Rischio da esposizione ad amianto in gravidanza
Salve,
da 5 anni io e mia moglie viviamo al quinto piano di un complesso condominiale cittadino (chiuso sui quattro lati) nel cui cortile è presente una tettoia di amianto delle dimensioni di circa 50 metri quadri.
Negli ultimi giorni visionando lo stato di tale tettoia mi son accorto che presenta nei punti di sgocciolamento degli ammassi filamentosi, riconducibili alle cosiddette "stalattiti di amianto", indice inequivocabile di sfaldamento della stessa, di cui non so riferirvi il periodo di comparsa.
Le finestre delle nostre camere e del soggiorno che danno sul cortile rimangono spesso aperte, nelle stagioni calde e anche tutta la notte d'estate per consentire un debito circolo di aria fresca, quando riusciamo a resistere senza la deumidificazione e il condizionamento.
La nostra biancheria quasi sempre viene stesa ad asciugare, sul nostro balconcino, proprio al di sopra di tale struttura.
Considerato il fatto che mia moglie ha cominciato il 7° mese di gravidanza e durante questo periodo ha soggiornato a lungo in casa per maternità, anche a finestre aperte, quali rischi possiamo aver corso per il futuro nascituro?
Considerato lo stato sopramenzionato della tettoia, in quale percentuale di rischio possiamo essere incappati per lo sviluppo di nostre future patologie polmonari e non solo?
Vi ringrazio in anticipo per le preziose informazioni che saprete fornirci.
da 5 anni io e mia moglie viviamo al quinto piano di un complesso condominiale cittadino (chiuso sui quattro lati) nel cui cortile è presente una tettoia di amianto delle dimensioni di circa 50 metri quadri.
Negli ultimi giorni visionando lo stato di tale tettoia mi son accorto che presenta nei punti di sgocciolamento degli ammassi filamentosi, riconducibili alle cosiddette "stalattiti di amianto", indice inequivocabile di sfaldamento della stessa, di cui non so riferirvi il periodo di comparsa.
Le finestre delle nostre camere e del soggiorno che danno sul cortile rimangono spesso aperte, nelle stagioni calde e anche tutta la notte d'estate per consentire un debito circolo di aria fresca, quando riusciamo a resistere senza la deumidificazione e il condizionamento.
La nostra biancheria quasi sempre viene stesa ad asciugare, sul nostro balconcino, proprio al di sopra di tale struttura.
Considerato il fatto che mia moglie ha cominciato il 7° mese di gravidanza e durante questo periodo ha soggiornato a lungo in casa per maternità, anche a finestre aperte, quali rischi possiamo aver corso per il futuro nascituro?
Considerato lo stato sopramenzionato della tettoia, in quale percentuale di rischio possiamo essere incappati per lo sviluppo di nostre future patologie polmonari e non solo?
Vi ringrazio in anticipo per le preziose informazioni che saprete fornirci.
[#1]
Le persone a rischio più alto sono quelle che sono state esposte all’amianto per motivi di lavoro e/o che hanno vissuto in vicinanza di aziende che hanno contaminato DIFFONDENDO NELL'AMBIENTE generale le loro scorie.
Ovviamente quindi i materiali di amianto ad alto rischio sono quelli più friabili in quanto possono rilasciare fibre piccolissime se sottoposti a vibrazioni, correnti d’aria, INFILTRAZIONI D'ACQUA, e/o se danneggiati nel corso di interventi di manutenzione .
L’inalazione di queste fibre piccolissime da parte dell’uomo è responsabile di patologie gravi ed irreversibili prevalentemente dell'apparato respiratorio ( TUMORI POLMONARI, MESOTELIOMI, asbestosi).
L’amianto compatto invece per sua natura non tende a liberare fibre (il pericolo sussiste solo se viene segato, abraso o deteriorato).
Ma se dovesse avere dubbi
-sia nel Suo pieno diritto verificare o fare verificare (all'ASL?) se esistono le condizioni di rischio che Le ho descritto, .
