Adenocarcinoma intestinale
Buongiorno, spero che mi potrete aiutare. Mio padre è stato appena operato per un adenocarcinoma intestinale. Aveva una lesione di neanche 3 cm all'altezza del sigma, scoperta in modo molto casuale, con lo screening, perchè lui, non ha mai avuto nessun sintomo. Il chirurgo fin da subito ha ritenuto che potesse essere una degenerazione ai primi stadi e la tac e gli esami del sangue erano molto confortanti e sembravano seguire questa direzione. Il cea era 1,9 su 5 e il ca 19 9 era 4 su 27, mi pare ( e mio padre è anche fumatore). Ora, ancora non abbiamo il referto scritto dell'istologico, però grazie a mia zia che ha lavorato in anatomia patologica, siamo riusciti ad evere i primi responsi. La dottoressa che si è occupata del "pezzo" è stata molto scrupolosa e ci ha riferito che il tumore non ha superato la muscolaris ( quindi sierosa intatta)...sarebbe stato uno stadio iniziale se dei 16 linfonodi da Lei trovati, uno (oltretutto piccolo) non fosse risultato positivo...siamo quindi caduti ad un terzo stadio..Lei ci ha detto che probabilmente verrà deciso un ciclo di chemio per mio babbo. Le dico subito che mio padre ha 69 anni, e pesa 69 kg...non ha mai avuto interventi e ha sempre goduto di ottima salute (ha solo un pò di ipertensione che ora, dopo l'intervento, è particolarmente accentuata). Le mie domande sono: un solo, piccolo linfonodo positivo, cosa comporta? è davvero necessaria la chemio? e se sì, per quanto tempo? che cosa si intende per "un ciclo di chemio"? ma soprattutto, a livello generale (seppur mi rendo conto che ognuno fa storia a se), che probabilità ci sono che mio babbo si riammali? grazie e scusate l'enfasi e l'agitazione...sono molto giù di morale...spero che potrete aiutarmi. Silvia
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Purtroppo, anche se piccolo,la presenza di un solo linfonodo sede di metastasi descrive un III stadio di malattia.
In relazione a quello che riporta dal referto istologico: StadioIIIA, C1 secondo la classificazione di Astler Coller.
In questo stadio è necessaria la chemioterapia per evitare che la malattia possa ripresentarsi con una percentuale che si aggira, dalle statistiche, intorno al 40% a distanza di 5 anni.
I farmaci utilizzati sono diversi. Per la scelta dei farmaci, utile sarà controllare se è presente nel tumore una mutazione di un gene particolare detto KRAS. I pazienti che presentano tale mutazione non rispondono ad alcuni farmaci antitumorali, quindi con l’esame del gene di KRAS si evita di somministrare, ai pazienti, chemioterapici da quali non trarrebbero alcun beneficio.
Il ciclo e di sei mesi con somministrazioni mensili.
Sia fiduciosa.
Cordiali saluti
Dr. Giuseppe D'Oriano
In relazione a quello che riporta dal referto istologico: StadioIIIA, C1 secondo la classificazione di Astler Coller.
In questo stadio è necessaria la chemioterapia per evitare che la malattia possa ripresentarsi con una percentuale che si aggira, dalle statistiche, intorno al 40% a distanza di 5 anni.
I farmaci utilizzati sono diversi. Per la scelta dei farmaci, utile sarà controllare se è presente nel tumore una mutazione di un gene particolare detto KRAS. I pazienti che presentano tale mutazione non rispondono ad alcuni farmaci antitumorali, quindi con l’esame del gene di KRAS si evita di somministrare, ai pazienti, chemioterapici da quali non trarrebbero alcun beneficio.
Il ciclo e di sei mesi con somministrazioni mensili.
Sia fiduciosa.
