Terapie postoperatorie ca. mammario
Egr. Dottore,
ho 33 anni e lo scorso 20.11.2007 mi è stato asportato un nodulo mammario il cui esame istologico ha dato il seguente risultato: carcinoma duttale infiltrante della mammella, scarsamente differenziato (G3), del diametro massimo di cm1. Presente carcinoma intraduttale a basso grado con calcificazioni. Un piccolo linfonodo indenne da neoplasia. La lesione raggiunge i margini di resezione. Recettori ormonali: ER 100%, PgR 100%, Ki67 30%, C-erb B2: 0.
Successivamente in data 04.12.2007 sono stata sottoposta a quadrantectomia e sampling linfonodi ascellari con il seguente esito: mammella destra - parenchima mammario con focolaio di steatonecrosi e reazione cicatriziale riferibile al pregresso intervento nella cui adiacenza si osservano focolai residui di carcinoma duttale in situ di tipo micropapillare, grado nucleare II, a basso grado (EORTC), neaplasia duttale intraepiteliale, grado 1C (DIN 1C). Non evidenza di neoplasia infiltrante. Cute e margini chirurgici indenni da neoplasia. Indenni da metastasi gli 11 linfonodi ascellari reperiti ed esaminati.
In base a quanto sopra mi sono stati consigliati i seguenti passi:
- riesame dei vetrini bianchi e colorati per confermare diagnosi iniziale
- scintigrafia ossea
- eco addome
- radioterapia
- ormonoterapia (2 anni con soppressione del ciclo mestruale, e 5 anni di Tamoxifene
Durante i vari consulti avuti in merito alla miglior terapia, è stata anche avanzata da un primario l’ipotesi di una chemioterapia di 4 cicli prima della radioterapia e dell’ormonoterapia. Sono molto combattuta sul da farsi in quanto non mi sembra esista una linea comune tra i medici, e allarmata dalla possibilità di fare una chemioterapia che non tutti considerano indispensabile. Lei cosa ne pensa?
La ringrazio e Le auguro un sereno Natale.
ho 33 anni e lo scorso 20.11.2007 mi è stato asportato un nodulo mammario il cui esame istologico ha dato il seguente risultato: carcinoma duttale infiltrante della mammella, scarsamente differenziato (G3), del diametro massimo di cm1. Presente carcinoma intraduttale a basso grado con calcificazioni. Un piccolo linfonodo indenne da neoplasia. La lesione raggiunge i margini di resezione. Recettori ormonali: ER 100%, PgR 100%, Ki67 30%, C-erb B2: 0.
Successivamente in data 04.12.2007 sono stata sottoposta a quadrantectomia e sampling linfonodi ascellari con il seguente esito: mammella destra - parenchima mammario con focolaio di steatonecrosi e reazione cicatriziale riferibile al pregresso intervento nella cui adiacenza si osservano focolai residui di carcinoma duttale in situ di tipo micropapillare, grado nucleare II, a basso grado (EORTC), neaplasia duttale intraepiteliale, grado 1C (DIN 1C). Non evidenza di neoplasia infiltrante. Cute e margini chirurgici indenni da neoplasia. Indenni da metastasi gli 11 linfonodi ascellari reperiti ed esaminati.
In base a quanto sopra mi sono stati consigliati i seguenti passi:
- riesame dei vetrini bianchi e colorati per confermare diagnosi iniziale
- scintigrafia ossea
- eco addome
- radioterapia
- ormonoterapia (2 anni con soppressione del ciclo mestruale, e 5 anni di Tamoxifene
Durante i vari consulti avuti in merito alla miglior terapia, è stata anche avanzata da un primario l’ipotesi di una chemioterapia di 4 cicli prima della radioterapia e dell’ormonoterapia. Sono molto combattuta sul da farsi in quanto non mi sembra esista una linea comune tra i medici, e allarmata dalla possibilità di fare una chemioterapia che non tutti considerano indispensabile. Lei cosa ne pensa?
La ringrazio e Le auguro un sereno Natale.
[#1]
Gent.ma Utente,
l’unico presidio terapeutico dimostratosi efficace nel ridurre il rischio di comparsa di manifestazioni metastatiche conclamate dopo terapia loco-regionale è il trattamento
precauzionale (“adiuvante”). Si ipotizza che l’utilità di tale trattamento sia legata alla sua efficacia nell’eradicare eventuali foci microscopici di cellule tumorali residue oppure nel bloccare la loro proliferazione e diffusione. Questo comporta il prolungamento sia della vita senza malattia apparente sia della sopravvivenza globale. A disposizione quale trattamento precauzionale vi sono vari regimi polichemioterapici, trattamenti endocrini o la combinazione delle due modalità.