Per valutazioni (ed anche eventuali campionamenti) del rischio dell’amianto i privati possono rivolgersi:
- a laboratori specializzati e nel Suo caso ovviamente occorre il consenso ed il contributo del proprietario del palazzo
- all'Asl competente per territorio
e/o alle Sezioni Provinciali dell'ARPA competenti per territorio.
Ovviamente quindi i materiali di amianto ad alto rischio sono quelli più friabili in quanto possono rilasciare fibre piccolissime se sottoposti a vibrazioni, correnti d’aria, INFILTRAZIONI D'ACQUA, e/o se danneggiati nel corso di interventi di manutenzione .
L’inalazione di queste fibre piccolissime da parte dell’uomo è responsabile di patologie gravi ed irreversibili prevalentemente dell'apparato respiratorio ( TUMORI POLMONARI, MESOTELIOMI, asbestosi).
L’amianto compatto invece per sua natura non tende a liberare fibre (il pericolo sussiste solo se viene segato, abraso o deteriorato).
Ma se dovesse avere dubbi
-sia nel Suo pieno diritto verificare o fare verificare (all'ASL?) se esistono le condizioni di rischio che Le ho descritto, .
Per valutazioni (ed anche eventuali campionamenti) del rischio dell’amianto i privati possono rivolgersi:
- a laboratori specializzati e nel Suo caso ovviamente occorre il consenso ed il contributo del proprietario del palazzo
- all'Asl competente per territorio
e/o alle Sezioni Provinciali dell'ARPA competenti per territorio.
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#2]
Ex utente
Gentile dottore la ringrazio per le preziose informazioni che è riuscito a fornirci.
Se ho capito bene quindi un rischio vero, reale e accertato si potrebbe correre solo se il materiale della tettoia, sopramenzionata, dovesse essere sottosposta a vari stress "energici" (segatura, limatura, forti urti) in grado di poterle far liberare vere e proprie microparticelle più "patologiche" e più facilmente assimilabili da chi opera lo stress.
Paradossalmente mi viene da pensare che si potrebbero correre più rischi per una eventuale rimozione, se non effettuata con tutti gli accorgimenti e le attenzioni del caso, che mantenere lo stato attuale delle cose.
Ne deduco anche che ciò che quindi "viaggia" nell'aria delle varie atmosfere cittadine, trasportato dal vento, a causa dell'inevitabile deterioramento temporale di tettoie e tetti di materiale simili al nostro, non rappresenta un vero e proprio rischio o almeno così mi è parso di intendere.
Quindi anche la comparsa delle famose "stalattiti di amianto", che sopra le menzionavo, di per sè possono rappresentare un rischio minimo per la possibile inalazione di vere e proprie e più pericolose microparticelle di amianto, giusto?
Mi viene da pensare che forse viviamo con troppa ansia e allarmismo il problema, sbaglio?
Ancora un grazie in anticipo per questi ulteriori chiarimenti che saprete offrirci.
Se ho capito bene quindi un rischio vero, reale e accertato si potrebbe correre solo se il materiale della tettoia, sopramenzionata, dovesse essere sottosposta a vari stress "energici" (segatura, limatura, forti urti) in grado di poterle far liberare vere e proprie microparticelle più "patologiche" e più facilmente assimilabili da chi opera lo stress.
Paradossalmente mi viene da pensare che si potrebbero correre più rischi per una eventuale rimozione, se non effettuata con tutti gli accorgimenti e le attenzioni del caso, che mantenere lo stato attuale delle cose.
Ne deduco anche che ciò che quindi "viaggia" nell'aria delle varie atmosfere cittadine, trasportato dal vento, a causa dell'inevitabile deterioramento temporale di tettoie e tetti di materiale simili al nostro, non rappresenta un vero e proprio rischio o almeno così mi è parso di intendere.
Quindi anche la comparsa delle famose "stalattiti di amianto", che sopra le menzionavo, di per sè possono rappresentare un rischio minimo per la possibile inalazione di vere e proprie e più pericolose microparticelle di amianto, giusto?
Mi viene da pensare che forse viviamo con troppa ansia e allarmismo il problema, sbaglio?
Ancora un grazie in anticipo per questi ulteriori chiarimenti che saprete offrirci.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 9.7k visite dal 20/08/2010.
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