Cordiali saluti
Dr. Giuseppe D'Oriano
Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com
[#2]
Ex utente
Allora, intanto la ringrazio veramente di cuore dottore, per aver tempestivamente risposto ai miei quesiti. Spero di poterla disturbare un'ultima volta per capire un pò meglio la situazione. Lei ha scritto che nello stadio IIIa la possibilità di recidiva nell'arco dei 5 anni successivi all'intervento, si aggira intorno al 40%. Questo se non si fa la chemioterapia? Quindi con la chemio le probabilità si riducono ulteriormente, dico bene? un'altra cosa: queste possibilità di ripresa (piuttosto elevate ineffetti, ma rincuoranti rispetto a ciò che ho letto altrove), riguardano lo stadio IIIa che comprende coloro che hanno un conivolgimento linfonoidale che va da 1 a 3. Ma avere uno oppure tre linfonodi coinvolti, non credo sia la stessa cosa, quindi forse per mio babbo la situazione è un poco più rosea, non è vero? Scusi, le sembrerò pazza, a tirare in ballo numeri e statistiche che forse lasciano il tempo che trovano, ma ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa ora. La chemio dura sei mesi e le sedute sono mensili ha detto. Ma un giorno al mese? può essere anche una somministrazione orale? grazie e scusi ancora il disturbo, spero potrà capire.
[#3]
Non per crearle ulteriori apprensioni, ma la percentuale si riferisce a quelli che hanno fatto le chemio.Il 40% di questi pazienti può sviluppare nuovamente la malattia.
Concordo con lei che a tirare fuori numeri e statistiche serve solo a creare confusione e sconforto.
Attualmente lo schema è di un giorno al mese e non prevede nel IIIA somministrazione orale di chemioterapici.
Addentrarci, tramite questo mezzo, in dettagli tecnici e nelle possibili variabili degli schemi a 4 mesi a 6 o 7 mesi o sui vari farmaci, le creerebbe ulteriore confusione.
Adesso è il momento di affidarsi all'oncologo di riferimento dell'ospedale.
Cordiali Saluti
Concordo con lei che a tirare fuori numeri e statistiche serve solo a creare confusione e sconforto.
Attualmente lo schema è di un giorno al mese e non prevede nel IIIA somministrazione orale di chemioterapici.
Addentrarci, tramite questo mezzo, in dettagli tecnici e nelle possibili variabili degli schemi a 4 mesi a 6 o 7 mesi o sui vari farmaci, le creerebbe ulteriore confusione.
Adesso è il momento di affidarsi all'oncologo di riferimento dell'ospedale.
Cordiali Saluti
[#4]
Ex utente
Addirittura!! Il 40% di quelli che hanno fatto la chemio !!! Tanti...ma lei ha scritto "possono" riammalarsi, quindi non è certo. E non è detto che a quel punto per loro sia finita... mi attacco a tutto, lo so...però mi sembra anche strano che chi ha un solo linfonodo malato rientri nella stessa percentuale di chi ne ha tre. Comunque presumo che non fosse possibile distinguere e frammentare ulteriormente gli stadi, visto che sono già tanti. Il terzo stadio si divide addirittura in a, b, c. Scusi il mio cartesianesimo. Dottore, un'ultimissima domanda. Più che altro una mia curiosità: quando si parla di sopravvivenza a 5 anni, ci si riferisce a chi arriva a tale traguardo libero dalla malattia o anche a chi magari nel frattempo si riammala,che so dopo tre o quattro anni e magari muore dopo 5 o 6 anni dalla prima diagnosi? Non la disturbo davvero più e la ringrazio tantissimo. Mi affiderò come lei detto al nostro oncologo di fiducia, che ancora per la verità non abbiamo. Buona serata, è stato utilissimo. Silvia
[#5]
La percentuale di sopravvivenza(OS) a cinque anni esprime, in percentuale, il numero di persone che sono ancora in vita con o senza recidiva: Stadio IIIA 60-80%, IIIb 40-60%, IIIc 20-40%
La percentuale di Intervallo libero(DFS)rappresenta invece in percentuale il numero dei pazienti liberi da malattia a 5 anni Stadio IIIA 40% circa.
La percentuale di Intervallo libero(DFS)rappresenta invece in percentuale il numero dei pazienti liberi da malattia a 5 anni Stadio IIIA 40% circa.
