Adenocarcinoma colon-sigma
A mia sorella, anni 50 circa, è stato diagnosticato ed asportato un tumore al colon sigma con modalità e diagnosi sottodettagliate.
Sede e modalità di prelievo: colon
Materiale inviato: 1 sigma
2 margine rettale.
Descrizione macroscopica:
1) segmento intestinale della lunghezza di cm 26, costituito dal colon sigmoide. All'apertura delle visceri a cm 4 dal margine di resezione viciniore, si reperta lesione vegetante del diametro max cm 3. Dal tessuto adiposo periviscerale si isolano, lungo i principali tronchi vascolari, n° 31 linfonodi.
2) margini di resezione di cm 2 x 1.
Diagnosi
Adenocarcinoma moderatamente differenziato;
Modico infiltrato flogistico intra-peritumorale di tipo prevalentemente linfocitario.
Tipo di crescita della proliferazione neoplastica: infiltrativo.
Presenza di Tumor Budding di alto grado.
Presenza di immagini di invasione vascolare extra murale.
Livello di invasione del tessuto adiposo periviscerale
margini di resezione esenti da neoplasie.
linfonodi periviscerali ( n° 31) esenti da neoplasie.
pT3 pN0 pV1 pR0 G2 sec AJCC 2010.
Dopo 3 giorni di degenza, nel corso del 4° giorno è stata dimessa.
Il decorso postoperatorio è stato piuttosto defatigante per la comparsa di infezione della ferita con produzione di grande quantità di pus per circa 30 gg. Ancora oggi, a distanza di 40 gg è ancora costretta a medicare e fare pulizia della ferita.
In prossimità della ferita, a distanza di una decina di giorno, è comparsa un'ernia.
Durante le visite di controllo, per i primi tempi è stata sempre rassicurata sugli sviluppi futuri, più tardi, però le è stato comunicato che avrebbe dovuto sottoporsi a chemioterapia. La notizia l'ha mandata subito in crisi depressiva che sta preoccupando molto noi familiari.
Ho cercato di capire attraverso la lettura della diagnosi se c'è propabilità di recidive, ma non ci sono riuscito nonostante abbia consultato più fonti autorevoli on -line.
Vi chiedo:
1) il valore pV1 e pR0 della stadiazione a cosa si riferiscono? Se V indica vasi sanguigni, il valore 1 associato dovrebbe indicare presenza di neoplasie nei linfonodi da 1 a 3 da quanto ho avuto modo di leggere. Questo non contrasta con la diagnosi " linfonodi periviscerali esenti da neoplasie"?
2) il valore G2 sec AJCC,2010 cosa indica?
3) come mai, nella stadiazione, manca il simbolo M? che indica presenza o meno di metastasi.
4)Ci dobbiamo preoccupare molto per il Tumor Budding di alto grado ?
5) per il tipo di tumore descritto qual'è il rischio metastatico?
6) E' raccomandabile prevedere la revisione da parte di un secondo patologo prima di decidere il tipo di trattamento, anche al fine di ridurre il rischio di sovratrattamento?
Mi fermo quì con le domande sperando in una sollecita risposta in modo da metterci in grado di iniziare a capire. Vi ringrazio per quanto andrete a fare per noi e Vi auguro proficuo e buon lavoro, ne abbiamo un gran bisogno!
Sede e modalità di prelievo: colon
Materiale inviato: 1 sigma
2 margine rettale.
Descrizione macroscopica:
1) segmento intestinale della lunghezza di cm 26, costituito dal colon sigmoide. All'apertura delle visceri a cm 4 dal margine di resezione viciniore, si reperta lesione vegetante del diametro max cm 3. Dal tessuto adiposo periviscerale si isolano, lungo i principali tronchi vascolari, n° 31 linfonodi.
2) margini di resezione di cm 2 x 1.
Diagnosi
Adenocarcinoma moderatamente differenziato;
Modico infiltrato flogistico intra-peritumorale di tipo prevalentemente linfocitario.
Tipo di crescita della proliferazione neoplastica: infiltrativo.
Presenza di Tumor Budding di alto grado.
Presenza di immagini di invasione vascolare extra murale.
