Tumore prostata
Un mio familiare, 57 anni, è stato operato circa un mese fa di prostatectomia radicale. L’esame istopatologico ha evidenziato trattarsi di “adenocarcinoma prostatico”, Gleason score 7 (3+4), in stato patologico pT4 N1 Mx, con impegno linfonodale bilaterale.
La scintigrafia ossea, la tac addome con mezzo di contrasto e la rx torace eseguiti nel preoperatorio erano risultati negativi. Il PSA il cui valore era 20 ng/ml prima dell’intervento è sceso ad un controllo effettuato a venti giorni dall’intervento a 0,42 ng/ml e manca al momento il risultato del PSA eseguito a trenta giorni dall’intervento.
E’ stato eseguito un consulto interdisciplinare con oncologo e radioterapista ed è emersa un’indicazione a terapia adiuvante radioterapica e ormonoterapica, anche se è stato consigliato in prima istanza la sola terapia con blocco androginico (Casodex cpr. 150 mg 1 al giorno a tempo indeterminato) riservando l’opzione radioterapica se dovesse manifestarsi ripresa di malattia laboratoristica o clinica.
Chiedo la vostra opinione a riguardo e vi ringrazio per l’attenzione che vorrete dedicare a questo caso.
La scintigrafia ossea, la tac addome con mezzo di contrasto e la rx torace eseguiti nel preoperatorio erano risultati negativi. Il PSA il cui valore era 20 ng/ml prima dell’intervento è sceso ad un controllo effettuato a venti giorni dall’intervento a 0,42 ng/ml e manca al momento il risultato del PSA eseguito a trenta giorni dall’intervento.
E’ stato eseguito un consulto interdisciplinare con oncologo e radioterapista ed è emersa un’indicazione a terapia adiuvante radioterapica e ormonoterapica, anche se è stato consigliato in prima istanza la sola terapia con blocco androginico (Casodex cpr. 150 mg 1 al giorno a tempo indeterminato) riservando l’opzione radioterapica se dovesse manifestarsi ripresa di malattia laboratoristica o clinica.
Chiedo la vostra opinione a riguardo e vi ringrazio per l’attenzione che vorrete dedicare a questo caso.
[#1]
Ritengo che l'attegiamento propostole, stante il N1, sia tra i migliori.
Le neoplasie prostatiche, se non ci si lascia condizionare dalla "sindroem del PSA", giocherellando con gli ormoni, possono essere tenute sotto controllo per tanto tempo.
Sono raccomandati ovviamente i controlli periodici del marcatore, delladdome inferiore (studio linfonodale) e delle ossa.
Le neoplasie prostatiche, se non ci si lascia condizionare dalla "sindroem del PSA", giocherellando con gli ormoni, possono essere tenute sotto controllo per tanto tempo.
Sono raccomandati ovviamente i controlli periodici del marcatore, delladdome inferiore (studio linfonodale) e delle ossa.
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
[#2]
Caro utente,
0,42 è un valore di PSA post-operatorio dosabile e sicuramente più alto del valore minimo di 0,2-0,4ng/ML considerato tale da indicare il trattamento radioterapico post-operatorio. E' chiaro che, essendo immediato il dosaggio dopo l'intervento, può esserci in circolo un residuo di PSA preesistente.
Comunque diversi recenti studi importanti(EORTC-RTOG) hanno dimostrato un maggiore impatto sulla sopravvivenza libera da ricadute di PSA, se la RT viene fatta subito(entro i 6 mesi dalla chirurgia).
A mio parere, considerando lo stato localmente avanzato, il PSA post-operatorio non azzerato, lo stato iniziale(pT4,pN1) indicherei, se fosse un mio paziente, la terapia radiante adesso e non quando il PSA risale. Minore è la cellularità "tumorale" residua(qualora scongiuratamente ci sia realmente), maggiore è l'efficacia del trattamento radiante.
Se il prossimo PSA fosse ancora dosabile prescriverei il trattamento di RT sulla loggia a dosi adiuvanti/salvataggio e anche, secondo la nostra esperienza Istituzionale, sulle catene linfonodali pelviche a dosi precauzionali(50Gy)con tecniche che minimizzino gli effetti collaterali intestinali(IMRT).
Sulla terapia ormonale già il gleason e l'N1 sono elementi che indicano un trattamento ormonale(precauzionale) di almeno 2-3 anni.
0,42 è un valore di PSA post-operatorio dosabile e sicuramente più alto del valore minimo di 0,2-0,4ng/ML considerato tale da indicare il trattamento radioterapico post-operatorio. E' chiaro che, essendo immediato il dosaggio dopo l'intervento, può esserci in circolo un residuo di PSA preesistente.
Comunque diversi recenti studi importanti(EORTC-RTOG) hanno dimostrato un maggiore impatto sulla sopravvivenza libera da ricadute di PSA, se la RT viene fatta subito(entro i 6 mesi dalla chirurgia).
A mio parere, considerando lo stato localmente avanzato, il PSA post-operatorio non azzerato, lo stato iniziale(pT4,pN1) indicherei, se fosse un mio paziente, la terapia radiante adesso e non quando il PSA risale. Minore è la cellularità "tumorale" residua(qualora scongiuratamente ci sia realmente), maggiore è l'efficacia del trattamento radiante.
Se il prossimo PSA fosse ancora dosabile prescriverei il trattamento di RT sulla loggia a dosi adiuvanti/salvataggio e anche, secondo la nostra esperienza Istituzionale, sulle catene linfonodali pelviche a dosi precauzionali(50Gy)con tecniche che minimizzino gli effetti collaterali intestinali(IMRT).
Sulla terapia ormonale già il gleason e l'N1 sono elementi che indicano un trattamento ormonale(precauzionale) di almeno 2-3 anni.
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.6k visite dal 15/04/2008.
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