[#9]
Ex utente
Quindi dottore, quelli che guariscono completamente e sono liberi da malattia nei 5 anni successivi alla diagnosi e dopo sei mesi di chemio, sono nel IIIA il 60% circa. Mentre il 40, è facile che si riammali. Ho capito bene. Ok e nello stadio III b ? quanti è probabile che si riammalino? la metà? (gli e lo chiedo perchè una mia collega me l'ha domandato per sua mamma)...questa è davvero l'ultima domanda..ne approfitto ancora una volta per ringraziarla della premura che ha avuto nel rispondermi; spero capisca in qualche modo il mio bisogno estremo di capire bene per potermi aggrappare a qualcosa, anche se questo qualcosa è assurdo, perchè non si può fare affidamento su delle statistiche. Ma ora come ora non so a cosa affidarmi..abbiamo passato mesi tremendi, sperando che arrivassero buone notizie, prima dall'esito della colonoscopia, poi da quello della tac, infine dall'intervento. Ed ora siamo alla chemio e abbiamo ancora meno certezze. Queste cose, quando arrivano così all'improvviso, stravolgono la vita in una maniera che non si può descrivere. Grazie ancora per tutto. Mi scusi
[#12]
Ex utente
Buongiorno dottore, non per disturbarla ulteriormente, ma solo per scriverle con precisione i dati di mio babbo relativi all'istologico. Il pezzo operatorio è di 22 cm, con meso di 10. Metastasi in 0/9 linfonodi vascolari e 1/6 paracolici. Non infiltrazione neoplastica nei campioni relativi al margine di resezione prossimale e distale alla neoplasia. Stadiazione : pT2, pN1a G2 L1 V1 R0. Non conosco assolutamente le ultime diciture( L1, V1, R0) evorrei capire, in attesa dell'appuntamento con l'oncologo se c'è qualcosa di particolarmente diverso rispetto a ciò di cui avevamo parlato. Poi, il numero dei linfonodi (e di quei linfonodi) è sufficiente per la stadiazione ? Grazie e scusi ancora il disturbo
[#14]
Ex utente
Grazie infinite dottore e la prego di non mandarmi a quel paese se le faccio un'ultimissima (promesso) domanda..una curiosità più che altro...(da paranoica e ansiosa quale sono)...un mio collega di lavoro mi ha detto che sua madre un anno fa è stata operata di tumore al retto. La tac pre operazione era negativa, ma durante l'intervento chirurgico, è stata diagnosticata e asportata una piccolissima lesione al fegato di 4 mm, considerata come lesione ripetitiva e quindi metastasi data dalla neoplasia principale. Durante un intervento in laparascopia (come fatto a mio padre), si può quindi vedere anche il fegato ed eventuali metastasi occulte? (la tac fatta da mio padre in precedenza era negativa) Perchè a noi non è stato detto nulla in proposito...quindi forse, non ce ne erano,di lesioni giusto? grazie ancora e scusi..è stato prezioso...
[#16]
L' intervento laparoscopico permette una esplorazione della superfice epatica e la possibilità di evidenziare piccole lesioni ripetitive superficiali.
Il KRAS conviene farlo, perchè con la ricerca genetica su un gene KRAS è possibile sapere in anticipo se un determinato tumore è sensibile o meno ad un particolare farmaco, indipendentemente dallo stadio della malattia ed in assenza di metastasi a distanza.
Il KRAS conviene farlo, perchè con la ricerca genetica su un gene KRAS è possibile sapere in anticipo se un determinato tumore è sensibile o meno ad un particolare farmaco, indipendentemente dallo stadio della malattia ed in assenza di metastasi a distanza.
[#18]
Sicuramente non erano presenti metastasi visibili ad occhio nudo è superficiali.
Il compito di evidenziare metastasi nel contesto epatico è affidato alla TAC, all'ecografia o alla PET.
Il compito di evidenziare metastasi nel contesto epatico è affidato alla TAC, all'ecografia o alla PET.
[#19]
Ex utente
Grazie ancora dottore. La tac, l'aveva già fatta ed era risultata negativa per lesioni ripetitive. Però a volte piccolissime lesioni non vengono "colte"dalla tc, per questo le ho fatto quella domanda; il mio collega mi aveva detto che a sua madre una lesione sfuggita alla tac, era stata asportata durante l'intervento chirurgico al retto, dal suo chirurgo. Le auguro una buona giornata
[#20]
Purtroppo alcune lesioni sono così piccole da sfuggire anche alla TAC.
La parente del suo collega è stata fortunata, perchè la lesione era sulla superfice e visibile ad occhio nudo, lo sarebbe stata meno se si fosse sviluppata in profondità.
La parente del suo collega è stata fortunata, perchè la lesione era sulla superfice e visibile ad occhio nudo, lo sarebbe stata meno se si fosse sviluppata in profondità.