Livello di invasione del tessuto adiposo periviscerale
margini di resezione esenti da neoplasie.
linfonodi periviscerali ( n° 31) esenti da neoplasie.
pT3 pN0 pV1 pR0 G2 sec AJCC 2010.
Dopo 3 giorni di degenza, nel corso del 4° giorno è stata dimessa.
Il decorso postoperatorio è stato piuttosto defatigante per la comparsa di infezione della ferita con produzione di grande quantità di pus per circa 30 gg. Ancora oggi, a distanza di 40 gg è ancora costretta a medicare e fare pulizia della ferita.
In prossimità della ferita, a distanza di una decina di giorno, è comparsa un'ernia.
Durante le visite di controllo, per i primi tempi è stata sempre rassicurata sugli sviluppi futuri, più tardi, però le è stato comunicato che avrebbe dovuto sottoporsi a chemioterapia. La notizia l'ha mandata subito in crisi depressiva che sta preoccupando molto noi familiari.
Ho cercato di capire attraverso la lettura della diagnosi se c'è propabilità di recidive, ma non ci sono riuscito nonostante abbia consultato più fonti autorevoli on -line.
Vi chiedo:
1) il valore pV1 e pR0 della stadiazione a cosa si riferiscono? Se V indica vasi sanguigni, il valore 1 associato dovrebbe indicare presenza di neoplasie nei linfonodi da 1 a 3 da quanto ho avuto modo di leggere. Questo non contrasta con la diagnosi " linfonodi periviscerali esenti da neoplasie"?
2) il valore G2 sec AJCC,2010 cosa indica?
3) come mai, nella stadiazione, manca il simbolo M? che indica presenza o meno di metastasi.
4)Ci dobbiamo preoccupare molto per il Tumor Budding di alto grado ?
5) per il tipo di tumore descritto qual'è il rischio metastatico?
6) E' raccomandabile prevedere la revisione da parte di un secondo patologo prima di decidere il tipo di trattamento, anche al fine di ridurre il rischio di sovratrattamento?
Mi fermo quì con le domande sperando in una sollecita risposta in modo da metterci in grado di iniziare a capire. Vi ringrazio per quanto andrete a fare per noi e Vi auguro proficuo e buon lavoro, ne abbiamo un gran bisogno!
[#1]
Gentile Utente,
capisco la sua preoccupazione, quindi mi impego nel darle alcune risposte, anche se le domande sono così tante che non credo oggi mi rimarrà tempo per rispondere a quesiti di altri utenti.
Nell'ordine (domanda e risposta):
" 1) il valore pV1 e pR0 della stadiazione a cosa si riferiscono? Se V indica vasi sanguigni, il valore 1 associato dovrebbe indicare presenza di neoplasie nei linfonodi da 1 a 3 da quanto ho avuto modo di leggere. Questo non contrasta con la diagnosi " linfonodi periviscerali esenti da neoplasie"? "
pR0 indica assenza di residuo tumorale. pV1 non indica neoplasia nei linfonodi ma invasione di piccoli vasi ematici (veda la frase "Presenza di immagini di invasione vascolare extra murale").
"2) il valore G2 sec AJCC,2010 cosa indica?
Ajcc 2010 è il riferimento all'ultima classificazione ufficiale (si riferisce a tutta la stadiazione riportata). G2 è il grado di differenziazione delle cellule tumorali (cioè di quanto l'aspetto delle cellule tumorali si allontana da quello delle cellule normali), vuol dire tumore moderatamente differenziato ("aspetto moderatamente variato rispetto alle cellule normali").
"3) come mai, nella stadiazione, manca il simbolo M? che indica presenza o meno di metastasi.
Correttissimo l'anatomopatologo! Lui vede il tumore asportato e non sa nulla del resto. E' l'oncologo clinico oppure il chirurgo a dover cercare con gli esami strumentali la presenza eventuale di metastasi.
"4) Ci dobbiamo preoccupare molto per il Tumor Budding di alto grado ?
In effetti questo viene considerato un fattore prognostico sfavorevole per un possibile coinvolgimento dei linfonodi (piccoli focolai distaccati dal tumore principale che indicano distacco di cellule che con più facilità possono raggiungere i linfonodi). Tuttavia i linfonodi sono negativi (per fortuna).
