Recidiva tumore colon
Gentilissimi dottori, grazie per il vostro utilissimo servizio..
Vorrei sottoporre alla vostra attenzione la situazione attuale di mio padre, 64 anni: esattamente un anno fa, a Maggio 2011 tramite una colonscopia effettuata per sanguinamenti anali, gli è stata diagnosticata una neoplasia stenosante del sigma. Il referto istologico della colonscopia parla di "adenocarcinoma moderatamente differenziato infiltrante". Papà viene operato il 25 Maggio 2011 e il chirurgo lo definisce molto fortunato dato che la massa era molto estesa e di vecchia data. La stadiazione del tumore operato è stata "stadio di Dukes C2, T3N1M0". Il tumore era grande ma non aveva alcuna metastasi a distanza, anche se due su 24 linfonodi analizzati sono risultati metastatici. L'indicazione post chirurgica è stata quella di effettuare chemioterapia adiuvante per sei mesi. L'oncologo ha deciso, insieme a mio padre, che aveva superato brillantemente l'operazione, di seguire lo schema XELOX (flebo di chemioterapico ogni 21 gg e a casa 14 gg di terapia orale con xeloda). Tale terapia è stata tollerata benissimo da mio padre, che ha continuato ad avere un tenore di vita molto soddisfacente, facendo tutto ciò che aveva sempre fatto e continuando anche a lavorare. Praticamente non ce ne siamo accorti.
Tutti gli esami del sangue effettuati durante la terapia adiuvante sono sempre stati negativi.
Papà termina la chemio adiuvante a Dicembre scorso, e tutto continua ad essere negativo e lui si sente bene.
Il primo controllo a Gennaio con RM (papà non può effettuare la TAC col contrasto, in quanto intollerante al liquido) risulta negativo, così come tutti i controlli ematici.
Il secondo controllo, ad Aprile, rivela, invece, una sospetta ripresa di malattia, successivamente confermata dall'indagine PET, nella regione sovravescicale; la massa è di 2,7 cm.
Tutto questo senza che lui avverta alcun sintomo.
Inutile dire quanto ci siamo rimasti male... Mai ce lo saremmo aspettati, viste le sue condizioni sempre perfette!
L'oncologo, dopo aver valutato la situazione, ci ha prospettato tre mesi di chemioterapia con uno schema diverso da quello precedente (mi scusi ma non lo ricordo...so solo che le compresse di xeloda le prenderà nuovamente, ma non ricordo il farmaco che gli infonderanno ogni 21 giorni) e con l'uso di farmaci biologici che dovrebbero bloccare la vascolarizzazione della massa. Dopo questi tre mesi, ci ha detto, valutaranno se operarlo nuovamente, a seconda di come si comporta il tumore.
Ha aggiunto che non può essere operato adesso data la velocità di crescita del tumore (probabilmene non riuscirebbero ad estirparlo rdicalmente), e che vorrebbero tentare di fermarlo con i farmaci prima di tentare.
Io mi chiedo e vi chiedo se questa scelta è corretta: non sarebbe meglio operarlo subito invece di aspettare, dato che non è detto che i farmaci facciano l'effetto sperato?
L'oncologo non ha voluto pronunciarsi sulla gravità della situazione: potete voi fare una sorta di prognosi?
Grazie
Vorrei sottoporre alla vostra attenzione la situazione attuale di mio padre, 64 anni: esattamente un anno fa, a Maggio 2011 tramite una colonscopia effettuata per sanguinamenti anali, gli è stata diagnosticata una neoplasia stenosante del sigma. Il referto istologico della colonscopia parla di "adenocarcinoma moderatamente differenziato infiltrante". Papà viene operato il 25 Maggio 2011 e il chirurgo lo definisce molto fortunato dato che la massa era molto estesa e di vecchia data. La stadiazione del tumore operato è stata "stadio di Dukes C2, T3N1M0". Il tumore era grande ma non aveva alcuna metastasi a distanza, anche se due su 24 linfonodi analizzati sono risultati metastatici. L'indicazione post chirurgica è stata quella di effettuare chemioterapia adiuvante per sei mesi. L'oncologo ha deciso, insieme a mio padre, che aveva superato brillantemente l'operazione, di seguire lo schema XELOX (flebo di chemioterapico ogni 21 gg e a casa 14 gg di terapia orale con xeloda). Tale terapia è stata tollerata benissimo da mio padre, che ha continuato ad avere un tenore di vita molto soddisfacente, facendo tutto ciò che aveva sempre fatto e continuando anche a lavorare. Praticamente non ce ne siamo accorti.
