Secondarismi al fegato da carcinoma mammella
Buongiorno, ho 38 anni e scrivo per esporre quanto segue e chiedere utili consigli.
Ad aprile 2010 riscontro di nodulo, la cui dimensione risultava 3,5 cm (nella TAC), 4,3 cm *2,3 cm (nella risonanza magnetica), con coinvolgimento dei linfonodi ascellari
A maggio 2010, a seguito di biopsia, mi è stato diagnosticato al seno sinistro, k duttale infiltrante e linfadenopatia ascellare(K mammella localmente avanzato), ER 70%, PgR 90%, c erb B2= 3 nel 70%, MIB1 25%.
Da maggio a settembre 2010, ho eseguito 6 cicli di trattamento neoadiuvante pre-intervento, secondo lo schema:
“Epirubicina+Docetaxel” per 3 cicli,
“Docetaxel+Trastuzumab” per 3 cicli
Al termine dei 6 cicli, la RMN rilevava una RISPOSTA CLINICA COMPLETA al trattamento chemioterapico: al quadrante supero mediano di sinistra un’area sfumata di iperintensità di segnale che tuttavia non è dotata di enhancement. Non evidenza di lesioni neoangiogenetiche in ambito mammario né ai cavi ascellari.
Il 5 novembre 2010, ho eseguito intervento chirurgico
quadrante QSE + linfonodo sentinella + 3 linfonodi di I livello
La diagnosi definitiva è stata:
CARCINOMA DELLA MAMMELLA SINISTRA ypT1a(m), ypN0 – ER 95%; PgR 80%; Her2 3 +; ki – 67 80%
QSE: focolai residui di carcinoma duttale infiltrante (diametro massimo istologico cm. 0,22) con componente intraduttale nel contesto di parenchima mammario sede di diffusa sclerosi stromale e di flogosi cronica linfoplasmacellulare ed istiocitaria riferibili a terapia. Presenza di microcalcificazioni. Margini di resezione inferiore ed areolare indenni.
Dal 26 novembre 2010, ogni 21 giorni, per la durata di un anno, eseguo trattamento adiuvante post intervento con hercepitin.
Febbraio-marzo 2011, 26 sedute di radioterapia
Inoltre, cura ormonale con nolvedax 20 mg ogni giorno e decapeptyl ogni 28 gg.,
A luglio 2011, a seguito di un controllo ecografico dell’addome completo, si è rilevata in sede pericolecistica la formazione a morfologia ovolare, a margini netti ed eco struttura disomogeneamente iso-ipoecogena con orletto periferico ipoecogeno, delle dimensioni di cm. 2 x 1,6.
Il precedente controllo ecografico di novembre 2010 rilevava: fegato volumetricamente ai limiti, ad eco struttura alterata per la presenza in V, VI, e II segmento, di almeno quattro formazioni iperecogene, a margini netti, con diametro massimo di cm. 1,6 da riferire ad angiomi capillari.
La RM del 28/07/2011 evidenzia: fegato nel cui contesto si apprezzano quattro lesioni focali site rispettivamente una in S2 (dt max 16 mm) e tre in S6 (15 mm, 6mm, 3mm) iperintense nelle sequenza T2 w, ipointense in T1w, dotate di regressiva impregnazione dopo la somministrazione del MdC; i reperti descritti sono riferibili ad angiomi.
In S5 si apprezza altra lesione focale del dt max di 22 mm. debolmente iperintensa nella sequenza T2w, ipointensa in T1w, ipovascolare con area centrale necrotico-colliquata. Il reperto descritto è riferibile a lesione secondaria.
La PET –TC del 04/08/2011 ha evidenziato la presenza al V segmento epatico di un’area di iperaccumulo del radiocomposto metabolico del diametro di 17 mm e con un SUV max=7,8 suggestiva per presenza di tessuto etero plastico, vitale, ad alta attività metabolica
Chiedo, in considerazione di quanto sopra esposto, come sia potuto accadere che, nonostante il trattamento terapico con hercepitin (che dovrebbe fungere da cura preventiva), si sia formata questa lesione al fegato; e se è auspicabile proseguire la cura con hercepitin.