[#21]
Ex utente
Questo è molto scoraggiante. Praticamente non si può mai esser sicuri di nulla, neanche dello stadio di malattia che ci è stato assegnato, soprattutto se tale stadio è un secondo o un terzo; c'è sempre la possibilità di essere in realtà già in metastasi, se davvero ne la tac prima, ne il chirurgo poi, in fase d'intervento, possono vedere alcune micrometastasi già formatesi nel fegato. Voglio essere ottimista circa mio padre e non pensare anche a questa terribile ipotesi, altrimenti non vivo più. Lei mi disse qualche giorno fa di essere fiduciosa; voglio esserlo. Grazie di tutto.
[#22]
Ex utente
Buongiorno Dottore..scusi se mi permetto di disturbarla di nuovo, spero mi potrà aiutare nuovamente. Il punto è che abbiamo avuto con mio padre, proprio ieri la visita con l'oncologo...ci sono delle cose però che vorrei chiedere anche a Lei.
Intanto le scrivo anche l'esatto referto istologico, così è tutto più chiaro: adenocarcinoma moderatamente differenziato, infiltrante la muscolatura propria della parete colica con reazione desmoplastica e lieve infiltrato linfomonocitario. Presenza di angioinvasività di piccoli vasi e di metastasi linfonodale in 0/9 linfonodi vascolari e 1/6 paracolici. Non infiltrazione neoplastica nei campioni relativi a margine di resezione prossimale e distale alla neoplasia e ad anello anastomico distale. pT2 p N1a G2 L1 v1 R0.
In base a ciò il medico ci ha detto che è necessaria la chemio. E fin qui ci siamo. Ha detto che siamo in un terzo stadio. Nel terzo stadio c'è il 50% di possibilità di recidiva se non si fa la chemio. Con la chemio un altro 50% di persone non si ammalano più. Quindi è fuori dalla malattia (secondo lui) circa un 75% di pazienti. Ma il terzo stadio come mi aveva spiegato lei è vasto. Si divide in terzo a, b, c. Possibile che ci siano per tutti le stesse aspettative? E che non ci siano differenze tra l'avere un linfonodo positivo o 10? Cmq...io gli ho anche chiesto se intravedeva nel referto qualche altro fattore sfavorevole. Ad esempio l'invasione extramurale o perineurale. Lui però mi ha risposto che queste cose possono avvenire quando c'è l'interessamento della sierosa, altrimenti no. E' così? Inoltre non ci ha accennato assolutamente al gene kras e ci ha proposto un solo protocollo chemioterapico: il folfox. Tale protocollo consiste in tre sedute chemioterapiche ogni 15 giorni, ovvero, sono coinvolti circa sei, sette giorni al mese, per sei mesi. Quando io gli ho accennato al protocollo di cui mi aveva parlato lei, mi ha riferito che sì si può fare anche quello ma ha più effetti collaterali. Lui è stato un pò sbrigativo riguardo questa ulteriore opzione, ci ha solo accennato al fatto che si tratta di un protocollo che si basa su un giorno di terapia ogni tre settimane che però deve essere integrato con chemioterapici orali . Scusi dottore. Io ne vorrei sapere di più. In cosa consiste questa seconda possibilità? e quali sono gli effetti collaterali? Mio padre è molto depresso e sarebbe orientato per questa seconda opzione, perchè un pò meno invasiva...così pare almeno...grazie e scusi l'ennesimo disturbo...se può ci dia una mano...
Intanto le scrivo anche l'esatto referto istologico, così è tutto più chiaro: adenocarcinoma moderatamente differenziato, infiltrante la muscolatura propria della parete colica con reazione desmoplastica e lieve infiltrato linfomonocitario. Presenza di angioinvasività di piccoli vasi e di metastasi linfonodale in 0/9 linfonodi vascolari e 1/6 paracolici. Non infiltrazione neoplastica nei campioni relativi a margine di resezione prossimale e distale alla neoplasia e ad anello anastomico distale. pT2 p N1a G2 L1 v1 R0.
