Terapia per seminoma pt2.pnx-mx
Buonasera,
in data 16/08/10 sono stato operato di orchifunicolectomia dx per seminoma classico del testicolo.
Esame istologico: seminoma classico, pt2(6cm).pNx.Mx, invasione vasc: positiva, rete testis infiltrata con estensione al didimo ed albuginea.
TAC: bilateralmente linfonodi di diametro max 2cm inguino-iliaci. Linfonodi periaortici e mesenteriali di diametro massimo 15mm.
LDH: 233, AFP: 2.42 BetaHCG: 0.6
Stamattina ho fatto una visita dall'oncologo dell'ospedale in cui sono stato operato che mi ha detto di fare una PET per capire se i linfonodi ingrossati sono sede di metastasi o meno. Ad ogni modo sembrava orientato a farmi seguire una radioterapia.
Nel pomeriggio ho consultato un secondo oncologo che ha concordato col primo nel farmi eseguire la PET dicendomi che a suo parere comunque i linfonodi ingrossati possono essere causati da una infiammazione dovuta all'operazione. Non concordava invece con l'idea di farmi seguire una radioterapia, essendo più orientato per due cicli di chemioterapia adiuvante con schema PEB poichè a suo dire la radioterapia ha il rischio di sviluppare tumori secondari a lungo termine mentre la chemioterapia no.
Capirete che mi trovo quindi confuso. E' vero che la radioterapia ha più rischi a lungo termine?
Infine volevo chiedervi: essendo stato operato all'età di due anni e mezzo per testicoli ritenuti (dx e sx) il tumore avuto al testicolo dx aumenta il rischio in futuro di tumore al testicolo sx? Esiste una terapia che più delle altre può ridurre tale rischio?
Grazie della vostra attenzione.
in data 16/08/10 sono stato operato di orchifunicolectomia dx per seminoma classico del testicolo.
Esame istologico: seminoma classico, pt2(6cm).pNx.Mx, invasione vasc: positiva, rete testis infiltrata con estensione al didimo ed albuginea.
TAC: bilateralmente linfonodi di diametro max 2cm inguino-iliaci. Linfonodi periaortici e mesenteriali di diametro massimo 15mm.
LDH: 233, AFP: 2.42 BetaHCG: 0.6
Stamattina ho fatto una visita dall'oncologo dell'ospedale in cui sono stato operato che mi ha detto di fare una PET per capire se i linfonodi ingrossati sono sede di metastasi o meno. Ad ogni modo sembrava orientato a farmi seguire una radioterapia.
Nel pomeriggio ho consultato un secondo oncologo che ha concordato col primo nel farmi eseguire la PET dicendomi che a suo parere comunque i linfonodi ingrossati possono essere causati da una infiammazione dovuta all'operazione. Non concordava invece con l'idea di farmi seguire una radioterapia, essendo più orientato per due cicli di chemioterapia adiuvante con schema PEB poichè a suo dire la radioterapia ha il rischio di sviluppare tumori secondari a lungo termine mentre la chemioterapia no.
Capirete che mi trovo quindi confuso. E' vero che la radioterapia ha più rischi a lungo termine?
Infine volevo chiedervi: essendo stato operato all'età di due anni e mezzo per testicoli ritenuti (dx e sx) il tumore avuto al testicolo dx aumenta il rischio in futuro di tumore al testicolo sx? Esiste una terapia che più delle altre può ridurre tale rischio?
Grazie della vostra attenzione.
[#1]
TERAPIE PREVENTIVE NON VE NE SONO, MA CI SONO I CONTROLLI CHE COMUNQUE DA ORA IN AVANTI ANDRA' A FARE.