Quale cura è perseguibile secondo i vigenti protocolli (intervento chirurgico ?, trattamento chemioterapico ?) e quali sono i farmaci che finora hanno dato i migliori risultati per i secondarismi al fegato derivanti da carcinoma della mammella ?
Rimanendo in attesa di Vs. suggerimenti, ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti.
Ad aprile 2010 riscontro di nodulo, la cui dimensione risultava 3,5 cm (nella TAC), 4,3 cm *2,3 cm (nella risonanza magnetica), con coinvolgimento dei linfonodi ascellari
A maggio 2010, a seguito di biopsia, mi è stato diagnosticato al seno sinistro, k duttale infiltrante e linfadenopatia ascellare(K mammella localmente avanzato), ER 70%, PgR 90%, c erb B2= 3 nel 70%, MIB1 25%.
Da maggio a settembre 2010, ho eseguito 6 cicli di trattamento neoadiuvante pre-intervento, secondo lo schema:
“Epirubicina+Docetaxel” per 3 cicli,
“Docetaxel+Trastuzumab” per 3 cicli
Al termine dei 6 cicli, la RMN rilevava una RISPOSTA CLINICA COMPLETA al trattamento chemioterapico: al quadrante supero mediano di sinistra un’area sfumata di iperintensità di segnale che tuttavia non è dotata di enhancement. Non evidenza di lesioni neoangiogenetiche in ambito mammario né ai cavi ascellari.
Il 5 novembre 2010, ho eseguito intervento chirurgico
quadrante QSE + linfonodo sentinella + 3 linfonodi di I livello
La diagnosi definitiva è stata:
CARCINOMA DELLA MAMMELLA SINISTRA ypT1a(m), ypN0 – ER 95%; PgR 80%; Her2 3 +; ki – 67 80%
QSE: focolai residui di carcinoma duttale infiltrante (diametro massimo istologico cm. 0,22) con componente intraduttale nel contesto di parenchima mammario sede di diffusa sclerosi stromale e di flogosi cronica linfoplasmacellulare ed istiocitaria riferibili a terapia. Presenza di microcalcificazioni. Margini di resezione inferiore ed areolare indenni.
Dal 26 novembre 2010, ogni 21 giorni, per la durata di un anno, eseguo trattamento adiuvante post intervento con hercepitin.
Febbraio-marzo 2011, 26 sedute di radioterapia
Inoltre, cura ormonale con nolvedax 20 mg ogni giorno e decapeptyl ogni 28 gg.,
A luglio 2011, a seguito di un controllo ecografico dell’addome completo, si è rilevata in sede pericolecistica la formazione a morfologia ovolare, a margini netti ed eco struttura disomogeneamente iso-ipoecogena con orletto periferico ipoecogeno, delle dimensioni di cm. 2 x 1,6.
Il precedente controllo ecografico di novembre 2010 rilevava: fegato volumetricamente ai limiti, ad eco struttura alterata per la presenza in V, VI, e II segmento, di almeno quattro formazioni iperecogene, a margini netti, con diametro massimo di cm. 1,6 da riferire ad angiomi capillari.
La RM del 28/07/2011 evidenzia: fegato nel cui contesto si apprezzano quattro lesioni focali site rispettivamente una in S2 (dt max 16 mm) e tre in S6 (15 mm, 6mm, 3mm) iperintense nelle sequenza T2 w, ipointense in T1w, dotate di regressiva impregnazione dopo la somministrazione del MdC; i reperti descritti sono riferibili ad angiomi.
In S5 si apprezza altra lesione focale del dt max di 22 mm. debolmente iperintensa nella sequenza T2w, ipointensa in T1w, ipovascolare con area centrale necrotico-colliquata. Il reperto descritto è riferibile a lesione secondaria.
La PET –TC del 04/08/2011 ha evidenziato la presenza al V segmento epatico di un’area di iperaccumulo del radiocomposto metabolico del diametro di 17 mm e con un SUV max=7,8 suggestiva per presenza di tessuto etero plastico, vitale, ad alta attività metabolica
Chiedo, in considerazione di quanto sopra esposto, come sia potuto accadere che, nonostante il trattamento terapico con hercepitin (che dovrebbe fungere da cura preventiva), si sia formata questa lesione al fegato; e se è auspicabile proseguire la cura con hercepitin.