Tutti gli esami del sangue effettuati durante la terapia adiuvante sono sempre stati negativi.
Papà termina la chemio adiuvante a Dicembre scorso, e tutto continua ad essere negativo e lui si sente bene.
Il primo controllo a Gennaio con RM (papà non può effettuare la TAC col contrasto, in quanto intollerante al liquido) risulta negativo, così come tutti i controlli ematici.
Il secondo controllo, ad Aprile, rivela, invece, una sospetta ripresa di malattia, successivamente confermata dall'indagine PET, nella regione sovravescicale; la massa è di 2,7 cm.
Tutto questo senza che lui avverta alcun sintomo.
Inutile dire quanto ci siamo rimasti male... Mai ce lo saremmo aspettati, viste le sue condizioni sempre perfette!
L'oncologo, dopo aver valutato la situazione, ci ha prospettato tre mesi di chemioterapia con uno schema diverso da quello precedente (mi scusi ma non lo ricordo...so solo che le compresse di xeloda le prenderà nuovamente, ma non ricordo il farmaco che gli infonderanno ogni 21 giorni) e con l'uso di farmaci biologici che dovrebbero bloccare la vascolarizzazione della massa. Dopo questi tre mesi, ci ha detto, valutaranno se operarlo nuovamente, a seconda di come si comporta il tumore.
Ha aggiunto che non può essere operato adesso data la velocità di crescita del tumore (probabilmene non riuscirebbero ad estirparlo rdicalmente), e che vorrebbero tentare di fermarlo con i farmaci prima di tentare.
Io mi chiedo e vi chiedo se questa scelta è corretta: non sarebbe meglio operarlo subito invece di aspettare, dato che non è detto che i farmaci facciano l'effetto sperato?
L'oncologo non ha voluto pronunciarsi sulla gravità della situazione: potete voi fare una sorta di prognosi?
Grazie
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Gentile Utente, concordo che la recidiva sia una cosa molto sgradita, tuttavia è ragionevole pensare di trattare con una chemioterapia diversa (il farmaco che non ricorda potrebbe essere irinotecano) per qualche ciclo prima di valutare il reintervento.
L'oncologo non si è pronunciato perchè una buona risposta alla chemioterapia seguita da reintervento, che avrebbe lo scopo di asportare il residuo ma anche di verificare che non ci sia altro all'esplorazione del peritoneo, potrebbe permettergli di esprimersi con tante speranze di non avere altre recidive.
Cordiali Saluti
L'oncologo non si è pronunciato perchè una buona risposta alla chemioterapia seguita da reintervento, che avrebbe lo scopo di asportare il residuo ma anche di verificare che non ci sia altro all'esplorazione del peritoneo, potrebbe permettergli di esprimersi con tante speranze di non avere altre recidive.
Cordiali Saluti
Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro
[#2]
Ex utente
Gentilissimo dott. Barbieri, la ringrazio infinitamente della risposta che ha voluto darmi.
Dopo aver letto la sua opinione mi sento un po' più serena, grazie. Capisco che con queste malattie non si possa mai fare una prognosi definitiva, data l'enorme quantità di variabili individuali coinvolte, ma spesso noi che ne siamo convolti, nostro malgrado, pretendiamo quasi che il medico possa prevedere il futuro...
E' solo una questione di ansia e paura, prima sconosciute, che ci porta a chiedere rassicurazioni che nessuno può dare, ed io lo capisco bene, mi creda.
Comunque io confido nelle grandissime risorse di papà e di tutti noi che lo amiamo, oltre che nella medicina e in Dio.