"5) per il tipo di tumore descritto qual'è il rischio metastatico?
E' relativamente basso. Ma è una questione di probabilità.
"6) E' raccomandabile prevedere la revisione da parte di un secondo patologo prima di decidere il tipo di trattamento, anche al fine di ridurre il rischio di sovratrattamento?
Una revisione sarebbe una sua scelta che è libero di fare. Tuttavia l'esame è così dettagliato e non si tratta neppure di una situazione rara o di difficile diagnosi.
Infine, riguardo la chemioterapia, in questo stadio la scelta è difficile perchè non ci sono forti prove che la chemio sia utile nel ridurre il rischio di recidiva. In genere il consiglio è basato sulla presenza di uno o più fattori di rischio. Tra questi penso che i colleghi avranno considerato il pV1 ed il tumor Budding, oltre la giovane età.
Credo di aver detto quanto era possibile.
Cordiali saluti
capisco la sua preoccupazione, quindi mi impego nel darle alcune risposte, anche se le domande sono così tante che non credo oggi mi rimarrà tempo per rispondere a quesiti di altri utenti.
Nell'ordine (domanda e risposta):
" 1) il valore pV1 e pR0 della stadiazione a cosa si riferiscono? Se V indica vasi sanguigni, il valore 1 associato dovrebbe indicare presenza di neoplasie nei linfonodi da 1 a 3 da quanto ho avuto modo di leggere. Questo non contrasta con la diagnosi " linfonodi periviscerali esenti da neoplasie"? "
pR0 indica assenza di residuo tumorale. pV1 non indica neoplasia nei linfonodi ma invasione di piccoli vasi ematici (veda la frase "Presenza di immagini di invasione vascolare extra murale").
"2) il valore G2 sec AJCC,2010 cosa indica?
Ajcc 2010 è il riferimento all'ultima classificazione ufficiale (si riferisce a tutta la stadiazione riportata). G2 è il grado di differenziazione delle cellule tumorali (cioè di quanto l'aspetto delle cellule tumorali si allontana da quello delle cellule normali), vuol dire tumore moderatamente differenziato ("aspetto moderatamente variato rispetto alle cellule normali").
"3) come mai, nella stadiazione, manca il simbolo M? che indica presenza o meno di metastasi.
Correttissimo l'anatomopatologo! Lui vede il tumore asportato e non sa nulla del resto. E' l'oncologo clinico oppure il chirurgo a dover cercare con gli esami strumentali la presenza eventuale di metastasi.
"4) Ci dobbiamo preoccupare molto per il Tumor Budding di alto grado ?
In effetti questo viene considerato un fattore prognostico sfavorevole per un possibile coinvolgimento dei linfonodi (piccoli focolai distaccati dal tumore principale che indicano distacco di cellule che con più facilità possono raggiungere i linfonodi). Tuttavia i linfonodi sono negativi (per fortuna).
"5) per il tipo di tumore descritto qual'è il rischio metastatico?
E' relativamente basso. Ma è una questione di probabilità.
"6) E' raccomandabile prevedere la revisione da parte di un secondo patologo prima di decidere il tipo di trattamento, anche al fine di ridurre il rischio di sovratrattamento?
Una revisione sarebbe una sua scelta che è libero di fare. Tuttavia l'esame è così dettagliato e non si tratta neppure di una situazione rara o di difficile diagnosi.
Infine, riguardo la chemioterapia, in questo stadio la scelta è difficile perchè non ci sono forti prove che la chemio sia utile nel ridurre il rischio di recidiva. In genere il consiglio è basato sulla presenza di uno o più fattori di rischio. Tra questi penso che i colleghi avranno considerato il pV1 ed il tumor Budding, oltre la giovane età.
Credo di aver detto quanto era possibile.
Cordiali saluti
Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro
[#2]
Utente
Egr. Dott Barbieri,
La ringrazio tanto sia per la sollecitudine dimostrata che per il tempo che mi ha dedicato, voglio sperare non sottratto ad altri pazienti più bisognosi!
Per il futuro, in caso di bisogno, mi impegno a non farLe cosi tante domande insieme.
La Sua risposta mi ha sollevato il morale che, non Le nascondo, era molto giù.