Generalmente, il trattamento viene proposto alla singola paziente basandosi su alcuni processi ben distinti:
• valutazione dell’endocrinoresponsività (fattori predittivi);
• valutazione del rischio di recidiva (fattori prognostici);
• estrapolazione dei dati sull’efficacia dei trattamenti dimostrata in studi randomizzati su popolazioni con caratteristiche
simili a quelle della paziente (fattori predittivi);
• valutazione delle preferenze della paziente e sull’accettazione del trattamento (tale dato va tenuto debitamente in conto nella scelta, solo dopo adeguata informazione della paziente stessa).
Nella scelta del trattamento da offrire vi sono alcuni parametri che vanno considerati tra i quali le dimensioni del Tumore, l'età ed il relativo stato mestruale, l'espressione recettoriale, il grading, lo stato linfonodale, l'invasione perivascolare e l'iperespressione o meno di c erb-B2. nnazitutto và detto che la scelta di reintervenire è stata giustissima e fondamentale per migliorare la Sua prognosi.
Dai dati da Lei segnalati rientrerebbe per via dell'età e del grading (se riconfermato alla revisione dei vetrini) nella fascia intermedia, nella quale si può proporre alla paziente sia il solo trattamento ormonale con ablazione ovarica (premenopausa ed età inferiore a 35 anni), sia il trattamento combinato chemio-ormonale (per esempio 4 cicli di AC + Tam +LHRH).
E' importantissimo eseguire prima di decidere la stadiazione con eco addome e scintigrafia ossea.
L’inclusione di un’antraciclina (adriamicina, epirubicina) nel regime polichemioterapico adiuvante è in grado di fornire un’ulteriore modesta ma significativa riduzione della
probabilità di recidiva e di mortalità nelle pazienti con linfonodi positivi, ma al costo di un significativo incremento della tossicità acuta. Quest'ultimo dato, riguardante la tossicità, lo terrei in debito conto nella scelta terapeutica da proporLe, anche in consierazione che il Suo stato recettoriale è iperespresso (entrambi al 100%), che il c erbB2 è = a 0 (il che permette al Tamoxifene di funzionare meglio) e le dimensioni del T sono max 1 cm.
Il dato certo è sicuramente il trattamento radiante post-operatorio e quello ormonale per 5 anni.
Spero di non essere stato molto prolisso e averLe fornito un piccolo aiuto; Lei si trova iuna fascia che definisco "grigia" ed è molto importante per un medico oncologo soffermarsi a decidere con la paziente la scelta terapeutica migliore, anche tenendo conto del Suo parere.
Un augurio di serenità
DR Alessandro D'Angelo
l’unico presidio terapeutico dimostratosi efficace nel ridurre il rischio di comparsa di manifestazioni metastatiche conclamate dopo terapia loco-regionale è il trattamento
precauzionale (“adiuvante”). Si ipotizza che l’utilità di tale trattamento sia legata alla sua efficacia nell’eradicare eventuali foci microscopici di cellule tumorali residue oppure nel bloccare la loro proliferazione e diffusione. Questo comporta il prolungamento sia della vita senza malattia apparente sia della sopravvivenza globale. A disposizione quale trattamento precauzionale vi sono vari regimi polichemioterapici, trattamenti endocrini o la combinazione delle due modalità.
Generalmente, il trattamento viene proposto alla singola paziente basandosi su alcuni processi ben distinti:
• valutazione dell’endocrinoresponsività (fattori predittivi);
• valutazione del rischio di recidiva (fattori prognostici);
• estrapolazione dei dati sull’efficacia dei trattamenti dimostrata in studi randomizzati su popolazioni con caratteristiche
simili a quelle della paziente (fattori predittivi);
• valutazione delle preferenze della paziente e sull’accettazione del trattamento (tale dato va tenuto debitamente in conto nella scelta, solo dopo adeguata informazione della paziente stessa).
Nella scelta del trattamento da offrire vi sono alcuni parametri che vanno considerati tra i quali le dimensioni del Tumore, l'età ed il relativo stato mestruale, l'espressione recettoriale, il grading, lo stato linfonodale, l'invasione perivascolare e l'iperespressione o meno di c erb-B2. nnazitutto và detto che la scelta di reintervenire è stata giustissima e fondamentale per migliorare la Sua prognosi.
