Agobiopsia dell'osso iliaco di sinistra. diagnosi istopatologica.

Nel maggio 2003 ho avuto una mastectomia radicale destra per carcinoma duttale infiltrante con estesa invasione vascolare peritumorale, seguita da chemioterapia adiuvante secondo schema CMF 1,8 per 6 cicli. Nel luglio 2005: QUAD periareolare interna mammella sinistra. Programma seguito nel 2005:
trattamento chemioterapico a scopo precauzionale secondo schema: epirubicina settimanale per 16 somministrazioni, in associazione a LHRH analogo per 2 anni, alla luce della revisione dei preparati istologici del tumore mammario destro asportato nel 2003, mostrante una ormonoresponsività di tale neoplasia. Inoltre, radioterapia.
Ora ho un problema alle ossa. Ho fatto la radioterapia a luglio e il 16.09.2010 una agobiopsia dell’osso iliaco di sinistra. Diagnosi istopatologica:
positiva la determinazione immunocitochimica dei recettori per estrogeni (debolmente nel 25% delle cellule neoplastiche) e negativa quella per i recettori per progesterone.
Intensa immunoreattività completa di membrana per Her-2/neu (antisiero policlonale Dako) nel 95% delle cellule neoplastiche.
La frazione proliferante (Ki-67) è pari al 30%.
Analisi del sangue: C.E.A. : 24,9 e Ca 15.3 :165,7 (valori dimezzati rispetto al mese scorso).
Potreste spiegarmi il risultato della biopsia? Che vuol dire? Che terapia dovrò fare? La chemio o la pillola ormonale?
Da un mese sto assumendo Aromasil.
Vi ringrazio e attendo con ansia.


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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64
bisogna vedere la scintigrafia, ma credo da quanto riportato che qualche cellula sia finita ad intaccare l'osso e pertanto potrebbe essere utile aggiungere l'acido zoledronico al trattamento.
Scusi l'approssimazione ma questo è uno dei limiti del mezzo mediatico.

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

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Utente
Utente
Gent.mo dottore, la ringrazio per avermi risposto.
Mi rendo conto di non essere stata esaustiva e mi sono permessa di inviarle le indagini fatte negli ultimi due anni. Se scrivo dei miei problemi in Internet è perché ho dei seri dubbi su come è stato trattato il mio caso dai medici che mi seguono.
Due anni fa ho fatto una risonanza magnetica al bacino perché avevo un riacutizzarsi di un dolore con cui convivevo da anni: la lombosciatalgia. Risultato: c’era un’area focale di aumento della fissazione del radiofarmaco sull’osso iliaco. Io ho sempre avuto, anche da ragazza questo dolore che si ripresentava periodicamente e poi scompariva con una cura di diclofenac e muscoril. Non potevo mai immaginare, come invece oggi appare evidente, che si trattasse di metastasi dovute al carcinoma mammario, per cui ero stata operata nel 2003 e nel 2005. Io non sapevo nemmeno cosa fossero le metastasi. Io però non sono un medico. Ma mi chiedo perché il mio oncologo non ha sospettato nulla, nemmeno l’anno scorso, quando ho fatto un’altra risonanza magnetica e risultava che l’area focale era di dimensioni superiori. E perché anche il mio ortopedico, che era stato messo al corrente di tutto, abbia continuato a dirmi che avevo la lombosciatalgia e mi curava con iniezioni al bacino da un anno. Ora lui dice che si tratta di una stadio iniziale… ma come posso crederci?
Comunque, a me interessa guarire.
Dopo l’asportazione del carcinoma, sia nel 2003 (mastectomia), sia nel 2005, io ho entrambe le volte fatto la chemio a scopo precauzionale, anche se non avevo linfonodi intaccati; la seconda volta mi hanno trattato anche con LHRH analogo per 2 anni, per un ripensamento sul primo carcinoma, ma non mi hanno dato una pillola ormonale da prendere sempre, come per altre donne. Questo è stato un errore? Se avessi preso la pillola non ci sarebbero state metastasi? E perché un tumore va trasferirsi ed insediarsi laddove c’era già un problema come la lombosciatalgia? È forse un brutto scherzo del destino?
Un mese fa, dopo il referto della scintigrafia, che vede un interessamento di varie ossa, il mio oncologo ha richiesto una visita radioterapica ed ho fatto la radioterapia al bacino (9 sedute); non sono riuscita a fare la decima perché gli effetti sono stati pesanti: nausea, vomito e impossibilità a camminare. Ora va meglio e cammino, anche se zoppico. Inoltre, l’oncologo mi ha prescritto una pillola di Aromasil al giorno da un mese e mi trattato con lo Zometa una volta, a fine luglio. Pensa di fare una chemio. Ma farà quella giusta? Ho deciso, perciò di fare la biopsia.
C’è da registrare, di positivo che nelle analisi del sangue i valori dei marcatori tumorali sono migliorati: si sono dimezzati! Sarà effetto della radio, di Aromasil o di Zometa? Non penso di quest’ultimo, perché gli effetti si dovrebbero vedere dopo due o tre mesi.
Sono anche spaventata dal dover assumere lo Zometa, per quello che si è detto in televisione ed ho letto in internet: problemi alla mascella, fino ad arrivare all’osteonecrosi, fibrillazione atriale importante (mia madre l’ha avuta a 70 anni e mia sorella a 50).
La mia domanda adesso è: che significa il risultato della biopsia? Aggiunge nuove informazioni relative alla cura o è stata una inutile perdita di tempo? Mi hanno detto che potevo aspettare per la cura un altro mese e fare questa biopsia, perché in fondo il problema ce l’ho da due anni e non si sta diffondendo molto velocemente.
Avrò un’altra visita oncologica il 14 ottobre e mi assillano tante domande: farò la chemio? Guarirò? Non riesco ad aspettare tanti giorni con questi dubbi e con queste domande. Mi piacerebbe avere delle risposte.
Grazie. Chiedo scusa per la lungaggine. Saluti.
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