statisticamente qual'è la speranza di vita di un caso di questo tipo e quale il rischio di recidive..... e, se esistono, quali sono le precauzioni che possono ridurre questi rischi.
Grazie in anticipo!
[#6]
Intanto la ringrazio per gli apprezzamenti !
Invece di scrivere su questo sito potrebbe porre la stessa domanda alla Sua mamma con la quale ho parlato MOLTO CHIARAMENTE come è mia abitudine.
E non c'è nulla da aggiungere a quanto ho riferito a Lei che mi è sembrata tranquillizzata dalla mia esposizione.
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/76-tumore-del-seno-le-donne-ed-i-medici-che-si-spogliano-del-camice.html
<<Dire la verità è un dovere del medico e conoscerla è un diritto del paziente.
La verità va sempre detta, in primo luogo perchè una relazione, di qualsiasi tipo, non può aver inizio con una bugia, anche
se detta a fin di bene e che comunque avrebbe vita corta.
In secondo luogo perchè di cancro si vive sempre più spesso e le possibilità di guarigione, in molti casi, sono
proporzionali al coinvolgimento attivo dei pazienti. In questo senso è stato osservato che gli esiti peggiori dei trattamenti
si osservano nei pazienti che rimuovono l'esistenza della malattia
>>>
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/79-dottore-si-spogli.html
Oltre alle terapie standardizzate conta lo stile di vita
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/82-prevenzione-la-vita-moderna-nemica-del-seno.html
Cordiali saluti
Invece di scrivere su questo sito potrebbe porre la stessa domanda alla Sua mamma con la quale ho parlato MOLTO CHIARAMENTE come è mia abitudine.
E non c'è nulla da aggiungere a quanto ho riferito a Lei che mi è sembrata tranquillizzata dalla mia esposizione.
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/76-tumore-del-seno-le-donne-ed-i-medici-che-si-spogliano-del-camice.html
<<Dire la verità è un dovere del medico e conoscerla è un diritto del paziente.
La verità va sempre detta, in primo luogo perchè una relazione, di qualsiasi tipo, non può aver inizio con una bugia, anche
se detta a fin di bene e che comunque avrebbe vita corta.
In secondo luogo perchè di cancro si vive sempre più spesso e le possibilità di guarigione, in molti casi, sono
proporzionali al coinvolgimento attivo dei pazienti. In questo senso è stato osservato che gli esiti peggiori dei trattamenti
si osservano nei pazienti che rimuovono l'esistenza della malattia
>>>
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/79-dottore-si-spogli.html
Oltre alle terapie standardizzate conta lo stile di vita
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/82-prevenzione-la-vita-moderna-nemica-del-seno.html
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 22k visite dal 26/05/2008.
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