Dai dati da Lei segnalati rientrerebbe per via dell'età e del grading (se riconfermato alla revisione dei vetrini) nella fascia intermedia, nella quale si può proporre alla paziente sia il solo trattamento ormonale con ablazione ovarica (premenopausa ed età inferiore a 35 anni), sia il trattamento combinato chemio-ormonale (per esempio 4 cicli di AC + Tam +LHRH).
E' importantissimo eseguire prima di decidere la stadiazione con eco addome e scintigrafia ossea.
L’inclusione di un’antraciclina (adriamicina, epirubicina) nel regime polichemioterapico adiuvante è in grado di fornire un’ulteriore modesta ma significativa riduzione della
probabilità di recidiva e di mortalità nelle pazienti con linfonodi positivi, ma al costo di un significativo incremento della tossicità acuta. Quest'ultimo dato, riguardante la tossicità, lo terrei in debito conto nella scelta terapeutica da proporLe, anche in consierazione che il Suo stato recettoriale è iperespresso (entrambi al 100%), che il c erbB2 è = a 0 (il che permette al Tamoxifene di funzionare meglio) e le dimensioni del T sono max 1 cm.
Il dato certo è sicuramente il trattamento radiante post-operatorio e quello ormonale per 5 anni.
Spero di non essere stato molto prolisso e averLe fornito un piccolo aiuto; Lei si trova iuna fascia che definisco "grigia" ed è molto importante per un medico oncologo soffermarsi a decidere con la paziente la scelta terapeutica migliore, anche tenendo conto del Suo parere.
Un augurio di serenità
DR Alessandro D'Angelo
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
[#2]
Gentile utente,
concordo con il collega D'Angelo che la decisione deve essere presa in accordo con il Suo oncologo.
Chi ha proposto una chemioterapia lo ha fatto in base al alcuni parametri sfavorevoli come G3, Ki 67, (ma ce ne sono molti altri favorevoli come le dimensioni del T primitivo, la negatività dei linfonodi ascellari, positività recettoriale ecc).
Ad esempio (aspettiamo la revisione istopatologica)
le caratteristiche istopatologiche del tumore primitivo della mammella (il GRADING nucleare e cellulare ), forniscono ulteriori informazioni per l'identificazione delle pazienti che necessitano di terapie adiuvanti.I carcinomi della mammella ben differenziati (G1) si comportano, a parità di condizioni, in modo meno aggressivo di quelli meno differenziati (G2, G3).
Un elevato grading istologico indica una responsività alla chemioterapia adiuvante .E' stato infatti osservato che quest'ultima produce un miglioramento della prognosi maggiore nei pazienti con linfonodi positivi e linfonodi negativi con tumore scarsamente differenziato, che tra le pazienti con tumore ben differenziato.
Se ne evince , nel Suo caso, che la risposta alla chemioterabia dovrebbe essere ragguardevole.
Ho cercato, lo spero, di semplificare il ragionamento del Suo oncologo prima di proporLe una chemioterapia.
Auguri con cordialità
Salvo Catania
www.senosalvo.com
concordo con il collega D'Angelo che la decisione deve essere presa in accordo con il Suo oncologo.
Chi ha proposto una chemioterapia lo ha fatto in base al alcuni parametri sfavorevoli come G3, Ki 67, (ma ce ne sono molti altri favorevoli come le dimensioni del T primitivo, la negatività dei linfonodi ascellari, positività recettoriale ecc).
Ad esempio (aspettiamo la revisione istopatologica)
le caratteristiche istopatologiche del tumore primitivo della mammella (il GRADING nucleare e cellulare ), forniscono ulteriori informazioni per l'identificazione delle pazienti che necessitano di terapie adiuvanti.I carcinomi della mammella ben differenziati (G1) si comportano, a parità di condizioni, in modo meno aggressivo di quelli meno differenziati (G2, G3).
Un elevato grading istologico indica una responsività alla chemioterapia adiuvante .E' stato infatti osservato che quest'ultima produce un miglioramento della prognosi maggiore nei pazienti con linfonodi positivi e linfonodi negativi con tumore scarsamente differenziato, che tra le pazienti con tumore ben differenziato.
Se ne evince , nel Suo caso, che la risposta alla chemioterabia dovrebbe essere ragguardevole.
Ho cercato, lo spero, di semplificare il ragionamento del Suo oncologo prima di proporLe una chemioterapia.
Auguri con cordialità
Salvo Catania
www.senosalvo.com
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#3]
Ex utente
Egregi Dottori,
Vi ringrazio per la celerità nel fornirmi il Vs consulto. Attenderò sicuramente la revisione del vetrini, così come l'esito della scintigrafia ossea e dell'eco addome e nel caso avessi ulteriori dubbi, come forse credo, mi riservo di avvalermi nuovamente del Vs prezioso aiuto.
