Porvi il caso di mio padre

Gentili Dottori,
vi scrivo per porvi il caso di mio padre; tabagista, 55 anni. Ad ottobre è stato sottoposto a rx toracico dalla quale è risultata una massa tumorale al polmone dx. E' stato in seguito sottoposto ad altri accertamenti:broncospia con prelievo di tessuto e tac. l'esame istologico dimostrava trattarsi di carcinoma a piccole cellule; dalla successiva tac si notava che la massa era estesa dall'apice all'ilo omolaterale delle dimensioni assiali massime di 5,8 cm circa. Tale neoformazione ostruisce i bronchi per il lobo superiore e mostra segni di infiltrazione dei rami dell'arteria polmonare di dx per il lobo superiore e per l'inferiore. Sono inoltre presenti multiple tumefazioni linfonodali nel mediastino antero-superiore e nella loggia del Barety delle dimensioni max di 6 cm circa.
E' stato poi sottoposto a 6 cicli di polichemioterapia effettuati ogni 21 giorni per 3 giorni consecutivi( cisplatino 25mg/mq e etoposide 100mg/mq).
Sottoposto ad una nuova tac, a conclusione dei cicli, si nota una totale regresssione della malattia( confermata anche da una nuova broncoscopia).
Il paziente dovrebbe essere ora sottoposto a radioterapia per cui vorrei chiedervi se questa combinazione è adeguta al tipo di tumore e,se a vostro parere, ci sono altre tecniche, anche sperimentali o "alternative" alle quali possiamo affidarci.
Vorrei chiedervi inoltre se questo tipo di tumore non è operabile in nessun caso, come ci hanno detto e se davvero è così "aggressivo" e facilmente recidivo tanto da essere quasi impossibile da debellare.
vi ringrazio anticipatamente, cordiali saluti.
PR
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64
Gentile Utente,
il carcinoma a piccole cellule o microcitoma, ha la caratteristica, stante la rapida proliferazione cellulare, di rispondere altrettanto bene ai trattamenti convenzionali (come si evince dalla sua storia); per intenderci, per i farmaci e la radioterapia è facile "entrare" nel ciclo cellulare e spezzare la catena.
Bisogna però tenere la patologia sotto controllo in quanto è molto subdola.
Personalmente, ritengo che in atto sia necessario, completare il trattamento come da standard, riservando eventuali sperimentazioni solo in caso di recidiva di malattia.

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

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Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Egregio Dott. D'Angelo,

La ringrazio sentitamente per la sua attenzione e ne approfitto per chiedele, benchè la fiducia nell'oncologo che ha in cura mio padre sia salda, se lei ci consiglierebbe o meno, di spostarci anche per seguire le cure 'standard', in un centro specializzato.
Inoltre volevo chiederle se ci sono degli studi sulle probabilità circa le aspettative di vita e la possibilità di recidiva.
la ringrazio nuovamente,
Cordiali Saluti.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64
Le statistiche lasciano il tempo che trovano, quando i "freddi numeri" poi devono sposarsi con un nome e cognome.
Conoscendo le zone dove Lei si trova, non ritengo sia necessario spostarsi per eseguire terapie standard (tra le altre cose ormai i livelli di preparazione e di comunicazione hanno portato ad un livellamento delle conoscenze e ciò che può fare la differenza è solo l'eventualità di avere dei macchinari più o meno "moderni").
[#4]
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Gentile dott. D'Angelo,
la ringrazio per l'attenzione che sta dedicando a questo caso, sò anche che non dovrei interessarmi alle statistiche, ma quando penso a ciò che si può leggere nei siti internet più o meno attendibili, non so se ritenermi fortunata per ciò che è successo a mio padre dopo il ciclo di chemio o se questa è solo una falsa illusione. Lei giustamente mi ricorda che non è utile pensare ai numeri, ma sentir dire da un'esperto che le statistiche e le percentuali che compaiono nei vari siti internet siano 'giuste' o 'sbagliate' forse potrebbe aiutare a entrare meglio nell'ottica delle aspettative. Spero di esser stata abbastanza chiara nell'esporle il mio argomento, ne approfitto comunque per ringraziarla nuovamente.
Cordiali saluti.