Adenocarcinoma polmonare con metastasi cerebrale.
Salve.
A seguire la storia clinica di mia mamma (60 anni nel momento in cui scrivo).
Nel novembre del 2002 mia mamma viene sottoposta ad isterectomia. Il referto dell’anatomopatologo sul reperto operatorio è il seguente:
Reperto macroscopico
Perviene corpo dell’utero delle dimensioni di cm 9x7x7 e separatamente cervice di cm 7x2. Al taglio sia la cervice che il corpo dell’utero sono occupati da una neoformazione di consistenza dura e di colorito grigiastro. Annessi non contraddistinti costituiti da ovaie delle dimensioni di cm 3x2x1 e tube della lunghezza di cm 5
Reperto microscopico
Adenocarcinoma indifferenziato (G4) di verosimile origine cervicale (CK +, CEA +/-, VIM -).
LA neoplasia si estende al margine cervicale e a tutto il corpo dell’utero infiltrando la metà esterna del miometrio; mostra un elevato indice mitotico, ampie aree di necrosi e figure di linfangite neoplastica.
Ovaie sede di cistoadenoma sieroso papillare e corpi albicanti, tube indenni. Uno dei tre linfonodi otturatori di sinistra è sede di ripetizione neoplastica, i sedici linfonodi inviati come “iliaca esterna e comune di destra e sinistra” e “otturatori di destra” mostrano iperplasia reattiva di tipo misto.
Classificazione TNM sec.UICC,2002: pT2 pN1 pMx Stadio III B
A seguito di tale referto mia mamma, su consiglio del ginecologo-oncologo, del medico oncologo e dello specialista in radioterapia oncologica, viene sottoposta a trattamento radioterapico sullo scavo pelvico, sulla vagina e sui linfonodi di drenaggio fino alla biforcazione aortica, completando il trattamento in associazione a chemioterapia con CDDP.
Nel febbraio 2008, durante una lastra al polmone fatta nell’ambito del follow-up della malattia descritta (che fino alla data non aveva dato alcun segno di ripetizione e tanto meno mamma aveva alcun tipo di sintomo se non un po’ di catarro), le viene scoperto una nuova formazione al polmone destro.
Alla TAC total body immediatamente eseguita si legge:
L’esame evidenzia la presenza di una grossolana formazione a margini parzialmente lobulati che occupa quasi per intero il segmento apicale e dorsale del lobo superiore destro e presenta diametro traverso massimo di circa 10x11 cm ed un’estensione cranio-caudale di circa 7.4 cm.
Tale formazione appare prendere rapporti con la pleura mediastinica e parzialmente con la pleura in sede mantellare.
Non si apprezza interessamento dell’emicostato destro né dei fasci mucolo-tendinei in questa regione.
La formazione descritta presenta enhancement disomogeneo con grossolane aree di tenue ipodensità nel suo contesto compatibili con zone di necrosi.
Sono presenti alcune linfoadenopatie in sede mediastinica la maggior parte delle quali presenta diametro massimo di circa 15mm.
Non significative linfoadenopatie in sede ascellare bilateralmente.
Esente da alterazioni parenchimale il lobo medio ed il lobo inferiore di destra e il polmone di sinistra.
…
In sede endocranica a livello del talamo di destra si apprezza la presenza di una formazione rotondeggiante iperdensa dopo somministrazione di contrasto circondata da area ipodensa di verosimile natura edemigena che potrebbe essere riferibile a ripetizione di malattia.
La formazione descritta in sede polmonare appare riferibile a neo-formazione di tipo primitivo e necessita di valutazione specialistica.
A seguito dell’esito di questo esame, su consiglio del medico oncologo, mamma viene sottoposta a agobiopsia sotto guida Tc della lesione polmonare.
L’esito dell’esame istologico è il seguente.
……………………………….
A seguito della richiesta dell’anatomopatolo vengono presentati i preparati istologici per la revisione.
A seguire il referto:
La comparazione con il preparato citologico della lesione polmonare ha dimostrato che la proliferazione cellulare polmonare costituita da elementi di piccola e media taglia disposti in plaquarda monostratificati o in formazioni pseudoghiandolari appare sostanzialmente sovrapponibile alla lesione uterina.
Il reperto morfologico nel suo complesso appare, quindi, compatibile con la localizzazione secondaria polmonare da adenocarcinoma scarsamente differenziato, con aree indifferenziate, a partenza dall’endocervice.