Intanto ancora grazie
Vi ringrazio per la celerità nel fornirmi il Vs consulto. Attenderò sicuramente la revisione del vetrini, così come l'esito della scintigrafia ossea e dell'eco addome e nel caso avessi ulteriori dubbi, come forse credo, mi riservo di avvalermi nuovamente del Vs prezioso aiuto.
Intanto ancora grazie
[#5]
Ex utente
Egregi Dottori,
come prima cosa l'augurio di un buon anno.
Eccomi nuovamente a Voi con gli esiti NEGATIVI (!!) di eco-addome e scintigrafia ossea, fortunatamente!
Stamattina ho avuto un consulto con un patologo amico di famiglia che mi ha confermato, ad un rapido esame al microscopio, le caratteristiche evidenziate nel primo esame istologico, anche se si riserva di fare ulteriori colorazioni e di darmi un referto scritto. Lui stesso si è consultato con una collega perchè per entrambi è strano avere un G3 con recettori ormonali al 100%.
E' stata fatta l'ipotesi (e qui Vi riporto le parole della Dottoressa che ho cercato di registrare nella mia testa...) che potrebbe trattarsi anche di un lobulare, probabilmente G2... G2 so che sarebbe meglio, ma cosa significa "lobulare"?
Pensate anche Voi che sia strano l'accoppiata G3/recettori ormonali espressi al 100%??
Prima di iniziare l'ormonoterapia, l'oncologo mi ha consigliato un counselling per la tematica fertilità e annessi e connessi.
Voi cosa pensate in merito a qs delicata questione? Io, ahimè, non ho ancora avuto figli, ma erano in programma... Si tratta solo di procrastinare o di mettere da parte qs desiderio?
Un sentito ringraziamento
[#6]
Ex utente
Egregi Dottori,
ho ricevuto l'esito della revisione dei vetrini:
Carcinoma duttale infiltrante NOS (G2-G3) di tipo solido e cribriforme, con focolai di carcinoma intraduttale.
Recettori estrogeni: positività 90%
Recettori progestinici: positività 80%
C-erb B-2: + (fino al 10%)
KI67: positività del 10%
Mi sembra ci siano alcune divergenze rispetto alla prima diagnosi.
POsso avere un Vostro parere in merito?
E' possibile che vi siano delle differenze?
Ciò cambia il tipo di cura (radio+ormonoterapia)?
GRAZIE
ho ricevuto l'esito della revisione dei vetrini:
Carcinoma duttale infiltrante NOS (G2-G3) di tipo solido e cribriforme, con focolai di carcinoma intraduttale.
Recettori estrogeni: positività 90%
Recettori progestinici: positività 80%
C-erb B-2: + (fino al 10%)
KI67: positività del 10%
Mi sembra ci siano alcune divergenze rispetto alla prima diagnosi.
POsso avere un Vostro parere in merito?
E' possibile che vi siano delle differenze?
Ciò cambia il tipo di cura (radio+ormonoterapia)?
GRAZIE
[#7]
La situazione è quella delineata alla quale aveva risposto il collega D'Angelo
"Dai dati da Lei segnalati rientrerebbe per via dell'età e del grading (se riconfermato alla revisione dei vetrini) nella fascia intermedia, nella quale si può proporre alla paziente sia il solo trattamento ormonale con ablazione ovarica (premenopausa ed età inferiore a 35 anni), sia il trattamento combinato chemio-ormonale (per esempio 4 cicli di AC + Tam +LHRH)."
Sulla radioterapia invece non ci sono discussioni.
E' chiaro che sul problema della maternità ne può discutere direttamente solo con il Suo oncologo.
Questo purtroppo è uno dei limiti dei consulti tramite Internet.
"Dai dati da Lei segnalati rientrerebbe per via dell'età e del grading (se riconfermato alla revisione dei vetrini) nella fascia intermedia, nella quale si può proporre alla paziente sia il solo trattamento ormonale con ablazione ovarica (premenopausa ed età inferiore a 35 anni), sia il trattamento combinato chemio-ormonale (per esempio 4 cicli di AC + Tam +LHRH)."
Sulla radioterapia invece non ci sono discussioni.
E' chiaro che sul problema della maternità ne può discutere direttamente solo con il Suo oncologo.
Questo purtroppo è uno dei limiti dei consulti tramite Internet.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 9.2k visite dal 25/12/2007.
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