Proprio oggi inizierà la cura, e vedremo come reagirà.
Noi siamo tutti preoccupati, ma vogliamo davvero cercare di mantenere un attegiamento positivo.
La ringrazio ancora moltissimo, se avrò altri dubbi le farò sapere.
Buon lavoro.
Dopo aver letto la sua opinione mi sento un po' più serena, grazie. Capisco che con queste malattie non si possa mai fare una prognosi definitiva, data l'enorme quantità di variabili individuali coinvolte, ma spesso noi che ne siamo convolti, nostro malgrado, pretendiamo quasi che il medico possa prevedere il futuro...
E' solo una questione di ansia e paura, prima sconosciute, che ci porta a chiedere rassicurazioni che nessuno può dare, ed io lo capisco bene, mi creda.
Comunque io confido nelle grandissime risorse di papà e di tutti noi che lo amiamo, oltre che nella medicina e in Dio.
Proprio oggi inizierà la cura, e vedremo come reagirà.
Noi siamo tutti preoccupati, ma vogliamo davvero cercare di mantenere un attegiamento positivo.
La ringrazio ancora moltissimo, se avrò altri dubbi le farò sapere.
Buon lavoro.
[#3]
Ex utente
Gentile dottore, vorrei farle due domande e le sarò grata se vorrà rispondermi.
I marcatori tumorali di papà sono sempre stati negativi, e lo sono anche adesso che ha la malattia.
Come è possibile che accada questo?
L'oncologo ha detto che vuone tenere sotto controllo la "creatinina" e gli ha prescritto analisi da fare oltre all'emocromo settimanale.
Io non ero con lui questa mattina alla terapia e lui non ha chiesto nulla.
Cos'è la creatinina? Cosa può voler significare questo tipo di analisi nella sua condizione?
Mi scusi la domanda sciocca, ma non sono medico e se cerco informazioni sul web trovo di tutto e non risco ad orientarmi...
La ringrazio davvero se vorrà rispondermi.
PS: la prima infusione di stamattina è andata bene, e lui si sente benissimo.
I marcatori tumorali di papà sono sempre stati negativi, e lo sono anche adesso che ha la malattia.
Come è possibile che accada questo?
L'oncologo ha detto che vuone tenere sotto controllo la "creatinina" e gli ha prescritto analisi da fare oltre all'emocromo settimanale.
Io non ero con lui questa mattina alla terapia e lui non ha chiesto nulla.
Cos'è la creatinina? Cosa può voler significare questo tipo di analisi nella sua condizione?
Mi scusi la domanda sciocca, ma non sono medico e se cerco informazioni sul web trovo di tutto e non risco ad orientarmi...
La ringrazio davvero se vorrà rispondermi.
PS: la prima infusione di stamattina è andata bene, e lui si sente benissimo.
[#4]
Gentile Signora,
capisco le sua ansie, le leggo negli occhi e nelle parole di tutte le persone che incontro durante il mio lavoro. Leggo anche tanta necessità di avere chiarimenti sul significato globale della malattia, ma anche sul significato di termini apparentemente semplici ma in realtà troppo tecnici per chi si affaccia improvvisamente, da paziente o parente, alla malattia.
La creatinina è l'esame che meglio di altri segnala semplicemente il funzionamento dei reni. Durante la chemioterapia varie funzioni vanno sorvegliate perchè, anche se in modo leggermente diverso da uno schema all'altro di chemio, possono subire alterazioni, quali effetti collaterali della chemio.
Quindi faccia fare questi esami a suo padre senza troppe ansie, sono delle corrette precauzioni di noi medici, ma solo in pochi casi la funzione renale si altera, se parte da valori normali, con questa chemioterapia. L'emocromo è ancora più importante, perchè con tutte le chemioterapie, anche se in modo variabile, si possono avere alterazioni transitorie dei gloguli bianchi, dell'emoglobina (anemia), o delle piastrine.
Cordiali Saluti
capisco le sua ansie, le leggo negli occhi e nelle parole di tutte le persone che incontro durante il mio lavoro. Leggo anche tanta necessità di avere chiarimenti sul significato globale della malattia, ma anche sul significato di termini apparentemente semplici ma in realtà troppo tecnici per chi si affaccia improvvisamente, da paziente o parente, alla malattia.
