Neoplasia periampollare di origine pancreatica

Gentilissimi Dottori, a mia madre di 76 anni, nel mese di maggio 2007 è stata diagnosticata una neoplasia periampollare. A giugno è stata sottoposta a gastro-entero-anamostosi e colecistomizzata. L'esame istologico riporta: frammenti di mucosa duodenale con focale (1/6 frammenti) infiltrazione di adenocarcinoma bel differenziato. possibile l'origine pancreatica della neoplasia. Dopo alcune ore è sopraggiunta una emorragia digestiva da vaso visibile a livello dell'anastomosi gastro-digiunale e rioperata per arrestare l'emorragia dopo tre tentativi infruttuosi di esofagogastroduodenoscopia. Dopo una settimana sopraggiunge un ittero che richiede un drenaggio biliare esterno che viene eseguito a settembre perché le vie biliari nel frattempo non erano ben dilatate. A casa mia madre riprende a mangiare anche se perde peso sensibilmente. Ci è stata sconsigliata qualunque tipo di terapia chemio o radio perché aveva metastasi estese nei vasi sanguigni e mia madre adesso febbraio 2008 è praticamente stazionaria, dopo che le avevano dato 3 mesi di vita. Abbiamo fatto una nuova tac con mezzo di contrasto per rivalutare la situazione e questo è il responso: in corrispondenza della testa del processo uncinato del pancreas si apprezza formazione espansiva, a margini lobulati, a densiometria disomogenea ed a scarso enhancement di m.d.c. delle dimensioni attuali di circa 4x3,5 cm circa in stretto contatto con l'origine della vena porta e con la vena mesenterica superiore; mal distinguibile il II duodeno. Coesiste dilatazione a monte del wirsung ed in minore entità delle vie biliari intraepatiche all'ilo in pz. portatrice di drenaggio biliare esterno. Non evidenti lesioni di significato ripetitivo a carico dei restanti organi parenchimatosi dell'addome superiore. Minuti linfonodi in sede locoregionale del diametro di qualche millimetro. falda di versamento liquido nello scavo del Douglas. Ora vorrei sapere se era giusta la gravità della prima diagnosi (3 mesi) alla luce degli esiti attuali e se dalla tac si evincono metastasi. I medici che la seguono sono un po' confusi. Grazie
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Gentile Utente,
in barba alle discussioni sempre fatte sui marcatori tumorali, penso che in questo caso conoscere il valore del ca 19.9 possa essere importante, poichè un suo aumento considerevole con la diagnosi di neoformazione pancreatica può orientare verso la diagnosi.
Certo la situazione è molto sospetta per neoplasia (liquido nello scavo del Douglas, precedente diagnosi istologica di adenoarcinoma...).
tenga presente che nella decisione terapeutica (e questo per tutte le neoplasie) conta molto lo stato generale di salute, le comorbidità e l'età.
Trattare per levarsi lo scrupolo di aver "fatto qualcosa" non paga; un peggioramento dello stato di salute legato alla tossicità dei farmaci antiblastici deve esserne ben motivato.

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

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Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Gentile Dottor D'Angelo,
La ringrazio per la risposta e volevo aggiungere che non è mai stata fatta la valutazione dei marcatori tumorali che evidentemente ora faremo. Inoltre mia madre attualmente prende solo degli antibiotici per bocca, una protezione gastrica e altri antibiotici per il lavaggio del drenaggio biliare esterno. Non ha mai avuto dolore, si alimenta normalmente e con gusto e tutto sommato sta bene tranne la debolezza,la debilitazione dovuta al sensibile calo di peso e l'addome che si è gonfiato un po'. Mi scusi ma non so se ho capito bene. La prima diagnosi potrebbe essere errata? Potrebbe non essere cancro al pancreas?
Grazie
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Gentile Utente, Lei dice:
"...Abbiamo fatto una nuova tac con mezzo di contrasto per rivalutare la situazione e questo è il responso: in corrispondenza della testa del processo uncinato del pancreas si apprezza formazione espansiva, a margini lobulati, a densiometria disomogenea ed a scarso enhancement di m.d.c. delle dimensioni attuali di circa 4x3,5 cm circa in stretto contatto con l'origine della vena porta e con la vena mesenterica superiore; mal distinguibile il II duodeno. Coesiste dilatazione a monte del wirsung ed in minore entità delle vie biliari intraepatiche all'ilo in pz. portatrice di drenaggio biliare esterno. Non evidenti lesioni di significato ripetitivo a carico dei restanti organi parenchimatosi dell'addome superiore. Minuti linfonodi in sede locoregionale del diametro di qualche millimetro. falda di versamento liquido nello scavo del Douglas. Ora vorrei sapere se era giusta la gravità della prima diagnosi (3 mesi) alla luce degli esiti attuali e se dalla tac si evincono metastasi. ...".
Non credo vi siano dubbi sulla natura della neoplasia, state la presenza della neoformazione pancratica, il ca 19.9 quì serve come monitoraggio dell'andamento della malattia a confronto con un dao iniziale, qualora fosse stato positivo.

Sulla prognosi ad vitam, vi sono dati legati a statistiche (che spesso comunichiamo ai familiari) e dati legati alle condizioni generali della paziente che possono aumentare o diminuire il "tempo". Personalmente nella mia pratica clinica, preferisco puntare sul come e non sul quanto davanti a patologie di tale importanza; nel Suo caso mi sembra di capire che le cose tutto sommato non vadano male.

restoiamo a Sua disposizione per ogni necessità, nei limiti che il mezzo mediatico ci consente.
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

direi che non sussistono molti dubbi sulla natura del processo espansivo a carico del pancreas e sulla diagnosi iniziale. Occorrerebbe valutare a mio avviso con un collega radioterapista la possibilità di un trattamento radiante. Anche una monochemioterapia con gemcitabina (con attenzione a non sovrapporla alla radioterapia) o con 5-Fu potrebbe essere a mio avviso da valutare (sempre con dosaggi adeguati alle comorbilità ed all'età della paziente). Il dosaggio plasmatico inoltre della cromogranina A potrebbe essere utile per valutare eventuale terapia con octreotide da abbinare.
Non è possibile dare certezze sulla durata della malattia in quanto molto dipende dalla risposta ad eventuali trattamenti e dalle caratteristiche biologiche di aggressività maggiore o minore della neoplasia.

un carissimo saluto

Carlo Pastore

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

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Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Gentilissimi Dottori Vi ringrazio ancora per la disponibilità e al Dottor Pastore dico che anche uno dei medici che la segue ha suggerito di effettuare una terapia radio. Il mio dubbio è solo quello che sia troppo tardi e non riesco a capacitarmi perché non è stato fatto niente di questo genere molto tempo prima. Ho letto che spesso vengono fatte chemio e radio ancor prima di operare, per preparare il paziente ad un intervento con meno rischi. Scusate il mio linguaggio non proprio tecnico.
Grazie