Tumore al colon con metastasi cerebrali

Gentilissimi Dottori,
vi scrivo per porvi il caso di mio padre, 60enne, al quale lo scorso febbraio è stato diagnosticato un adenocarcinoma al colon. Il tutto è iniziato 10 giorni prima, quando mio padre ha accusato un improvviso calo della vista e, circa un'ora dopo, è caduto in stato confusionale dove non riconosceva più nomi e persone a lui care. La sera stessa è stato ricoverato in Neurologia e mi è stato comunicato che dalle prime visite avevano riscontrato la presenza di un tumore cerebrale. Il giorno successivo, dopo altre indagini, mi è stato comunicato che si trattava di metastasi cerebrali e quindi che da qualche parte c'era il tumore che le ha generate..Da qui mio padre è stato sottoposto a tantissime visite che non hanno trovato la localizzazione del tumore (ma mi è stato detto subito che ciò non comportava la sua inesistenza).Finalmente con la colonscopia è stato trovato il tumore al colon, di dimensioni 4 cm, (leggo dal foglio della biopsia) adenocarcinoma moderatamente differenziato non-mucosecernente, infiltrante). La Tac cranio riporta: neoformazione solida irregolamente ovalare (asse max 40mm) in sede occipitale sx, circondata da edema. Altre due lesioni in frontale dx la maggiore con aspetto centrale cistico necrotico (asse circa 30 mm), la più piccola con asse 6mm, dotate di disomogeneo enhancement. CR: lesioni in prima ipotesi compatibili con localizzazioni metastatiche.
Mio padre è stato sottoposto fin dal primo giorno di ricovero a terapia antiedemigena con Soldesam forte 8mg e è innegabile un miglioramento della vista, anche se comunque non è tornata assolutamente come prima.
Dall'ospedale ci hanno mandato per un consulto a Milano e qui, l'oncologo e il radioterapista che lo hanno visitato, hanno concordato che fosse meglio iniziare con la chemioterapia secondo schema XELOX, per tre cicli, procedere poi alla rivalutazione del caso, verificare se ci sia la possibilità di effettuare la radioterapia per le metastasi cerebrali, e procedere poi per l'intervento.
Mi piacerebbe conoscere cosa pensate del caso di mio padre, alla luce del fatto che l'oncologo che lo ha in cura mi ha comunicato che mio padre è spacciato (testuali parole) e che non morirà per il tumore ma per le lesioni cerebrali..Esattamente il contrario del consulto che ci hanno fornito a Milano, dove l'oncologo ci ha detto che la situazione è complicata ma si dovrebbe arrivare al controllo della malattia.
Non nascondo di essere molto demoralizzata, non nutro molta fiducia nel medico che mi ha parlato in questo modo e ho paura che a mio padre non vengano prestate le giuste cure.
Vorrei sapere se abbiamo intrapreso la strada giusta o se c'è qualcosa che non abbiamo fatto.
Ultima cosa che non ho precisato è che mio padre è in buone condizioni fisiche, non ha mai perso l'apetito e che ad ora è assolutamente asintomatico per quanto concerne il tumore al colon.
Vi ringrazio anticipatamente per le risposte.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64
Gentile Utente,
ritengo che la verità stia in mezzo ai due estremi.
Sicuramente la situazione è complessa (la malattia all'esordio è di tipo metastatico, cioè al IV stadio o stadio D per la classificazione dei tumori del colon), ma da quì a gettare la spugna...
Ritengo corretto cominciare con un trattamento sistemico al fine di valutare la chemioresponsività della malattia, e poi rivalutare dopo 3 mesi il tutto al fine di decidere il proseguo della terapia (RT vs chemio). La finalità è la cronicizzazione della patologia, che in questi casi è già un ottimo risultato (poi se viene il meglio siam tutti più felici).
Il fatto che sia in buone condizioni generali permette un miglior approccio con la terapia, quest'ultima non scevra di collateralità.