CREDO CHE LA RT SIA IL PRINCIPALE TRATTAMENTO (SE NN HO INTESO MALE DOVREBBE ESSERE UN SEMINOMA ALLO STADIO IIb) RISERVANDO LA CHEMIO IN CASO DI RIFIUTO AD ESEGUIRE LA RADIO
CREDO CHE LA RT SIA IL PRINCIPALE TRATTAMENTO (SE NN HO INTESO MALE DOVREBBE ESSERE UN SEMINOMA ALLO STADIO IIb) RISERVANDO LA CHEMIO IN CASO DI RIFIUTO AD ESEGUIRE LA RADIO
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
[#2]
Gentile utente,
l'esame PET è di fondamentale importanza per stabilire la natura di questi linfonodi. Alla luce di questo esame si valuterà, a livello multidisciplinare, la strategia terapeutica migliore. La presenza di linfonodi bilaterali interessati dalla malattia farebbe optare, in prima istanza, verso un trattamento chemioterapico invece l'assenza di malattia linfonodale in atto ci orienterebbe verso un trattamento radiante che è assolutamente previsto,i questi stadi di malattia, dalle linee guida mondiali.
Per quanto riguarda i rischi, la radioterapia come tutti i tipi di trattamento, anche farmalogici, ha degli effetti collaterali acuti e cronici. Fra quelli cronici rientrano quelli a cui lei ha fatto riferimento e cioè il rischio di tumori secondari che, per le dosi utilizzate nei seminomi, è realmente basso.
Per quanto riguarda la seconda domanda, il criptoorchidismo e cioè la ritenzione testicolare fa parte dei fattori di rischio dei tumori al testicolo, ma non esistono delle terapia che possono ridurre tale rischio se non la prevenzione e la conseguente diagnosi precoce.
Salve
l'esame PET è di fondamentale importanza per stabilire la natura di questi linfonodi. Alla luce di questo esame si valuterà, a livello multidisciplinare, la strategia terapeutica migliore. La presenza di linfonodi bilaterali interessati dalla malattia farebbe optare, in prima istanza, verso un trattamento chemioterapico invece l'assenza di malattia linfonodale in atto ci orienterebbe verso un trattamento radiante che è assolutamente previsto,i questi stadi di malattia, dalle linee guida mondiali.
Per quanto riguarda i rischi, la radioterapia come tutti i tipi di trattamento, anche farmalogici, ha degli effetti collaterali acuti e cronici. Fra quelli cronici rientrano quelli a cui lei ha fatto riferimento e cioè il rischio di tumori secondari che, per le dosi utilizzate nei seminomi, è realmente basso.
Per quanto riguarda la seconda domanda, il criptoorchidismo e cioè la ritenzione testicolare fa parte dei fattori di rischio dei tumori al testicolo, ma non esistono delle terapia che possono ridurre tale rischio se non la prevenzione e la conseguente diagnosi precoce.
Salve
Dr. Gianluca Mortellaro
Dirigente Medico I livello
U.O. Radioterapia
ARNAS CIVICO Palermo
[#3]
Ex utente
Grazie dottore,
è stato molto chiaro. A quanto ho capito dalle sue parole anche i trattamenti farmacologici (chemio) hanno effetti collaterali a lungo termine e non ci sono ricerche o garanzie che provino a tutti gli effetti un rischio minore di avere tumori secondari rispetto alla radioterapia. Ho inteso correttamente?
Quindi seguire le linee guida sarebbe la strada preferibile nel caso in cui io possa scegliere tra diverse alternative? Fondamentamentalmente la mia preoccupazione è questa: dover scegliere tra due terapie senza sapere quale comporta meno rischi a lungo termine.
Grazie dell'attenzione.
è stato molto chiaro. A quanto ho capito dalle sue parole anche i trattamenti farmacologici (chemio) hanno effetti collaterali a lungo termine e non ci sono ricerche o garanzie che provino a tutti gli effetti un rischio minore di avere tumori secondari rispetto alla radioterapia. Ho inteso correttamente?
Quindi seguire le linee guida sarebbe la strada preferibile nel caso in cui io possa scegliere tra diverse alternative? Fondamentamentalmente la mia preoccupazione è questa: dover scegliere tra due terapie senza sapere quale comporta meno rischi a lungo termine.
Grazie dell'attenzione.
