C-erbb2/neu

Vorrei chiedere un chiarimento. Mia mamma,che ha 60 anni, ha subito a marzo di quest'anno un intervento chirurgico di quadrantectomia per un carcinoma lobulare infiltrante forma anaplastica (tipo B) della mammella dx.Riporto la diagnosi: ripetizione neoplastica in 22 dei 24 linfonodi regionali, di cui 3 del III livello. ajcc 2002 pT3 pN3a pMX stadio IIIC G3 L1 . Ha iniziato chemioterapia precauzionale con epirubicina ciclofosfamide (3 cicli) ed attualmente è in trattamento con taxotere - Herceptin (ha fatto il primo ciclo di 4) anche in considerazione delle metastasi ossee evidenziate alla tac di stadiazione.Dalla tac total-body risulta infatti: presenza di lesioni osteoaddensanti a carico dei corpi vartebrali dorsali e lombari.
Holetto che l'herceptin viene usato per combattere una forma particolarmente aggressiva di cancro del seno.Questo tumore aumenta la produzione di una proteina chiamata ErbB2 e l'herceptin limita la crescita delle cellule tumorali legandosi ad ErbB2. Tuttavia, nonostante il suo ottimo impatto, soltanto il 35% dei pazienti risponde al trattamento.I ricercatori spiegano che quando si lega ad ErbB2, l'herceptin stimola anche l'attività di un'altra proteina chiamata PTEN, nota per rallentare la crescita delle cellule tumorali.Gli scienziati hanno scoperto che le donne che non rispondono alle cure tendono ad essere prive di una normale quantità di proteina PTEN nei propri tumori.Il risultato suggerisce di esaminare i pazienti per determinare la presenza di PTEN prima di somministrare il trattamento a base di herceptin. E' VERO TUTTO CIO' ?
A mia mamma risultano i seguenti valori :
recettori per l'estrogeno (clone 1D5) percentuale di cellule positive: neg.
recettori per il progesterone (clone PgR636) percentule di cellule positive : neg.
indice di proliferazione (clone MIB-1) percentuale di cellule positive : 34
p53 (clone DO-7) percentuale di cellule positive : neg.
C-erbB2/neu (definito con colorazione immunoistochimica con kit Hercep test DAKO) sebbene gran parte delle cellule neoplastiche siano negative (con positività discontinua superiore al 10%) la presenza di un nidus debolmente positivo (positività di membrana completa debole/moderata in una percentuale di cellule superiore al 10%(+2)) suggerisce di classificare la reazione in tale contesto effettuando un esame FISH. E successivamente risulta FISH negativa.
Potreste spiegarmi per favore se questo nidus debolmente positivo è una cosa vantaggiosa o svantaggiosa e se secondo voi nel suo caso la terpia taxotere-herceptin è la più indicata? Purtroppo per me sono tutti termini di difficile comprensione. Spero tanto di trovare un aiuto da voi. E poi scusate se mi dilungo ma cosa vuol dire FISH negativa? E' una cosa favorevole o sfavorevole? Sono molto angosciata ed ho paura che mia mamma stia facendo una chemio poco utile per il suo caso. Ho paura che alla prossima tac le metastasi saranno aumentate. Vi prego aiutatemi a capire. Grazie. susanna
[#1]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.6k 1.2k
Gentile utente,
il problema principale non è purtroppo quello di definire il significato della "presenza di un nidus" debolmente positivo o della "FISH", ma la presenza dei principali fattori PROGNOSTICI che sono tutti sfavorevoli (Dimensioni del tumore primitivo T3, interessamento metastatico dei linfonodi ascellari N+ 22/24 di cui 3 del III livello ascellare, Metastasi ossee M1, Recettori per gli estrogeni e progesterone NEGATIVI, Grading G3, Mib 35 %. )

Se la Sua mamma fosse la mia ...Le proporrei LA TERAPIA CHE STA PRATICANDO e , sino a dimostrazione contraria, continuerei a sperare in una risposta significativa alla stessa.
Tanti tanti auguri !!!!
Salvo Catania
www.senosalvo.com

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

[#2]
Utente
Utente
Gent.mo Dr.Salvo Catania, grazie per avermi risposto. Mi permetto di chiederle ancora una cosa. Secondo lei sarebbe utile associare la chemio che sta facendo con l'ipertermia? La sua oncologa ci ha detto che sarebbe del tutto inutile, ma poi rivolgendoci al Centro ASSIE ed avendo loro fornito tutte le informazioni necessarie sul carcinoma di mia mamma, ci è stato detto che nel suo caso l'ipertermia sarebbe indicata e enche che è compatibile con i medicinali che sta facendo, quindi ora mia mamma si appresta ad iniziare anche questa strada. Io non so più a chi e cosa credere. Leggo pareri favorevoli e sfavorevoli sia sulla chemio che sull'ipertermia. Per noi, che non siamo medici, è veramente difficile riuscire ad orientarci tra tanti pareri discordi. Non vorrei che questa dell'ipertermia sia una strada del tutto inutile. Mi può dare il suo parere? La ringrazio davvero molto. Susanna
[#3]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Carissimo utente,
capisco il suo orientamento e mi rammarico personalmente del fatto che spesso le notizie fruibili in giro su internet possono disorientare o sconfortare. Più che leggere di tutto indiscriminatamente, le consiglio di affidarsi all'oncologo che vi segue. Oggi il mondo dell'oncologia si basa su evidenze scientifiche. E' stato ad oggi dimostrato che lo standard per il caso di sua madre comprende il regime terapeutico prescritto. Sull'ipertermia le dico che da prima degli anni 70 ci sono studi molteplici che hanno dimostrato un effetto citocida delle radiazioni o dei farmaci potenziato con l'incremento di temperatura fino a 42 gradi. Ma questi ragguardevoli risultati in vitro non si sono mai tramutati in vistosi guadagni clinici sul paziente. Quindi scelga lei se aggiungere a quello che già sta facendo questa modalità di trattamento; ma non in sostituzione della chemioterapia già impostata, che fino a dimostrazione di fallimento, rappresenta l'opzione scientificamente più ragionevole da perseguire.
Quindi fiducia e chiarezza nella scelte fatte.
cordiali saluti
Filippo Alongi

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#4]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.6k 1.2k
Gentile utente,
grazie al competente e prezioso lavoro "di sponda" del dr. Alongi Le confermo anche io che in questo momento è opportuno restare in attesa della risposta alla chemioterapia, non tenendo conto dei suggerimenti fuorvianti ..."della vicina di casa" o di quelli
ramazzati sul Web.

SEGUA QUELLI DEL SUO ONCOLOGO !!!!

La situazione è già seria di per sè : non aggiunga ulteriori elementi
che potrebbero solo risultare di disturbo ed ostacolare la interpretazione dei risultati ottenibili con la chemioterapia.

Solo in caso di deludenti risposte alla terapia, si prepari a ridiscutere con l'oncologo l'eventualità di nuovi percorsi.

Voler fare a tutti i costi IL MASSIMO POSSIBILE non sempre è suffragato da risultati soddisfacenti.

Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
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