In base a ciò il medico ci ha detto che è necessaria la chemio. E fin qui ci siamo. Ha detto che siamo in un terzo stadio. Nel terzo stadio c'è il 50% di possibilità di recidiva se non si fa la chemio. Con la chemio un altro 50% di persone non si ammalano più. Quindi è fuori dalla malattia (secondo lui) circa un 75% di pazienti. Ma il terzo stadio come mi aveva spiegato lei è vasto. Si divide in terzo a, b, c. Possibile che ci siano per tutti le stesse aspettative? E che non ci siano differenze tra l'avere un linfonodo positivo o 10? Cmq...io gli ho anche chiesto se intravedeva nel referto qualche altro fattore sfavorevole. Ad esempio l'invasione extramurale o perineurale. Lui però mi ha risposto che queste cose possono avvenire quando c'è l'interessamento della sierosa, altrimenti no. E' così? Inoltre non ci ha accennato assolutamente al gene kras e ci ha proposto un solo protocollo chemioterapico: il folfox. Tale protocollo consiste in tre sedute chemioterapiche ogni 15 giorni, ovvero, sono coinvolti circa sei, sette giorni al mese, per sei mesi. Quando io gli ho accennato al protocollo di cui mi aveva parlato lei, mi ha riferito che sì si può fare anche quello ma ha più effetti collaterali. Lui è stato un pò sbrigativo riguardo questa ulteriore opzione, ci ha solo accennato al fatto che si tratta di un protocollo che si basa su un giorno di terapia ogni tre settimane che però deve essere integrato con chemioterapici orali . Scusi dottore. Io ne vorrei sapere di più. In cosa consiste questa seconda possibilità? e quali sono gli effetti collaterali? Mio padre è molto depresso e sarebbe orientato per questa seconda opzione, perchè un pò meno invasiva...così pare almeno...grazie e scusi l'ennesimo disturbo...se può ci dia una mano...
[#23]
Gentile utente
Tramite questo mezzo non è possibile dire che cosa sia meglio per suo padre e quale ciclo chemioterapico è consigliabile.
Si affidi all'oncologo medico che, in base alla sua esperienza, ma sempre attenendosi ai protocolli internazionali, potrà darle tutte le informazioni, anche per iscritto nel consenso informato.
Tramite questo mezzo non è possibile dire che cosa sia meglio per suo padre e quale ciclo chemioterapico è consigliabile.
Si affidi all'oncologo medico che, in base alla sua esperienza, ma sempre attenendosi ai protocolli internazionali, potrà darle tutte le informazioni, anche per iscritto nel consenso informato.
[#24]
Ex utente
Grazie dottore e scusi il ritardo con cui le rispondo. A quanto pare, mio padre può scegliere tra due shemi chemioterapici, il folfox e lo xelox...il medico ci ha lasciato ancora qualche giorno per decidere, ma ci ha detto che hanno la stessa efficacia, anche se lo xelox ha qualche effetto collaterale in più (ma mio padre propende decisamente per questo). Prima però, dovrà fare una visita cardiaca e una nuova tac. Quello che non ho capito è la tac; come mai a distanza di un mese e mezzo dalla prima tc e a poche settimane dall'intervento, c'è bisogno di un nuovo così approfondito controllo? (tac addome e torace)...possibile che si siano già sviluppate delle metastasi? Lui ha risposto che vuole semplicemente stadiare la malattia dopo l'intervento...bò...ne approfitto comunque per farle i miei migliori auguri di Natale, ringraziandola ancora per tutto il disturbo che le ho arrecato. Mi scusi l'irruenza e il martellamento di domande con le quali, l'ho sommersa....spero che in parte, possa comprendere. tanti cari saluti.
[#26]
Una TC servirà a capire, in base alla presenza di eventuali ripetizioni della malattia, quale dei due protocolli terpeutici è indicato secondo le linee guida internazionali,indipendetemente dalle scelte del paziente.
[#27]
Ex utente
Mi scusi dottore...ma non riesco a capire...cosa intende per ripetizioni? possono già esserci delle metastasi locali o a distanza "macroscopicamente evidenti"? ed evidenziabili dalla stessa tac che un mese fa ha dato esito negativo? possibile? credevo che la chemio fosse audiuvante e servisse proprio ad evitare possibili recidive future che attualmente non ci sono, sbaglio? invece lei mi parla di una chemio che mira a ridurre delle mestastasi già presenti o a tenerle sotto controllo....è così? mio babbo è uno stadio III, non IV...scusi, ma essendo profana, ho difficoltà a capire..ma al tempo stesso vorrei farlo..