[#4]
sia la radio che la chemio hanno degli effetti collaterali acuti e cronici e questi le verranno illustrati nel dettaglio dai colleghi che la seguiranno una volta che si sia decisa la strategia terapeutica migliore. la PET sarà fondamentale in questa scelta.
Salve
Salve
[#5]
Ex utente
Buongiorno,
volevo aggiornarvi sull'esito della PET.
Intanto vi scrivo gli ultimi risultati dei marcatori tumorali (in data 15/09/2010):
LDH: 196 U/L
AFP: 2,38 ng/ml
beta-HCG: 0,6 mlU/mL
Il refeferto della PET è il seguente:
L'indagine PET documenta la presenza di un disomogeneo anomalo accumulo di radiofarmaco in sede inguinale destra, a livello dei tessuti molli, cui si associa, un focale anomalo accumulo di pertinenza linfonodale.
Non si evidenziano ulteriori reperti di rilievo ne in ambito linfonodale addominale ne nei rimanenti distretti corporei esaminati.
Conclusioni:
Lo studio PET indica reperti in sede inguinale destra con caratteristiche di elevata attività metabolica, da riferire in prima ipotesi ad esiti flogistici del recente intervento chirurgico.
Stamattina sono stato in ospedale dove mi han detto che, nonostante le conclusioni, loro considerano l'esito positivo in quanto la PET è stata fatta 40 giorni dopo l'operazione e l'istologico indicava pt2(6cm) con estensione a didimo e albiluginea e infiltrazione alla rete di testis e quindi con dei fattori di rischio in più.
La terapia consigliatami è stata qindi quella indicata dalle linee guida per un seminoma allo stadio IIA: radioterapia con 34Gy in 18 sedute nella sede inguinale anomala (a destra) ed un dosaggio inferiore sugli altri linfonodi sottodiaframmatici.
Volevo chiedevi un parere sulla terapia proposta e se secondo voi rimane sempre valida da valutare in alternativa la chemioterapia che non ha rischi di secondi tumori radioindotti, cosa che, dovendo ricevere dei dosaggi superiori a quelli previsti per un seminoma allo stadio I mi spaventa ancora di più.
Grazie.
Cordiali saluti.
volevo aggiornarvi sull'esito della PET.
Intanto vi scrivo gli ultimi risultati dei marcatori tumorali (in data 15/09/2010):
LDH: 196 U/L
AFP: 2,38 ng/ml
beta-HCG: 0,6 mlU/mL
Il refeferto della PET è il seguente:
L'indagine PET documenta la presenza di un disomogeneo anomalo accumulo di radiofarmaco in sede inguinale destra, a livello dei tessuti molli, cui si associa, un focale anomalo accumulo di pertinenza linfonodale.
Non si evidenziano ulteriori reperti di rilievo ne in ambito linfonodale addominale ne nei rimanenti distretti corporei esaminati.
Conclusioni:
Lo studio PET indica reperti in sede inguinale destra con caratteristiche di elevata attività metabolica, da riferire in prima ipotesi ad esiti flogistici del recente intervento chirurgico.
Stamattina sono stato in ospedale dove mi han detto che, nonostante le conclusioni, loro considerano l'esito positivo in quanto la PET è stata fatta 40 giorni dopo l'operazione e l'istologico indicava pt2(6cm) con estensione a didimo e albiluginea e infiltrazione alla rete di testis e quindi con dei fattori di rischio in più.
La terapia consigliatami è stata qindi quella indicata dalle linee guida per un seminoma allo stadio IIA: radioterapia con 34Gy in 18 sedute nella sede inguinale anomala (a destra) ed un dosaggio inferiore sugli altri linfonodi sottodiaframmatici.
Volevo chiedevi un parere sulla terapia proposta e se secondo voi rimane sempre valida da valutare in alternativa la chemioterapia che non ha rischi di secondi tumori radioindotti, cosa che, dovendo ricevere dei dosaggi superiori a quelli previsti per un seminoma allo stadio I mi spaventa ancora di più.
Grazie.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 14.9k visite dal 15/09/2010.
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