A questo punto, dopo consulto con il medico oncologo e lo specialista in radioterapia oncologica, mamma viene sottoposta dallo specialista in radioterapia oncologica (dal 3 marzo al 6 marzo 2008) a trattamento stereotassico della lesione cerebrale.
A seguire un estratto della relazione dello specialista in radioterapia oncologica:
In data 28 febbraio 2008 è stata acquisita TC del cranio con mezzo di contrasto e casco localizzatore per lo sviluppo del piano di trattamento. Le immagini sono state trasferite sul sistema di Treatment planning e su queste sono stati definiti i contorni esterni della paziente, del tronco cerebrale, dei globi oculari e della lesione ripetitiva a livello del talamo di destra.
Il trattamento è iniziato in data 3 marzo 2008 con il programma di somministrazione, in quattro sedute da 800 cGy ciascuna, la dose totale di 3200 cGy. Per tutta la durata del trattamento viene consigliata la somministrazione di cortisone.
Concluso in data 6 marzo 2008 tale trattamento il medico oncologo ha consigliato la chemioterapia con 2 farmaci: carboplatino e taxolo.
Il programma è quello di sottoporre la mamma a 3 cicli di chemioterapia (ogni ciclo viene ripetuto ogni 21 giorni) e rivalutare con una TAC programmata prima dell’inizio dell’eventuale quarto ciclo per verificare la reazione della malattia alla terapia. Considerando che il primo ciclo è programmato per il 19 marzo 2008, la TAC di controllo verrà effettuata intorno a metà maggio 2008.
Presentato il caso ho alcune domande:
1 – Perché la TAC afferma che l’attuale malattia è primaria mentre l’anatomopatologo la definisce secondaria? Cosa cambia nei due casi?
2 – Documentandomi ho capito che per questo tipo di cancro la cura che da la maggior possibilità di sopravvivenza è la chirurgia, che per ora viene esclusa sia dal medico oncologo sia dallo specialista in radioterapia oncologica. Dovrei portare mamma da un chirurgo per un parere in merito o è meglio aspettare gli effetti della chemioterapia? Cosa ne pensate? E' corretta la terapia proposta?
3 – Com’è la situazione di mamma?
Grazie da subito per l’opportunità di avere un parere.
Un cordiale saluto.
A seguire la storia clinica di mia mamma (60 anni nel momento in cui scrivo).
Nel novembre del 2002 mia mamma viene sottoposta ad isterectomia. Il referto dell’anatomopatologo sul reperto operatorio è il seguente:
Reperto macroscopico
Perviene corpo dell’utero delle dimensioni di cm 9x7x7 e separatamente cervice di cm 7x2. Al taglio sia la cervice che il corpo dell’utero sono occupati da una neoformazione di consistenza dura e di colorito grigiastro. Annessi non contraddistinti costituiti da ovaie delle dimensioni di cm 3x2x1 e tube della lunghezza di cm 5
Reperto microscopico
Adenocarcinoma indifferenziato (G4) di verosimile origine cervicale (CK +, CEA +/-, VIM -).
LA neoplasia si estende al margine cervicale e a tutto il corpo dell’utero infiltrando la metà esterna del miometrio; mostra un elevato indice mitotico, ampie aree di necrosi e figure di linfangite neoplastica.
Ovaie sede di cistoadenoma sieroso papillare e corpi albicanti, tube indenni. Uno dei tre linfonodi otturatori di sinistra è sede di ripetizione neoplastica, i sedici linfonodi inviati come “iliaca esterna e comune di destra e sinistra” e “otturatori di destra” mostrano iperplasia reattiva di tipo misto.
Classificazione TNM sec.UICC,2002: pT2 pN1 pMx Stadio III B
A seguito di tale referto mia mamma, su consiglio del ginecologo-oncologo, del medico oncologo e dello specialista in radioterapia oncologica, viene sottoposta a trattamento radioterapico sullo scavo pelvico, sulla vagina e sui linfonodi di drenaggio fino alla biforcazione aortica, completando il trattamento in associazione a chemioterapia con CDDP.
Nel febbraio 2008, durante una lastra al polmone fatta nell’ambito del follow-up della malattia descritta (che fino alla data non aveva dato alcun segno di ripetizione e tanto meno mamma aveva alcun tipo di sintomo se non un po’ di catarro), le viene scoperto una nuova formazione al polmone destro.
