Neoplasia ai polmoni con metastasi

Gentilissimo specialista le espongo il caso sul quale gradirei un suo consiglio. Mio padre, 61 anni, ha una neoplasia ai polmoni con metastasi in viarie parti del corpo, tra cui il bacino, ha effettuato la radioterapia ma non può continuare con la chemioterapia perché il suo fisico è troppo debilitato. La sue condizioni si aggravano giorno dopo giorno, abbiamo fatto tre trasfusioni con sacche di 250 ciascuna perché l'emoglobina era scesa sotto 7, ma non abbiamo potuto continuare a mettere altre sacche poiché la febbre, che prima si fermava sotto il 38, da martedì scorso (dopo una crisi respiratoria che sembrava lo avesse portato agli ultimi respiri) è arrivata anche a 40. Secondo i medici che lo stanno seguendo, è in fase terminale. Non mangia più, non parla più, non risponde alle domande, reagisce agli stimoli soltanto alzando le sopracciglia o aprendo gli occhi di poco. Lo stiamo alimentando con le flebo di sostentamento (2000ml), stiamo facendo ranidil, rocefin, soldesam da 4 mg, 2 volte al dì, e da oggi anche l'insulina, considerato che nel frattampo è aumentato il valore della glicemia a 276. Ho due domande da porle. 1. Se la febbre si ferma a 38/38.5 si può fare un'altra trasfusione? Se si, quali rischi si corrono? Si ottengono benefici? 2. E' giusto continuare ad alimentarlo e a seguire questa terapia oppure la nostra apprensione si sta trasformando in accanimento terapeutico e rischiamo di allungare la sua agonia? Non sappiamo più come comportarci. La ringrazio anticipatamente per la sua risposta. Cordiali saluti.