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

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Utente
Utente
Innanzi tutto la ringrazio per la cortese risposta.
Mio padre ha iniziato la chemioterapia con schema XELOX (Oxaliplatino 150 mg ev e xeloda 2500 mg die per due settimane). Attualmente non ha riscontrato particolari effetti collaterali e, come ha detto anche Lei, sia l'oncologo e il radioterapista a Milano ci hanno consigliato prima la chemioterapia e il controllo dopo tre cicli.
In realtà avevo capito che il tumore fosse di grado II, invece Lei mi dice che è allo stadio più avanzato se non ho capito male.
Siccome abbiamo atteso due mesi prima di iniziare la terapia, secondo Lei non sarebbe stato meglio asportare prima il tumore? L'oncologo che lo ha in cura presso la nostra città, ha cambiato tante versioni: prima voleva fare l'intervento, alla seduta successiva ha proposto la biopsia cerebrale perchè il tumore non è un problema (nel senso che non ci sono le ipotesi concrete per l'occlusione) ed è stato il neurochirurgo ad opporsi per via dell'elevato rischio dell'intervento, per arrivare poi alla conclusione che fosse meglio iniziare con la chemioterapia... Ecco da cosa deriva la mia poca fiducia in lui.
Io mi chiedo, è possibile che su una cartella clina vengano espressi pareri così discordanti? Alla luce di questo ho telefonato ancora a Milano e i Medici mi hanno risposto che l'ottimismo deriva dall'esperienza e che la situazione di mio padre era controllabile..
Purtroppo ritengo che l'oncologo che lo ha in cura non ci abbia dato grandi spiegazioni, olre al fatto che mi abbia riferito senza troppa preoccupazione che è spacciato, e credo che ci si dovrebbe occupare di più sia del paziente che dei familiari prima di asserire certe cose.
Secondo Lei si può arrivare a cronicizzare la situazione? Anche perchè se tutto si fermasse alla situazione attuale, mio padre avrebbe solo un leggero calo della vista.. e in tal caso, quanto tempo potrebbe vivere?
Scusi se approfitto della sua gentilezza, ma ho davvero bisogno di risposte chiare che ci aiutino a capire.
La ringrazio
Romina
[#3]
Utente
Utente
Mi piacerebbe poi conoscere anche il parere del Dottor Alongi, in qualità di radioterapista, per chiedere se è possibile praticare la radioterapia cerebrale con buone possibilità di eliminare le metastasi presenti. Ho letto della Gammaknife e vorrei capire se nel caso di mio padre può essere utilizzata.
Ringrazio tutti per le cortesi risposte.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64
Gentile Utente
le certezze che lei desidera, putroppo non è possibile esprimerle per tanti motivi.
In gergo marinaro, bisogna navigare a vista non perdere mai la speranza ed avere tanta fiducia.
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Dr. Gianluca Mortellaro Radioterapista 74 4
Gentile utente,
concordo pienamente con la valutazione del collega D'Angelo sia riguardo lo stadio della malattia che, esordendo con metastasi cerebrali, viene considerata al IV sia per quanto riguarda la strategia terapeutica. La chirurgia con intento curativo,a mio avviso, non ha alcuna indicazione in questo caso perchè la malattia si trova purtroppo in uno stadio avanzato, quindi la chemioterapia (terapia sistemica) diventa l'arma principale da impugnare per aggredire il tumore primitivo (colon) e le sue metastasi. La radioterapia, in quanto terapia locale e non sistemica, potrebbe avere il compito di controllare le lesione cerebrali; il gamma knife è un'apparecchiatura che permette di fare una radiochirurgia stereotassica cioè un tipo particolare radioterapia che eroga alte dosi di radiazioni, in un'unica seduta, a lesioni tumorali di dimensioni fondamentalmente inferiori ai 4cm. Quindi il mio parere è questo: prima cosa ultimare i primi cicli di chemioterapia, fare una rivalutazione TC delle lesioni ed in base alla risposta decidere se irradiare l'intero encefalo con una radioterapia convenzionale 3D ipofrazionata (10 sedute) e successiva valutazione per gamma knife o, in caso di ottima risposta alla chemio, intraprendere da subito un trattamento radiochirurgico sulle lesioni residue.
Spero di essere stato chiaro, rimango comunque a sua completa disposizione.
Salve

Dr. Gianluca Mortellaro
Dirigente Medico I livello
U.O. Radioterapia
ARNAS CIVICO Palermo

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Utente
Utente
Gentilissimi Dottori,
vi ringrazio per le Vostre risposte. E' davvero molto importante, per le persone che si trovano in queste situazioni, trovare una riposta alle mille domande che sovvengono per paura di perdere chi si ama.
Ringrazio il Dottor D'Angelo per la speranza che ha cercato di infondere e il Dottor Mortellaro per le chiare spiegazioni riguardo alla terapia radioterapica. Il 21 aprile mio padre avrà la consulenza radioterapica ma, visto che il nuovo centro non è ancora pronto, so già che occorreranno almeno quattro mesi prima di poter intraprendere la radioterapia.. Invece a Milano interverrebbero subito e in 12 giorni (mattina e sera). Lei ci consiglia di partire subito o di attendere la fine della chemio e la rivalutazione?
Ringrazio ancora per l'utilissimo servizio.
Saluti
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Dr. Gianluca Mortellaro Radioterapista 74 4
Non è semplice dare pareri così nello specifico semplicemente da un forum, il paziente comunque, se le lesioni encefaliche non sono sintomatiche , potrebbe intanto iniziare la chemio e dopo un mese e mezzo o due fare la rivalutazione TC. Si affidi comunque ai colleghi che hanno in cura suo padre perchè loro hanno in mano la situazione generale del paziente e possono prendere decisioni più oculate.
Salve