Quale cura è perseguibile secondo i vigenti protocolli (intervento chirurgico ?, trattamento chemioterapico ?) e quali sono i farmaci che finora hanno dato i migliori risultati per i secondarismi al fegato derivanti da carcinoma della mammella ?
Rimanendo in attesa di Vs. suggerimenti, ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti.
[#1]
Nessun farmaco (e non solo gli oncologici) ha una efficacia del 100%.
Si potrebbe effettuare dal trattamento locoregionale (termoablazione o RITA) al trattamento sistemico con il lapatinib.
Tenga conto dei limiti dei consulti mediatici. Tutto a discrezione del suo oncologo
Si potrebbe effettuare dal trattamento locoregionale (termoablazione o RITA) al trattamento sistemico con il lapatinib.
Tenga conto dei limiti dei consulti mediatici. Tutto a discrezione del suo oncologo
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
[#2]
Ex utente
Buongiorno Gentile dott. D'Angelo, La ringrazio per il consulto fornitomi. Le rispondo solo adesso perchè ho letto in ritardo la risposta al consulto, non avendo ricevuto notifica di risposta nella mia posta personale come le altre volte.
Nel frattempo, sono stata sottoposta per 3 cicli al trattamento sistemico settimanale di "vinorelbina+hercepitin", ma la nuova Pet eseguita il 28 settembre, ha mostrato attività metabolica sempre intensa. In realtà i cicli, a causa della riduzione dei globuli bianchi e della reazione del farmaco in vena (braccio molto dolorante), non sono stati somministrati in maniera completa (il 1° a metà, il 2° completo, il 3° a metà). Nononostante ciò, mi si propone il prosieguo dello stesso trattamento con compresse anzichè endovena.
Ma io vorrei tentare di abbinare il trattamento locoregionale, sperando che sia una valida soluzione.
Pertanto, Le chiedo, quale centro può indicarmi per tale soluzione. Inoltre, vorrei sapere se Termoablazione e Radioterapia chirurgica sono la stessa cosa.
Ho letto qualcosa su TrueBeam di Rozzano, sull'ospedale S. Matteo di Pavia, e qualche altro centro.
RingraziandoLa, ancora una volta, per l'attenzione dedicatami, Le porgo i miei più cari saluti.
Nel frattempo, sono stata sottoposta per 3 cicli al trattamento sistemico settimanale di "vinorelbina+hercepitin", ma la nuova Pet eseguita il 28 settembre, ha mostrato attività metabolica sempre intensa. In realtà i cicli, a causa della riduzione dei globuli bianchi e della reazione del farmaco in vena (braccio molto dolorante), non sono stati somministrati in maniera completa (il 1° a metà, il 2° completo, il 3° a metà). Nononostante ciò, mi si propone il prosieguo dello stesso trattamento con compresse anzichè endovena.
Ma io vorrei tentare di abbinare il trattamento locoregionale, sperando che sia una valida soluzione.
Pertanto, Le chiedo, quale centro può indicarmi per tale soluzione. Inoltre, vorrei sapere se Termoablazione e Radioterapia chirurgica sono la stessa cosa.
Ho letto qualcosa su TrueBeam di Rozzano, sull'ospedale S. Matteo di Pavia, e qualche altro centro.
RingraziandoLa, ancora una volta, per l'attenzione dedicatami, Le porgo i miei più cari saluti.
[#3]
personalmente valuterei l'ipotesi di un trattamento prima locoregionale (semmai aggredibile a giudizio dei colleghi radiologi interventisti, tenendo conto della nuemrosità delle stesse) e se non trattabili o subito dopo, iniziare un trattamento sistemico con lapatinib e capecitabina (tenga conto dei limiti del mezzo mediatico e della necessità della decisione sempre con il paziente davanti)
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 8.3k visite dal 24/08/2011.
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