Alla TAC total body immediatamente eseguita si legge:
L’esame evidenzia la presenza di una grossolana formazione a margini parzialmente lobulati che occupa quasi per intero il segmento apicale e dorsale del lobo superiore destro e presenta diametro traverso massimo di circa 10x11 cm ed un’estensione cranio-caudale di circa 7.4 cm.
Tale formazione appare prendere rapporti con la pleura mediastinica e parzialmente con la pleura in sede mantellare.
Non si apprezza interessamento dell’emicostato destro né dei fasci mucolo-tendinei in questa regione.
La formazione descritta presenta enhancement disomogeneo con grossolane aree di tenue ipodensità nel suo contesto compatibili con zone di necrosi.
Sono presenti alcune linfoadenopatie in sede mediastinica la maggior parte delle quali presenta diametro massimo di circa 15mm.
Non significative linfoadenopatie in sede ascellare bilateralmente.
Esente da alterazioni parenchimale il lobo medio ed il lobo inferiore di destra e il polmone di sinistra.
…
In sede endocranica a livello del talamo di destra si apprezza la presenza di una formazione rotondeggiante iperdensa dopo somministrazione di contrasto circondata da area ipodensa di verosimile natura edemigena che potrebbe essere riferibile a ripetizione di malattia.
La formazione descritta in sede polmonare appare riferibile a neo-formazione di tipo primitivo e necessita di valutazione specialistica.
A seguito dell’esito di questo esame, su consiglio del medico oncologo, mamma viene sottoposta a agobiopsia sotto guida Tc della lesione polmonare.
L’esito dell’esame istologico è il seguente.
……………………………….
A seguito della richiesta dell’anatomopatolo vengono presentati i preparati istologici per la revisione.
A seguire il referto:
La comparazione con il preparato citologico della lesione polmonare ha dimostrato che la proliferazione cellulare polmonare costituita da elementi di piccola e media taglia disposti in plaquarda monostratificati o in formazioni pseudoghiandolari appare sostanzialmente sovrapponibile alla lesione uterina.
Il reperto morfologico nel suo complesso appare, quindi, compatibile con la localizzazione secondaria polmonare da adenocarcinoma scarsamente differenziato, con aree indifferenziate, a partenza dall’endocervice.
A questo punto, dopo consulto con il medico oncologo e lo specialista in radioterapia oncologica, mamma viene sottoposta dallo specialista in radioterapia oncologica (dal 3 marzo al 6 marzo 2008) a trattamento stereotassico della lesione cerebrale.
A seguire un estratto della relazione dello specialista in radioterapia oncologica:
In data 28 febbraio 2008 è stata acquisita TC del cranio con mezzo di contrasto e casco localizzatore per lo sviluppo del piano di trattamento. Le immagini sono state trasferite sul sistema di Treatment planning e su queste sono stati definiti i contorni esterni della paziente, del tronco cerebrale, dei globi oculari e della lesione ripetitiva a livello del talamo di destra.
Il trattamento è iniziato in data 3 marzo 2008 con il programma di somministrazione, in quattro sedute da 800 cGy ciascuna, la dose totale di 3200 cGy. Per tutta la durata del trattamento viene consigliata la somministrazione di cortisone.
Concluso in data 6 marzo 2008 tale trattamento il medico oncologo ha consigliato la chemioterapia con 2 farmaci: carboplatino e taxolo.
Il programma è quello di sottoporre la mamma a 3 cicli di chemioterapia (ogni ciclo viene ripetuto ogni 21 giorni) e rivalutare con una TAC programmata prima dell’inizio dell’eventuale quarto ciclo per verificare la reazione della malattia alla terapia. Considerando che il primo ciclo è programmato per il 19 marzo 2008, la TAC di controllo verrà effettuata intorno a metà maggio 2008.
Presentato il caso ho alcune domande:
1 – Perché la TAC afferma che l’attuale malattia è primaria mentre l’anatomopatologo la definisce secondaria? Cosa cambia nei due casi?
2 – Documentandomi ho capito che per questo tipo di cancro la cura che da la maggior possibilità di sopravvivenza è la chirurgia, che per ora viene esclusa sia dal medico oncologo sia dallo specialista in radioterapia oncologica. Dovrei portare mamma da un chirurgo per un parere in merito o è meglio aspettare gli effetti della chemioterapia? Cosa ne pensate? E' corretta la terapia proposta?
3 – Com’è la situazione di mamma?
Grazie da subito per l’opportunità di avere un parere.
Un cordiale saluto.
