Neoplasia del retto
Gentili Medicitalia,
a mia madre di60 anni hanno diagnosticato a seguito di colonscopia con prelievo biopsia un adenocarcinoma moderatamente differenziato a circa 7 cm dall'orifizio anale con staging periferico negativo. La TAC non evidenzia metastasi o diffusione.
Come terapia le è stata indicata una chemioradioterapia preadiuvante all'intervento.
Volevo capire meglio se la terapia rientra appieno nei protocolli ed in particolare se il tipo di chemioradioterapia (dosaggio e durata) è standard presso qualunque centro.
Infine non mi è ancora chiaro se la chemioradioterapia è indicativa di una inoperabilità o di una maggiore gravità del tumore.
In parole povere qual è la gravità e la percentuale di sopravvivenza a questa diagnosi?
Grazie a qunati di voi mi daranno un riscontro.
Saluti
a mia madre di60 anni hanno diagnosticato a seguito di colonscopia con prelievo biopsia un adenocarcinoma moderatamente differenziato a circa 7 cm dall'orifizio anale con staging periferico negativo. La TAC non evidenzia metastasi o diffusione.
Come terapia le è stata indicata una chemioradioterapia preadiuvante all'intervento.
Volevo capire meglio se la terapia rientra appieno nei protocolli ed in particolare se il tipo di chemioradioterapia (dosaggio e durata) è standard presso qualunque centro.
Infine non mi è ancora chiaro se la chemioradioterapia è indicativa di una inoperabilità o di una maggiore gravità del tumore.
In parole povere qual è la gravità e la percentuale di sopravvivenza a questa diagnosi?
Grazie a qunati di voi mi daranno un riscontro.
Saluti
[#1]
La rimozione chirurgica della neoplasia situata a 7 cm dall'ano garantisce il mantenimento dello sfintere anale e quindi la normale canalizzazione dell'intestino. La radioterapia effettuata prima dell'intervento (ed eventualmente dopo la guarigione chirurgica) aumenta la sicurezza contro eventuali recidive. In base al reperto istopatologico e al grado di estensione viene poi valutata la chemioterapia, ma solo se si trovano localizzazioni a distanza.
La combinazione di chemio e radioterapia prima dell' intervento e' un protocollo che in alcuni studi sembra portare maggiori vantaggi.
cordiali saluti
La combinazione di chemio e radioterapia prima dell' intervento e' un protocollo che in alcuni studi sembra portare maggiori vantaggi.
cordiali saluti
Prof. Mirco Bindi, www.mircobindi.com
specialista in Oncologia, Radioterapia, Patologia generale
[#2]
Utente
Gentile Dott. Bindi,
grazie per il feedback!
Adesso, come di solito accade,abbiamo chiesto un altro consulto e come sempre nascono altri dubbi.
Da una parte ci suggeriscono delle sedute radiochemioterapiche con pillola (Xeloda) e dall'altra radiochemio con chemio per endovena. Che fare?
Ed ancora dalla biopsia fatta non è stato fatta la stadiazione: era necessaria?
Alcuni dicono di sì per prevedere quale terapia attuare.
C'è stata leggerezza nella valutazione?
Spero in un suo gradito feedback.
Saluti
grazie per il feedback!
Adesso, come di solito accade,abbiamo chiesto un altro consulto e come sempre nascono altri dubbi.
Da una parte ci suggeriscono delle sedute radiochemioterapiche con pillola (Xeloda) e dall'altra radiochemio con chemio per endovena. Che fare?
Ed ancora dalla biopsia fatta non è stato fatta la stadiazione: era necessaria?
Alcuni dicono di sì per prevedere quale terapia attuare.
C'è stata leggerezza nella valutazione?
Spero in un suo gradito feedback.
Saluti
[#3]
Una neoplasia del retto come giusto approccio (e come già detto dal collega Bindi), può giovarsi di un trattamento radioterapico pre operatorio, finalizzato a ridurre il rischio di recidiva locoregionale ed in alcuni casi a permettere interventi che possano preservare lo sfintere anale al fine di una successiva ricanalizzazione (nel suo caso i 7 cm rendono tutto più facile).
L'aggiunta della chemio radiosensibilizzante, aumenta questi benefici con qualche lieve tossicità in più.
Nel decidere se fare le pillole o l'infusione (nel qual caso si necessita dell'utilizzo di un catetere venoso centrale Port a cath), è necessario valutare le condizioni generali del paziente, l'età, le eventuali comorbidità etc...
La stadiazione è fondamentale, prima della scelta terapeutica. Dopo la chirurgia ad istologico acquisito, si rivaluterà il tutto per ulteriore decisione terapeutica.
L'aggiunta della chemio radiosensibilizzante, aumenta questi benefici con qualche lieve tossicità in più.
Nel decidere se fare le pillole o l'infusione (nel qual caso si necessita dell'utilizzo di un catetere venoso centrale Port a cath), è necessario valutare le condizioni generali del paziente, l'età, le eventuali comorbidità etc...
La stadiazione è fondamentale, prima della scelta terapeutica. Dopo la chirurgia ad istologico acquisito, si rivaluterà il tutto per ulteriore decisione terapeutica.
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.3k visite dal 18/05/2011.
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