La creatinina è l'esame che meglio di altri segnala semplicemente il funzionamento dei reni. Durante la chemioterapia varie funzioni vanno sorvegliate perchè, anche se in modo leggermente diverso da uno schema all'altro di chemio, possono subire alterazioni, quali effetti collaterali della chemio.
Quindi faccia fare questi esami a suo padre senza troppe ansie, sono delle corrette precauzioni di noi medici, ma solo in pochi casi la funzione renale si altera, se parte da valori normali, con questa chemioterapia. L'emocromo è ancora più importante, perchè con tutte le chemioterapie, anche se in modo variabile, si possono avere alterazioni transitorie dei gloguli bianchi, dell'emoglobina (anemia), o delle piastrine.
Cordiali Saluti
[#6]
Ex utente
Gentilissimi dottori, vorrei aggiornarvi sulla situazione di mio padre.
Dopo il suddetto ciclo di chemioterapia, i controlli hanno rilevato una riduzione della massa iniziale, e contemporaneamente la presenza di nuove formazioni peritoneali. L'ocologa ha quindi proposto un nuovo ciclo di chemio con un anticorpo a cui papà è risultato compatibile tramite analisi genetiche effettuate sul pezzo operatorio. Io e mia sorella abbiamo chiesto se l'eventualità di un intervento, così come inizialmente era stato detto, era ancora valida, ma la dottoressa ci ha fatto capire che secondo lei non ne vale la pena. Ci ha descritto l'intervento come estremamente aggressivo e con possibilità di riuscita, in termini di sopravvivenza a lungo termine, sovrapponibili a quelli della chemio. Inutile dire che io e mia sorella abbiamo ugualmente chiesto una consulenza chirurgica e il chirurgo si è espresso favorevolmente, definendo papà "assolutamente compatibile con la peritonectomia". Non capisco perchè l'oncologa, invece, insista sulla chemio tradizionale, visto che papà si sente bene (ha una performance assolutamente soddisfacente), la malattia è operabile, e la chemio sistemica non ha avuto finora grossi risultati.
Ho chiesto a mio padre se vuole fare un consulto fuori, magari in un centro di eccellenza, ma lui è restio: teme che la sua dottoressa possa offendersi, dato che già abbiamo inisitito con la valutazione chirurgica e lei si è anche dimostrata stizzita da questo.
Devo aggiungere che mio padre è molto spaventato dall'intervento, che gli è stato descritto come molto difficile, lungo, e assolutamente non definitivo. Lui ha paura che, per vivere qualche tempo in più debba soffrire troppo, o magari anche ritrovarsi invalido, senza organi vitali.
Non so se queste paure siano davvero motivate, le informazioni che sono riuscita a reperire parlano generalmente di una buona performance post intervento.
Io non so cosa fare...
Temo che tra tre mesi sia troppo tardi, e poi non possa più essere operato.
Potete darmi la vostra opinione su questo intervento?
Devo insistere per un nuovo consulto? Dove potrei andare? Qual'è il centro di eccellenza migliore?
Vogliate scusarmi per tutte queste domande...ma la situazione è delicata e sono molto in ansia!
Grazie davvero.
Dopo il suddetto ciclo di chemioterapia, i controlli hanno rilevato una riduzione della massa iniziale, e contemporaneamente la presenza di nuove formazioni peritoneali. L'ocologa ha quindi proposto un nuovo ciclo di chemio con un anticorpo a cui papà è risultato compatibile tramite analisi genetiche effettuate sul pezzo operatorio. Io e mia sorella abbiamo chiesto se l'eventualità di un intervento, così come inizialmente era stato detto, era ancora valida, ma la dottoressa ci ha fatto capire che secondo lei non ne vale la pena. Ci ha descritto l'intervento come estremamente aggressivo e con possibilità di riuscita, in termini di sopravvivenza a lungo termine, sovrapponibili a quelli della chemio. Inutile dire che io e mia sorella abbiamo ugualmente chiesto una consulenza chirurgica e il chirurgo si è espresso favorevolmente, definendo papà "assolutamente compatibile con la peritonectomia". Non capisco perchè l'oncologa, invece, insista sulla chemio tradizionale, visto che papà si sente bene (ha una performance assolutamente soddisfacente), la malattia è operabile, e la chemio sistemica non ha avuto finora grossi risultati.