Vero è che Lei non esclude il rischio metastatico, ma ci incoraggia che l'evento sia legato ad una probabilità molto bassa.
Oltre alla chemioterapia che mia sorella inizierà a giorni è il caso di somministrarle in associazione anticorpi monoclonali, i così detti farmaci biologici?
Tanto Le chiedo perchè nelle letture fatte, ho avuto modo di apprendere che questi farmaci, considerati inibitori dell'angiogenesi, interferiscono con lo sviluppo dei vasi sanguigni.
Il Bevacizumab o altro farmaco similare impiegato sarebbe un adiuvante per annullare l'invasione dei piccoli vasi ematici indicati dal Pv1?
Non Le chiedo altro e la ringrazio anticipatamente anche a nome di mia sorella alla quale, se Lei me lo consiglia, vorrei far leggere la Sua risposta .Penso sia utile a farle affrontare più serenamente la chemioterapia.
La saluto distintamente e Le auguro buon lavoro.
La ringrazio tanto sia per la sollecitudine dimostrata che per il tempo che mi ha dedicato, voglio sperare non sottratto ad altri pazienti più bisognosi!
Per il futuro, in caso di bisogno, mi impegno a non farLe cosi tante domande insieme.
La Sua risposta mi ha sollevato il morale che, non Le nascondo, era molto giù.
Vero è che Lei non esclude il rischio metastatico, ma ci incoraggia che l'evento sia legato ad una probabilità molto bassa.
Oltre alla chemioterapia che mia sorella inizierà a giorni è il caso di somministrarle in associazione anticorpi monoclonali, i così detti farmaci biologici?
Tanto Le chiedo perchè nelle letture fatte, ho avuto modo di apprendere che questi farmaci, considerati inibitori dell'angiogenesi, interferiscono con lo sviluppo dei vasi sanguigni.
Il Bevacizumab o altro farmaco similare impiegato sarebbe un adiuvante per annullare l'invasione dei piccoli vasi ematici indicati dal Pv1?
Non Le chiedo altro e la ringrazio anticipatamente anche a nome di mia sorella alla quale, se Lei me lo consiglia, vorrei far leggere la Sua risposta .Penso sia utile a farle affrontare più serenamente la chemioterapia.
La saluto distintamente e Le auguro buon lavoro.
[#3]
Riguardo anticorpi monoclonali ed altri biologici va detto che per ora nessuno ha dimostrato al momento di essere utile in terapia adiuvante (postoperatoria), neppure il bevacizumab, pur molto utile nei casi metastatici. quindi non vi è al momento questa indicazione.
Riguardo al meccanismo di azione: il bevacizumab blocca, o meglio normalizza, la formazione di neovasi che il tumore è capace di stimolare producendo un fattore che si chiama VEGF e che agisce stimolando la gemmazione di nuovi vasi da quelli esistenti capaci di raggiungere, permeare, nutrire il tumore.
Il pV1 in realtà corrisponde anche alla capacità delle cellule tumorali di invadere i vasi che si trovano vicini.
Sia con i neovasi a disposizioe che con la capacità delle cellule tumorali di invadere i vasi, aumenta il rischio di migrazione di cellule a distanza. La possibilità poi che queste cellule raggiungano in effetti altri organi percorrendo la circolazione corporea e vi attecchiscano rimane. Tuttavia esistono tanti ostacoli da superare, per fortuna, prima che questo avvenga.
Riguardo al meccanismo di azione: il bevacizumab blocca, o meglio normalizza, la formazione di neovasi che il tumore è capace di stimolare producendo un fattore che si chiama VEGF e che agisce stimolando la gemmazione di nuovi vasi da quelli esistenti capaci di raggiungere, permeare, nutrire il tumore.
Il pV1 in realtà corrisponde anche alla capacità delle cellule tumorali di invadere i vasi che si trovano vicini.
Sia con i neovasi a disposizioe che con la capacità delle cellule tumorali di invadere i vasi, aumenta il rischio di migrazione di cellule a distanza. La possibilità poi che queste cellule raggiungano in effetti altri organi percorrendo la circolazione corporea e vi attecchiscano rimane. Tuttavia esistono tanti ostacoli da superare, per fortuna, prima che questo avvenga.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 26.4k visite dal 03/02/2012.
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