Ma non è necessario capire di cosa stiamo parlando all'interno del polmone
Salve
vi scrivo per avere alcune informazioni per mio padre, 76 anni con Parkinson da circa 10 anni. Il 03/08 veniva ricoverato dal pronto soccorso al reparto neurologia dell'ospedale di Taranto per sospetta ischemia cerebrale (presenza di crisi convulsiva ed emiparesi sinistra). Dopo gli esami diagnostici di rito, dal "Torace standard" si evidenziava una "presenza di formazione radiopaca a margini mal delimitabili in campo polmonare superiore sinistro meritevole di approfondimento dell'iter diagnostico in elezione."
Iniziavano terapia con flebo di soluzione fisiologica due volte al giorno.
In data 08/08/2007 venivano eseguite TAC CRANIO E TORACE CON MDC di cui riporto i referti.
CRANIO
Presenza a sede corticale fronto-parietale destra di una impregnazione a cercine, tondeggiante del diametro di 13 mm, con edema perilesionale riferibile a lesione ripetitiva.
TORACE
Presenza, a carico del segmento posteriore del lobo superiore di sinistra di una formazione di tipo solido, ovoidale del diametro di circa 43 mm; tale formazione, a contorni irregolari, con disomogenea impregnazione contrastografica, presenta strie fibrotiche perilesionali che la congiungono all'ilo e alla pleura. Sottile versamento pleurico medio-basale posteriore bilaterale, più evidente a sinistra, con atalettasia lamellare da compressione del parenchima polmonare sovrastante. Mediastino nei limiti senza evidenti segni di espanso.Calcificazione parietale dell'aorta toracica.
A questo punto inserivano due flebo di mannitolo al giorno
L'oncologo suggeriva l'effettuazione di Tac addome inf. e sup. più biopsia al polmone.
Iniziava il trattamento anticonvulsivante con mezza compressa di Gardenale al giorno
Il 20/08/2007 (12 giorni dopo!!!) veniva effettuata Tac Addome superiore ed inferiore con questo referto
"Esame sensibilmente limitato dalla scarsa capacità del paziente di collaborare col respiro. Fegato modicamente ingrandito con formazione cistica centimetrica nel IV segmento. Non dilatazione delle vie biliari. Regolare l'aspetto del pancreas, della milza e dei surreni. Cisti renali bilaterali le più grandi di 3 cm circa. Dilatazione aneurismatica dell'aorta addominale sottorenale (limitee superiore a 4 cm dall'origine delle arterie renali) e che in basso raggiunge la biforcazione iliaca con arterie iliache di diametro regolare ma pareti calcifiche; l'aneurisma ha un diametro antero-posteriore di 7 cm e trasverso di 6 cm con presenza di ematoma inramurale postero-laterale lume vero di 4,5 cm circa. Calcificazioni intimali. Non linfoghiandole ingrandite lungo i grossi vasi retroperitoneali nè a sede iliaca. Vescica con estremità di catetere nel lume."
L'angiologo era possibilista al trattamento dell'aneurisma viste le dimensioni dopo accurata stadiazione della neoplasia e valutazione della spettanza di vita.
All'ospedale non sono stati in grado di effettuare la biopsia tramite utilizzo dell'ecografia e adesso stanno per effettuare una broncoscopia, pensando di somministrare la cura (chemioterapia) tramite pillole.
Ma non è necessario capire di cosa stiamo parlando all'interno del polmone? Sono un profano, ma appare chiaro che potrebbe trattarsi di diverse forme tumorali a cui corrisponderebbero differenti possibili cure, o sbaglio?
Datemi un consiglio, anche perchè mio padre è in ospedale da quasi un mese senza avere ancora una diagnosi precisa sul tipo di neoplasia ed inizia ad essere preoccupante il discorso relativo a piaghe da decubito
Scusate per la lungaggine
Grazie
vi scrivo per avere alcune informazioni per mio padre, 76 anni con Parkinson da circa 10 anni. Il 03/08 veniva ricoverato dal pronto soccorso al reparto neurologia dell'ospedale di Taranto per sospetta ischemia cerebrale (presenza di crisi convulsiva ed emiparesi sinistra). Dopo gli esami diagnostici di rito, dal "Torace standard" si evidenziava una "presenza di formazione radiopaca a margini mal delimitabili in campo polmonare superiore sinistro meritevole di approfondimento dell'iter diagnostico in elezione."