[#28]
A distanza non posso fare che confermarle che tali esami vanno richiesti per escludere l' eventuale presenza di metastasi e per una stadiazione della malattia
Conosco lo stadio post chirurgico di suo padre(IIIa), ma è prassi comune, anche per decidere che protocollo chemioterapico adottare, eseguirne una nuova TC toracoaddominale post chirurgica (Lui ha risposto che vuole semplicemente stadiare la malattia dopo l'intervento )
Sicuramente nel caso di suo padre stadio IIIa, stadio che descrive l'assenza di metastasi a distanza, la chemio servirà a ridurre i rischi che la malattia si ripeti.
Conosco lo stadio post chirurgico di suo padre(IIIa), ma è prassi comune, anche per decidere che protocollo chemioterapico adottare, eseguirne una nuova TC toracoaddominale post chirurgica (Lui ha risposto che vuole semplicemente stadiare la malattia dopo l'intervento )
Sicuramente nel caso di suo padre stadio IIIa, stadio che descrive l'assenza di metastasi a distanza, la chemio servirà a ridurre i rischi che la malattia si ripeti.
[#29]
Ex utente
Grazie mille dottore! Mi ha un pò rincuorata...non ci sto capendo più nulla...lunedì comunque mio babbo ha appuntamento per tac, analisi del sangue e visita cardiaca. Ok. le faccio un'ultima domanda e poi davvero basta; purtroppo ho visto che riceve a Napoli e noi siamo troppo lontani essendo toscani, altrimenti le chiederei una visita. E' teoricamente possibile, secondo Lei, che a un mese dall'intervento e un mese e mezzo dalla tac, ci possano essere delle metastasi locali o a distanza visibili col mezzo di contrasto? grazie, di cuore, buon Natale....
[#31]
Ex utente
Dottore buonasera, scusi se la disturbo di nuovo ma non so davvero a chi rivolgermi...mio babbo, come le avevo accennato, è andato oggi a fare tac, esami del sangue etc...per poter a gennaio, iniziare il suo ciclo di chemio. L'infermiera, le ha consegnato a questo punto, il risultato di alcune analisi del sangue che sono state fatte a mio babbo, il giorno dopo l'intervento chirurgico al colon. Mio babbo è stato operato il 19 novembre e tali analisi, sono datate 20 novembre, ore 7...noi non sapevamo neanche di questo esame e nessuno alla dimissione di mio babbo ci ha detto nulla...ora da tali analisi risulta che mio babbo è diabetico!!! ha la glicemia a 140! ma mio babbo non ha mai avuto tali risultati, nè la glicemia così elevata...è possibile che sia una conseguenza dell'intervento? anche i leucociti sono abbastanza aumentati rispetto la volta scorsa...ma dopo un intervento di quasi 4 ore, terminato alle 20 e le varie flebo fatte, non è normale? e se fosse davvero diabetico, potrebbe cmq fare la chemio? grazie in anticipo dottore..
[#33]
Una sola glicemia di 1,47 non è sufficiente ha catalogare suo padre come diabetico.
Ma in ogni caso, con questo risultato, potrà tranquillamente eseguire il programma chemioterapico.
Ma in ogni caso, con questo risultato, potrà tranquillamente eseguire il programma chemioterapico.
[#36]
Ex utente
Buongiorno dottore e buone feste. Mi permetto di aggiornarla sulla situazione di mio babbo, visto che ho avuto un colloquio con l'oncologo e visto che lei è stato così gentile da seguirmi in questo difficile percorso. Aveva ragione Lei..le ultime analisi di mio babbo escludono il diabete! Il glucosio è tornato normale. Buoni anche gli altri valori e il marker tumorale Cea è perfino inferiore al pre-intervento: 1,7 contro 1,9. La tac ancora non era stata refertata quando siamo andati ma il dottore è stato molto gentile e ha dato un'occhiata lui e a livello di fegato e polmoni non ha visto nulla di che. L'occhio è quello dell'oncologo, non del radiologo, ma ci ha cmq molto tranquillizzati. Riguardo gli schemi chemioterapici, mio babbo può scegliere quale seguire tra il folfox e lo xelox. L'oncologo ci ha confermato che hanno entrambi la stessa efficacia. Dottore io ho una curiosità; mio babbo ha un tumore di grado2 (moderatamente differenziato). Io ho letto, circa il colon che si tratta di un grado moderato o addirittura basso, ovvero di una neoplasia non particolarmente aggressiva. Addirittura in alcuni trattati vengono elencati solo due gruppi di rischio: il basso (che include g1 e g2) e l'alto (g3, g4). Pur tuttavia da altre parti e soprattutto nel caso di tumori al seno, ho letto che il g2 è un tumore abbastanza aggressivo e che tale grado è considerato un pronostico negativo. Come stanno le cose?
