Trattamenti per microcitoma polmonare post-intervento
Gentili dottori,
vorrei esporvi il caso di mia suocera per una consulenza circa la possibilità e/o l’opportunità di eseguire trattamenti chemio-radioterapici in presenza di microcitoma polmonare e dopo intervento chirurgico.
Ha 75 anni con buone condizioni generali di salute, ad eccezione di consistente osteoporosi senile e disfunzione tiroidea (tiroidite di Hashimoto).
E’ stata sottoposta a intervento chirurgico con asportazione del polmone sx in data 29-01-2008.
Sul referto istologico:
- Tipizzazione: microcitoma polmonare con focale differenziazione squamosa, angio-invasivo, non infiltrando la pleure viscerale.
- Immunofenotipo della popolazione neoplastica: Positivo per cromogranina A sinaptofitina, P 16, CD56, citocheratine AE 1-AE3 e, focalmente, TTF-1 e citocheratine di alto peso molecolare; Negativo per ciclina D1.
Frazione proliferante (Ki-67) è pari al 94%.
Istiocitosi dei seni nei rimanenti 20 linfonodi esaminati.
Ora, visto questa situazione clinica, considerando l’età, i rischi e valutando costi-benefici, secondo voi sarebbe opportuno fare dei trattamenti post-intevento?Di che tipo?
Chemioterapico, radioterapico o laserterapico?
Ho bisogno di un consulto perché mia suocera non sopporterebbe, o meglio “mal” sopporterebbe psico-fisicamente un trattamento di chemioterapia e un oncologo ha valutato di effettuare trattamento radioterapico mentre un altro ha detto che forse è meglio fare, in via cautelativa, un trattamento chemioterapico al cisplatino.
Non so se sono riuscito a dare un quadro clinico sufficientemente atto a richiedere una valutazione e se c’è bisogno di ulteriori dati, basta chiedere.
In attesa di un vostro parere, vi ringrazio anticipatamente e vi saluto cordialmente.
vorrei esporvi il caso di mia suocera per una consulenza circa la possibilità e/o l’opportunità di eseguire trattamenti chemio-radioterapici in presenza di microcitoma polmonare e dopo intervento chirurgico.
Ha 75 anni con buone condizioni generali di salute, ad eccezione di consistente osteoporosi senile e disfunzione tiroidea (tiroidite di Hashimoto).
E’ stata sottoposta a intervento chirurgico con asportazione del polmone sx in data 29-01-2008.
Sul referto istologico:
- Tipizzazione: microcitoma polmonare con focale differenziazione squamosa, angio-invasivo, non infiltrando la pleure viscerale.
- Immunofenotipo della popolazione neoplastica: Positivo per cromogranina A sinaptofitina, P 16, CD56, citocheratine AE 1-AE3 e, focalmente, TTF-1 e citocheratine di alto peso molecolare; Negativo per ciclina D1.
Frazione proliferante (Ki-67) è pari al 94%.
Istiocitosi dei seni nei rimanenti 20 linfonodi esaminati.
Ora, visto questa situazione clinica, considerando l’età, i rischi e valutando costi-benefici, secondo voi sarebbe opportuno fare dei trattamenti post-intevento?Di che tipo?
Chemioterapico, radioterapico o laserterapico?
Ho bisogno di un consulto perché mia suocera non sopporterebbe, o meglio “mal” sopporterebbe psico-fisicamente un trattamento di chemioterapia e un oncologo ha valutato di effettuare trattamento radioterapico mentre un altro ha detto che forse è meglio fare, in via cautelativa, un trattamento chemioterapico al cisplatino.
Non so se sono riuscito a dare un quadro clinico sufficientemente atto a richiedere una valutazione e se c’è bisogno di ulteriori dati, basta chiedere.
In attesa di un vostro parere, vi ringrazio anticipatamente e vi saluto cordialmente.
[#1]
Vorrei sapere alcuni dettagli della patologia:
1) la grandezza della neoplasia
2) se si è arrivati all'intervento d'emblè o se prima erano stati eseguiti agoaspirati sulla lesione.
Grazie
1) la grandezza della neoplasia
2) se si è arrivati all'intervento d'emblè o se prima erano stati eseguiti agoaspirati sulla lesione.
Grazie
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
[#2]
Pur avendo pochi elementi sull'estensione iniziale di malattia, anche nella malattia limitata(I-II), oltre che nei casi avanzati, la radioterapia loco-regionale sul mediastino in fase post-operatoria può essere sicuramente utile, in funzione della elevata radiosensibilità della malattia del microcitoma. Se la chemioterapia non fosse eseguibile per l'età avanzata, la radioterapia da sola potrebbe sicuramente impattare sul controllo locale avendo la potenzialità di ridurre il rischio di ripresa mediastinica.
Cordiali Saluti
Cordiali Saluti
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
[#3]
Utente
Innanzitutto un sentito grazie per l'attenzione e la tempestività nel rispondermi sia al Dr. D’angelo che al Dr. Alongi.
Poi, per rispondere in dettaglio al Dr. D’angelo in merito alla grandezza della neoplasia, essa è risultata essere di cm. 2,3 mentre non è stato possibile eseguire una biopsia, anche se tentata un paio di volte in broncoscopia.
Quindi gli esami effettuati che hanno poi portato alla scelta dell’intervento sono stati: lastre rmn con contrasto e tac spirale con contrasto total body e al polmone che hanno evidenziato la presenza di 3 neoplasie al polmone di circa cm. 3 e 3 noduli surrenali. Ora, la presenza di questi sospetti adenomi può pregiudicare la radioterapia suggerita dal Dr. Alongi?
Grazie ancora
Poi, per rispondere in dettaglio al Dr. D’angelo in merito alla grandezza della neoplasia, essa è risultata essere di cm. 2,3 mentre non è stato possibile eseguire una biopsia, anche se tentata un paio di volte in broncoscopia.
Quindi gli esami effettuati che hanno poi portato alla scelta dell’intervento sono stati: lastre rmn con contrasto e tac spirale con contrasto total body e al polmone che hanno evidenziato la presenza di 3 neoplasie al polmone di circa cm. 3 e 3 noduli surrenali. Ora, la presenza di questi sospetti adenomi può pregiudicare la radioterapia suggerita dal Dr. Alongi?
Grazie ancora
[#4]
Non è ancora chiaro se si tratti di malattia in stadio limitato o esteso. Per chiarire il significato dei noduli surrenali sarebbe opportuno eseguire una PET.
Per valutare la fattibilità della chemioterapia bisogna accettare che siano gli oncologi che seguono il caso ad esprimersi, visto che possono valuare nel complesso le condizioni generali e la funzionalità degli organi principali della paziente, oltre all'indicazione legata al tipo di istologia.
Cordiali saluti
Per valutare la fattibilità della chemioterapia bisogna accettare che siano gli oncologi che seguono il caso ad esprimersi, visto che possono valuare nel complesso le condizioni generali e la funzionalità degli organi principali della paziente, oltre all'indicazione legata al tipo di istologia.
Cordiali saluti
Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.7k visite dal 16/03/2008.
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