[#1]
Il parere dell'Anatomo Patologo, che ha "confrontato" i vetrini, è prevalente, e ci dice che siamo di fronte con ogni probabilità a metastasi del pregresso tumore dell'utero.
La chirurgia dei tumori cerebrali, quando si tratta di lesioni "profonde", cioè molto interne, rischia di fare più danni del tumore stesso, ed è per questo motivo che i suoi Oncologi hanno scelto, giustamente, il trattamento "gamma-knife", cioè la cosiddetta "radiochirurgia", che da buoni risultati con rischi del tutto accettabili.
Mi sembra che le procedure sin qui seguite siano inappuntabili.
Si fidi dei suoi Oncologi, che stanno mostrando molta competenza.
Auguri di cuore.
La chirurgia dei tumori cerebrali, quando si tratta di lesioni "profonde", cioè molto interne, rischia di fare più danni del tumore stesso, ed è per questo motivo che i suoi Oncologi hanno scelto, giustamente, il trattamento "gamma-knife", cioè la cosiddetta "radiochirurgia", che da buoni risultati con rischi del tutto accettabili.
Mi sembra che le procedure sin qui seguite siano inappuntabili.
Si fidi dei suoi Oncologi, che stanno mostrando molta competenza.
Auguri di cuore.
[#3]
Non posso che concordare con quanto detto dal collega.
Aggiungo che forse, a livello polmonare, potrebbe essere utile una TC/PET con FDG per meglio caratterizzare la malattia realmente attiva a livello toracico e ipotizzare un eventuale approccio locale radioterapico(se fattibile).
E' inoltre inusuale la presenza di una metastasi cerebrale da un tumore ginecologico, sebbene possibile. E' invece spesso frequente per le neoplasie primitive polmonari. Forse, una revisione dei vetrini, se utile a indirizzare un approccio multidisciplinare più accurato sul tipo di malattia, non è una possibilità da trascurare.
Aggiungo che forse, a livello polmonare, potrebbe essere utile una TC/PET con FDG per meglio caratterizzare la malattia realmente attiva a livello toracico e ipotizzare un eventuale approccio locale radioterapico(se fattibile).
E' inoltre inusuale la presenza di una metastasi cerebrale da un tumore ginecologico, sebbene possibile. E' invece spesso frequente per le neoplasie primitive polmonari. Forse, una revisione dei vetrini, se utile a indirizzare un approccio multidisciplinare più accurato sul tipo di malattia, non è una possibilità da trascurare.
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
[#4]
Utente
Grazie Dr. Alongi per la cortese risposta.
Per quanto concerne la revisione dei vetrini, questa è stata già effettuata dall'anatomopatologo ed ha dato il seguente esito: "La comparazione con il preparato citologico della lesione polmonare ha dimostrato che la proliferazione cellulare polmonare costituita da elementi di piccola e media taglia disposti in plaquarda monostratificati o in formazioni pseudoghiandolari appare sostanzialmente sovrapponibile alla lesione uterina.
Il reperto morfologico nel suo complesso appare, quindi, compatibile con la localizzazione secondaria polmonare da adenocarcinoma scarsamente differenziato, con aree indifferenziate, a partenza dall’endocervice."
Il medico oncologo, proprio per la dubbia natura della neoplasia polmonare, ha optato per l'uso di due farmaci chemioterapici (carboplatino e taxolo).
Che ne pensa?
Che intende per "approccio multidisciplinare più accurato"?
Grazie ancora ed un cordiale saluto.
Per quanto concerne la revisione dei vetrini, questa è stata già effettuata dall'anatomopatologo ed ha dato il seguente esito: "La comparazione con il preparato citologico della lesione polmonare ha dimostrato che la proliferazione cellulare polmonare costituita da elementi di piccola e media taglia disposti in plaquarda monostratificati o in formazioni pseudoghiandolari appare sostanzialmente sovrapponibile alla lesione uterina.
Il reperto morfologico nel suo complesso appare, quindi, compatibile con la localizzazione secondaria polmonare da adenocarcinoma scarsamente differenziato, con aree indifferenziate, a partenza dall’endocervice."
Il medico oncologo, proprio per la dubbia natura della neoplasia polmonare, ha optato per l'uso di due farmaci chemioterapici (carboplatino e taxolo).
Che ne pensa?
Che intende per "approccio multidisciplinare più accurato"?
Grazie ancora ed un cordiale saluto.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 10.4k visite dal 17/03/2008.
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