Poi nel referto istologico del tumore di mio babbo c'è scritto "angioinvasività dei piccoli vasi"...cosa significa? è per caso collegato con il linfonodo positivo? è anche segnalato, sempre nel referto con il v1...ho letto che fattori negativi in genere sono l'invasione perieneurale o extra murale...ma nel referto non sono segnalati..come devo interpretarlo? grazie ancora e buona giornata
Poi nel referto istologico del tumore di mio babbo c'è scritto "angioinvasività dei piccoli vasi"...cosa significa? è per caso collegato con il linfonodo positivo? è anche segnalato, sempre nel referto con il v1...ho letto che fattori negativi in genere sono l'invasione perieneurale o extra murale...ma nel referto non sono segnalati..come devo interpretarlo? grazie ancora e buona giornata
[#37]
Ex utente
Buongiorno e scusate se torno ancora ad abusare della vostra cortesia e pazienza; vorrei solo che mi deste un'occhiata al referto tac post intervento di mio babbo (tac effettuata per stadiare ulteriormente la malattia e decidere quale regime chemioterapico seguire); ricordo che mio padre è un t2n1, ovvero un IIIa (trovato un linfonodo positivo):
TC TORACE SENZA E CON MDC:
Non si riconoscono lesioni focali a carico del parenchima polmonare.
Cavità pleuriche libere da versamento.
Non significative adenopatie mediastiniche e ilari.
Invariata l'area di addensamento osseo a livello dell'arco posteriore della X costa a destra.
Tc ADDOME COMPLETO CON E SENZA MDC:
Non si dimostrano focalità epatiche.
Regolare la milza, i surreni, il pancreas ed i reni 8fatta eccezione per piccole cisti bilaterali).
esiti chirurgici a livello del sigma, non si rilevano sicuri segni di recidiva di malattia.
Minima falda fluida libera in addome inferiore.
prostata aumentata di dimensioni finemente disomogenea.
Vorrei sapere, premettendo che l'oncologo ha detto che la tac è totalmente negativa, cosa può essere l'addensamento osseo a livello della decima costa? Molti anni fa, mio padre si è incrinato o rotto una costa sulla destra, può essere dovuto a ciò l'addensamento?. Nella precedente tac, non era menzionata questa cosa sinceramente... e poi: "non significative adenopatie mediastiniche e ilari"...cosa significa? Grazie ancora e scusate l'ennesimo disturbo. Mio padre ha iniziato ieri la chemio secondo lo schema xelox. Buona giornata
TC TORACE SENZA E CON MDC:
Non si riconoscono lesioni focali a carico del parenchima polmonare.
Cavità pleuriche libere da versamento.
Non significative adenopatie mediastiniche e ilari.
Invariata l'area di addensamento osseo a livello dell'arco posteriore della X costa a destra.
Tc ADDOME COMPLETO CON E SENZA MDC:
Non si dimostrano focalità epatiche.
Regolare la milza, i surreni, il pancreas ed i reni 8fatta eccezione per piccole cisti bilaterali).
esiti chirurgici a livello del sigma, non si rilevano sicuri segni di recidiva di malattia.
Minima falda fluida libera in addome inferiore.
prostata aumentata di dimensioni finemente disomogenea.
Vorrei sapere, premettendo che l'oncologo ha detto che la tac è totalmente negativa, cosa può essere l'addensamento osseo a livello della decima costa? Molti anni fa, mio padre si è incrinato o rotto una costa sulla destra, può essere dovuto a ciò l'addensamento?. Nella precedente tac, non era menzionata questa cosa sinceramente... e poi: "non significative adenopatie mediastiniche e ilari"...cosa significa? Grazie ancora e scusate l'ennesimo disturbo. Mio padre ha iniziato ieri la chemio secondo lo schema xelox. Buona giornata
Questo consulto ha ricevuto 37 risposte e 13.6k visite dal 23/11/2012.
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Approfondimento su Ipertensione
L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.