Ho chiesto a mio padre se vuole fare un consulto fuori, magari in un centro di eccellenza, ma lui è restio: teme che la sua dottoressa possa offendersi, dato che già abbiamo inisitito con la valutazione chirurgica e lei si è anche dimostrata stizzita da questo.
Devo aggiungere che mio padre è molto spaventato dall'intervento, che gli è stato descritto come molto difficile, lungo, e assolutamente non definitivo. Lui ha paura che, per vivere qualche tempo in più debba soffrire troppo, o magari anche ritrovarsi invalido, senza organi vitali.
Non so se queste paure siano davvero motivate, le informazioni che sono riuscita a reperire parlano generalmente di una buona performance post intervento.
Io non so cosa fare...
Temo che tra tre mesi sia troppo tardi, e poi non possa più essere operato.
Potete darmi la vostra opinione su questo intervento?
Devo insistere per un nuovo consulto? Dove potrei andare? Qual'è il centro di eccellenza migliore?
Vogliate scusarmi per tutte queste domande...ma la situazione è delicata e sono molto in ansia!
Grazie davvero.
[#7]
Gentile Utente,
capisco quanto la sua decisione sia difficile, la ragione non sta inequivocabilmente solo da una parte tra oncologo e chirurgo. Non è sbagliato ciò he pensa l'oncologo ("l'intervento aggressivo e con possibilità di riuscita, in termini di sopravvivenza a lungo termine, sovrapponibili a quelli della chemio), anche se i risulatati finora ottenuti con la chemio sono scoraggianti. Da un certo punto di vista anche il chirurgo ha la sua ragione ("assolutamente compatibile con la peritonectomia" ), salvo che una volta aperto potrebbe anche trovare malattia non completamente resecabile. Chiunque le dia un terzo parere (non certo via web) dovrebbe vedere bene le immagini e decidere se azzardare l'aggressione chirurgica.
Cordiali saluti
capisco quanto la sua decisione sia difficile, la ragione non sta inequivocabilmente solo da una parte tra oncologo e chirurgo. Non è sbagliato ciò he pensa l'oncologo ("l'intervento aggressivo e con possibilità di riuscita, in termini di sopravvivenza a lungo termine, sovrapponibili a quelli della chemio), anche se i risulatati finora ottenuti con la chemio sono scoraggianti. Da un certo punto di vista anche il chirurgo ha la sua ragione ("assolutamente compatibile con la peritonectomia" ), salvo che una volta aperto potrebbe anche trovare malattia non completamente resecabile. Chiunque le dia un terzo parere (non certo via web) dovrebbe vedere bene le immagini e decidere se azzardare l'aggressione chirurgica.
Cordiali saluti
[#8]
Ex utente
Grazie davvero dottor Barbieri.
Insieme a papà abbiamo deciso di fare una nuova consulenza, per avere un secondo parere. Intanto ha intrapreso un nuovo ciclo di chemiotepiapia con Bevacizumab. Lui continua a sentirsi bene.
Porteremo tutte le informazione in nostro possesso, e naturalmente tutti i cd con le immagini, poi decideremo serenamente cosa fare.
Grazie ancora, il suo aiuto è davvero prezioso.
Insieme a papà abbiamo deciso di fare una nuova consulenza, per avere un secondo parere. Intanto ha intrapreso un nuovo ciclo di chemiotepiapia con Bevacizumab. Lui continua a sentirsi bene.
Porteremo tutte le informazione in nostro possesso, e naturalmente tutti i cd con le immagini, poi decideremo serenamente cosa fare.
Grazie ancora, il suo aiuto è davvero prezioso.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 55.3k visite dal 19/05/2012.
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