Iniziavano terapia con flebo di soluzione fisiologica due volte al giorno.
In data 08/08/2007 venivano eseguite TAC CRANIO E TORACE CON MDC di cui riporto i referti.
CRANIO
Presenza a sede corticale fronto-parietale destra di una impregnazione a cercine, tondeggiante del diametro di 13 mm, con edema perilesionale riferibile a lesione ripetitiva.
TORACE
Presenza, a carico del segmento posteriore del lobo superiore di sinistra di una formazione di tipo solido, ovoidale del diametro di circa 43 mm; tale formazione, a contorni irregolari, con disomogenea impregnazione contrastografica, presenta strie fibrotiche perilesionali che la congiungono all'ilo e alla pleura. Sottile versamento pleurico medio-basale posteriore bilaterale, più evidente a sinistra, con atalettasia lamellare da compressione del parenchima polmonare sovrastante. Mediastino nei limiti senza evidenti segni di espanso.Calcificazione parietale dell'aorta toracica.
A questo punto inserivano due flebo di mannitolo al giorno
L'oncologo suggeriva l'effettuazione di Tac addome inf. e sup. più biopsia al polmone.
Iniziava il trattamento anticonvulsivante con mezza compressa di Gardenale al giorno
Il 20/08/2007 (12 giorni dopo!!!) veniva effettuata Tac Addome superiore ed inferiore con questo referto
"Esame sensibilmente limitato dalla scarsa capacità del paziente di collaborare col respiro. Fegato modicamente ingrandito con formazione cistica centimetrica nel IV segmento. Non dilatazione delle vie biliari. Regolare l'aspetto del pancreas, della milza e dei surreni. Cisti renali bilaterali le più grandi di 3 cm circa. Dilatazione aneurismatica dell'aorta addominale sottorenale (limitee superiore a 4 cm dall'origine delle arterie renali) e che in basso raggiunge la biforcazione iliaca con arterie iliache di diametro regolare ma pareti calcifiche; l'aneurisma ha un diametro antero-posteriore di 7 cm e trasverso di 6 cm con presenza di ematoma inramurale postero-laterale lume vero di 4,5 cm circa. Calcificazioni intimali. Non linfoghiandole ingrandite lungo i grossi vasi retroperitoneali nè a sede iliaca. Vescica con estremità di catetere nel lume."
L'angiologo era possibilista al trattamento dell'aneurisma viste le dimensioni dopo accurata stadiazione della neoplasia e valutazione della spettanza di vita.
All'ospedale non sono stati in grado di effettuare la biopsia tramite utilizzo dell'ecografia e adesso stanno per effettuare una broncoscopia, pensando di somministrare la cura (chemioterapia) tramite pillole.
Ma non è necessario capire di cosa stiamo parlando all'interno del polmone? Sono un profano, ma appare chiaro che potrebbe trattarsi di diverse forme tumorali a cui corrisponderebbero differenti possibili cure, o sbaglio?
Datemi un consiglio, anche perchè mio padre è in ospedale da quasi un mese senza avere ancora una diagnosi precisa sul tipo di neoplasia ed inizia ad essere preoccupante il discorso relativo a piaghe da decubito
Scusate per la lungaggine
Grazie
[#1]
Caro Utente,
certamente è una situazione piuttosto delicata. Una neoplasia polmonare con sconfinamento cerebrale (a prescindere dall'istologia) è una evenienza molto grave. Detto ciò bisogna anche riflettere sulla questione dell'aneurisma che a mio avviso meriterebbe un trattamento. Veniamo alle possibilità di cura. Certamente la biopsia è importante per definire le caratteristiche istologiche ma la conformazione della metastasi cerebrale mi farebbe pensare ad un adenocarcinoma. Data l'età di papà inoltre occorre essere prudenti con il trattamento chemioterapico. Prudenti però non vuol dire rinunciarvi. Data l'urgenza della questione aneurisma io procederei con una radioterapia a livello encefalico, successivamente risolverei l'aneurisma e poi eseguirei chemioterapia (con farmaco da decidere). Purtroppo la guarigione è una evenienza piuttosto rara in tale condizione ma si può sperare in un prolungamento della sopravvivenza e soprattutto in una buona qualità della vita, cosa a mio avviso altrettanto importante.
