Terapia con tarceva dopo radioterapia per nsclc

Gentili Dottori,
avrei bisogno di chiedere un vostro consiglio in merito al momento migliore per l'avvio del trattamento con Tarceva a valle della radioterapia.

Descrivo brevemente il quadro e la storia clinica di mio padre (anno 1936):

1) La stadiazione di dicembre 2010 mostra la presenza di un adenocarcinoma non a piccole cellule del lobo superiore dx (max estensione alla data 7,5 cm) con secondarismi al mediastino e sospetto surrenalico (quest'ultimo sembra essere stato escluso nel corso delle rivalutazioni successive). Inoltre, il citologico non mostra mutazione dei geni EGFR e KRAS.

2) Prima linea di trattamento somministrata per 3 cicli di Cisplatino + Gemcitabina: dopo rivalutazione di marzo 2011 si evidenzia progressione loco-regionale

3) Seconda linea di trattamento somministrata per 3 cicli di Alimta: dopo rivalutazione di maggio 2011 si evidenzia progressione loco-regionale (diametro max 9,7 cm)

4) Terza linea di trattamento eseguita a giugno 2011 di 12 cicli consecutivi di radioterapia con acceleratore lineare tecniche 3D: prossima rivalutazione prevista per la fine di luglio 2011

Condizioni generali relativamente discrete (dispnea, affaticamento, dolore spalla dx attutita da terapia di supporto, caviglie gonfie, parametri ematologici in range eccetto emoglobina leggermente sotto soglia a 9,2).

L'oncologo suggerisce di avviare trattamento con Tarceva come prossima terapia a valle della radioterapia.

Desideravo chiedere quanto segue:

Nel caso in cui in seguito alla prossima rivalutazione TAC, prevista per la fine di luglio 2011 (quindi 1 mese dopo il trattamento), la risposta alla radioterapia dovesse essere positiva (stabilizzazione/regressione) consigliate di avviare comunque subito il trattamento con Tarceva oppure consigliate di aspettare ancora un po'? In quest'ultimo caso, quanto tempo è consigliabile aspettare?

Grazie infinite per le vostre risposte.
Cordiali saluti
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57
Gentile Utente,
il Tarceva potrebbe essere rinviato al momento di una eventuale progressione della malattia, se tutta la malattia stessa si dimostra marcatamente ridotta dopo il trattamento radioterapico.
Tutto ciò, se la malattia è limitata al timore primitivo ed ai linfonodi mediastinici e la radioterapia può essere applicata a tutti i campi interessati.
Ovviamente è neceessario, dopo la radioterapia, una rivaluatzione completa dell'estensione della neoplasia.

Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro