Chemioterapia (carcinoma ovaio iii stadio c)

Egregio dottore sono una donna di anni 39 sposata e madre di due figli minori che a febbraio 2009 ha subito un intervento di isterectomia extrafasciale con anessectomia bilaterale- debulking degli impianti peritoneali multipli- omentectomia infracolica e gastrocolica- linfoadenectomia aorto-cavale e paraaortica-linfoadenectomia pelvica sistematica-peritonectomia pelvica con diagnosi di dimissione "K ovaio III stadio C (FIGO)" in quanto l'esame istologico ha rilevato che alcuni frammenti erano sede di riproduzione neoplastica di carcinoma sieroso di origine ovarica "G2". Ho perciò eseguito presso l'ospedale G. Moscati di Taranto i primi sei cicli di chemioterapia con Carboplatino+Taxolo e a distanza di 6 mesi, di altri 6 cicli con Carboplatino+Caelyx per via della comparsa a carico del IV-VIII segmento epatico di lesioni riconducibili a localizzazioni secondarie. A seguito di un recente esame PET total body+encefalo mi è stata riscontrata una "elevata attività metabolica a livello epatico" e di conseguenza mi è stato detto che sarebbe opportuno proseguire con 3/6 cicli di chemioterapia con il solo Caelyx. Premetto che pur se assistita al meglio da medici ed infermieri io non riesco più a sopportare questo calvario che a mio avviso, nella migliore delle ipotesi mi farebbe solo sopravvivere nella remota speranza di una cura definitiva del cancro. Come tanti ammalati in questo periodo della mia vita cerco certezze, o per lo meno consigli utili , per cui faccio appello a tutta la sua sensibilità affinchè mi illumini in maniera sincera e obiettiva su cosa fare e dove tentare eventualmente terapie efficaci che scongiurino nuovamente la fase metastatica della malattia o se è consigliabile valutare la cosiddetta medicina alternativa. Cordiali saluti.