Sempre a disposizione, molto cordialmente
Dr. Carlo Pastore
certamente è una situazione piuttosto delicata. Una neoplasia polmonare con sconfinamento cerebrale (a prescindere dall'istologia) è una evenienza molto grave. Detto ciò bisogna anche riflettere sulla questione dell'aneurisma che a mio avviso meriterebbe un trattamento. Veniamo alle possibilità di cura. Certamente la biopsia è importante per definire le caratteristiche istologiche ma la conformazione della metastasi cerebrale mi farebbe pensare ad un adenocarcinoma. Data l'età di papà inoltre occorre essere prudenti con il trattamento chemioterapico. Prudenti però non vuol dire rinunciarvi. Data l'urgenza della questione aneurisma io procederei con una radioterapia a livello encefalico, successivamente risolverei l'aneurisma e poi eseguirei chemioterapia (con farmaco da decidere). Purtroppo la guarigione è una evenienza piuttosto rara in tale condizione ma si può sperare in un prolungamento della sopravvivenza e soprattutto in una buona qualità della vita, cosa a mio avviso altrettanto importante.
Sempre a disposizione, molto cordialmente
Dr. Carlo Pastore
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#2]
Caro utente,
urge in tale condizione un rilievo bioptico o cellulare(BAL) per orientarsi verso il tipo isto-patologico del tumore.
E' chiaro che in considerazione dell'età bisogna sempre valutare le condizioni generali prima di intervenire nell'iter diagnostico-terapeutico, specialmente quando sono previste procedure invasive.
Le mie idee in merito all'eventuale approccio terapeutico sono comunque del tutto sovrapponibili al collega Pastore. In particolare risulta importante l'irradiazione su tutto l'encefalo(30 Gy in 10 sedute), essendo questo un "santuario per i farmaci", cioè una sede nella quale un eventuale trattamento con farmaci non avrebbe facilità di azione.
Condivido il fatto che, seppur in tali condizioni è difficile prospettare una guarigione dalla neoplasia, è imperativo ottimizzare più a lungo possibile la qualità della vita. Il concetto di cronicizzazione del tumore(meno impattante possibile sulla vita), come per altre patologie quali diabete o cardiopatie ad esempio, è l'obiettivo da perseguire.
Cordiali Saluti
dr.Filippo Alongi
urge in tale condizione un rilievo bioptico o cellulare(BAL) per orientarsi verso il tipo isto-patologico del tumore.
E' chiaro che in considerazione dell'età bisogna sempre valutare le condizioni generali prima di intervenire nell'iter diagnostico-terapeutico, specialmente quando sono previste procedure invasive.
Le mie idee in merito all'eventuale approccio terapeutico sono comunque del tutto sovrapponibili al collega Pastore. In particolare risulta importante l'irradiazione su tutto l'encefalo(30 Gy in 10 sedute), essendo questo un "santuario per i farmaci", cioè una sede nella quale un eventuale trattamento con farmaci non avrebbe facilità di azione.
Condivido il fatto che, seppur in tali condizioni è difficile prospettare una guarigione dalla neoplasia, è imperativo ottimizzare più a lungo possibile la qualità della vita. Il concetto di cronicizzazione del tumore(meno impattante possibile sulla vita), come per altre patologie quali diabete o cardiopatie ad esempio, è l'obiettivo da perseguire.
Cordiali Saluti
dr.Filippo Alongi
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 11.7k visite dal 27/08/2007.
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