K prostatico
Buonasera, vi sottopongo il caso di mio padre: 76 anni diagnosticato kprostatico a nov.93, presenza di linfonodi e metastasi osse diffuse su colonna vertebrale, costole e cranio. Trattato con Androcurt ed enantone, a distanza di 4 mesi notevole riduzione del valore del PSA e la scintigrafia dopo 6 mesi di terapia evidenzia regressione delle metastasi osse fino a completa remissione dopo circa 18 mesi. Lo scorso anno i parametri del PSA ritornano a salire e viene modificata la terapia inserendo Casodex. Sostanziale stabilità, ma ricomparsa di metastasi osse. Attualmente in cura presso San Raffaele, iniziano terapia con Zometa ogni 3 settimane e mantengono terapia ormonale solo con enantone (il Casodex dicono sia stato la causa di una crisi cardiaca che ha subito 5 mesi fa). Ulteriore rialzo del PSA, consigliano mantenimento Zometa, sospensione terapia Ormonale e inizio terapia con Taxotere ogni 3 settimane (nn conosco i dosaggi), affiancata da cortisone prima e dopo ogni seduta.
La mia domanda è la seguente: la chemioterapia allo stato attuale è una terapia consigliabile? Ossia io non ho idea delle possibilità di sopravvivenza e soprattutto dei tempi, ma rifletto su quanto tempo in più (a 76 anni) può dare la chemioterapia, ma in cambio il livello di qualità della vita come si modificherà.
Grazie per la sempre gentile collaborazione e saluti.
La mia domanda è la seguente: la chemioterapia allo stato attuale è una terapia consigliabile? Ossia io non ho idea delle possibilità di sopravvivenza e soprattutto dei tempi, ma rifletto su quanto tempo in più (a 76 anni) può dare la chemioterapia, ma in cambio il livello di qualità della vita come si modificherà.
Grazie per la sempre gentile collaborazione e saluti.
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Gentile Utente, credo che il tempo libero da progressione di suo padre in questi ultimi 13 anni sia stato piu' che accettabile. condivido dopo esecuzione di scint ossea e tac addome-pelvi, il trattamento oncologico consigliato. non credo sia improprio rinunciare ad una terapia di seconda linea. mi tenga informato tommaso corvasce (uroandros@hotmail.com)
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Caro Utente,
nel caso delle neoplasie prostatiche il trattamento cardine è rappresentato dall'ormonoterapia. Dopo un tempo variabile di esecuzione di tale trattamento però, purtroppo, vengono selezionati cloni cellulari resistenti. In quel momento è opportuno optare per un trattamento chemioterapico. Il docetaxel (nome commerciale Taxotere) è un farmaco che si è dimostrato recentemente piuttosto efficace in tale situazione. Non è possibile predire quanto tempo sia possibile guadagnare con questo trattamento ma certamente è possibile costruire una terapia con tale farmaco salvaguardando la qualità di vita. In sintesi anche io consiglierei una terapia combinata Taxotere + Zometa.
Molto cordialmente, sempre a disposizione
Dr. Carlo Pastore
nel caso delle neoplasie prostatiche il trattamento cardine è rappresentato dall'ormonoterapia. Dopo un tempo variabile di esecuzione di tale trattamento però, purtroppo, vengono selezionati cloni cellulari resistenti. In quel momento è opportuno optare per un trattamento chemioterapico. Il docetaxel (nome commerciale Taxotere) è un farmaco che si è dimostrato recentemente piuttosto efficace in tale situazione. Non è possibile predire quanto tempo sia possibile guadagnare con questo trattamento ma certamente è possibile costruire una terapia con tale farmaco salvaguardando la qualità di vita. In sintesi anche io consiglierei una terapia combinata Taxotere + Zometa.
Molto cordialmente, sempre a disposizione
Dr. Carlo Pastore
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
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Il tumore della prostata è una neoplasia spesso a lunga sopravvivenza, e il suo caso lo dimostra pienamente.Conosco bene il "modus operandi" del mio dipartimento, parlando di San Raffaele. Al fallimento delle diverse combinazioni ormonali, il trattamento di II linea(leggittimato dall'ennesimo incremento del PSA) è rappresentato dalla chemioterapia con Taxani. E' chiaro anche che il risultato di solito non è della stessa valenza del trattamento ormonale, ma sicuramente, se tollerato, rappresenta un ottimo presidio per rallentare, se non congelare transitoriamente, la progressione di malattia a livello sistemico.
In ogni caso chieda pure ai miei colleghi oncologi medici del San Raffaele che vi stanno seguendo, saranno sicuramente molto disponibili a darle ulteriori delucidazioni nel dettaglio.
Cordiali Saluti
Dr.Filippo Alongi
In ogni caso chieda pure ai miei colleghi oncologi medici del San Raffaele che vi stanno seguendo, saranno sicuramente molto disponibili a darle ulteriori delucidazioni nel dettaglio.
Cordiali Saluti
Dr.Filippo Alongi
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 9.5k visite dal 21/09/2007.
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